lunedì 18 settembre 2017

"La mia vita" - An autobiography - Agatha Christie (1977)




LA TRAMA:
Come si diventa la scrittrice più letta del mondo?
Come Agatha Christie diventò Agatha Christie?
Rinunciando a tramare un altro dei suoi intrecci criminali,Agatha Christie spese una parte dei suoi tardi anni a sondare questo enigma.
In altre parole,scrisse la propria autobiografia.
Chi era Agatha Christie?
E'probabile che molti suoi lettori l'abbiano immaginata sotto le spoglie di Miss Marple:
una signora inglese favolosamente convenzionale.
Niente di più falso.
La figure che esce fuori da queste pagine è quella di una donna tutta diversa:
indipendente,ardita,ricca di slanci,straordinariamente intelligente.
Agatha Christie parla qui dei suoi libri,dei suoi 2 mariti,dei suoi viaggi intorno al mondo e in Oriente,con grande equilibrio e vivacità.
Ma soprattutto parla lungamente e meravigliosamente della sua infanzia e adolescenza.
E' raro trovare un affresco della borghesia tardo vittoriana così esatto e affascinante come quello che Agatha Christie traccia nella prima metà della sua autobiografia.
E'raro anche trovare in un libro una così lieta e generosa penetrazione della psiche infantile e giovanile.
Dopo tanti gialli,Agatha Christie ha scritto il suo libro più bello,ispirandosi alla magia della gioventù,della vita,della felicità e dei ricordi.

IL MIO GIUDIZIO:
Agatha Christie,un personaggio che mi è sempre piaciuto e che ho sempre ammirato.
Ricordo ancora il mio viaggio a Santo Domingo,nel Dicembre 2003,con il bagaglio a mano pieno esclusivamente delle sue opere (praticamente la sua bibliografia completa,o quasi) da leggere durante la traversata e nella mia permanenza caraibica.

Poco,però,conoscevo della sua vita privata.
L'unica cosa che sapevo era che,in seguito alla scoperta del tradimento da parte del suo primo marito,era scomparsa per 2 settimane ed era stata poi ritrovata in un alberghetto sperduto,

dove si era registrata proprio col cognome dell'amante del marito.
Evento di cui in questo libro non si fa comunque minimamente cenno.

Allo stesso modo non sapevo nemmeno che avesse scritto un'autobiografia ed è stato un piacere,
per me,conoscere non solamente la Christie autrice,ma anche la Christie donna.

Un libro veramente ben scritto dove Agatha si rivolge direttamente al suo pubblico con un linguaggio colloquiale e una scrittura accattivante e sembra quasi di stare ad ascoltare una vecchia cara amica che ti racconta le sue confidenze.

Per essere un'autobiografia è molto sui generis.
Innanzi tutto non segue un filo logico,ma salta di palo in frasca e,avendo impiegato quasi 15 anni per completare l'opera e,per ammissione dell'autrice,non avendola nè riletta nè corretta,
vi sono ogni tanto delle ripetizioni,degli avvenimenti che vengono narrati più volte.
Poi,come dice la stessa Christie,ha ricordato solo quello che le andava di ricordare:
"Desidero immergere la mano nel sacchetto dei ricordi ed estrarvi una manciata a caso".

Una delle cose principali che saltano all'occhio è che,pur essendo stato scritto più di 50 anni fa,
è un libro assolutamente attuale e sembra che racconti situazioni dei giorni nostri.

Questo perchè la Christie si rivela davvero una grande personalità.
Chi può averla paragonata alla placida vecchietta Miss Marple,protagonista indiscussa dei suoi romanzi insieme a Hercule Poirot,si sbaglia di grosso.
E'invece una donna assai all'avanguardia,dalla mentalità arguta,sagace,dotata di tanta fantasia e di spirito di osservazione.
Dal carattere riservato,timido,assai poco loquace,un pò impacciata  ma decisamente pratica e pragmatica,
non si fa problemi nell'esprimere le proprie idee (ad esempio,ammette che lei,gli assassini non li metterebbe nè in galera nè li condannerebbe alla pena capitale ma,più semplicemente,li farebbe diventare cavie umane per gli esperimenti scientifici,al posto dei poveri animali sacrificati inutilmente).
Buffa nel modo di esporsi,ironica e soprattutto autoironica e,nonostante le avversità che le si sono presentate,è un'inguaribile ottimista e ha la tendenza a non perdere mai la speranza e a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno,a confidare nel destino e a prendere le cose così come vengono,senza angustiarsi troppo.
Una donna che,alla fine dei suoi giorni,ha potuto ammettere di essersi goduta la vita,a partire dalle gioie che il buon cibo può offrire.
Una donna oltremodo umile perchè,pur essendo la più grande giallista di tutti i tempi ed essendo già notevolmente famosa all'epoca (una sua opera rimase in programma nei teatri inglesi per ben 13 anni consecutivi!),non si è mai considerata una scrittrice e si è sempre imbarazzata nel sentirsi definire tale.

Partendo dalla prima infanzia quando,a 4 anni dava sfogo alla sua già allora fervida fantasia,inventando storie di "gattini" e parlando con essi come se fossero reali,fa un quadro dettagliato dell'età vittoriana,raccontando usi e costumi dell'epoca.

Passa poi a raccontare la sua vita privata,le persone che ne hanno fatto parte (una fra tutte,l'arzilla e onnipresente "zia-nonnina" a cui si è poi ispirata per la creazione di Miss Marple),
i (tanti!) luoghi che ha visitato,
le (tante!) case in cui ha vissuto,
il rapporto con i suoi 2 mariti,l'immaturo Archie prima e il giovane (15 anni meno di lei!!!) e premuroso Max poi,
il dolce rapporto con la figlia Rosalind (avuta a 29 anni,decisamente tardi per l'epoca!),
il modo in cui ha affrontato le 2 guerre mondiali (è stata aiuto infermiera addetta al dispensario di farmaci e questo spiega la sua dettagliata conoscenza dei veleni e delle droghe),
i disagi che le hanno causato,le gioie e i dolori che le si sono presentati nel corso della sua,tutto sommato,lunga e piena esistenza.

La parte più interessante,però,secondo me,è quella dedicata alle sue opere.
Senza tanti preamboli,con i modi schietti che la contraddistinguono,ammette candidamente che la sua ampia produzione letteraria è più dovuta a un tornaconto economico che a un reale piacere per la scrittura ma paragona anche la scrittura alla creazione del mondo,motivo per cui pensa che scrivere sia un modo per avvicinarsi a Dio.
E' stato avvincente scoprire la genesi dei suoi personaggi (quasi tutti presi da sconosciuti visti in strada e poi plasmati secondo la sua fantasia del momento) e dei suoi racconti,in particolar modo dei miei 2 preferiti:
l'intramontabile "10 piccoli indiani" e il poliziesco ambientato nell'antico Egitto "C'era una volta".
Grazie a questa autobiografia ho anche scoperto un romanzo,firmato con il suo pseudonimo di Mary Westmacott,di cui ignoravo l'esistenza e che,dalla descrizione,mi è sembrato molto simile a "Uno,nessuno e centomila" di Pirandello.
Il titolo è "Il deserto nel cuore" ed è già stato annoverato nella (lunga!) lista dei libri da leggere.

Infine,un valore aggiunto all'opera,lo danno sicuramente le foto d'epoca,raffiguranti la Christie e la sua famiglia,inserite più o meno a metà libro.
Guardarle è davvero un'emozione,un fare un salto indietro nel tempo.

E quindi,che dire:
grazie Agatha,ovunque tu sia,non solo per i brividi che ci hai fatto provare con i tuoi romanzi,ma anche per le emozioni che ci hai donato,raccontandoci la tua vita.



IL MIO VOTO:
Ottima opera,interessante,coinvolgente e,sul finale,anche commovente.
Chi ama la Christie non può non leggerla e,chi non la conosce,grazie a questa autobiografia potrà sicuramente imparare ad apprezzarla.


LA SCRITTRICE:





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