mercoledì 7 febbraio 2018

"Le ceneri di Angela " - Angela's Ashes - Frank McCourt (1996)




LA TRAMA:
Siamo negli anni fra le 2 guerre e le travagliate vicende coinvolgono una famiglia così misera che può guardare dal basso la povertà,fra un padre perennemente ebbro e vociferante contro il mondo,gli inglesi e i protestanti,e una madre che sbrigativamente trascina la sua tribù verso la sopravvivenza.
Tutto ci arriva attraverso gli occhi e la voce del protagonista,mentre vive le sue avventure.
Questo ragazzino indistruttibile,sfrontato,refrattario a ogni sentimentalismo,implacabile osservatore,crea con le sue parole un prodigio di comicità e vitalità contagiose,dove tutte le atrocità diventeranno episodi e apparizioni di un viaggio battuto dal vento verso la terra promessa.



IL MIO GIUDIZIO:
Erano anni che avevo "Le ceneri di Angela" in lista di lettura e,non so perchè,
ero convinta che fosse un romanzo sull'Olocausto.
Invece mi sono trovata davanti alla storia dell'infanzia dell'autore,
vissuta negli squallidi vicoli di una cittadina irlandese,Limerick,
dagli inizi degli anni 30 fino alle soglie degli anni 50.

Io,che mi aspettavo di versare fiumi di lacrime davanti all'abominio dei campi di concentramento, mi sono trovata a ridere di gusto di fronte alle spassosissime vicende del piccolo Frank e della sua squinternata e indigente famiglia.

Diciamo che "Le ceneri di Angela" si configura come una sorta di "Oliver Twist" in chiave ironica e divertente.

L'autore,che ha scritto questo libro quando aveva ormai 66 anni,è riuscito a raccontarci la sua infanzia con lo sguardo disincantato,ingenuo,talvolta irriverente e,allo stesso tempo acuto e perspicace,di un bambino.

Con un linguaggio semplice ma diretto ed esplicito,ci prende per mano e ci conduce nella sua vita.

Un padre premuroso e amorevole ma scansafatiche e perennemente perso dietro ai fumi dell'alcool che,alla lunga,gli hanno ottenebrato il cervello.

Una madre ormai rassegnata alla miseria e a un marito disadattato,
che si barcamena come meglio può per sopravvivere alla meno peggio e tirare avanti la baracca.

Una masnada di fratelli minori che nascono e,subito dopo,muoiono per malnutrizione e malcuranza...ma,nemmeno il tempo di seppellirne uno,ecco che subito la mamma ne sforna un altro.
E,sinceramente,non si capisce come faccia,quella donna,a procreare così tanto se,di fatto,vivono ammassati in una stanza e dormono tutti insieme nello stesso letto.

I maestri di scuola,ognuno con le sue fissazioni e le sue manie,
ma tutti con un particolare che li accomuna:
la bacchetta che,per qualsiasi futile motivo,usano a destra e manca sulle mani e sulle gambe dei malcapitati scolari.

La Chiesa Cattolica,pietra miliare dell'Irlanda dei primi del 900 dove tutto è peccato e qualsiasi mancanza,anche minima,va raccontata in confessione per avere dai preti l'assoluzione ed essere riportati allo stato di grazia e ricondotti sulla retta via.
Quegli stessi preti che "fuori dalla Chiesa Cattolica tutto è inferno e perdizione" ma poi sono i primi a chiudere la porta in faccia a chi non si presenta vestito e acchittato in un certo modo.
L'argomento religione torna molto spesso fra le pagine di questo libro e,
se da un lato l'autore ha un forte rispetto per Dio,la Madonna ed i santi (in particolare San Francesco,di cui porta il nome),
dall'altro non può fare a meno di dissacrarla,ironizzando sulle sue pecche e,soprattutto,sulle sue incoerenze.

Un altro argomento che fa da filo conduttore della narrazione è la povertà.
Una povertà talmente esasperata che,al giorno d'oggi,è quasi difficile immaginare:
molto spesso l'unico pasto che Frank e la sua famiglia riescono a mettere sotto i denti è un pò di pane secco,mentre i fratellini piccoli,al posto del biberon con il latte,devono accontentarsi di acqua e zucchero.
Più di una volta,il piccolo Frank,si trova a leccare affamato i fogli di giornale abbandonati per strada in cui erano stato avvolti pesce fritto e patatine.
Hanno un unico vestito e un unico paio di scarpe rattoppate e,per dormire,al posto delle coperte e delle lenzuola,usano dei vecchi cappotti sgualciti che poi utilizzano anche a mo'di asciugamano.
Per non parlare del carbone per accendere il fuoco che racimolano come e quando possono,per strada e,alla bisogna,arrivano persino a staccare le travi di legno della catapecchia in cui vivono...

fino a quando non tirano via una trave portante e rischiano di vedersi crollare tutto addosso e fare la fine dei topi.
Quei topi con cui combattono ogni giorno,visto che,in tutto il vicolo,esiste un solo gabinetto ed è situato proprio nei pressi della loro abitazione....cosìcchè,quando gli abitanti della strada vanno a svuotare i loro secchi,si ritrovano la stanza infestata da sorci e mosche.

Però c'è da dire che,per quanto siano malridotti,gli abitanti di Limerick fanno fronte comune contro la povertà e,pur mugugnando un pò, si aiutano l'uno l'altro come possono.
A differenza dei ricchi e degli ecclesiastici che non muovono un dito per alleviare le altrui sventure.
E sì che loro ne avrebbero la possibilità...e invece...

Tutti,a partire da Frank,sognano l'America,convinti che là il mondo sia migliore,
vi siano ricchezze e "belle ragazze bionde con i denti bianchi".
In realtà,è proprio dall'America che i genitori di Frank,con la loro masnada di figli a carico,
sono arrivati "con una scarpa e una ciabatta",come si suol dire,
perchè non riuscivano a sbarcare il lunario nemmeno là.
Eppure è proprio in America che Frank,ormai alla soglia dei 20 anni,si recherà,con pochi soldi in tasca e la speranza di una nuova vita.

Per tutta la durata della lettura mi sono chiesta che significato avesse il titolo del libro.
Angela è la mamma di Frank e,da un momento all'altro,mi aspettavo che morisse e fosse cremata...anche se per una cattolica praticante come lei,la cremazione è peccato mortale.
Invece si arriva alla fine del romanzo ed Angela è viva e vegeta e,per quanto il Frank bambino reputi vecchie le persone di 30 anni,è ancora decisamente giovane...sui 40 anni o poco più.
Allora ne ho dedotto che il titolo abbia un significato puramente metaforico,
che "le ceneri di Angela" altro non siano ciò che rimane di lei,
dopo che la vita l'ha sfiancata con tutti i mezzi.
Questa figura di donna,un pò sfatta e dimessa,che passa dallo sfornare un figlio al seppellirlo,

che subisce le sbronze e le paturnie di un uomo sposato solo perchè era rimasta incinta,
che ricorda i bei tempi andati,quando ballava e cantava,
mentre fuma una sigaretta ed i denti le cadono,marci,uno ad uno.
Questa donna ormai rassegnata alle avversità del destino mantiene comunque la testa alta e non perde mai la sua dignità,nemmeno quando va in giro ad elemosinare un pezzo di pane o un paio di scarpe per i suoi figli.
Al contrario di suo marito che mai si abbasserebbe a chiedere la carità ma poi non si vergogna a bersi in un pub i pochi scellini del sussidio di disoccupazione,prima di sparire di casa senza dare più notizie di sè.


Un plauso speciale va anche a chi si è occupato della traduzione del libro che,con maestria,ha saputo riportare in italiano,senza alterarne il contenuto,i vari idiomi,slang e dialetti.




IL MIO VOTO:
A tratti esilarante,a tratti triste ed a tratti commovente,questo romanzo avvince e coinvolge sin dalle prime pagine.
Via via che si prosegue con la lettura non si può fare a meno di affezionarsi all'autore,ai suoi fratelli ed ai suoi amici che,grazie alle descrizioni minuziose e dettagliate,sembra di conoscere da sempre.
Avrei tanto voluto vedere delle loro foto dell'epoca ma non avevano i soldi per un tozzo di pane,figuriamoci per potersi fare delle foto.
Mi sono dovuta accontentare delle immagini più recenti anche se,ad oggi,l'unico superstite di tutta la stirpe dei McCourt è rimasto Malachy che,nel tempo,è diventato anche lui scrittore come il fratello maggiore,oltre che attore cinematografico.
Un libro un pò lungo (quasi 400 pagine) ma scorrevole e,dal mio punto di vista,assolutamente consigliato.
Me lo porterò nel cuore,questo romanzo.


LO SCRITTORE:




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