giovedì 29 gennaio 2015
"L'uomo senza specchio e cravatta" Tommaso Occhiogrosso (2010)
LA TRAMA:
Carlo,ritardatario perenne,è un ragazzo come tanti:
ha 30 anni,è figlio unico,vive con i suoi,ha un lavoro che si è inventato e un'amica con la quale condivide tutto.
Antonio è suo padre,ma lui non è affatto suo figlio,o meglio non è ciò che un genitore si aspetti da un figlio adulto.
Padre e figlio vivono in eterno contrasto,come 2 individui ospiti della casa,nella quale i silenzi sovrastano le parole.
Carlo cerca verità,ma ogni cosa gli parla di CipolleMarce.
IL MIO GIUDIZIO:
Non credevo sarebbe mai successo,ma la voglia di leggere questo romanzo,
disponibile solo in versione multimediale,
è stata più forte di ogni mia reticenza e quindi ho avuto la mia prima (allucinante) esperienza con un ebook.
A parte gli occhi che mi si incrociavano continuamente facendomi perdere il filo del discorso,
è stato soprattutto il non poterlo sfogliare,il non poterlo annusare nè sottolineare le frasi salienti,
che mi ha confermato quanto le letture digitali non facciano per me: libro cartaceo tutta la vita.
Ma per un amico questo e altro.
"L'uomo senza specchio e cravatta",
emblematico già dal titolo,si configura come romanzo di formazione.
Pagina dopo pagina,in un'alternanza fra passato e presente,vedremo il protagonista,
ancora decisamente immaturo nonostante veleggi intorno alla trentina,
prendere coscienza di sè e del suo essere uomo e ciò lo porterà a fare delle scelte assolutamente impensabili fino a poco tempo prima.
Facciamo quindi la conoscenza con Carlo,l'interprete principale,
circondato da altri comprimari che avranno un ruolo fondamentale nella sua maturazione interiore.
Carlo è un personaggio ambivalente e anche un pò antipatico
(nonostante la sua passione per Rino Gaetano,che già di per sè,me lo dovrebbe far stare simpatico a prescindere!).
Si professa profondo ed introspettivo ma in realtà è fondamentalmente un superficiale approfittatore e maschilista,che non si cura dei sentimenti degli altri,anzi li ridicolizza e usa le persone per un proprio personale tornaconto.
E'un abbozzo d'uomo che,cresciuto coccolato e viziato da una madre affettuosa e premurosa,
non si è mai scontrato con le vere preoccupazioni della vita,nè ha mai sentito la necessità di impegnarsi in un progetto a lungo termine,arrivando,oltretutto,sempre in ritardo alle tappe fondamentali dell'esistenza.
Tanto amorevole è il rapporto con la madre,quanto conflittuale lo è quello con il padre che non perde occasione per manifestargli il proprio disappunto su questo suo modo di vivere senza arte nè parte.
Lui,per il suo unico figlio e per di più maschio,
avrebbe desiderato un futuro a sua immagine e somiglianza,
da "Uomo Vero",fatto di lavoro duro,di una moglie e qualche figlio da mantenere.
E invece si ritrova con un "bamboccione" su cui non è possibile fare nessun affidamento che,
alla veneranda età di 30 anni,non è capace neanche di prepararsi un caffè da solo e passa da una fidanzata all'altra perchè
"la donna è come un odore e dopo un pò muta in qualcosa che ti è famigliare e non vedi l'ora di levartelo di dosso perchè potrebbe trasformarsi in quella cosa definita puzza. La donna puzza".
Dal canto suo Carlo nutre verso il padre un rapporto di amore e odio,di disprezzo e ammirazione.
Anche se non lo dà a vedere,indossando nei suoi confronti una maschera di scherzosa indifferenza,
nel suo intimo soffre per aver disilluso le aspettative paterne e per i denigramenti che,
a torto o a ragione,gli vengono rivolti.
Sostiene di non volere essere come lui,che conduce una vita tutta famiglia e lavoro,
con il solo diversivo delle domeniche trascorse ad ascoltare le partite alla radio o vagando per le sagre di paese;
però,di nascosto,tiene una sorta di diario segreto,dove,silenziosamente,si rivolge al genitore,chiedendogli supporto e consiglio e manifestando tutto l'amore che prova per lui e che teme non sia ricambiato.
Lo specchio e la cravatta citati nel titolo,e che Carlo ostinatamente rifiuta,
altro non sono che la metafora dell'età adulta.il regno delle responsabilità.
Il momento in cui,davanti allo specchio,per la prima volta, ci si cimenta con l'impresa di fare un impeccabile nodo alla cravatta,è il momento in cui si abbandona l'infanzia per per entrare nel mondo dei grandi perchè:
"Il nodo di una cravatta è l'incontro tra l'uomo e la sua dignità,un patto formale e ufficiale che contraddistingue il maschio,trasformandolo da infante ad adulto".
Ma,un concatenarsi di eventi più o meno infausti,porterà Carlo a un punto di svolta,
sia dal punto di vista famigliare che affettivo e si renderà conto che il destino deve fare il suo corso e che la cravatta non è poi così fastidiosa,se ad annodartela al collo è la persona giusta.
IL MIO VOTO:
In un mondo dove basta avere un minimo di notorietà per vendere migliaia di copie di libri spazzatura che parlano del nulla.
sarebbe bello che venisse data visibilità a una persona che,oltre ad avere il dono della scrittura,mette tutto se stesso nei suoi racconti e si dona totalmente ai suoi lettori.
Un'operazione catartica ma sicuramente non facile,che costringe a rivivere e rianalizzare momenti del proprio passato talvolta non del tutto piacevoli.
Forse lui penserà che lo dica in quanto sua amica e quindi di parte,
ma consiglio vivamente le sue opere,questa come le altre,perchè davvero meritano.
Piccola postilla personale;
Ringrazio Tommaso,mio "alter ego" maschile,per avermi inoltrato via mail questo suo racconto non appena gli ho espresso il desiderio di volerlo leggere.
La gentilezza d'animo non è prerogativa di tutti,ma sua sicuramente sì.
* BUONO *
LO SCRITTORE:
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