domenica 16 febbraio 2014

"L'idiota" -Idiot- Fedor Dostoevskij (1869)



LA TRAMA:
Tutto il romanzo ruota intorno al protagonista,il principe Myskin,uno spirito puro,incapace di adeguarsi al cinismo,alla meschinità che dominano intorno a lui:
con la sua disarmante bontà,la sua innocenza assoluta,egli aspira all'armonia totale.
Myskin s'innamora della bellissima Nastas'ja,contendendola al passionale Rogozin.
Nessuno si salverà dal male presente ovunque.
Resta la vibrante lezione morale che,attraverso il suo personaggio,Dostoevskij ci ha dato.

IL MIO GIUDIZIO:
Finalmente,dopo anni,sono riuscita a cimentarmi con questo autore e con questo romanzo che,attratta dal titolo,ho sempre desiderato leggere.
E' un'opera molto lunga e a tratti impegnativa,infatti,per portarla a termine,ci ho messo più di un mese ma è veramente un'opera che merita e rappresenta uno dei lavori più belli e significativi della storia della letteratura di tutti i secoli.
D'altro canto stiamo parlando di Fedor Dostoevskij!

Il principe Myskin è un personaggio splendido che indubbiamente resta nel cuore.
Lo hanno paragonato per certi versi a Cristo oppure a Don Chisciotte.
L'idea che ha dato a me,invece,è quella di un "Forrest Gump"di metà ottocento.
Considerato da tutti (e persino da lui stesso) "un idiota" a causa dei suoi problemi di epilessia (il mal caduco,come veniva definito all'epoca,malattia di cui soffre lo stesso autore),

è in realtà una persona molto intelligente,pura,buona,dalla disarmante ingenuità e che si fida totalmente degli altri.
Ha solo 27 anni e,avendo trascorso buona parte della vita in una clinica privata in Svizzera,
per ovviare ai suoi problemi di salute,
non ha avuto modo di confrontarsi con la società,di comprenderne i meccanismi e di realizzare che,molto spesso,le persone ti si avvicinano con ipocrisia,per portare a termine i propri secondi fini.
E' da questo punto di vista che lo si può,quindi,definire "un idiota":
nel suo essere poco "sgamato",senza la risposta pronta,sempre propenso a perdonare o giustificare chi gli ha fatto del male.
La sua innata sensibilità ed ingenuità non possono non renderlo amabile,una persona che vien voglia di difendere...soprattutto se messo in relazione alla malvagità,all'ambiguità,alla meschinità,all'egoismo e alle bizze degli altri personaggi della vicenda.

Gli altri personaggi della vicenda....ecco una nota dolente.
Non tanto per i personaggi in sè per sè,che sono talmente macchiette da risultare perfino simpatici nel loro essere grotteschi.
La nota dolente sono i loro nomi.

Ok,Fedor era russo e in Russia usa così,per cui lui non si è reso conto di quanto stava complicando la cosa, chiamando ogni personaggio talvolta solo col nome,altre con nome e cognome,altre ancora col patronimico e altre ancora con un diminutivo o un vezzeggiativo.
Da diventarci matti e non capirci più niente.
E infatti,alla fine,onde evitare di tornare ogni volta indietro di qualche capitolo per capire di chi stessimo parlando in quel momento e in che rapporti fosse col principe,
mi sono armata di carta e penna e mi sono appuntata i vari nomi,patronimici e soprannomi di ogni singolo personaggio....e usavo questo foglio a mo'di segnalibro...in ogni senso!

La trama e i vari intrecci,tutto sommato,potrebbero sembrare semplici e scontati:
una donna (Nastasja) è contesa da 2 uomini (il principe Myskin e Rogozin) ma non sa chi scegliere come futuro marito.
In questo "triangolo" si inserisce una seconda donna (Aglaja) che,innamorata del principe,cerca di allontanarlo dalla vita ma soprattutto dal cuore di Nastasja per farlo diventare il proprio compagno di vita.

In realtà,in questo romanzo,di scontato non c'è niente perchè l'autore,con le sue descrizioni minuziose di una Pietroburgo ormai lontana,con i suoi dialoghi incalzanti (e talvolta deliranti),le varie disgressioni su molteplici argomenti,ci porta a vivere un'avventura senza pari in un'atmosfera di puro lirismo.

Veramente poetico,a mio avviso,è il racconto,fatto da Myskin alle sorelle Epancin,sulla vita di Marie,una povera pastorella disonorata e malata che aveva conosciuto durante la sua permanenza in Svizzera e che aveva aiutato a sopportare il più dolcemente e umanamente possibile gli ultimi giorni di vita su questa terra,circondata dall'affetto di tutti i bambini della zona,che un tempo la deridevano e che,alla fine,proprio grazie alla bontà e alla sensibilità del principe,le erano diventati amici.

Purtroppo,c'è da dire però,che di queste "divagazioni" ce ne sono un pò troppe e un pò troppo spesso.
Sembra quasi che l'autore abbia la frenesia di riportare le sue esperienze personali,i suoi punti di vista su determinati argomenti e,all'interno del romanzo,ci mette dentro di tutto:
considerazioni sulla pena di morte,sulla religione,sulla politica ed i suoi mutamenti,sulle terribili conseguenze del nichilismo,sulla "questione femminile" etc...
Ciò rende la narrazione principale un pò frammentaria e il proseguo della lettura decisamente pesante.
Ammetto che io stessa,in alcuni punti,ho fatto veramente fatica ad andare avanti.

Negli ultimi capitoli,però,si rifocalizza sul protagonista,in un crescendo di colpi di scena che avvincono e tengono col fiato sospeso,fino all'epilogo finale che,per ovvie ragioni,non svelo,ma la dice lunga sul pensiero che Dostoevskij avesse sul mondo e sull'umanità.

Forse, "L'idiota",non è uno di quei romanzi che si legge più di una volta nella vita ma è,allo stesso tempo,uno di quei romanzi che,scusate il gioco di parole,non si può non leggere almeno una volta nella vita.

E il principe Myskin è un personaggio di cui,una volta fatta la conoscenza,non ti dimentichi più.


IL MIO VOTO:  * MOLTO BUONO *

LO SCRITTORE:





1 commento:

booh ha detto...
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