giovedì 1 novembre 2018

Frasi dal libro "Come diventare un Buddha in cinque settimane" di Giulio Cesare Giacobbe

Cosa produce sofferenza?
Una visione errata della realtà.

Le parole non descrivono la realtà.
Solo l'esperienza ci rivela il suo vero volto.

La pratica proposta dal Buddha consiste nel realizzare cinque poteri che ognuno di noi possiede ma semplicemente non usa.
Essi sono: il controllo della mente,la presenza nella realtà,la consapevolezza del cambiamento,il non attaccamento e l'amore universale.

Ho visto l'assoluta precarietà dell'esistenza,l'unica realtà del "qui e ora" e l'importanza assoluta ed esclusiva dell'amore,dell'allegria e della gioia.

Un Buddha non è un dio,un santo,un superuomo o un essere sovrumano.
E' uno di noi,uno qualunque.
E'semplicemente uno che ha eliminato la sofferenza.
Non dal mondo,ma da dentro di sè.
Non soffre più.
Non si adira.
Non odia.
Non prova gelosia,invidia e rancore.
E neppure tristezza,ansia e angoscia.
E neppure bramosia,avidità ed egoismo.
E'quindi un apatico senza sentimenti?
Nossignori.
I sentimenti ce li ha.
Tutti.
Ma non li esaspera.
Non li fa crescere.
Non se ne fa schiavo.
Non li alimenta.
Parlo di quelli negativi.
Alimenta soltanto quelli positivi che sono serenità,pace,allegria,gioia,armonia e amore.
Riesce a rimanere sereno dentro di sè,nutrendosi di sentimenti positivi,godendosi i sentimenti positivi e neutralizzando i sentimenti negativi.
E infonde intorno a sè gioia,armonia,amore,allegria e buonumore.

Un Buddha è colui che ha conquistato la serenità,la mantiene in qualunque situazione e ama gli altri.
Tutto qua.
E scusate se è poco.

La nostra serenità non dipende dalle situazioni ma dalla nostra reazione a esse.
La nostra reazione alle situazioni è condizionata dalla nostra esperienza,ossia dal nostro passato.
Questo condizionamento è chiamato "Legge del karma".

Il nostro presente è condizionato dal nostro passato.
Ma ciò comporta anche che il nostro futuro è condizionato dal nostro presente.
Quindi,intervenendo sul nostro presente,siamo in grado di determinare il nostro futuro.

La vera natura della realtà è una continua trasformazione.

Nessuna cosa può esistere senza l'esistenza di tutte le altre ma tutte sono legate fra loro in una rete universale d'interdipendenza o causazione reciproca universale.

Le Quattro Nobili Verità:
1) Esistenza della sofferenza
2) Causa della sofferenza
3) Estinzione della sofferenza
4) Sentiero che conduce all'estinzione della sofferenza.

La causa della sofferenza è l'attaccamento.
L'attaccamento a sua volta è causato dall'ignoranza.
L'ignoranza che causa l'attaccamento è l'ignoranza della realtà.
L'ignoranza che la realtà è impermanenza.
L'ignoranza della realtà produce l'attaccamento perché si crede permanente ciò che è impermanente.
La sofferenza è dovuta a una visione errata della realtà.

Gli Otto Nobili Sentieri.
1) Retta Comprensione
2) Retto Pensiero
3) Retta Parola
4) Retta Azione
5) Retti Mezzi di Sussistenza
6) Retto Sforzo
7) Retta Presenza Mentale
8) Retta Concentrazione

Le Quattro Nobili Verità e gli Otto Nobili Sentieri costituiscono ol nucleo dell'insegnamento originale del Buddha.

Oggi non ci identifichiamo soltanto col nostro corpo ma anche con la nostra casa,la nostra automobile,il nostro televisore,il nostro conto in banca,i nostri parenti,i nostri amici, la nostra professione,il nostro prestigio,il nostro ruolo sociale.
Questa,sec seco la psicologia buddista, è la radice della nevrosi e quindi della sofferenza umana.

L'Io si identifica con una serie sempre più numerosa e complessa di simboli mentali costruiti sulla base di valori sociali o culturali ma non naturali.

L’uno contiene il tutto e il tutto e contento nell'uno.

La chiave della liberazione sta nei due principi dell'interdipendenza e del non sè.

Siddhartha giunse alla comprensione che non c'è né nascita né morte, né creazione né distruzione, né uno né molti,ne dentro ne fuori,ne grande ne piccolo, né puro ne impuro.
Sono tutte false distinzioni create dall'intelletto.

La Retta Comprensione è la comprensione della vera natura della realtà.

La realtà è continuo cambiamento.
La realtà è impermanente e ogni cosa è condizionata da tutte le altre.
Questa scoperta costituisce la famosa Illuminazione.

Potresti esistere senza l'universo?
E pensa che nemmeno questo universo potrebbe esistere senza di te.
Infatti non sarebbe questo universo.
Tu sei necessario all'esistenza di questo universo come questo universo è necessario alla tua esistenza.
Perché ogni cosa è collegata con tutto il resto.

Se tutto è in continua trasformazione io non posso attaccarmi a nulla perché non esiste nulla di immutabile, che rimanga uguale a se stesso nel tempo.
Il crederlo costituisce un'illusione.
Il non attaccamento è la chiave che apre la porta della liberazione dalla sofferenza.

La sofferenza deriva dall'attaccamento a una situazione diversa da quella che c'è.
Dal desiderio di qualcosa che non ho o dall'avversione a qualcosa che ho.
La sofferenza deriva dalla separazione da ciò che si ama o dall'unione con ciò che si odia.

Il Retto Pensiero è un pensiero in cui non c'è sofferenza.
E cio che costituisce la sofferenza nel nostro pensiero è la confusione,la distrazione, l'ira,l'odio,il desiderio e la libidine.

Per eliminare le sofferenze occorrono le Quattro Contemplazioni: contemplazione del respiro,della compassione, dell'impermanenza e della morte.

I Quattro Incommensurabili:
1) La gioia compartecipe
2) La compassione
3) La gentilezza amorevole
4) Il non attaccamento

Il Retto Pensiero consiste nell'eliminazione del pensiero negativo e nella costruzione del pensiero positivo.

I Nobili Sentieri consistono nel nuovon fare violenza a nessun essere vivente, né agli altri né a noi stessi, né con il pensiero ne con le parole né con gli atti.

I Cinque Precetti:
1) Non uccidere
2) Non rubare
3) Non fare violenza
4) Parlare secondo verità
5) Non assumere sostanze che oscurano la mente.

I Cinque Precetti sono norme di vita che tendono a porci in condizione di non generare sofferenza ma non sono in grado,di per sè,di liberarci dalla sofferenza.

I Tetti mMezz di Sussistenza sono la professione che si pratica per procurarsi i mezzi di sussistenza 

Occorre fare il bene,o meglio non fare il male, cioè non provocare sofferenza,non in quanto questo è un bene assoluto di per se,ma perché il provocare sofferenza crea in noi un senso di colpa che diventa causa di sofferenza per noi stessi.

Nella realtà non vi e sofferenza.
La sofferenza è soltanto nel nostro pensiero.

La nostra attenzione e normalmente calamitata dai nostri pensieri al punto che noi diventiamo i nostri pensieri.
Quando un pensiero ci attraversa la coscienza noi assumiamo quel pensiero e diventiamo quel pensiero.
È per questo che soffriamo.
Perché il nostro Io si identifica con i nostri pensieri.
L'abitudine e l'automatismo ci tengono prigionieri del nostro pensiero e della nostra mente.

Vivere con presenza mentale e consapevolezza vuol dire vivere nel momento presente,con il corpo e la mente nel "qui e ora" e agire con esso.

La Retta Concentrazione consiste nella concentrazione sul pensiero.
La concentrazione sul pensiero consiste nell'osservazione distaccata dei propri pensieri.

Quando nasce un pensiero,non fatevene intrappolare e non diventatene schiavi.
Osservatelo con distacco e lasciatelo andare:esso non crescerà dentro di voi e non produrrà il frutto avvelenato della sofferenza.
Se voi fate crescere i vostri pensieri essi divengono potentissimi e si impadroniscono di voi,rendendovi schiavi.

Il buddismo è una disciplina non religiosa ma psicologica.

Il buddismo è pratica.
Un buddista è uno che pratica il buddismo,non che ne parla.
Il buddismo insegna qualcosa da mettere in pratica,non qualcosa in cui credere o da adorare.
Il buddismo ha soltanto uno scopo pratico:eliminare la sofferenza,realizzando la buddità che consiste in uno stato permanente di serenità.

L'illuminazione è la consapevolezza del cambiamento e dell'interdipendenza di tutte le cose.
Da essa dovrebbe conseguire il non attaccamento,che porta alla liberazione dalla sofferenza.

Gli obiettivi del buddismo sono:
1) Controllo della mente
2)Presenza nella realtà
3) Consapevolezza del cambiamento
4)Non attaccamento
5)Amore universale
Essi sono già presenti dentro di noi,dobbiamo soltanto svilupparli.

Con la compassione,la dedizione agli altri e con l'amore universale,la vita si colma di pace e di gioia.

La consapevolezza del cambiamento deriva dall'osservazione della realtà che si realizza con la presenza nella realtà.

Per attivare il controllo della mente occorre fare uno sforzo di volontà.
Per controllare la mente è necessario osservarla,osservare cioè le proprie sensazioni,le proprie emozioni e i propri pensieri.

La nostra memoria (inconscio) produce automaticamente pensieri involontari.
Essi altro non sono che la manifestazione della tensione derivante da traumi (ansie,perdite,insuccessi,insicurezze,etc..) registrati nella nostra memoria.

I pensieri sono come semi che producono piante e i pensieri negativi producono piante velenose.

Dunque il pensiero è la causa della nostra sofferenza psichica.
L'operazione che dobbiamo fare è sostituire i pensieri involontari negativi con pensieri volontari positivi.
Si tratta fondamentalmente di operare un'igiene mentale.

L'osservazione distacca del pensiero lo neutralizza,gli toglie la sua carica emotiva e quindi spezza la catena del suo autorafforzamento nella memoria.

Ci crediamo gli autori di questi pensieri,ci identifichiamo con essi e li assumiamo per veri.

Con il distacco,il nostro Io si sposta dall'autore dei nostri pensieri a un osservatore impersonale.
Un Budda è sempre consapevole dell'automatismo dei propri pensieri,ne è distaccato e non si lascia dominare da essi.

La mente è un organo del corpo e tu lo puoi manipolare,allenare,rafforzare e comandare come vuoi.
La mente può essere manipolata.
E'soltanto questione di esercizio e di tempo.

La mente non è una struttura separata dal corpo e quindi non puoi calmarla senza calmare anche il tuo corpo.
Il corpo lo si calma concentrandosi sul respiro per raggiungere il vuoto mentale.
Fare 8 respiri profondi per calmare il respiro.

Il pensiero non va usato inutilmente ma soltanto nei casi in cui esso serve davvero,in cui è utile al nostro benessere.
Pensare ci serve per risolvere i problemi pratici,mediante la simulazione delle loro possibili soluzioni.

L'ambiente che ci circonda è la nostra realtà.
Facciamo un esempio.
Siamo a New York,in Time Square.
Ti domando se per te place Pigalle a Parigi è reale.
Probabilmente mi rispondi di sì.
Invece no.
Se tu ti trovi a New York,l'ambiente che ti circonda è Time Square,non place Pigalle a Parigi.
Quindi la tua realtà è Time Square a New York.
Parigi e place Pigalle non sono l'ambiente che ti circonda.
Essi non sono la tua realtà.
Essi sono soltanto nella tua mente.
Se tu ti comportassi in Time Square come se fossi a place Pigalle non saresti in sintonia con la realtà.
Non saresti presente nella tua realtà.
Il mondo della realtà è reale.
Il mondo della mente non è reale.

Noi soffriamo a causa dei fantasmi della nostra mente,perchè li prendiamo per reali.
Se priviamo questi fantasmi immaginari del nostro consenso,essi spariranno.

La buddità comporta la consapevolezza della distinzione fra mondo della realtà e mondo della mente.

Facciamo un altro esempio.
Ti viene a mancare una persona cara.
Tu credi che sia la realtà la causa della tua sofferenza perchè nella realtà quella persona non c'è più.
Ma nella realtà non c'è nessuna sofferenza.
Il sole continua a sorgere,le nuvole continuano a correre nel cielo e gli uccellini continuano a cantare.
La sofferenza è solo dentro di te.
La sofferenza non è un oggetto che si può rinvenire nella realtà.
E'solo uno stato psichico.
Una stessa realtà ad alcuni procura sofferenza ad altri no.

Quindi:
1)calmare il respiro,rilassare il corpo,osservare con distacco i pensieri
2)uscire dalla mente e osservare l'ambiente che ci circonda
3)compiere delle azioni qualsiasi (interazione con la realtà)
4)rimanere nella realtà

Nella realtà non vi sono nè oggetti nè eventi nè persone che rimangono uguali a se stessi.
Neppure dentro di noi i nostri stati mentali rimangono uguali a se stessi.
Tutto è in continua trasformazione.

La vita è un film,non una fotografia.
La vita è dinamica,non statica.
Noi invece prendiamo un fotogramma del film,lo archiviamo nella nostra memoria e gli attribuiamo un'esistenza reale.
La vita è un film ma nella nostra mente ci sono delle fotografie e noi scambiamo queste fotografie per la vita.

Non c'è niente di fisso a cui possiamo attaccarci.
Non c'è sicurezza nel mondo reale proprio perchè il mondo reale è in continuo cambiamento.

L'adulto non ha bisogno di punti di riferimento nè di sicurezze.
Egli ha in se stesso il suo punto di riferimento e la sua sicurezza.
Egli non pretende nulla dagli altri e non si aspetta nulla dagli altri.
Un Budda non ha aspettative e accetta e gode di ciò che c'è.

Le aspettative sono la causa principale delle nostre sofferenze.

Il non attaccamento è non pretesa di possesso.

Pretendere la presenza di qualcuno non significa amarlo.
Significa volere essere amati da lui.
Il bisogno non è piacere ma sofferenza,in quanto a rischio perenne si non essere appagato.
Amare è godere dell'esistenza dell'altro indipendentemente dalla sua presenza.
Devi imparare a goderti le persone quando ci sono e a goderti qualcos'altro quando non ci sono.

La consapevolezza della precarietà della vita ti farà apprezzare mille volte più di prima la loro unicità e la loro bellezza.

L'attaccamento è desiderio di ciò che non c'è.
Il non attaccamento è non desiderio:il non pretendere ciò che non c'è ma apprezzare ciò che c'è.

Soltanto con l'amore universale la vita si colma di pace e di gioia.
Esso è l'essenza della buddità.

Non si può amare l'intero universo se prima non si è imparato a controllare la mente,a essere presenti nella realtà,a vedere i cambiamenti e lasciare gli attaccamenti.

L'amore universale è il nostro espanderci all'intero universo.
E'il nostro acquistare coscienza dell'universo al quale apparteniamo.
E'diventare universo.

Noi altro non siamo che cellule di un universo eterno,infinito,in continua trasformazione.

Come sviluppare dentro di noi l'amore universale?
Con la compassione.

Compassione letteralmente significa provare la stessa passione,cioè sofferenza.
Quindi fare propria la sofferenza altrui.
Capire la sofferenza altrui.
Diventare lui.

E'da te stesso però che inizia il tuo viaggio verso l'amore universale.
Tu conosci la tua storia,la tua vita.le tue sofferenze.
Se sei capace di compassione,di accettazione,di perdono,di stima per il bambino,giovane,uomo che sei stato,che sei,sei capace di amore per te stesso.
E imparare ad amare te stesso è il primo passo per imparare ad amare gli altri.
Quando avrai imparato ad accettarti,a perdonarti,ad avere compassione per le tue sofferenze,per le tue passioni,per i tuoi sogni,per le tue delusioni,per le tue sconfitte,per le tue ferite,avrai imparato ad amarti.
E potrai amare gli altri.
Perchè vedrai negli altri le tue stesse sofferenze,illusioni,passioni,sogni,delusioni,sconfitte,ferite.
Questo è in fondo l'amore:vedere noi stessi negli altri.
Identificarci con l'universo che ci circonda.

Attaccamento e discriminazione sono cause di sofferenza per noi stessi e per gli altri.
Il vero amore non porta con sè nessun bisogno.
Tu non ti aspetti nulla da coloro che ami.
Non importa se sono consapevoli o no del tuo amore.
Non importa se ti sono riconoscenti.
Non importa se ti restituiscono o no il tuo amore.
Ecco cosa è l'amore: accettazione incondizionata.

La prima cosa da capire è che devi mettere la tua serenità al di sopra di qualsiasi altra cosa.
Non credere che questo sia un atteggiamento egoistico.
Con l'ansia e la paura tu non puoi risolvere nessun problema meglio di quanto tu possa fare con la calma e la serenità.
Tu non puoi aiutare nessuno se non conservi la tua serenità.
Non puoi aiutare gli altri se stai male.

La sofferenza ha 3 cause immediate,che derivano tutte dall'attaccamento: le aspettative,le paure e i sensi di colpa.

Le aspettative sono una pretesa che la realtà sia come la vogliamo noi ed è evidente che questo non può avvenire sistematicamente.
Non è colpa degli altri se le nostre aspettative vengono deluse.
Gli altri hanno il diritto di essere come sono indipendentemente dalle nostre aspettative.
Semplicemente dobbiamo smettere di farcele.

Le paure sono sempre paura di qualcosa che non c'è.
Se mi viene addosso un autobus e provo paura,faccio benissimo.
Solo così posso salvarmi.
Ma se sono seduto in poltrona e provo paura al pensiero che se esco mi viene addosso un autobus,questa è paura di qualcosa che non c'è.

Non sono gli altri che creano la tua sofferenza ma la tua reazione alle loro azioni.

La sofferenza è necessaria per crescere in consapevolezza.
Quindi va rispettata.

Il voler togliere la sofferenza agli altri a tutti i costi o farci carico della sofferenza degli altri è nevrotico.
Specialmente quando non si è in grado di togliere la propria.
Pensa prima di tutto a togliere la tua sofferenza.
Soltanto così potrai pensare di togliere quella degli altri.
Ma soltanto se chiedono aiuto.
Se qualcuno chiede aiuto,daglielo.
Ma dagli il tuo aiuto secondo le loro richieste,non secondo le tue opinioni.
Lascia che siano loro a dirti di cosa hanno bisogno,non dirglielo tu.

Diventare un Budda,lottare per diventarlo e per rimanerlo dà un senso e uno scopo alla vita.

Fai girare la ruota del tuo karma.
Realizza la tua buddità!

Nella tua via verso la buddità ti sono accanto con la loro potenza e la loro energia tutti i Budda che ti hanno preceduto.
Tua è la loro forza.
Tua è la loro consapevolezza.
Tuo è il loro amore.
Tu sei un Budda.
Tu sei un Illuminato.

Nessun commento: