sabato 6 dicembre 2014
"Arrivano i pagliacci" Chiara Gamberale (2014)
LA TRAMA:
Allegra Lunare ha 20 anni,è nel momento in cui la vita,per molti,comincia:
invece per lei finisce,e deve trovare il coraggio per iniziarne una tutta nuova.
Allora Allegra scrive:
per non avere paura,per salvarsi l'infanzia,per non dimenticare il senso delle persone e delle cose che sono stati il suo mondo fino a quel momento.
Scrive una lettera ai nuovi inquilini che abiteranno la casa dove ha vissuto con la sua bizzarra famiglia,e prende spunto dagli oggetti che rimangono nell'appartamento e di quei pochi che porterà con sè.
Ognuno di essi racconta una storia:
quella di suo padre,universitario rivoluzionario,e della mamma,giovanissima modella americana;
la nascita di suo fratello Giuliano,con la sindrome di Down;
l'amore magico tra Adriana e Matilde;
l'incontro strepitoso con Zuellen,che è affamata d'amore e sa trasformare tutto in qualcos'altro;
le cose che ha imparato a teatro e al circo,
la più importante:
che dopo il numero dei trapezi -quando trattieni il fiato e la felicità sembra spezzarsi a ogni passo -
arriva sempre il numero dei pagliacci...
La scrittura di Allegra procede come il respiro veloce della giovinezza,quando si ha fretta di capire:
per libere associazioni,per assonanze del cuore,accostando ai sentimenti cose che ne sono i correlativi oggettivi,e che spesso li esprimono con molta maggior potenza.
Il suo sguardo si posa su ogni spazio da una prospettiva inattesa,filtrato dalle lenti colorate con cui ha imparato a osservare la vita per non essere lambita dalle sue ombre.
E ci restituisce un'istantanea sorprendente,candida e acutissima al tempo stesso.
Allegra Lunare,nel raccontare di sè finisce per porre domande su di noi.
Domande vive,che scorticano le apparenze e guardano oltre la superficie.
Domande rischiose,ma senza correre questo pericolo non c'è vita.
E non ci sarebbe letteratura.
IL MIO GIUDIZIO:
Questo romanzo è stato scritto nel 2000 e pubblicato nel 2002.
Di recente,è stato dalla stessa autrice rielaborato e ripubblicato,
mettendo a confronto,così,la Chiara poco più che ventenne di inizio anni 2000,
con la Chiara ormai trentasettenne di adesso.
La scrittura della Gamberale (di cui ho letto tutti i romanzi e di cui ho apprezzato tantissimo "Le luci nelle case degli altri") è fresca,fluida ,scorrevole,delicata e tutto ciò sopperisce,in questo caso,a una trama inizialmente un pò traballante.
La prima parte,infatti,è un pò ostica
(non a caso, da alcuni commenti letti su internet si evince che in diversi non sono riusciti ad andare oltre le prime 30/40 pagine):
la punteggiatura è pressochè assente...
certo,è una cosa voluta per rendere al meglio l'urgenza che la protagonista ha di esternare i suoi sentimenti e le sue emozioni,ma ciò rende la comprensione un pò difficoltosa.
Così come spero sia voluto quel termine assolutamente sgrammaticato "essere scherzato" che mi ha letteralmente fatto drizzare i capelli in testa ed accapponare la pelle.
Inoltre c'è il personaggio di Vera Salesani che non si capisce bene chi sia e che ruolo abbia,almeno fino a metà libro.
Però poi la narrazione acquista scioltezza e la storia diventa più coinvolgente ed appassionante e non si può fare a meno di chiedersi quale sia il motivo per cui Allegra debba necessariamente abbandonare la casa della sua infanzia.
Il romanzo racconta,infatti, la vicenda di una ragazza di 20 anni,che,
dovendo traslocare dall'appartamento dove ha sempre vissuto,
scrive una lettera "testamento" per i nuovi inquilini ,
in cui racconta la storia di ogni oggetto che troveranno all'interno dell'abitazione.
Facciamo così la conoscenza di Allegra Lunare e della sua stravagante famiglia,
composta dai suoi genitori,
dal fratello maggiore Giuliano (detto Giù ed affetto dalla sindrome di Down) e da Matilde,
un'amica di famiglia che abita con loro da dopo la morte della sua compagna.
Alle loro vicende si intrecciano quelle della migliore amica di Allegra,
Zuellen (nome dovuto a una storpiatura della Sue Ellen di "Dallas"), affascinante orfana,bisognosa di affetto e precocemente ninfomane.
Il titolo,così enigmatico,altro non è che un inno alla positività:
nel circo,dopo il difficile e pericoloso numero dei trapezisti,
arriva sempre quello allegro e spensierato dei pagliacci.
Un invito,quindi,anche nei momenti più bui e disperati,a non perdere la speranza.
Un pò come "Ma il cielo è sempre più blu" di Rino,per intendersi!
"Arrivano i pagliacci" è un romanzo surreale,
in quanto la voce narrante di Allegra manca totolmente di senso logico,ma è,allo stesso tempo,dolce,ironico,doloroso e struggente.
Ogni oggetto descritto e raccontato,anche il più banale,acquista un'anima,
si riempie di ricordi ed emozioni e contribuisce a modificare il percorso di vita della famiglia Lunare.
Perchè la vita di ognuno di noi è come il pongo:
non è immutabile ma viene plasmata dalle persone e dalle situazioni che incontriamo sul nostro cammino.
E non sempre...anzi,quasi mai,le cose vanno come nel film mentale che ci siamo fatti in testa.
Per cui ogni tanto ci vorrebbe proprio un "campanellino laccato di bianco con su dipinti come dei coriandoli verdi,rosa e gialli" che..."din din din"....suonasse giusto un attimo prima che la realtà abbia il sopravvento sui nostri sogni,impedendoci di vederli trasformati in disillusioni.
Forse non vincerà mai il Nobel per la Letteratura,ma a me la Gamberale piace davvero tanto.
Abbiamo molte cose in comune:
lo stesso anno di nascita,entrambe separate e senza figli...
ma soprattutto ritrovo in lei tante mie fragilità,
perchè tutte e due viviamo "di pancia" più che di "testa".
E non è mai un'esistenza facile,quella di chi si nutre di emozioni e sensazioni.
IL MIO VOTO:
Mi spiace per le persone che hanno abbandonato la lettura a metà perchè è un libro che,secondo me,davvero merita.
Forse non è ai livelli dello strepitoso "Le luci nelle case degli altri",ma gli estimatori di Chiara non potranno non apprezzare quest'opera tanto originale quanto intensa.
* BUONO *
LA SCRITTRICE:
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