Andrea mi ha consigliato di scrivere un libro sui personaggi che popolano il "Momento Stupendo"perchè sostiene che "li trovi di tutte le specie:è peggio di uno zoo".
In effetti di esemplari strani ce ne sono,ma,in fondo,chi non lo è?
Come una cosa e l'altra ci siamo persi senza nemmeno sapere di allontanarci.
Sarà forse il flusso della vita.
Forse va così...
Ecco,il mio pensiero.
Ed è solo un istante,un momento stupendo.
Inizio da qui.
Da questo punto che non so se sia di non ritorno,ma io ci ripasso con piacere perchè voglio capire cosa e perchè è andato così,e anche perchè,in fondo,come una cosa e l'altra,ci sto male al pensiero che sia andata veramente così.
Ecco,questo è Mario:
uno che,come una cosa e l'altra,cerca del buono in ogni situazione.
E'patetico.
Ma divertente.
Scherza di ogni tragedia perchè pensa che alla fine sono i cattivi pensieri a rovinarci la vita.
Leggere è una di quelle passioni per cui devi avere predisposizione d'animo e qualche ora di completa assenza.
Occorre assentarsi per leggere.
Immergersi in pagine che ti traghettano in posti lontani,o anche vicini,ma sempre lontano dagli altri.
La presenza di Matilde la ascolti.
Non la osservi.
Per questo è bella anche quando non la vedi farsi largo tra tante teste.
Direi quasi che è quella nota che suona,dietro a un'altra e un'altra ancora,ma in sottofondo,senza prevaricare con prepotenza.
Penso che Matilde a volte parli,ma senza farsi ascoltare,tanto che è silenziosa.
I suoi occhi esprimono concetti chiari solo a pochi.
Carmen non ci sta a fare la parte della stupida:
vuole giocare,ma ha bisogno di conoscere le regole.
Ho una malattia da cui non riuscirò mai a guarire,perchè è come una ferita:
quando non digerisco i comportamenti di chi voglio bene,mi isolo.
Per paura di perdere l'affetto di quella persona.
Gli amici non pretendono la perfezione,forse solo un attimo di tregua.
Il mio ingresso nel mondo dei pensieri e delle considerazioni riscuote sempre un clamoroso insuccesso.
Come una cosa e l'altra stiamo qui a prenderci in giro perchè il più delle volte si sente il bisogno di non aprire alcuna porta.
E parlo di quelle situazioni nelle quali la compagnia del nostro fantasma preferito (la solitudine) ci occupa le giornate e persino la casa stessa.
Te la ritrovi ovunque:
sei te con l'ombra di quello che vorresti fare ma non fai;
te con la voglia di uscire ma rinunci;
te col bisogno di parlare con qualcuno ma resti muto.
La vita non è mai strana,ha solo diverse stanze nelle quali ti chiude e devi trovare il modo di scappare.
Non esiste una chiave comune che puoi passare o prestare.
Ogni porta ha la sua chiave.
Ogni stanza della vita una sola via d'uscita.
In fondo è solo questione di buchi.
Sono solo serrature,insomma,piccoli cilindri da scardinare oltre i quali sai che c'è la libertà.
Lottare con la vita produce ferite,dunque preferiamo farla fessa con i nostri modi,le nostre pernacchie e a volte,i nostri litigi,così tanto per confonderla un pò.
Ha uno strano sapore,l'amore.
E'la trasgressione che ci manda nel mondo dei contrari,dove la coerenza è quel pianeta che osservi con un telescopio tappato.
In amore si è l'inverso di sempre:
se eri intelligente,diventi stupido;
se eri pacato,ti trasformi in sguaiato;
se eri ponderato,fai dell'irrazionale una regola di vita.
Questo accade il più delle volte.
Non è esteta dell'insieme ma del particolare,perchè scoprendo le fattezze delle singole cose,si può comprendere la somma.
Mi diverto a dire "buongiorno"a chiunque:mi mette il buonumore.
Quanto mi fa bene camminare!
Mi fa pensare.
Tuttavia ho posto dei limiti:
non più di un km al giorno.
Sennò poi mi intossico con i miei stessi pensieri:
troppo ottimismo o un eccesso di pessimismo fanno male alla salute e io in queste cose non so pormi freni.
Penso troppo.
In un gruppo sono uno dei tanti e quindi è come non essere nessuno.
Il posto in piedi,tuttavia,ha il suo fascino.
Contiene in sè la bellezza di sentirsi una mina vagante e praticamente un soggetto indecifrabile.
Essere seduti a un tavolo offre una,e una sola,visuale.
A me servono più punti di vista.
Ciò che si definisce come solitudine,non è mai la vera accezione.
E'solo un'idea.
Esser soli è un pieno di vuoto.
Far scorta di spazio e portarselo dietro,ovunque.
E'la sensazione costante di poterci cadere dentro.
Soli,ciascuno al suo posto,nel suo "buco".
Sappiamo di non essere soli nella solitudine ma questo non produce compagnia,non ci immerge nel bicchiere mezzo pieno.
Ci fa solo sorridere.
E cosa vuoi che cambi da qui a Natale?
Solo qualche debito in più e mesi in meno da poter vivere.
Le cose belle viaggiano sempre sul binario a fianco,o su quello che va nel senso opposto.
Non ci sono mai coincidenze che ci permettano di farci fare un cambio di direzione.
Quando hai voglia di caffè,ti fai bastare anche un distributore automatico,con la speranza solo che ti restituisca il resto.
Questa sostanza nera va giù,attraverso il collo e piomba nello stomaco con un tuffo al centro delle emozioni:
è lì che queste si addensano quando prendono il canale sbagliato,quando non si aggrappano al cuore e te lo fanno sentire pesante.
A volte il bene non serve.
Attenua i contenuti,appiattisce gli animi.
Un pizzico di cattiveria invece genera scosse,ma solo di assestamento,senza distruggere nulla se le fondamenta sono solide.
Ho questa stupida abitudine:
affinchè un avvenimento si realizzi,prometto qualcosa che mi può costare fatica.
Solitamente non riesco a essere così forte da vincere le mie scommesse.
Forse perchè ho imparato che le cose succedono e basta,senza che qualcuno possa invertire la rotta grazie a un inutile fioretto.
Fare qualcosa di nuovo non è che spaventi,ma destabilizza:
è farsi andare giù una pietanza mai assaggiata prima.
Non pronunciamo mai la parola "domani" perchè fa rima con "speranza",e di questa noi conserviamo sacchi neri come di pattumiera.
E dopo un pò ne sentiamo la puzza.
Credo che ci sentiamo davvero soli quando siamo soli e ripensiamo ai momenti belli passati insieme.
Anche se è questione di attimi.
Vincere e perdere non è essenziale quanto sapere di poter lanciare una sfida ed essere certi che questa venga accolta.
Non è il Natale o la festa di qualche santo a renderci migliori,ma il bisogno di sapere che si può rendere speciale una data o una ricorrenza,anche se questa coincide con ogni santo giorno.
Ogni istante può diventare semplicemente stupendo,per davvero.
Anche se non è Natale.
E questo vale tutto l'anno.
In effetti di esemplari strani ce ne sono,ma,in fondo,chi non lo è?
Come una cosa e l'altra ci siamo persi senza nemmeno sapere di allontanarci.
Sarà forse il flusso della vita.
Forse va così...
Ecco,il mio pensiero.
Ed è solo un istante,un momento stupendo.
Inizio da qui.
Da questo punto che non so se sia di non ritorno,ma io ci ripasso con piacere perchè voglio capire cosa e perchè è andato così,e anche perchè,in fondo,come una cosa e l'altra,ci sto male al pensiero che sia andata veramente così.
Ecco,questo è Mario:
uno che,come una cosa e l'altra,cerca del buono in ogni situazione.
E'patetico.
Ma divertente.
Scherza di ogni tragedia perchè pensa che alla fine sono i cattivi pensieri a rovinarci la vita.
Leggere è una di quelle passioni per cui devi avere predisposizione d'animo e qualche ora di completa assenza.
Occorre assentarsi per leggere.
Immergersi in pagine che ti traghettano in posti lontani,o anche vicini,ma sempre lontano dagli altri.
La presenza di Matilde la ascolti.
Non la osservi.
Per questo è bella anche quando non la vedi farsi largo tra tante teste.
Direi quasi che è quella nota che suona,dietro a un'altra e un'altra ancora,ma in sottofondo,senza prevaricare con prepotenza.
Penso che Matilde a volte parli,ma senza farsi ascoltare,tanto che è silenziosa.
I suoi occhi esprimono concetti chiari solo a pochi.
Carmen non ci sta a fare la parte della stupida:
vuole giocare,ma ha bisogno di conoscere le regole.
Ho una malattia da cui non riuscirò mai a guarire,perchè è come una ferita:
quando non digerisco i comportamenti di chi voglio bene,mi isolo.
Per paura di perdere l'affetto di quella persona.
Gli amici non pretendono la perfezione,forse solo un attimo di tregua.
Il mio ingresso nel mondo dei pensieri e delle considerazioni riscuote sempre un clamoroso insuccesso.
Come una cosa e l'altra stiamo qui a prenderci in giro perchè il più delle volte si sente il bisogno di non aprire alcuna porta.
E parlo di quelle situazioni nelle quali la compagnia del nostro fantasma preferito (la solitudine) ci occupa le giornate e persino la casa stessa.
Te la ritrovi ovunque:
sei te con l'ombra di quello che vorresti fare ma non fai;
te con la voglia di uscire ma rinunci;
te col bisogno di parlare con qualcuno ma resti muto.
La vita non è mai strana,ha solo diverse stanze nelle quali ti chiude e devi trovare il modo di scappare.
Non esiste una chiave comune che puoi passare o prestare.
Ogni porta ha la sua chiave.
Ogni stanza della vita una sola via d'uscita.
In fondo è solo questione di buchi.
Sono solo serrature,insomma,piccoli cilindri da scardinare oltre i quali sai che c'è la libertà.
Lottare con la vita produce ferite,dunque preferiamo farla fessa con i nostri modi,le nostre pernacchie e a volte,i nostri litigi,così tanto per confonderla un pò.
Ha uno strano sapore,l'amore.
E'la trasgressione che ci manda nel mondo dei contrari,dove la coerenza è quel pianeta che osservi con un telescopio tappato.
In amore si è l'inverso di sempre:
se eri intelligente,diventi stupido;
se eri pacato,ti trasformi in sguaiato;
se eri ponderato,fai dell'irrazionale una regola di vita.
Questo accade il più delle volte.
Non è esteta dell'insieme ma del particolare,perchè scoprendo le fattezze delle singole cose,si può comprendere la somma.
Mi diverto a dire "buongiorno"a chiunque:mi mette il buonumore.
Quanto mi fa bene camminare!
Mi fa pensare.
Tuttavia ho posto dei limiti:
non più di un km al giorno.
Sennò poi mi intossico con i miei stessi pensieri:
troppo ottimismo o un eccesso di pessimismo fanno male alla salute e io in queste cose non so pormi freni.
Penso troppo.
In un gruppo sono uno dei tanti e quindi è come non essere nessuno.
Il posto in piedi,tuttavia,ha il suo fascino.
Contiene in sè la bellezza di sentirsi una mina vagante e praticamente un soggetto indecifrabile.
Essere seduti a un tavolo offre una,e una sola,visuale.
A me servono più punti di vista.
Ciò che si definisce come solitudine,non è mai la vera accezione.
E'solo un'idea.
Esser soli è un pieno di vuoto.
Far scorta di spazio e portarselo dietro,ovunque.
E'la sensazione costante di poterci cadere dentro.
Soli,ciascuno al suo posto,nel suo "buco".
Sappiamo di non essere soli nella solitudine ma questo non produce compagnia,non ci immerge nel bicchiere mezzo pieno.
Ci fa solo sorridere.
E cosa vuoi che cambi da qui a Natale?
Solo qualche debito in più e mesi in meno da poter vivere.
Le cose belle viaggiano sempre sul binario a fianco,o su quello che va nel senso opposto.
Non ci sono mai coincidenze che ci permettano di farci fare un cambio di direzione.
Quando hai voglia di caffè,ti fai bastare anche un distributore automatico,con la speranza solo che ti restituisca il resto.
Questa sostanza nera va giù,attraverso il collo e piomba nello stomaco con un tuffo al centro delle emozioni:
è lì che queste si addensano quando prendono il canale sbagliato,quando non si aggrappano al cuore e te lo fanno sentire pesante.
A volte il bene non serve.
Attenua i contenuti,appiattisce gli animi.
Un pizzico di cattiveria invece genera scosse,ma solo di assestamento,senza distruggere nulla se le fondamenta sono solide.
Ho questa stupida abitudine:
affinchè un avvenimento si realizzi,prometto qualcosa che mi può costare fatica.
Solitamente non riesco a essere così forte da vincere le mie scommesse.
Forse perchè ho imparato che le cose succedono e basta,senza che qualcuno possa invertire la rotta grazie a un inutile fioretto.
Fare qualcosa di nuovo non è che spaventi,ma destabilizza:
è farsi andare giù una pietanza mai assaggiata prima.
Non pronunciamo mai la parola "domani" perchè fa rima con "speranza",e di questa noi conserviamo sacchi neri come di pattumiera.
E dopo un pò ne sentiamo la puzza.
Credo che ci sentiamo davvero soli quando siamo soli e ripensiamo ai momenti belli passati insieme.
Anche se è questione di attimi.
Vincere e perdere non è essenziale quanto sapere di poter lanciare una sfida ed essere certi che questa venga accolta.
Non è il Natale o la festa di qualche santo a renderci migliori,ma il bisogno di sapere che si può rendere speciale una data o una ricorrenza,anche se questa coincide con ogni santo giorno.
Ogni istante può diventare semplicemente stupendo,per davvero.
Anche se non è Natale.
E questo vale tutto l'anno.
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