venerdì 26 ottobre 2018

Frasi dal libro "Felice per quello che sei. Confessioni di una buddista emotiva" di Rossana Campo

Il grande messaggio di libertà del Buddismo per me è questo:
è possibile essere felici in questa vita.
Non quando moriremo.
Non quando saremo dei fotomodelli con la villa e la piscina.
Ma adesso,proprio come siamo.

Ho una storia d'amore che mi strappa le budella.
Sono andata a innamorarmi di un matto totale.
Un uomo con dei lati di grande dolcezza e sensibilità,una grazia animale e una parte distruttiva,mortifera e terribile.
Questo amore mi sta distruggendo.
Mi sta mandando sotto un treno.
Ho sempre pensato di essere una ragazza forte,una ragazza che sa affrontare la vita e il suo corredo di sventure.
Ho sempre creduto in me stessa,nella mia capacità di sopravvivenza.
Mi sono allenata a tenere duro,a stringere i denti e andare avanti,nonostante tutto.
Nonostante il carico che mi porto dietro da quando sono al mondo:
i rapporti difficili coi miei,la mancanza di soldi,gli amori malandati,le persone che ti usano e poi ti buttano via come un fazzoletto sporco.
Io comunque mi sono sempre vista una tosta.
Ma quando mi innamoro di quest'uomo crolla tutto.
Questo amore mi porta vicina al mio lato oscuro.
La mattina mi sveglio col magone.
La sera vado a dormire col magone.
Non trovo più i colori della vita,il profumo delle giornate.
Tutto mi fa male.
Mi sembra di riuscire a sentire un dolore assoluto,totale.
Anche solo respirare mi fa male.

Mi perdo e mi ritrovo nell'Universo.

La scrittura mi aiuta a tirare fuori le parole non dette,le emozioni sepolte,la paure ricacciate giù.
Mi aiuta a disseppellire la piccola me stessa impaurita,scontrosa,solitaria.
Comincio a rinascere.

...mi propone di partecipare a un incontro buddista.
Che cosa???!!!
Ahahahahah!
Ci manca solo il Buddismo nella mia vita e poi siamo a posto.

Il Budda,l'Universo e la nostra vita sono la stessa cosa.

Io che mi ero letto Italo Svevo,Elsa Morante e Dostoevskij...io sapevo che non c'è da aspettarsi troppo nella vita per quanto riguarda la felicità.
Di sicuro c'è da farsi venire i magoni e le incazzature.
C'è da imprecare per il male di vivere.
Ma la felicità?
La felicità?
Quale persona sana di mente può anche solo pronunciarla questa parola?
Quale persona intelligente,che non sia stata sottoposta a qualche centinaia di elettroshock può sinceramente credere che è possibile,sul serio,essere felice in questo mondo?

Sono sempre stata dalla parte di chi non ha fortuna.
Mi piacciono i matti.
Ogni volta che giro per strada il mio sguardo è attratto dai barboni,dai punk a bestia,da quelli che parlano da soli.
Sono fatta così.
Nell'umanità alla deriva ho sempre visto i miei fratelli.
Ho sempre sentito una specie di verità della condizione umana.
La verità della sofferenza,della malattia,della solitudine,della povertà.

E' la mente annebbiata dall'illusione che ci fa sentire separati dagli altri.
Che ci porta a odiare e ferire i nostri simili.
Il Budda ha scoperto che scendendo dentro noi stessi,toccando quella zona dentro di noi che ancora incontaminata,aperta,non c'è posto per le differenze,per il pensare quello è bello e quello è brutto,quello è ricco e quello è povero.

Il karma si può cambiare.
Attraverso la meditazione.
Siediti e medita.
Vedrai che tutto può cambiare.
Cambi dentro di te.
E se cambia il tuo cuore,il mondo cambia.

Ci sono delle giornate che non gira.
Ci sono dei giorni che proprio non va.
E'così.
E'tutto molto confuso e incerto.
E poi ci sono giorni molto buoni,che riesci a trovare la pace della mente.
Alcune volte sei in pace col mondo e altri momenti non lo sei affatto.
Non è così anche per voi?
Non è forse così per tutti?

Non bisogna fare finta che il dolore e la miseria del mondo e delle nostre vite non esistano.
Se scendiamo nel nostro cuore,se ne abbiamo il coraggio,possiamo vederci con molta miseria,però possiamo anche trovare una possibilità di empatia,di condivisione,forse di gioia.
La gioia di essere vivi,in questo momento.

Quando c'è da soffrire,soffri.
Quando c'è da gioire,gioisci.
Considera allo stesso modo sofferenza e gioia e continua a recitare Nam Myoho Renge Kyo.

La conquista dello stato di Budda è qualcosa di dinamico,non passivo ed è il risultato di un percorso,una lotta coraggiosa e costante contro le funzioni oscure della vita.

Il demone,nel Buddismo,non è un essere esterno a noi,ma una parte oscura che risiede nel cuore di ognuno.
E'qualcosa con cui tutti i praticanti hanno a che fare prima o poi.
E'il momento in cui si pensa che sarebbe meglio smetterla,buttare la spugna e lasciare perdere tutto quanto.
E'la parte che ci suggerisce che stiamo facendo qualcosa di inutile,che la verità è che siamo e saremo sempre degli incapaci,dei buoni a nulla e che il mondo è quello che è e non è possibile cambiare le cose e diventare felici.
I demoni stanno tutti dentro la nostra mente,nel nostro cuore e solo riconoscendoli e nominandoli arriviamo alla liberazione.

Ecco allora quali sono gli obiettivi della pratica buddista:
1) disperdere l'ignoranza sul reale funzionamento della vita
2) trasformare l'infelicità
3) sviluppare compassione verso tutti gli esseri.

Tremila regni in un istante di vita.
Tutti gli esseri umani in ogni istante possono sperimentare una vastissima gamma di emozioni e stati d'animo.
Possiamo passare dai dolori più devastanti della mente e del corpo alla gioia perfetta.
Così come tutti i fenomeni dell'universo possono essere contenuti in un solo istante di vita di un comune mortale.
Il cosmo è contenuto nella mente di ogni singola persona in ogni singolo istante.

I buddisti credono che tutto quanto si possa migliorare a partire da noi.
La nostra vita è nelle nostre mani e non possiamo dare la colpa a nessuno della nostra infelicità.
Cambiando il nostro cuore,i nostri pensieri e le nostre azioni,il mondo può cambiare.

Non è necessario sradicare tutti i desideri terreni per procedere sulla via del risveglio.
Non dobbiamo cambiare la nostra identità o annullarci ma possiamo utilizzare tutto ciò che siamo,che sentiamo e che proviamo allo scopo di illuminarci,di ridiventare felici e aiutare gli altri a fare altrettanto.
I desideri possono essere utilizzati,trasformato e diventare legna che brucia per accendere il fuoco del risveglio.

Il Buddismo non prescrive particolari condotte di vita.
Non giudica nessuno in base al genere,alla razza,alla posizione sociale ed economica.
Non discrimina in base agli stili di vita sessuali.
Il Buddismo mira a rispettare tutti gli esseri così come sono,cercando di vedere sempre il potenziale racchiuso in ognuno.
Praticando si tende a sviluppare un'etica di vita che non è imposta dall'esterno,non è data da una serie di obblighi e divieti,ma parte da uno slancio interno.
Piano piano,in modo naturale,cominciamo a creare situazioni e pensieri che tendono al dialogo invece che al conflitto,all'incontro e all'ascolto invece che all'etichettare e liquidare qualcuno sulla base di quello che non capiamo o che sentiamo estraneo.
Il Buddismo auspica la pace nel mondo,a patto che ognuno cominci a fare pace con se stesso e a con tutte le persone con cui ha a a che fare nella vita di ogni giorno.
Prima di poter cambiare il mondo dobbiamo imparare a conoscerci e cambiare noi stessi,quello che dentro di noi ancora non è risolto.quello che ancora punge e fa male,quello che divide e crea sofferenza.

Il Buddismo dice che la causa e l'effetto sono simultanei.
Una volta che creiamo una causa,l'effetto viene registrato e non può essere altrimenti.
L'effetto è sempre immediato,ma spesso resta in uno stato di latenza e ci vuole tempo perchè si manifesti.
Se pianto un seme nel terreno,dopo che sarà passato il tempo necessario,dopo che avrò annaffiato la terra e con le giuste condizioni climatiche, questo seme germoglierà e darà i suoi frutti.
Dal punto di vista del Buddismo la causa( piantare il seme) e l'effetto (la nascita dei frutti) sono simultanei,ma la manifestazione dell'effetto avviene quando si riuniscono tutte le condizioni opportune.

Se io insulto qualcuno e questa persona mi molla un pugno e poi mi metto a piangere,cos'è successo agli occhi del Buddismo?
Io ho creato una causa (ho detto parole offensive) e ho ricevuto un effetto dall'esterno (il pugno) e a sua volta,chi mi colpisce,ha creato una sua causa.
Il fatto che mi sia messa a piangere potrei vederlo come un effetto del pugno ricevuto:è l'altro che mi ha fatto piangere.
Ma non è così.
Io piango perchè io sono io.
Un'altra persona,colpita dallo stesso pugno,forse ne avrebbe tirato uno più forte.
Oppure avrebbe cercato di ristabilire un dialogo,chiedendo scusa per il suo insulto.
O ancora,sarebbe scappata via presa da un'enorme paura.
La predisposizione a rispondere a un pugno con la paura,la calma o la collera,questo è il mio karma.
Per essere più precisi,è la mia tendenza karmica,il modo in cui io tendo a vivere le situazioni che si presentano.

Una volta un praticante inglese andò in Giappone per ricevere un consiglio sul Buddismo da parte di un anziano praticante.
Il buddista giapponese chiese all'altro di sollevare un tavolino che si trovava nella stanza.
Era un tavolino di peso considerevole e l'inglese disse che non ci riusciva perchè quel tavolo era pesantissimo.
Il giapponese disse:
"Non c'entra la pesantezza.Questo tavolo tu non riesci a sollevarlo perchè non sei abbastanza forte.Infatti un'altra persona più muscolosa avrebbe potuto farcela".
Nella vita di tutti i giorni tendiamo a comportarci così.
Sono infelice perchè il fidanzato non mi ama abbastanza.
Non mi sento realizzato perchè il mondo è ingiusto e non riconosce il mio valore.
Non sarò mai allegra perchè ho avuto un'infanzia infelice.
Eccetera eccetera.
Da un punto di vista parziale potrebbe essere così.
Per il Buddismo le cose vanno viste un pò più in profondità.

Karma è una parola di origine indiana che significa "azione ripetuta".

Il karma non è qualcosa di imperscrutabile che ci piomba addosso alla nostra nascita,nè ci viene assegnato dagli dei.
E'semplicemente la somma delle nostre azioni,pensieri e parole positivi e negativi che abbiamo accumulato sia nella nostra attuale esistenza che da quelle passate.

Se vuoi conoscere le cause create nel passato,guarda gli effetti che si manifestano nel presente.
Se vuoi conoscere gli effetti che si manifesteranno nel futuro,guarda le cause che vengono create nel presente.

Nessuno al di fuori di noi stessi è responsabile della nostra vita,delle situazioni in cui ci veniamo a trovare.
Tutto ciò di cui soffriamo e tutto ciò di cui godiamo è semplicemente il risultato delle nostre azioni,pensieri e parole.

Noi nasciamo con un certo bagaglio karmico,che è il nucleo indistruttibile che ci portiamo dietro in ogni rinascita e se non modifichiamo in profondità la nostra tendenza karmica non potremo mai veramente cambiare quello che ci causa sofferenza.

La nostra tendenza significa che pur visitando temporaneamente altri stati vitali,bassi o alti,l'energia che dirige la nostra vita è quella lì.
E'il luogo dove tendiamo a ritrovarci ogni volta,quello che la vita sembra metterci davanti con maggiore frequenza.
Qualunque sia la nostra tendenza,quando decidiamo di attivare la Buddità,tutto prende a migliorare,tutto si trasforma in direzione positiva.

Prendiamo l'esempio del sole e delle stelle.
Quando attiviamo la natura di Budda,il nostro karma non scompare ma noi non ne percepiamo più i suoi effetti negativi.
Paragonando il nostro karma alle stelle e la Buddità al sole,succede come quando spunta il giorno:
le stelle non sono scomparse ma noi riceviamo solo il calore e la luce del sole.

Quando una persona è illusa è chiamata "comune mortale".
Una volta illuminata è chiamata "Budda".

Una mente annebbiata dalle illusioni dell'oscurità innata della vita è come uno specchio appannato che però,una volta lucidato,diverrà chiaro e rifletterà l'illuminazione alla verità immutabile.
Risveglia in te una profonda fede e lucida il tuo specchio.
Come puoi lucidarlo?
Recitando Nam Myoho Renge Kyo.

Trasformare mediante la pratica buddista significa prendere in mano la mia vita,darmi valore,prestare attenzione a quello che mi succede dentro.

Trasformazione senza cambiare l'essenza.
Un cachi acerbo è una delle cose più immangiabili che esistano in natura.
Ma quando arriva alla maturazione diventa un frutto dolce,delizioso da gustare.
Eppure il cachi è sempre lo stesso.
Però è avvenuta una trasformazione.

Ogni scopo che ci poniamo funziona come carburante per metterci in cammino,per cominciare a conoscere quest'immenso oceano che è il Buddismo.

Quando la Legge Mistica entra nella nostra vita sorge un potere immenso:il potere di trasformare qualcosa che è negativo per noi e per gli altri in qualcosa di positivo.
Un piccolo cambiamento nella nostra mente può smuovere le montagne.
Le montagne di sofferenza che scatenano la miseria umana.
Noi diventiamo consapevoli di avere fra le mani una grande capacità,quella di trasformare il buio in luce,il veleno in medicina.

Il fine della pratica buddista è raggiungere l'illuminazione,diventare felici e adoperarci per la felicità degli altri.
Il fine della prativa è sconfiggere ciò che ci crea sofferenza,disagio e follia.

Se pratico il Buddismo,le mie migliori energie le investo in quello che amo,nel tentativo di essere una persona migliore,nel tentativo di migliorare tutto quello che posso migliorare nel mondo,senza cadere in manie di grandezza,ma restando ancorato alla mia verità e con un occhio di tenerezza per me stesso,per il nido di cornacchie sull'albero davanti alla mia finestra e per il viso di un barbone davanti al supermercato.

Quello che il Budda ha cercato di insegnarci è di eliminare la sofferenza che le cose della vita ci procurano,non di eliminare ciò che fa parte della vita.
Quando cerchiamo di togliere la sofferenza,non rimuovendola o negandola,ma provando a trasformarla,facciamo miracoli.

Io mi voglio bene.
Voglio bene alla mia vita e a tutto quello che sono e ho il diritto di essere felice.

Il potere che acquistiamo quando smettiamo di lamentarci,quando proviamo ad abbracciare la nostra vita con tenerezza,quando decidiamo di dare un taglio alle recriminazioni,è illimitato.
Noi non abbiamo limiti ma ce li mettiamo di continuo,ogni minuto del giorno.


Per tutta la vita mi aveva sempre accompagnato una paura di fondo che si tramutava in chiusura e fastidio per la maggior parte degli esseri umani.
Un rifiuto per tante cose del mondo che mi portava a rintanarmi in casa per lunghi periodi,rinchiusa in un mio universo fatto di libri da leggere e da scrivere.
Arrivava una specie di fastidio totale,assoluto,anche per me stessa,per il mio modo di non sapere stare al mondo,per la mia maniera di sentire le cose,così assurda e senza mezze misure.
Non sapevo vivere,non sapevo avere rapporti normali,da persona normale,come mi sembrava capace di fare la maggior parte dell'umanità.
Avrei voluto cancellare tutti dalla faccia della terra e cancellarmi pure io.
Che avevo questo modo idiota di vivere.
L'esistenza era una cosa bizzarra e dolorosa.
A volte mi sembrava di essere stata scaraventata sulla Terra da qualcuno che poi si era dimenticato di darmi il libretto delle istruzioni.
Dopo aver iniziato a praticare il buddismo non sono diventata un'altra persona.
Ho sempre la tendenza a vedere poca gente,a stare molto tempo per i fatti miei a leggere e a scrivere.
Allora che cosa è cambiato?
E'cambiato che la maggior parte del tempo sono serena,sono in pace con me stessa.
E'cambiato che sono riuscita a trasformare la mia sofferenza,il male di vivere che mi sono sempre portata dentro come un fedele compagno.
Lo sguardo cattivo che avevo su me stessa e spesso anche sugli altri adesso non c'è più.
C'è,invece,una me stessa che capisce i miei punti deboli,che capisce perchè non so stare alle feste e non mi diverto alle cene mondane.
Che prova ad andare oltre l'antipatia,il disprezzo,il fastidio che qualcuno mi scatena,per cercare di capire,sentire,chiedermi perchè questa persona sia così odiosa e dove stia la sua sofferenza.
Io ora so trovare un luogo dentro di me a cui fare ritorno,dove riposarmi,dove ascoltarmi,dove consolarmi e dove trovare le forze per ripartire.

Siate per voi stessi come un'isola.
Siate il vostro stesso rifugio e non prendete altro come rifugio.

MYO è il nome dato alla misteriosa natura della vita e alle sue manifestazioni.
Significa anche mistico e MYOHO significa Legge Mistica.
Altri significati della parola Myo sono:
1) aprire,perchè chi pratica il buddismo riesce ad aprire la propria vita al suo profondo potenziale.
2) far rivivere e rinvigorire,perchè la Legge Mistica ha il potere di ridare forza a chi ne recita il nome e di conseguenza di ritrovare la speranza di poter agire.
Myoho significa anche essere perfettamente dotato,perchè la Legge Mistica ci dona tutte le qualità di cui abbiamo bisogno.

RENGE significa "fiore di loto" e simboleggia il mistero di questa Legge.
Il fiore di loto produce simultaneamente i petali e il ricettacolo che contiene i frutti.
Quindi nel momento in cui il loto fiorisce e i suoi petali si schiudono c'è anche il frutto.
Il fiore di loto rappresenta quindi la simultaneità di causa ed effetto.

Offrire la propria vita alla Legge Mistica è dedicarsi a coltivare la propria natura di Budda,il meglio di noi stessi.
Io prometto di dedicarmi a sentire e proteggere la Legge Mistica con la mia cita e faccio voto di trasmetterla a chi ne ha bisogno,a chi è immerso nella sofferenza e nel buio.

KYO significa "sutra",insegnamento ma anche suono e si riferisce alla comprensione della mistica natura della vita attraverso la recitazione del Nam Myoho Renge Kyo.

Se abbiamo la costanza di recitare Nam Myoho renge Kyo giorno dopo giorno,pian piano la nostra vita e la nostra mente si trasformano.
Noi restiamo noi,con le nostre caratteristiche e le nostre vita,ma ogni cosa si indirizza verso il suo lato migliore anzichè verso il lato oscuro.
E i benefici,tutto quello che ci serve per essere sereni e in armonia,col tempo arriveranno nella nostra vita.

Quando pratichiamo,l'invocazione della Legge Mistica non è come la preghiera in altre religioni,non è un "per favore Dio aiutami in questo e in quest'altro".
Ma suona piuttosto come:
"Io decido che farò questo e quest'altro,che cambierò questa cosa che mi fa soffrire,che trasformerò completamente questo rapporto,questa situazione,questo ambiente,questo momento".

Lo decido per me,per la mia felicità e per quella di tutti gli esseri.

Anche se la vita in certi casi è orribile,può migliorare,fino a diventare una cosa bella.
Dipende dalla capacità di trasformazione che impariamo ad avere,da quanto riusciamo a credere che possiamo cambiare le cose,se lo desideriamo sul serio.

Il Buddismo è un modo per diventare sempre più simile a me stessa,a quello di più vero e autentico che ho dentro.

Il Buddismo mi dice che la vita può diventare comunque bella.
E allora,porca miseria,noi la facciamo diventare bella,anche se questa situazione sembra tremenda e senza via d'uscita.

Nella nostra vita ci sono infinite potenzialità,questo ci dice il Buddismo.
Quando decidiamo di cambiare marcia,di affrontare le sofferenze,di darci cose migliori,scopriamo risorse che non immaginavamo neppure di avere.
Ma è necessario fare il salto,provare ad andare oltre la nostra comprensione abituale.

Praticare.
Aprire una sorta di dialogo con l'universo.
Con le stelle e con il mare.
Osare.
Per togliere il limite bisogna diventare un pò creativi.
Scavalcare i luoghi comuni e tutto quello che la maggior parte di noi pensa e fa.

La pratica è anche un allenamento.
A stare col cuore aperto.
Ad affrontare le difficoltà e i dolori quando si presentano e a provare a dirci che,anzi proprio questo momento tosto,può essere l'occasione giusta,quella perfetta per cambiare.

Si impara ad utilizzare la sofferenza.
Non a reprimerla.
Non a spazzarla sotto il tappeto ma ad affrontarla.
A guardarla in faccia e ad attraversarla.
Con la certezza che ne veniamo fuori.
Che ne usciremo migliori.
Che non esiste inverno che non si trasformi in primavera.

Se tutto cambia,significa che non ci sono situazioni bloccate per sempre,strade senza via d'uscita.

Guardo gli alberi.
Guardo le foglioline che stanno spuntando,siamo agli ultimi giorni di Marzo e la natura è sintonizzata come sempre perfettamente sull'orologio cosmico e come se niente fosse,gli alberi fioriscono,in un festival di tenere fogliette e boccioli colorati di rosso,di rosa e di bianco.
Mi dico che qui ci deve essere un segreto:questi alberi alberi che fanno il loro lavoro in pace,senza aspettative,senza avidità,senza vecchi rancori...c'è qualcosa in loro che potrebbe essere anche dentro di me.
Se so come cercarlo,se riesco a trovare la chiave,anche io posso partecipare a tutto questo.
Anche io posso smettere di soffrire inutilmente.
Posso smettere di ficcarmi in situazioni stupide.
Posso sentire la gioia e essere viva.
Si può essere indipendenti dalle circostanze che stiamo vivendo.
Non bisognerebbe mai trarre conclusioni mentre siamo sballottati dal caos interiore.

Nella testa di noi umani c'è qualcosa di strano.
Qualcosa che ci porta facilmente via dalla pace,dalla leggerezza,dall'armonia con la vita.

Istante dopo istante noi viviamo la vita e allora si tratta di scegliere:
se decido di seguire solo la parte negativa,il buco dentro,quello che non gira.
O se voglio dare spazio alla parte che crede,che sente le cose in profondità.
La parte che in fondo ho sempre saputo tirare fuori,come quando mi dico:
"Va bene,è andato tutto a rotoli,ma ricomincio da qui,vediamo cosa arriva dopo."
Perchè tutto dipende da ora.
Da cosa decido di tirare fuori da questa situazione.

Quando soffriamo costruiamo una specie di muro davanti a noi,dentro di noi,e immaginiamo che la vita sarà così in eterno.
Il Buddismo mi ha spiegato che non esistono situazioni senza via d'uscita.
Se sei disposto a metterti in gioco,se sei disposto a fare affidamento su quello che il maestro ti insegna.

Il tempo passa via.
Anche questo momento se n'è già andato.
Allora il punto è come decido di viverlo questo momento:
se riesco  a stare in contatto con la vita,con la forza della vita che c'è sempre.
Nonostante tutto,anche quando sono disperata,annoiata.
Anche quando mi sento con l'acqua alla gola perchè i problemi mi bombardano da ogni lato.
Perchè niente sembra girare bene.
Perchè non ho più nessuna certezza a cui aggrapparmi.
Nonostante tutto questo,ho però la mia vita.la mia preziosa vita.
L'importante è sentire il momento,questo momento,le potenzialità che racchiude.
Sto vivendo una delle numerose possibilità di questo momento.
Il Buddismo parla di 3000 mondi in un istante.
3000 possibilità che ha la mia vita per manifestarsi,per essere in ogni momento.
Io posso decidere che anche se ho vissuto qualcosa di doloroso,io me la cambio la vita.
Imparo a volermi bene,a considerare preziosa,ma sul serio,profondamente preziosa,la mia vita.

Quello che ti è successo nell'infanzia ha un suo peso ma la cosa importante è cosa decidi di farne ora,di quello che ti è capitato.

Quando cerchi di tirare fuori il buono,la natura di Budda che può esserci in ogni circostanza,è come se la vita ti rispondesse e la gioia spunta fuori,come i boccioli del mandorlo a primavera.

Credo che continuando a vivere,affrontando la vita senza cadere nel pozzo scuro del "niente ha senso,la vita è solo dolore",continuando a tirare fuori come acqua dal deserto la forza di vivere,la voglia di starci dentro,nasce la gioia di essere al mondo.
Sto cercando di imparare ad apprezzare la vita non perchè non ci sono problemi,i magoni,la pazzia degli esseri umani.
Ma perchè tutto questo non diventa più forte di me,del fuoco che sento dentro,che non si è mai spento,nonostante tutto.

La pratica buddista è scendere dentro di sè profondamente.
E'una lotta con la propria oscurità.
E'un processo di liberazione.
Liberazione della nostra vera natura da strati e strati di incrostazioni di cose fasulle,modi di essere appresi per educazione,per paura,per sofferenza,per conformismo.

E'solo cambiando noi stessi al livello più profondo che le cose possono cambiare,possono cominciare a girare per il verso giusto.

Ho scoperto che quello che mi avevano fatto,quello che avevo sofferto,stavo continuando a farlo a me stessa.
E' uno strano meccanismo della mente ma se non andiamo a stanarlo,a vedere cosa abbiamo dentro,saremo sempre diretti da tutto questo.
Saremo vittime e continueremo a fare a noi stessi e agli altri quello che ci hanno fatto.
E così mi sono detta:
"Ma quanto sono stronza!Ho sofferto per non essere stata ascoltata,capita,accettata e sto continuando a farmi esattamente questo!

Io non mi ascolto,non mi apprezzo,non mi accetto come sono.
Mi sono sempre buttata a capofitto in situazioni deliranti,con la segreta speranza di farcela,di salvarli dai loro problemi,di dargli l'amore che nessuno gli aveva dato.
Che stronza! E di me? Chi si occupa di me? Chi vuole bene a me? Chi,se non io per prima?"

Praticando,a un certo punto si diventa un pò più sinceri con se stessi e quindi con gli altri.
Ci si avvicina sempre più a quello che si è veramente,
Si vanno a scoprire parti ignorate,continenti sepolti dentro le nostre vite.
Si rompe quel guscio di paura,diffidenza,rabbia e lamentela.
La felicità non ci potrà mai essere data da qualcosa di esterno a noi.
Perchè possiamo perdere tutto in due minuti.
Ma quello che non possiamo perdere invece,che non perdiamo mai,siamo noi stessi.

Siamo come cipolle:abbiamo strati di pensieri,parole,modi di fare che coprono quello che c'è sotto,il nucleo più autentico.

Siamo fatti per stare in armonia gli uni con gli altri.
Siamo tutti legati da mille fili,la nostra vera natura è non danneggiare nessuno ma lodare noi stessi,lodare la nostra vita e la vita di tutti,riconoscere la preziosità di ognuno,partendo da noi.

Fare in modo che queste difficili condizioni che stiamo affrontando ci aiutino a capire,a sviluppare tutte le nostre potenzialità.

A volte,tanto hai sofferto,tanto più sai essere felice.

Il Buddismo non ci parla di buonismo o di elemosina.
Non mi metto un gradino sopra gli altri per elargire qualcosa o sentirmi migliore.
Il cammino che il Buddismo propone è un viaggio autentico alla scoperta di te stesso,per imparare a onorare la tua vita,a amarti e scoprire che meriti il meglio.

A volte i bambini che siamo stati sono molto più vicini alla verità degli adulti che siamo diventati.

Io voglio offrire alla mia vita illuminata,alla saggezza del Budda,tutte le mie pene,tutte le volte che mi sono sentita ignorata,che ho sentito calpestati i miei bisogni,tutte le volte che mi sono sentita sola e abbandonata,rabbiosa e impotente.
Io voglio guardare tutto questo e lo voglio offrire non per dimenticare o far finta di niente o far finta di essere meglio di quello che sono.
Lo voglio offrire per provare a stare bene al mondo e per starci così come sono,con tutto quello che ho dentro,col mio modo di sentire le cose.
Che non diventi sofferenza,quello che sono.
Che diventi compassione,gioia,empatia,per me e per tutti.
Per arrivare agli altri a modo mio,con quello che ho.

Possiamo prendere per mano noi stessi e quello che non ci hanno dato impariamo a darcelo.
Allora anche la sofferenza ha un senso,se la so curare.
Se imparo a conoscerla posso trasformarla.
Se la ignoro è lei che guiderà tutto quello che farò nella vita,in modo sotterraneo o manifesto,sarà lei a comandare.

Non si cambia,non si diventa altro da sè nella pratica buddista.
Semplicemente tutto ciò che siamo si mette a funzionare per creare cose di valore invece che disastri e distruzione.

Ognuno ha il suo posto nell'universo.
Ognuno ha una sua funzione unica e preziosa.

Ci vuole la forza di credere nell'impossibile,in quello che ancora non vediamo,che non si è manifestato.

Come sfuggire agli ottovolanti emotivi?
Come essere liberi dai continui alti e bassi?
Possiamo farlo,diventando maestri del nostro cuore,della nostra mente.
Possiamo fare in modo che la nostra mente volubile non diventi la nostra maestra.
Come maestra possiamo scegliere la Legge Meravigliosa,il Dharma,gli insegnamenti del Budda.

Nichiren stabilì una pratica,una maniera concreta,in cui tutti gli esseri umani,in qualunque situazione si trovino possono attivare questa enorme risorsa,la natura di Budda.
La natura illuminata.
Quella che ci dà gioia,che ci fa trovare soluzioni impensabili.
Quella che ci fa ritrovare gli amici che si erano allontanati.
Che ci fa comprendere nostra madre e nostro padre anche se non sono stati in grado di darci quello di cui avevamo bisogno.
Che ci fa ritrovare la speranza quando ci sentiamo soli,abbandonati,persi,con le spalle al muro.



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