LA TRAMA:
Marco Santagata ci porta nella Firenze della seconda metà del 1200.Una città in piena espansione,una città di finanzieri e mercanti,con un giro d'affari che raggiunge i mercati europei più importanti.
Qui nasce Dante,qui si compie il destino dell'uomo politico e dell'intellettuale.
Il sottotitolo non tragga in ingranno:non è una fiction.
Dante non diventa un personaggio che dialoga con i suoi contemporanei nè lo vedrete impegnato in fughe avventurose durante l'esilio.
E' l'appassionato racconto della tormentata e semisconosciuta esistenza di un uomo dall'io smisurato,che si sentì sempre "diverso e predestinato" tanto da maturare la convinzione di "essere stato investito da Dio della missione profetica di salvare l'umanità".
Ed è anche il documentato ritratto di un Dante profondamente calato nella vita pubblica e culturale della sua città e nelle complesse dinamiche della storia italiana tra il 200 e il 300 (le lotte tra Guelfi e Ghibellini,Bianchi e Neri,nell'ambito dell'inconciliabile contrasto tra papato e impero,i 2 "soli" dell'universo filosofico/politico dantesco).
Grazie al sapiente intreccio di vicende storiche e private,e alla piena padronanza delle fonti,Santagata raggiunge il duplice obiettivo di ricomporre il quadro più completo possibile del Dante padre di famiglia,filosofo,poeta,uomo di partito e di corte,e ad analizzare ogni sua opera ("Vita nova","Convivio","De vulgari eloquentia","Monarchia" e "Commedia"),non solo con gli usuali strumenti del rigore filologico e dell'interpretazione testuale,ma anche e soprattutto alla luce del particolare contesto storico e biografico in cui l'autore la concepì e le diede forma.
IL MIO GIUDIZIO:
Mi è sempre piaciuto Dante.
Anche a scuola ero una delle poche che apprezzava l'ora in cui leggevamo e parasafravamo la "Divina Commedia".
E allo stesso modo ho sempre amato le biografie di questi grandi personaggi della storia e della letteratura.
Non a caso,uno dei libri che più mi sono rimasti nel cuore,è proprio "La famiglia Manzoni",di Natalia Ginzburg.
Così,appena ho appreso dell'esistenza del romanzo sulla vita di Dante,sono subito corsa a comprarlo.
Ovvio...sapevo che non sarebbe stata una biografia ufficiale,perchè nel 1300 ancora non c'era una documentazione tale che permettesse di delineare la vita del Vate dall'inizio alla fine.
Ciò che non immaginavo è il taglio prettamente storico che lo scrittore gli ha dato.
Ha fatto un ottimo lavoro,su questo non c'è che dire.
Facendo presente che su tanti eventi non si può stabilire la certezza assoluta,si è attenuto quanto più possibile alla realtà dei fatti ed è stato anche fin troppo minuzioso con la decrizione degli eventi del periodo
.
Insomma,questo romanzo non è certo una lettura spensierata da fare sotto l'ombrellone!
Personalmente ho dovuto leggere il libro sempre con il pc o con il cellulare vicino,x andare spesso a controllare su Google il significato di una parola.
Lo scrittore utilizza,infatti,termini molto ridondanti e aulici,non certo di uso comune,che rendono difficoltosa l'interpretazione del testo.
Una buona parte del libro (oltre 100 pagine!!!!) è composto da note,che distolgono un pò l'attenzione da quello che si sta leggendo,perchè al termine di ogni capitolo,tocca andare a ricercare la nota con i relativi approfondimenti.
Al contrario,non c'è la parafrasi delle (tante) citazioni della "Divina Commedia".
Ed è risaputo che la "Divina Commedia",senza parafrasi,è praticamente incomprensibile.
Qualcosa mi ricordavo dai tempi del liceo,ma parecchie cose,sono dovute andare a ricercarle su internet e non sempre le ho trovate.
Tutte queste cose,sommate al fatto che lo scrittore non lesina dettagli puntigliosi sugli eventi certi del periodo,sui luoghi in cui si sono svolti,sui nomi dei protagonisti,e sui loro eventuali spostamenti sul territorio,fanno sì che la lettura diventi troppo dispersiva.
Personalmente ho più volte perso il filo del discorso,ho fatto fatica a riconoscere personaggi e situazioni e ho dovuto rileggere qualche capitolo precedente (o,appunto,a cercare su internet) per cercare di fare il punto della situazione.
E ammetto che,ogni tanto,qualche capitolo l'ho letto velocemente,perchè appunto troppo pieno di nomi,luoghi ed eventi del periodo storico che con la vita di Dante poco avevano a che fare.
Diciamo che,forse,la mia delusione,nasce dal fatto che mi aspettavo un libro che si incentrasse di più sul Dante persona,sulla sua introspezione e sul suo carattere,piuttosto che sulle situazione polica del tempo.
Non a caso,i capitoli del libro che ho maggiormente apprezzato,sono quelli in cui si parla dei rapporti di Dante con la famiglia e del suo modo di essere e di rapportarsi con gli altri.
Tirando le conclusioni, non posso certo dire che questo sia un libro malfatto,assolutamente no.
Dal suo punto di vista è sicuramente un piccolo capolavoro.
Ma,a livello personale, un romanzo mi piace quando,mentre sto facendo altre cose,pregusto il momento in cui potrò stendermi sul divano a leggerlo.
Questo libro,invece,lo prendevo in mano di malavoglia e non vedevo solo l'ora di finirlo per togliermelo di torno.
Troppo complesso per la "gente" comune.
Sicuramente più adatto a un trattato di tesi che a una lettura distensiva nei momenti di relax.
IL MIO VOTO: * BUONO * ma a mio avviso un pò troppo "peso".
LO SCRITTORE: