LA TRAMA:
Lila ed Elena hanno 16 anni e si sentono entrambe in un vicolo cieco.
Lila si è appena sposata ma,nell'assumere il cognome del marito,ha l'impressione di aver perso se stessa.
Elena è ormai una studentessa modello ma,proprio durante il matrimonio dell'amica,ha scoperto che non sta bene nel rione nè fuori.
Le vicende de "L'amica geniale" riprendono a partire da questo punto e ci trascinano nella vitalissima giovinezza delle 2 ragazze,dentro il ritmo travolgente in cui si tallonano,si perdono,si ritrovano.
Il tutto sullo sfondo di una Napoli,di un'Italia che preparano i connotati allarmanti di oggi.
Ritroverete subito Lila ed Elena,il loro rapporto di amore e odio,l'intreccio inestricabile di dipendenza e volontà di autoaffermazione.
IL MIO GIUDIZIO:
Questo romanzo altro non è che la prosecuzione de "L'amica geniale":
il racconto comincia nella primavera del 1996,quando Lila chiede a Elena di conservare i suoi diari segreti,scritti nel corso degli anni...
diari che serviranno a quest'ultima per scoprire diversi dettagli del racconto che ci sta narrando.
Subito dopo,però,vi è un salto temporale che ci riporta laddove il primo capitolo si è interrotto,
ovvero alla festa di nozze di Lila e Stefano.
Apprendiamo quindi ciò che accade alle 2 amiche da quando hanno 16 anni fino a,circa,i loro 23/24 anni.
Gli intrighi,le nascite,le morti,l'omertà della gente del rione in cui sono cresciute sono sì importanti ai fini della vicenda,ma allo stesso tempo marginali in quanto le 2 protagoniste indiscusse sono e restano Lila ed Elena.
In "Storia del nuovo cognome" si delineano ancora di più le loro caratteristiche e il loro ambivalente ma quanto mai vero ed indistruttibile rapporto di amicizia.
Un rapporto in cui amore e odio,affetto e rivalità,stima e invidia,si alternano senza soluzione di continuità.
Una dipendenza viscerale che non si esaurisce nemmeno nei periodi in cui,per caso o per volontà,si trovano fisicamente ed emotivamente lontane l'una dall'altra.
Ognuna delle 2 si sente allo stesso tempo superiore ed inadeguata rispetto all'amica ma, fondamentalmente,Lila non esiste senza Elena ed Elena non esiste senza Lila.
In entrambe c'è del bene e in entrambe c'è del male.
Lila,sposandosi,prende il cognome del coniuge (da qui il titolo dell'opera),
perdendo,insieme al suo nome da nubile,anche la sua identità e la sua autonomia.
Non si sente più una donna in quanto tale,ma solo "roba"del marito,
quell'uomo tanto gentile e premuroso da fidanzati,
quanto violento,grezzo e meschino una volta sposati.
La delusione tende quindi ad inasprire ancora di più il suo carattere già di per sè arrogante,spinoso e ribelle e solo la nascita del figlio Rinuccio riuscirà,qualche anno dopo,a renderla più dolce e affettuosa.
Lila che sin da bambina ha manifestato un'indole accentratrice,tenta in tutti i modi di sopraffare Elena,arrivando,forte della propria ricchezza,a "comprarla",
assumendola come "dama di compagnia" per la sua vacanza ad Ischia e portandole via,
in modo inconsapevole ma forse nemmeno troppo,
il ragazzo di cui ella è segretamente innamorata.
Lila spontanea,viscerale,passionale,istintiva e combattiva,
è pronta a essere additata da tutti come "malafemmena" e a rinunciare a ogni agio e ogni benessere pur di poter affermare se stessa e la sua libertà.
Elena,studiosa e diligente ma perennemente afflitta da un senso di inadeguatezza ed inferiorità a causa delle sue umili origini,
si preclude molte strade in quanto ha paura di mostrare le sue emozioni ed i suoi sentimenti,
ma allo stesso tempo,usa il sesso e il suo fascino per ottenere vantaggi o come arma di rivalsa.
Talvolta un pò ruffiana e costruita negli atteggiamenti perchè teme il giudizio della gente e mira sempre a ottenere l'apprezzamento degli altri,
riesce infine e casualmente,a realizzare il suo sogno di bambina,
che era quello di fare dello scrivere un mestiere.
Rispetto a "L'amica geniale" questo romanzo appare molto più crudo e brutale:
non mancano le scene di violenza e si manifesta in maniera ancora più evidente la disistima che la Ferrante nutre verso il genere maschile,
che dipinge come grezzo,ignorante,manesco,retrogrado e inaffidabile,se non proprio del tutto stupido.
I capitoli sono brevi,la scrittura è scorrevole,avvincente e gli avvenimenti incalzanti:
eventi ed avvenimenti si susseguono a ritmo serrato,tanto che ci si immedesima totalmente nelle vicende e nelle emozioni dei personaggi.
Il finale,ovviamente,è un "non finale"...il racconto prosegue nel prossimo capitolo "Storia di chi fugge e di chi resta".
E sono sempre più propensa a credere che il romanzo sia stato scritto in un'unica soluzione e che poi sia stato frazionato in più libri perchè mettere sul mercato un'opera di oltre 2000 pagine sarebbe stato un tantino eccessivo!
IL MIO VOTO:
Anche se può essere letto come un romanzo a sè stante,lo consiglio solo a chi già si è cimentato con "L'amica geniale",altrimenti tante dinamiche non sarebbero chiare e ciò toglierebbe valore alla storia.
Chi invece ha già letto il capitolo precedente non potrà non avere la curiosità di sapere come va a finire.
E ora...via di corsa col 3°libro!
* ECCELLENTE! *
LA SCRITTRICE:
Non sono disponibili foto dell'autrice,in quanto essa vuol mantenere l'anonimato.
E'molto probabile che Elena Ferrante non sia altro che uno pseudonimo dietro il quale si nasconda in realtà un'altra persona.
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