domenica 28 febbraio 2016

Frasi dal libro "Storia di chi fugge e di chi resta (L'amica geniale cap. III) di Elena Ferrante

Andarsene.
Filar via definitivamente,lontano dalla vita che avevamo sperimentato fin dalla nascita.
Insediarsi in territori ben organizzati dove davvero tutto era possibile.
Me l'ero battuta,infatti.
Ma solo per scoprire che mi ero sbagliata,che si trattava di una catena con anelli sempre più grandi:
il rione rimandava alla città,la città all'Italia,l'Italia all'Europa,l'Europa a tutto il pianeta.
E oggi la vedo così:
non era il rione a essere malato,non è Napoli,è il globo terrestre,è l'universo,o gli universi.
E l'abilità consiste nel nascondere o nascondersi lo stato vero delle cose.

"Io mi so proteggere!"
"Ma da me no!"

Si appassiona soltanto a ciò che il mondo non può dare.

La religione,cosa degnissima,si guasta proprio quando mette bocca sui fatti dello Stato.

Ogni scelta ha la sua storia.
Tanti momenti della nostra esistenza se ne stanno compressi in un angolo aspettando uno sbocco e alla fine lo sbocco arriva.

Studiare era considerato un trucco dei ragazzi più svegli per sottrarsi alla fatica.
Come faccio a spiegare,pensai,che dall'età di 6 anni sono schiava di lettere e numeri,che il mio umore dipende dalla buona riuscita delle loro combinazioni,che questa gioia di aver fatto bene bene è rara,instabile,che dura un'ora,un pomeriggio,una notte?

...gli aveva bruciato il cervello e la capacità di voler bene.

Seguitavo a tenere a lei più che a qualsiasi altra persona,ma non seppi decidermi a cercarla.

"Elena chiede che cosa c'è da fare..."
"La rivoluzione"

Un maschio,a parte i momenti pazzi in cui lo ami e ti entra dentro,resta sempre fuori,
Perciò dopo,quando non lo ami più,ti dà fastidio anche solo pensare che una volta l'hai voluto.
Persino il suo nome,poi,non ha più il suono di una volta.
Nino,io dicevo,e non facevo che ripetermelo nella testa già appena mi svegliavo,era una parola magica.
Adesso,invece,è un suono che mi rattrista.

Lo amavamo senza essere mai state veramente riamate e lui era,malgrado le sue qualità,un uomo frivolo e superficiale.

Nino non fuggiva affatto da suo padre per paura di diventare come lui.
Nino era già suo padre e non voleva ammetterlo.

Mi accorsi che proprio perchè tutte lo volevano e lui tutte si prendeva,io che l'avevo voluto da sempre e adesso lo volevo ancora di più.

Io mi ero conquistata il diritto di essere felice e se qualcuno mi avesse fatta soffrire,lei l'avrebbe fatto soffrire mille volte di più.

Un vero signore non ha una bellezza normale:un vero signore si nota...è un tipo.

Aveva imparato che cercare le ragioni le faceva male e aspettò che l'infelicità diventasse prima un generico malumore,poi malinconia e infine il normale affanno di ogni giorno.

I maschi sono fatti così,almeno quelli che ho conosciuto io:devono chiavare in continuazione,sennò sono infelici.

Non c'è nessuna donna come te.
Tu ti butti nella vita con una forza che se ce l'avessimo tutti,il mondo sarebbe cambiato chissà da quanto.

Ve lo immaginate cosa significa passare 8 ore al giorno immersi fino alla cintola nell'acqua di cottura delle mortadelle?
Ve lo immaginate cosa significa avere le dita piene di ferite a forza di spolpare ossa d'animale?
Ve lo immaginate cosa significa entrare e uscire dalle celle frigorifere a 20 gradi sotto zero e prendere solo 10 lire in più all'ora per l'indennità freddo?
Se ve lo immaginate,cosa credete di poter imparare da gente che è costretta a vivere così?
Le operaie devono farsi toccare il culo dai capetti e dai colleghi senza fiatare.
Se il padrone ne ha necessità,qualcuna deve seguirlo nella camera di stagionatura,e lì,prima di saltarti addosso,quello stesso padrone ti tiene un discorsetto collaudato su come lo eccita l'odore dei salumi.
Uomini e donne subiscono perquisizioni corporali,perchè all'uscita c'è una cosa che si chiama "parziale" e che,se si accende il rosso invece che il verde,vuol dire che ti stai portando via salami e mortadelle.
Il "parziale"è comandato dal guardiano,una spia del padrone,che accende il rosso non solo per i possibili ladri,ma soprattutto per le belle ragazze e per i rompiocoglioni.
Questa è la situazione nella fabbrica dove sto io.
Il sindacato non c'è mai entrato e gli operai sono nient'altro che povera gente sotto ricatto,soggetti alla legge del padrone,cioè "io ti pago e quindi possiedo la tua vita,la tua famiglia e tutto quello che ti circonda e se non fai come dico io,ti rovino",

E adesso,a vedersela davanti,le sembrò ancora più pulita.
Pulita e fragile e così genuinamente esposta alla sofferenza altrui,che pareva sentirne il tormento nel suo stesso corpo fino all'insopportabile.

Io so cosa significa la vita agiata ma tu non ti immagini cos'è la miseria vera.

Lei si è sempre comportata come se la necessità di faticare non coincidesse con la necessità di umiliarsi.

...la sua testa piena di pretese che non riusciva a rassegnarsi e,logorata dall'urto con persone e cose,stava cedendo.

E'una bestemmia dire:
"Ho i miei problemi,lasciatemi in pace,mi voglio fare i fatti miei".

Ognuno,nel posto che gli è toccato,deve fare quello che può.

I maschi ci tengono così tanto,al cazzo,che ne sono orgogliosi e sono convinti che tu ci debba tenere ancora più di loro.

Ciò che consolava lei,di certo faceva soffrire lui.

Per salvarsi doveva mettere in soggezione chi la voleva tenere in soggezione.
Doveva mettere paura a chi voleva metterle paura.
Mazzate contro mazzate.
Quello che togli a me,me lo riprendo.
Quello che mi fai,te lo restituisco.

Buoni o cattivi,gli uomini credono che,a ogni loro impresa,devi metterli su un altare come San Giorgio che ammazza il drago.

E'una questione di tattica:se volete tutto e subito,rischiate la sconfitta.

"Dormi bene?"
"Benissimo"
"Quanto?"
"Dipende"
"Da cosa?"
"Dai pensieri"

L'amicizia tra maschi ha i suoi patti non scritti ma solidi,non come quella tra femmine.

"Chi tace acconsente"
"No,chi tace si caca sotto"

Non vuoi farti sfruttare?
Vuoi migliorare la tua condizione e quella di questa gente?
Sei convinta che tu,loro,comincerete da qui,da ciò che siete adesso,e poi vi unirete nella marcia vittoriosa del proletariato di tutto il mondo?
Macchè.
Marcia per diventare cosa?
Ancora e sempre operai?
Operai che sgobbano dalla mattina alla sera,ma al potere?
Stronzate.
Aria fritta per indorare la pillola della fatica.
Sai bene che è una condizione terribile.
Non va migliorata ma cancellata.

Perchè non ti rassegni?
Colpa della tua testa che non sa calmarsi,che cerca di continui un modo per funzionare.
La testa...il male è là.
E'per l'insoddisfazione della testa che il corpo si ammala.

Il mondo gira ma,meno male,se cade si rompe.

E'fatta così...rassegnati!Non obbedisce mai.

Ha proprio un cattivo carattere.
Ma la perdoni,perchè il cattivo carattere è compensato da moltissime altre qualità.
Però ha la capa pazza:
crede di poter fare sempre come pare a lei.
Va,viene,aggiusta,rompe.
La signora Carracci ha questa capacità:
in un modo o nell'altro ti costringe sempre a esagerare.

Guardami finchè non mi addormento.
Guardami sempre,anche quando te ne vai.
Così so che mi vedi e sto tranquilla.

"Corro il rischio di sottovalutarti"
"E'un rischio?"
"La sottovalutazione lo è sempre"

Non dargli più importanza di quanta giù se ne dà.

Mi sembrarono una coppia molto innamorata,molto felice,con un loro segreto così segreto,che era ignoto persino a loro stessi.

"Ha un'amante?"
"Tantissime.E'maschio:lo mette dove gli capita.Per lui sono tutte pazzielle,con dei buchi per giocarci"

Non la voleva come in genere lui voleva le femmine:
per sentirsele sotto,per girarle,rigirarle,aprirle,scassarle,mettersele sotto i piedi e scamazzarle.
Non la voleva per prenderla e dimenticarla.
La voleva nella delicatezza della testa piena di idee.
La voleva nell'inventiva.
E la voleva senza guastarla,per farla durare.
La voleva non per fottersela,quella parola applicata a lei lo disturbava.
La voleva per baciarla e accarezzarla.
La voleva per essere accarezzato,aiutato,guidato,comandato.
La voleva per vedere come cambiava col passare del tempo,come invecchiava.
La voleva per ragionarci ed essere aiutato a ragionare.

E'stato importante per me parlarle.
Mi pareva che non sentisse con le orecchie ma con un organo che aveva solo lei e che rendeva accettabili le parole.

Sei diventata brutta e secca,per questo ti ha lasciata.
Gli uomini vogliono la carne addosso,sennò non sanno dove mettere le mani e se ne vanno.

"Lei si è sposata in chiesa?"
"Sì"

"E'credente?"
"No"
"E allora perchè s'è sposata in chiesa?"
"Perchè si fa così"
"Non bisognerebbe fare le cose solo perchè si fanno"


Sei un'ingrata.
Ho fatto di tutto per starti vicina,per esserti utile e tu mi tratti così.
Hai davvero la testa malata.

Fai male a dispiacerti.
Fottitene.
Questa è gente che bisogna trattare a calci in culo.
Il tuo difetto è che sei troppo buona e abbocchi a tutto ciò che ti dicono.

Quando aspetti un bambino il corpo soffre,non gli va di sformarsi,c'è troppo dolore.
La vita di un altro,prima ti si attacca nella pancia e quando finalmente viene fuori,ti fa prigioniera,ti tiene al guinzaglio,non sei più padrona di te.
E'come se ti fossi fabbricata il tuo stesso tormento.

Ognuno si racconta la vita come gli fa comodo.

"Forse dovresti imparare a capire chi sono gli amici e chi i nemici"
"Non ho nemici"
"Ma non hai nemmeno amici"

Ero per la seconda volta pregna e tuttavia vuota.

Siamo ancora 2 bambine,non cresceremo mai!

Parlavo da qualche anno  a un'immagine mentale che la voce riesumava pigramente.

"Com'è che non ti fai più sentire,non stai bene?"
"Sto benissimo:scrivo"
"E quando scrivi io non esisto più?"
"Esisti,ma mi distraggo"
"E se sto male?Se ho bisogno?"
"Telefoni"
"E se non telefono,te ne stai dentro il tuo romanzo?"
"Sì"
"Ti invidio.Beata te!"

Lei rinforzava il suo ruolo di specchio delle mie capacità.

Dietro ogni disciplina c'è il cazzo.
E quando il cazzo si sente impotente ricorre alla spranga,alla polizia,alle prigioni,all'esercito,ai campi di concentramento.
E se non ti pieghi,se,anzi,continui a mettere tutto a soqquadro,arriva il massacro.
Bisogna opporsi a tutte le manifestazioni della cultura patriarcale.
A tutte le sue forme organizzative.
Bisogna opporsi alla dispersione delle intelligenze femminili.
Sbarazzarsi della dialettica servo-padrone.
Strapparsi dal cervello l'inferiorità.
Restituirsi a se stesse.
Muoversi su un altro piano in nome della propria differenza.
Mentre i maschi si danno a imprese spaziali,la vita per le femmine su questo pianeta deve ancora cominciare.
La donna è l'altra faccia della Terra.
La donna è il "Soggetto Imprevisto".
Liberarsi dalla sottomissione,qui,ora,in questo presente!

Senza queste mani raspose non esisterebbero nemmeno una sedia,un palazzo,un'automobile,niente...nemmeno tu.
Se noi lavoratori smettessimo di faticare si fermerebbe tutto,

il cielo cadrebbe per terra e la terra schizzerebbe in cielo,
le piante si riprenderebbero le città,
l'Arno via allagherebbe le vostre belle case.
E solo chi ha sempre faticato saprebbe come sopravvivere,mentre voi vi sbranerebbero i cani.

"Da ragazzina avrei voluto essere come te..."
"Per fare cosa? Credi che nascere avendo tutto già bell'è pronto sia bello?"
"Beh,devi faticare di meno..."

"Ti sbagli.La verità è che tutto sembra già fatto e non hai nessuna buona ragione per faticare. Senti solo la colpa di quello che sei e non ti sei meritata".

"Non puoi capire..."
"Quando uno non può capire si cerca di spiegargli..."
"Non c'è niente da spiegare.Tu devi pensare che sei morto e non lo sai.E'morto tutto:è morto come vivete,come parlate,la vostra convinzione di essere intelligentissimi,democratici e di sinistra.E come si fa a spiegare una cosa a chi è morto?"

La nuova carne viva ripeteva la vecchia per gioco.
Eravamo una catena di ombre che andava da sempre in scena con la stessa carica di amore,di odio e di violenza.

"Sei andata alla polizia?"
"Sì"
"E che ti hanno detto?"
"A momenti mi arrestavano.Sono più fascisti dei fascisti."

Sottolineò che se pure lui l'avesse davvero ammazzato,lei sarebbe stata comunque dalla sua parte,perchè i carabinieri avrebbero fatto bene a prendersela col morto per tutte le sue cattive azioni,piuttosto che col nostro amico muratore e comunista.

Enzo poteva dire con fierezza che "senza di lei non ce la potrei fare",comunicandoci così un amore devotissimo.
Era evidente che gli piaceva ricordare a se stesso e agli altri la straordinarietà della sua donna,mentre mio marito non mi lodava mai,anzi mi riduceva a madre dei suoi figli.
Voleva che,pur avendo studiato,non fossi capace di pensiero autonomo.
Mi umiliava,umiliando ciò che leggevo,ciò che mi interessava,ciò che dicevo e pareva disposto ad amarmi solo a patto di dimostrare di continuo la mia nullità.

Ma sì..io mi faccio i fatti miei e tu i fatti tuoi.
Se ti piace,non crescere,e continua a giocare nel cortile,anche adesso che stai per fare 30 anni.

Il matrimonio mi sembrava ormai un istituto che,contrariamente a quanto si pensava,spogliava il coito di ogni umanità.

Lila ricaccia calcolatamente indietro le emozioni,i sentimenti.
Più io cercavo strumenti per tentare di spiegarmi a me stessa,più lei,al contrario,si nascondeva.
Più io provavo a trascinarla allo scoperto e coinvolgerla nel mio voler fare chiarezza,più lei si rifugiava nella penombra.

Tu volevi scrivere romanzi.
Io il romanzo l'ho fatto con le persone vere,col sangue vero,nella realtà.

Avevamo mantenuto il legame tra le nostre 2 storie ma per sottrazione.
Eravamo diventate l'una per l'altra entità astratte.
Avevamo entrambe bisogno di un nuovo spessore,di corpo.
E tuttavia c'eravamo allontanate e non riuscivamo più a darcelo.

Ti posso far notare una cosa?
Tu usi sempre "vero" e "veramente",sia quando parli che quando scrivi.

Oppure dici "all'improvviso".
Ma quando mai la gente parla "veramente" e quando mai le cose succedono "all'improvviso"?
Lo sai meglio di me che è tutto un imbroglio e che a una cosa ne segue un'altra e un'altra ancora.
Io non faccio più niente "veramente".
E alle cose ho imparato a starci attenta.
Solo i cretini credono che succedano "all'improvviso".

Non sopportavo il vuoto del suo sottrarsi.

Non capisco come questo vostro rapporto sia potuto durare tanto.
Evidentemente vi nascondete con cura ciò che lo potrebbe rompere.

O non ho capito niente di lei,ed è probabile perchè non la conosco,o non ho capito niente di te.
E questo è più preoccupante.

Ne aveva captato a tal punto l'eccezionalità che se n'era spaventato e ora sentiva il bisogno di svilirla.

Nelle favole si fa come si vuole.
Nella realtà si fa come si può.

Ecco cosa succede alle persone:
abbiamo troppa roba dentro e questo ci gonfia,ci rompe.
Siamo come i tubi quando l'acqua gela.
Che brutta cosa che è la testa scontenta!

Diventare.
Era un verbo che mi aveva sempre ossessionata.
Ma me ne accorsi per la prima volta solo in quella circostanza.
Io volevo diventare.
Anche se non avevo mai saputo cosa.
Ed ero diventata.
Questo era certo.
Ma senza un oggetto.
Senza una vera passione.
Senza un'ambizione determinata.
Ero voluta diventare qualcosa,ecco il punto,solo perchè temevo che Lila diventasse chissà chi e io restassi indietro.
Il mio diventare era diventare dentro la sua scia.
Dovevo ricominciare a diventare,ma per me,da adulta,fuori di lei.

"Cosa devo fare?"
"Niente,devi essere contenta!"

"Non ti capisco..."
"Non vuoi capirmi."

Si chiede un parere a chi ha la competenza per dartelo.

Faceva troppo l'amica di tutti perchè potessi sentirmi sicura del nostro legame.

Io cercavo stimoli,non conflitti.
Ipotesi di ricerca,non dogmi.
Forse c'è qualcosa che non va in questa volontà degli uomini di istruirci.
Ero una ragazzina,allora,e non mi accorgevo che,in quel suo volermi trasformare,c'era la prova che non gli piacevo com'ero.
Voleva fossi un'altra,o meglio:
non desiderava una donna e basta,ma una donna come immaginava di poter essere lui stesso se fosse stato una donna.
Per lui,dissi,ero una possibilità di espandersi nel femminile,di prenderne possesso:
costituivo la prova della sua onnipotenza,la dimostrazione che sapeva essere non solo uomo al modo giusto,ma anche donna.
E oggi che non mi avverte più come una parte di sè,si sente tradito.

Mi sentivo finalmente un pò viva,scavando nelle parole e tra le parole.

Ci saremmo battute spalla a spalla perchè ciò che era nostro fosse inimitabilmente nostro.

E'un dispiacere la solitudine femminile delle teste.
E'uno sciupio questo tagliarsi via l'una dall'altra,senza protocolli,senza tradizione.

Dovevo imparare ad accontentarmi di me e così mi rassegnai a essere ciò che ero.

Mi pareva che qualcosa non funzionasse più nell'organizzazione del dentro e del fuori.

"Devi lasciare più tempo a tua moglie,Perchè se non lo fai,sei colpevole non solo sul piano umano,ma anche su quello politico"
"Quale sarebbe il crimine?"
"Lo sperpero di intelligenza.Una comunità che trova naturale soffocare con la cura dei figli e della casa tante energie intellettuali di donne,è nemica di se stessa e non se ne accorge".

Quando il compito che ci diamo ha l'urgenza della passione,non c'è niente che possa impedirci di portarlo a termine.

Mi sentivo come se il mio corpo avesse la consistenza del guscio d'uovo e bastasse una lieve pressione su un braccio,sulla fronte,sulla pancia,per romperlo e cavar fuori tutti i miei segreti.
Soprattutto quelli che erano segreti persino a me.

Quando mi ero curata non soltanto per far buona figura in generale,ma per un uomo,
"apparecchiarmi" (era questo il vocabolo!) m'era sembrato che avesse qualcosa di ridicolo.
Tutto quell'affanno,tutto quel tempo a camuffarmi quando avrei potuto fare altro!
I colori che mi stanno,quelli che non mi stanno.
I modelli che mi snelliscono,quelli che m'ingrossano.
Il taglio che mi valorizza,quello che mi svaluta.
Una lunga,costosa preparazione.
Un ridurmi a una tavola imbandita per l'appetito sessuale del maschio,a vivanda ben cucinata perchè gli venga l'acquolina in bocca.

Mi dissi:
"Ma chi se ne fotte di lei,di lui,di tutti!"

Tu hai finito per attribuire a lei capacità che sono solo tue.
Ma io ho fatto di peggio:
ciò che avevo visto in te,poi stupidamente m'è sembrato di trovarlo in lei.

Questo distratto inseminare dei maschi,storditi dal piacere.
Ci fecondano sopraffatti dal loro orgasmo.
Si affacciano dentro di noi e si ritraggono lasciandoci,celato nella carne,il loro fantasma come un oggetto smarrito.

Usava il denaro come se non avesse alcun valore.
Suo padre era avvocato,suo nonno pure,sua madre era stirpe di banchieri.
Pensai a quanti giri nascosti fanno i soldi prima di diventare stipendi alti e laute parcelle.
Mi ricordai dei ragazzi del rione che si guadagnavano la giornata scaricando merce di contrabbando,tagliando gli alberi dei parchi,lavorando nei cantieri.
Mi ricordai di Antonio,di Pasquale,di Enzo:
arrangiavano 4 soldi fin da ragazzini per sopravvivere.
Qual era allora la soglia oltre la quale i soldi cattivi diventavano buoni e viceversa?

In certi momenti mi sentivo pazza.
Avevo l'impressione che la casa fosse vuota,io stessa mi svuotavo,non provavo nessun interesse.
Pensavo:appena lui se ne andrà,niente avrà più senso.
La vita mi scivolava via con un'insopportabile sensazione di perdita.
In quel periodo non feci che piangere.
Me ne stavo sul letto a inzuppare il cuscino di lacrime.
Detestavo quella mia fragilità eccessiva ma mi si era aperta in testa una fontana d'acqua come a Orlando,che scorreva per gli occhi senza esaurirsi mai.
A volte lasciavo il pranzo o la cena a metà e correvo a singhiozzare in bagno.


Che persona imprevedibile:
intelligentissimo e stupido,
sensibile e ottuso,
coraggioso e vile,
coltissimo e ignorante,
ben educato e rozzo.

Tutto quello che poteva accadere tra noi era accaduto.
Il resto erano solo complicazioni.
Sì,mi dissi,è successo.
Meno male:poteva non accadere mai.

Ci baciammo e persi di nuovo la consapevolezza del luogo e dell'ora.
Mi stupii io stessa di quanto lo volessi:ero brava a nascondermi le cose.
Ci stringemmo con una furia che non avevo mai conosciuto,come se i corpi sbattessero l'uno contro l'altro con l'intenzione di rompersi.
Il piacere dunque era questo:
frangersi,mescolarsi,non sapere più cos'era mi e cos'era suo.

"Dimmi che non ti dimentichi di me.Dimmi che non mi lasci.Dimmi che mi ami."
"Ti amo"
"Ripetilo"
"Ti amo"
"Giura che non è una bugia"
"Giuro"

Penso che ormai si stia confondendo il dissenso con il crimine.

Il mondo s'era ritratto.
Mi sentivo sprofondata dentro me stessa,dentro la mia carne,che mi pareva non solo l'unico abitacolo possibile,ma anche l'unica materia su cui valesse la pena arrovellarsi.

Credevo che non rispondessi più.
Però avrei telefonato per sempre,in mancanza di te avrei amato il suono del telefono.
Questo suono a vuoto,ma mi pareva l'unica cosa che mi era rimasta.

"Non tornare a casa"
"E le bambine?"
"E noi?"

Lo baciai,lo accarezzai,lo morsi e mi strappai da lui in uno stato di infelice felicità.

"Prometti che continuerai a telefonarmi tutti i giorni"
"No,non ti telefonerò più"
"Se non lo fai io divento pazzo"
"Io,divento pazza,se continuo a pensare a te!"

Lo amavo,lo avevo sempre amato:
come facevo a strapparmelo dal petto,dalla testa,dalla pancia,ora che anche lui mi voleva?

M'ero costruita fin da piccola un perfetto congegno autorepressivo.
Non uno dei miei desideri veri era mai prevalso:
avevo sempre trovato il modo per incanalare ogni smania.
Ora basta,mi dicevo,che salti tutto in aria!
E io per prima!

"Devo dirgli tutto"
"Sei veramente pronta a farlo?"
"Sì,ma a condizione che tu dica tutto a lei"
"Vuoi che faccia male a mia moglie e al bambino?"

"Sì.Perchè io non ne farò a mio marito e alle mie figlie?Decidere significa fare del male"
"Aspetta..."
"Ho aspettato fin troppo,avrei dovuto decidermi prima"
"Cosa vuoi fare?"
"Prendere atto che il mio matrimonio non ha più senso e andare per la mia strada"
"Sei sicura?"
"Sì"
"E verrai con me?"
"Ho detto per la mia strada,non per la tua.Tra me e te è finita"

Fingeva molto e amava poco.

Perchè hai fatto questa domanda?
Te la dovevi tenere per te!
Adesso hai rovinato tutto e non c'è più niente da fare.
Bastava che riuscissi a stare zitto,invece non ce l'hai fatta e ora me ne devo andare.
Ora me ne devo andare per forza.

"Mi porteresti con te comunque,anche con le mie figlie?"
"Certo"
"Allora tu mi ami davvero..."
"Sì"

Persino quando la sorte pare avversa,in effetti sta lavorando per noi.

Quell'esperienza insopportabile avrebbe contribuito non solo a farmi diventare qualcosa di cui sarei stata contenta ma,alla fine,per vie imperscrutabili,sarebbe servita anche a chi ora penava.
Avrebbero capito che con l'amore non c'è niente da fare,che è insensato dire a una persona che vuole andare via,no devi restare!

Era addestrato fin dall'infanzia a individuare le regole nel caos.
Ma di fronte all'abbandono siamo tutti uguali:
nemmeno una testa molto ordinata può reggere alla scoperta di non essere amata.

Io e te insieme siamo più forti di chiunque altro.
La nostra unione è una realtà imprescindibile.

Oh Dio santo com'era tutto fuori sesto:
loro,io,il mondo intorno...una tregua era possibile solo dicendo bugie.

Tu butti via tutto quello che sei per lui?
Sai cosa ti succederà?
Ti userà.
Ti succhierà il sangue.
Ti toglierà la voglia di vivere e ti abbandonerà.

E'in atto qualcosa di grande che dissolverà tutto il vecchio modo di vivere e io sono parte di questa dissoluzione.

Non mi abituerò mai a questo corpo:
è una continua sorpresa,ha un odore eccitante,una forza del tutto estranee a ciò che è mio marito,alle consuetudini che c'erano tra noi.





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