martedì 23 novembre 2021

"Un'amicizia" Silvia Avallone (2020)


 

LA TRAMA:
Se le chiedessero di indicare il punto preciso in cui è cominciata la loro amicizia, Elisa non saprebbe rispondere. E'stata la notte in cui Beatrice è comparsa sulla spiaggia, improvvisa, come una stella cadente, con gli occhi verde smeraldo che scintillavano nel buio? O è stato dopo, quando hanno rubato un paio di jeans in una boutique elegante e sono scappate sfrecciando sui motorini? 
La fine, quella è certa: sono passati tredici anni, ma il ricordo le fa ancora male.
Perchè adesso tutti credono di conoscerla, Beatrice: sanno cosa indossa, cosa mangia, dove va in vacanza. La ammirano, la invidiano, la odiano, la adorano. Ma nessuno indovina il segreto che si nasconde dietro il suo sorriso sempre uguale; nessuno immagina un tempo in cui la Rossetti era soltanto Bea, la sua migliore amica.


IL MIO GIUDIZIO:
Come esordirebbe la De Filippi, presentando una puntata di "C'è posta per te":
"Questa è la storia di un'amicizia interrotta".

Un'amicizia, con l'articolo indeterminativo davanti perchè, come spiega la stessa autrice, con un concetto che racchiude un importante principio buddista,  quello che le protagoniste hanno vissuto è stata solo una delle amicizie possibili, c'è sempre la possibilità di sperimentarne altre o di ricominciare da capo in maniera diversa.

A pochi giorni dal Natale 2019, Elisa Cerruti, trentatrenne ricercatrice che insegna letteratura italiana all'università di Bologna, dopo aver ripreso in mano dei vecchi diari, realizza il sogno di una vita, scrivendo un romanzo che racconta della sua amicizia con Beatrice, oggi influencer di fama mondiale.
Un'amicizia iniziata nel 2000, quando entrambe avevano quattordici anni e frequentavano il ginnasio, 
e conclusasi intorno ai venti anni, il 9 Luglio 2006, subito  dopo la vittoria dell'Italia ai mondiali: la sera in cui la nostra nazione vinse tutto ciò che poteva vincere, Elisa perse tutto ciò che poteva perdere.

Un rapporto viscerale, il loro, totale, simbiotico che, per certi versi, ricorda quello di Lila e Lenù ne "L'amica geniale" (libro che viene anche citato nell'opera, fra l'altro).
E' soprattutto in questo passaggio che Bea ed Elisa mi hanno portato a fare il paragone con le due amiche napoletane:
"Tra me e lei restava un differenza: lei si vedeva e io no.
Lei si materializzava in un luogo e ne modificava la temperatura. Io volevo solo essere diversa da quel che ero, mentre lei era l'abbaglio che tutte le ragazze del mondo, eccetto me, avrebbero desiderato ostentare. Quale abbaglio? Sbrigativamente mi verrebbe da dire: piacere, irradiare bellezza. Ma Bea non ha mai mietuto consensi, anzi: ha sempre diviso. Era bella come potrebbero esserlo in tante, coprendo i brufoli e con qualche ritocco. Ma dove risiedeva davvero il suo potere? Perchè è di questo che stiamo parlando: del fatto che a lei non fregava nulla del giudizio degli altri, che teneva tutti per le palle, che incuriosiva e attraeva perchè conteneva un irresolubile enigma."

Perchè Bea ed Elisa non possono essere più diverse: una concreta, ma frivola e superficiale, l'altra sognatrice, con un immenso mondo interiore, ma introversa e insicura; una amante dei vestiti e del make up, una Chiara Ferragni antelitteram, che ha sdoganato il concetto di influencer ancora prima che nascessero i social, l'altra tutta libri e scrittura per evadere da una realtà che non le appartiene; una tutta apparenza, l'altra un abisso di profondità.
Questo ambiguo rapporto di amore e odio, che a tratti sembra sfociare nel saffico, rivela in realtà due facce della stessa medaglia: ognuna di loro vorrebbe avere le caratteristiche che l'altra ha e che invece non ritrova in sè. Allo stesso modo, il lettore si identifica un pò nell'una e un pò nell'altra, anche se io, onestamente, l'unica cosa che mi trovo a condividere con Beatrice, è la data di nascita, visto che l'autrice ha deciso di farla nascere il 22 Febbraio, proprio come me. Per il resto, sono Elisa fatta e finita, a partire dal colore dei capelli, passando per l'amore per i libri, fino ad arrivare al carattere mite e solitario.

Personaggi secondari, ma non meno importanti, sono i genitori di Elisa, Annabella e Paolo.
Lei, originaria di Biella, un passato da bassista in un gruppo rock, che ha dovuto, di malavoglia, mettere da parte le velleità artistiche per fare la madre. Una donna stravagante, eccentrica, poco presente, tanto distratta ed immatura da risultare egoista ma che, nel momento del bisogno, sa prendere in mano le redini della situazione.
Lui, nativo di T., piccola cittadina toscana bagnata dal mare, serio, metodico e posato docente universitario, tutto dedito all'informatica e alla passione per il bird watching che si trova all'improvviso a doversi inventare padre di un'adolescente riottosa, silenziosa e decisamente outsider.
Perchè Annabella, separata da anni dal marito, decide di raggiungerlo e di provare a ricostruire il matrimonio.
Quando, però, il tentativo fallisce, torna a Biella con il figlio maggiore, lasciando Elisa insieme al padre, affinchè possa frequentare il liceo e vivere una vita più stabile e regolare rispetto a quella che avrebbe condotto nella città piemontese.

Ed è proprio a T. che si svolge buona parte della narrazione.
E' a T. che vediamo nascere e crescere l'amicizia fra Eli e Bea .
Il nome di T. non viene mai svelato per intero ma, da dei dettagli (la terrazza a picco sul mare, edificata sulle rocce con le panchine di pietra e l'arcipelago toscano davanti) ho dedotto che si tratti di Piombino, in provincia di Livorno; località nella quale la Avallone ha ambientato anche il suo (bellissimo!) romanzo d'esordio, "Acciaio".

"Un'amicizia" è una storia intensa che, oltre ad analizzare il chiaroscuro che si cela dietro, appunto, un'amicizia, pone l'accento sulla sostanziale differenza fra la triste, insopportabile e spesso sciapa realtà e la finzione social dove possiamo prendere la nostra rivincita, immortalando e condividendo i nostri momenti migliori, millantando una felicità che siamo lungi dal provare, solo per farci invidiare dagli altri. Come ci insegna Bea, cosa ci importa della realtà, se possiamo dare l'idea di essere qualcos'altro? Se lei, adolescente "wannabe" di inizio 2000, quasi venti anni dopo, si trova ad essere la divina, osannata e irraggiungibile Beatrice Rossetti è perchè, per prima si è sentita bella e invincibile...e il resto del mondo le ha creduto.
Pensiero discutibile? Ognuno tragga le sue conclusioni.
Io mi sento decisamente più vicina a Elisa, donna comune dalla vita comune, convinta che "chi siamo è infinitamente più interessante e commovente di quel che vorremmo a tutti i costi sembrare".

Anche con questa ultima opera, ben scritta e coinvolgente, Silvia Avallone si conferma una delle migliori autrici di narrativa contemporanea.




IL MIO VOTO:
I romanzi di Silvia li compro a scatola chiusa perchè sono sempre sinonimo di qualità e anche stavolta non si è smentita. 
Sulla scia de "L'amica geniale", una storia che ci spiega quanto siano meravigliosi ma al tempo stesso complessi e talvolta ambigui i rapporti di amicizia a maggior ragione quando si è completamente diverse. Ma, sicuramente, c'è un pò di Eli e un pò di Bea in ognuno di noi.
Consigliato!


LA SCRITTRICE:



Nessun commento: