domenica 3 febbraio 2019

"Non aspettare la notte" Valentina D'Urbano (2017)



LA TRAMA:
Giugno 1994.
Roma sta per affrontare un'altra estate di turisti e afa quando ad Angelica viene offerta una via di fuga: la grande villa in campagna di suo nonno, a Borgo Gallico.
Lì potrà riposarsi dagli studi di giurisprudenza.
E potrà continuare a nascondersi.
Perchè a soli venti anni Angelica è segnata dalla vita non soltanto nell'animo ma anche su tutto il corpo.
Dopo l'incidente d'auto in cui sua madre è morta, Angelica infatti, pur essendo bellissima, è coperta di cicatrici.
Per questo indossa sempre abiti lunghi e un cappello a tesa larga.
Ma nessuno può nascondersi per sempre.
A scoprirla sarà Tommaso, un ragazzo di Borgo Gallico, che la incrocia per caso e che non riesce più a dimenticarla.
Anche se non la può vedere bene, perchè Tommaso ha una malattia degenerativa agli occhi e sono sempre più i giorni neri dei momenti dei momenti di luce.
Ma non importa, perchè Tommaso ha una Polaroid, con cui può immortalare anche le cose che sul momento non vede, così da poterle riguardare quando recupererà la vista.
In quelle foto, Angelica è bellissima, senza cicatrici, e Tommaso se ne innamora.
E con il suo amore e la sua allegria la coinvolge, nonostante le ritrosie.
Ma proprio quando sembra che sia possibile non aspettare la notte, la notte ti travolge...





IL MIO GIUDIZIO:
Ambientato a a metà anni '90, fra Roma e un piccolo paesino rurale situato fra i confini del Lazio, dell'Umbria e della Toscana, "Non aspettare la notte" narra le vicende di due ragazzi a cui il destino non ha riservato un percorso facile.

Angelica, studentessa ventenne un tempo bellissima, ha il volto e il fisico completamente sfigurati da cicatrici e ustioni, causati da un incidente avvenuto quando aveva 13 anni.
Ma le cicatrici più devastanti le ha nell'anima, perché l'incidente non fu fortuito: sua madre Irene,donna fragile, depressa e psicologicamente instabile, si era buttata volontariamente con l'auto giù da un cavalcavia, con l'intento di uccidersi insieme alla figlia.
Lei era morta,la figlia si era miracolosamente salvata, riportando però danni fisici permanenti.

Tommaso, anche egli ventenne, con nessuna voglia di studiare e poca di lavorare, è un bellissimo ragazzo, alto e statuario ma con una patologia ottica che, nei giorni migliori, gli consente di vedere tutto sfocato, in quelli peggiori lo rende completamente cieco.
E, se non verrà presto trovata una cura, questa patologia degenerativa lo porterà al buio completo nel giro di poco tempo.

Amici d'infanzia (anche se loro non se lo ricordano), si ritrovano nell'estate 1994 a Borgo Gallico, luogo in cui Tommaso abita stabilmente e dove Angelica, invece, si reca a trascorrere le vacanze estive, nella villa lasciatale in eredità dal nonno, scomparso pochi mesi prima.

Lei con il buio nell'anima, lui con le ombre negli occhi, uniscono le loro reciproche oscurità e danno vita a una luce sfolgorante: quella dell'amore.
Le loro anime si riconoscono e si completano, accarezzando e curando l'uno le ferite dell'altra.

Ma l'amore, si sa, è un sentimento tanto potente quanto fragile e delicato e, talvolta, un piccolo equivoco, unito all'orgoglio e a quell'inconscio e irrazionale impulso a volersi fare del male, rischiano di comprometterlo irrimediabilmente, portandoli a compiere scelte sbagliate e condannandoli all'infelicità.

Almeno fino a quando non si rendano effettivamente conto di quanto importante sia il loro legame e si chiedano se si possa essere ancora in tempo a correre ai ripari, prima che scenda la notte ...

Un romanzo diverso da quelli a cui la D'Urbano ci ha abituati.
Il degrado della Fortezza è stato sostituito da un ambiente borghese e benestante ma i personaggi sono sempre gli stessi, veri fino al midollo (o almeno,la maggior parte, visto che in questa storia qualche soggetto decisamente negativo lo si trova).


Una storia meno cruda delle precedenti, più dolce, più alla "Nicholas Sparks" (con un finale meno tragico dei suoi, fortunatamente!) ma non per questo meno intensa e coinvolgente.

IL MIO VOTO:
Un romanzo dolce e delicato sulla potenza salvifica ma allo stesso tempo distruttiva dell'amore.
Pur discostandosi dallo stile dei romanzi precedenti,ancora una volta la D'Urbano si conferma come una delle più meritevoli autrici degli ultimi anni.

LA SCRITTRICE:



Nessun commento: