LA TRAMA:
Ci si può sentire soli anche se circondati da tante persone,da tanti amici.
E'quello che succede nel bar in cui ragazzi e ragazze si incontrano,si tengono compagnia,si confidano,litigano e passano giorni.
Soprattutto per non sentirsi soli.
Caratteri differenti che si scontrano su progetti importanti come su piccole questioni e tra le righe si percepisce sempre una rassegnazione amara.
IL MIO GIUDIZIO:
Leggere è un piacere,il mio piacere più grande.
Ma più grande ancora è leggere le opere di Tommaso.
Lui è uno scrittore ma anche una persona con cui ho molte cose in comune,
una persona che potrei definire mia "anima affine".
Purtroppo (tanto va sempre così),a separarci ci sono mezza Italia e 600 km di distanza e allora,grazie sì a Facebook ma anche grazie ai suoi romanzi e ai suoi racconti,
posso sentirlo più vicino,ritrovando nelle sue parole molti pensieri che sono anche i miei.
"Come una cosa e l'altra" significa qualcosa tipo "com'è come non è" ed è un'espressione linguistica,un intercalare che Tonio,la voce narrante di questo breve romanzo,usa di frequente.
E'proprio lui,infatti,ad introdurci all'interno del bar "Momento Stupendo" e a farci fare la conoscenza delle proprietarie Stefania e Andrea (che è una ragazza,a dispetto del nome maschile) e degli altri membri del gruppo di amici:
Carmen (fidanzata dello stesso Tonio),Mario,Amelia (detta Mollica e fidanzata di Mario),Laura e Matilde.
Anche se le vicende si svolgono esclusivamente all'interno del locale,o al massimo sulla strada adiacente allo stesso,sembra di rivivere le avventure di quello che,nella prima metà degli anni 90,
è stato un telefilm cult fra i giovani dell'epoca: "I ragazzi del muretto".
Fra un caffè e una brioche,fra un Martini e una sigaretta,fra amori e malumori,
si ride e si scherza,si fanno scommesse,si organizzano gite a Castel del Monte a cui nessuno prenderà parte perchè poi,nel frattempo è passata la voglia;
si programmano domeniche al mare,litigando sulla spiaggia di destinazione...
ma guai a fare progetti per il Natale perchè "dobbiamo vedere se campiamo sino a domani,stai a pensare a Natale!"
Quello che può sembrare un leggero racconto di intrattenimento,punta l'occhio,in realtà,su come sia difficile riuscire a "fare veramente gruppo".
E per "fare gruppo" non si intende il semplice riunirsi a ridere e scherzare intorno a un tavolo,
ma l'essere capaci di amalgamarsi gli uni con gli altri;
far sì che il carattere e il punto di vista del singolo (e si sa che ognuno ha il suo!) si uniformino e non si scontrino con quello degli altri....
o,se uno scontro ci deve essere,che sia uno scontro costruttivo e non distruttivo.
Ma ciò non è così semplice:
la cosa richiede lo sforzo di mettersi in discussione,
di non reputare le proprie opinioni come degli imperativi categorici,
di non giudicare a priori ma di essere empatici,comprensivi e pronti,all'occorrenza,a fare un passo indietro sulle proprie posizioni.
E non tutti sono disposti a farlo.
Per questo motivo,almeno io,non mi trovo d'accordo con la tanto famosa affermazione "più siamo e meglio è":
nei gruppi con un numero ristretto di persone c'è meno dispersione e più affiatamento.
Forse....
Perchè alla fine è vero che non si è mai così soli come fra una moltitudine di gente.
Soprattutto se si tratta di gente tanto diversa dal nostro modo di essere.
Inoltre,come ribadisce Tonio :
"in un gruppo sono uno dei tanti e quindi è come non essere nessuno"
Anche questo è un mio pensiero da sempre:
nei gruppi si perde l'individualità,si tende a seguire uno stereotipo,uno standard.
E per me,invece,è sempre stato fondamentale pensare con la mia propria testa senza assoggettarmi a niente e a nessuno e senza tantomeno farmi influenzare da quello che sostiene la maggioranza.
Forse per questo non ho mai fatto parte di un cosiddetto gruppo...
o,se ne ho fatto parte,non mi sono mai sentita parte integrante dello stesso e ne sono sempre rimasta ai margini.
Però Tonio/Tommaso ci invita anche a vivere l'attimo,
a gioire del "qui e ora" e,allo stesso tempo,
a guardare al futuro con speranza,dandoci sempre nuovi piccoli obiettivi da raggiungere e a cui ambire,perchè senza sogni la vita non ha senso e non si va da nessuna parte.
Soprattutto ci invita a non farci spaventare dagli inevitabili cambiamenti che il futuro ci riserva:
"fare qualcosa di nuovo destabilizza:è farsi andare giù una pietanza mai assaggiata prima".
Ma se quella pietanza non l'assaggiamo,non sapremo mai se ci potrebbe piacere!
IL MIO VOTO:
Un breve racconto ma denso di significato,nella sua semplicità.
Come una cosa e l'altra,io lo consiglio! :-)
* BUONO *
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