domenica 9 settembre 2018

"La principessa che credeva nelle favole (come liberarsi del proprio principe azzurro)" Marcia Grad Powers (2008)




LA TRAMA:
Ecco la storia di una principessa che trova il suo principe azzurro ma che scopre, come accade a milioni di donne, che non è tutto azzurro ciò che somiglia al cielo, e che nessun dolore è più atroce di quello inflitto dalla persona amata.
Marcia Grad, con il suo piccolo best seller, ha aiutato migliaia di donne a liberarsi di rapporti non autentici, con uomini che non piacevano loro per ciò che erano ma per quello che esse avevano bisogno che fossero.
E'ciò che accade a Victoria, la principessa che credeva nelle favole.
Ma per una serie di avventure in luoghi fantastici in compagnia di personaggi spiritosi e saccenti la porterà, insieme alle lettrici, a distinguere i sogni dalla realtà e a scoprire cosa sia veramente l'amore.




IL MIO GIUDIZIO:
Una bella fiaba che, come tutte le fiabe che si rispettino, ha al suo interno un re e una regina (un pò troppo autoritari), un principe azzurro ( che così azzurro poi non è...più tendente al marroncino,direi!), una principessa tanto sensibile e dolce quanto ingenua e insicura e una serie di personaggi magici e surreali a fare da contorno.

Una favola tradizionale che è, al contempo, anche un racconto terapeutico, ricco di frasi ad effetto che, se da un lato possono sembrare una serie di luoghi comuni, dall'altro sono dei concetti pieni di verità su cui è necessario fermarsi a riflettere per prendere coscienza del proprio valore e per comprendere che è inutile intestardirsi a cambiare chi non vuole farlo.

Partendo dal presupposto ( per me purtroppo ormai arcinoto) che un'infanzia trascorsa con genitori anaffettivi e sminuenti comprometterà in maniera indelebile la propria autostima, 
portandoci ad avere dipendenze affettive verso persone emotivamente instabili e irrisolte,
l'autrice, facendo ricorso ad una serie di concetti tipici della filosofia buddista ( che, da quando ho iniziato a praticare, ritrovo praticamente ovunque!),
ci spiega come uscire dalla perniciosa "zona comfort", dalle sabbie mobili di rapporti malati,
acquistando fiducia in noi stessi e imparando ad amarci, come nessuno ci ha mai amato.

Perchè le persone più importanti della nostra vita siamo proprio noi stessi e niente, nella realtà che ci circonda, potrà mai cambiare se non lo facciamo per primi e la felicità è una scelta che possiamo decidere di fare in ogni singolo istante della nostra esistenza, a partire proprio da questo preciso momento.

Grazie all'aiuto di una "maga" (che, in realtà, altro non è che una psicologa),
la principessa Victoria impara ad amarsi e accettarsi nella sua "perfetta imperfezione", a prescindere da cosa gli altri dicano o pensino di lei;
a pretendere rispetto, perchè il rispetto è l'ingrediente principale  che sta alla base di ogni sano rapporto interpersonale.
E comprende anche che non bisogna avere fretta, ma lasciare fare al tempo, che siamo parte di un Universo sincronico e tutto sarà come deve essere, quando deve essere.

IL MIO VOTO:
Molto simile a "La principessa che aveva fame d'amore".
Una storia carina, anche se a tratti un pò ripetitiva, che offre ottimi spunti di riflessione per chi, come me, tende a sminuirsi e a voler fare, a tutti i costi, la crocerossina per riportare a galla chi a galla non vuole tornare, col rischio di finire annegate noi stesse.

LA SCRITTRICE:



1 commento:

mrtttony002 ha detto...

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