giovedì 19 dicembre 2013

"Di Ilde ce n'è una sola" Andrea Vitali (2013)





LA TRAMA:

In Luglio a Bellano fa un caldo della malora.
L'aria è densa di umidità e il cielo una cappa di afa.
Eppure l'acqua che scorre rombando tra le rocce dell'Orrido è capace di tagliare in due il respiro,perchè è fredda gelata,certo,ma anche perchè nelle viscere della roccia il fiume cattura da sempre i segreti,le passioni,gli imbrogli,le bugie e le verità che poi vorrebbe correre a disperdere nel lago.
Sempre che qualcuno non ne trovi prima gli indizi.
Come,per esempio,una carta d'identità finita nell'acqua chissà come e chissà perchè.
Brutta faccenda.
Questione da sbrigare negli uffici del comune o c'è sotto qualcosa che compete invece ai carabinieri?
Alla fine,a sbrogliare la matassa,ci pensa Oscar,operaio generico,capace cioè di fare tutto ma niente di preciso,che da sei mesi è in cassa integrazione e snocciola le giornate sul divano,con addosso le scarpe da lavoro,con la punta grossa.
In quel Luglio del 1970,offuscato dal caldo e dalle ombre tetre della crisi economica,armato della sua curiosità ottusa,Oscar fa luce sui movimenti un pò sospetti di Ilde,la giovane moglie dal caratterino per niente facile,che forse sta solo cercando il modo di tirare la fine del mese come può.



IL MIO GIUDIZIO:


Memore del successo avuto con "Un bel sogno d'amore",il Vitali prova a riproporre 2 dei protagonisti del romanzo precedente:il maresciallo Pezzati,che fa un piccolo cameo all'inizio del racconto, e l'Ernesto Tagliaferri,che di fatto non compare,ma viene solo nominato.

La storia,però,si dipana poi per altre strade:
come ci è finita la carta d'identità di Ilde Ratti in Maltolti,in quel di Bellano,se lei,in teoria,non si è mai mossa da Fino Mornasco?

E,soprattutto,perchè nel portafoglio della medesima Ilde,suo marito Oscar trova il documento di un certo geometra (ma lui è convinto che si dica "giometra") Aurelio Berghetti,classe 1925,residente a Vertemate con Minoprio,in Via Corridoni 11?
Qui c'è da indagare! 

Con il suo stile inconfondibile,caratterizzato da un linguaggio colloquiale e cameratesco,
goliardico ma mai volgare,
da picchi di irresistibile ilarità e da un ritmo serrato,grazie a capitoli brevi ed incisivi che creano attesa,
il libro,già di per sè non lunghissimo,si legge in un battibaleno.
"Ma insomma...la Ilde,al geometra,gliel'ha data o non gliel'ha data?",si chiede il lettore,metre il Berghetti e Oscar sono a tavola che cianciano,fra un brasato e vino a litri,che scorre come acqua fresca.

Il finale però,lo ammetto,lascia un pò spiazzati.
Non si capisce se il comportamento di Oscar sia dettato più dall'amore per la moglie e o dalla convenienza,visto che,essendo lui in cassaintegrazione,è lei a mantenerlo.
Ma soprattutto,non si capisce perchè,nelle ultime pagine,il Vitali faccia ricomparire il piccolo Raffaele (il bambino che,giocando vicino al fiume,ha ritrovato il documento della Ilde) e la sua famiglia.

L'idea dello scambio involontario della carta d'identità è carina ma si poteva,forse,sviluppare diversamente.
Onestamente,dopo il precedente romanzo,speravo che il Vitali fosse tornato agli antichi splendori e invece questo "Di Ilde ce n'è una sola",per quanto divertente sia,sa un pò di incompiuto.
O meglio:una buona partenza,un buon contenuto,ma un finale un pò tirato via,"tanto per".
C'è da dire però che la grande fortuna...anzi direi proprio bravura,dell'autore,sta nel sapere scrivere in modo encomiabile.
Così,spesso,la sua esilarante narrazione,fa da contraltare a una trama un pò scarna o,come in questo caso,a un finale rabberciato.




IL MIO VOTO: * DISCRETO *


LO SCRITTORE:
 

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