Non avrei mai
immaginato quanto potesse essere difficile spiegare,sbriciolare questa
sensazione in parole.
E’come se tu
mi avessi teso una mano,facendomi superare il confine oltre il quale si trova
la luce.
Ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che
nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo,indistruttibile,posto all'estremità
della spina dorsale.
Si chiama "Lux" in ebraico,e non si decompone dopo la morte nè brucia nel fuoco.
Da lí,da quell'ossicino,l'uomo verrà ricreato al momento della resurrezione dei morti.
Così per un certo periodo ho fatto un piccolo gioco:cercavo di indovinare quale fosse il "Lux" delle persone che conoscevo.
Voglio dire,quale fosse l'ultima cosa che sarebbe rimasta di loro,impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati.
Ovviamente ho cercato anche il mio,ma nessuna parte soddisfaceva tutte le condizioni.
Allora ho smesso di cercarlo.
L'ho dichiarato disperso finché l'ho visto nel cortile della scuola.
Subito quell'idea si è risvegliata in me e con lei è sorto il pensiero,folle e dolce,che forse il mio "Lux" non si trova dentro di me,bensì in un'altra persona.
Si chiama "Lux" in ebraico,e non si decompone dopo la morte nè brucia nel fuoco.
Da lí,da quell'ossicino,l'uomo verrà ricreato al momento della resurrezione dei morti.
Così per un certo periodo ho fatto un piccolo gioco:cercavo di indovinare quale fosse il "Lux" delle persone che conoscevo.
Voglio dire,quale fosse l'ultima cosa che sarebbe rimasta di loro,impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati.
Ovviamente ho cercato anche il mio,ma nessuna parte soddisfaceva tutte le condizioni.
Allora ho smesso di cercarlo.
L'ho dichiarato disperso finché l'ho visto nel cortile della scuola.
Subito quell'idea si è risvegliata in me e con lei è sorto il pensiero,folle e dolce,che forse il mio "Lux" non si trova dentro di me,bensì in un'altra persona.
Di
strette al cuore tu ne sai qualcosa.
Forse
sei addirittura un’esperta,a modo tuo.
Ma fino
a questo punto?
Davvero?
Come se tu avessi perso qualcosa di prezioso,di
agognato,un attimo prima di averlo ottenuto?
Forse è
impossibile non essere belli quando si è felici.
Con
te ritrarsi è un delitto.
In
fondo sto cercando un compagno per un
viaggio immaginario.
Ma hai
sbagliato nel dire che forse non ho bisogno di un compagno reale.
E’
esattamente il contrario:ho bisogno di un compagno reale per il mio viaggio
immaginario.
Sai,invece,quando ho veramente
provato una stretta al cuore?
Quando hai descritto te stessa e,chissà perchè,ti sei
riassunta in una sola frase,oltretutto tra parentesi.
Se è davvero così,se ti senti tra parentesi,permettimi
allora di infilarmici dentro,e che tutto il mondo ne rimanga fuori,che sia solo
l'esponente al di fuori della parentesi e ci moltiplichi al suo interno.
Si vedeva come ogni emozione ti si rispecchi subito
sul volto.
Era evidente fino a che punto sei incapace di
nascondere,e quanto tutto ciò sia pericoloso.
Ma dov’eri quando la vita ce l’ha insegnato?
Quello che intendo dire è che,se solo potessi
raccogliere un po’ di quelle briciole dell’anima,forse potrei comporle in un
mosaico completo e capirei finalmente qualcosa,il principio che mi mantiene
unito,non credi?
Sto parlando di cose che non hanno un nome,cose che nel
corso della vita si accumulano sul fondo dell’anima,sedimenti e strati di
terriccio.
Se mi chiedessi di descriverteli,non saprei da che
parte cominciare,non avrei la parole adatte.
Solo una stretta al cuore,un’ombra passeggera,un
sospiro.
Qualcuno si stringe nelle braccia in un gruppo di
persone e improvvisamente ti senti sommerso dalla nostalgia.
..quando
cadi nel tuo pozzo di Giuseppe,abbandonata da tutti...credi che un giorno
potrai raccontarmi cosa si prova a stare lí?
E chi ti getta laggiù con tanta facilità?
E chi ti nega una mano per farti uscire?
E cosa ti succede nei giorni maledetti in cui ti senti come il pozzo dopo che anche Giuseppe l'ha lasciato?
Scrivi,racconta...ogni giorno sprecato è un delitto!
E chi ti getta laggiù con tanta facilità?
E chi ti nega una mano per farti uscire?
E cosa ti succede nei giorni maledetti in cui ti senti come il pozzo dopo che anche Giuseppe l'ha lasciato?
Scrivi,racconta...ogni giorno sprecato è un delitto!
Il mio
incubo,quando mi trovo nelle grandi città europee,sono i figli delle
mendicanti.
Sai di cosa sto parlando?
Di quelle donne sedute per strada o nelle stazioni della metropolitana che hanno sempre un neonato o un bambino sulle ginocchia.
Già da un pò ho notato che quasi sempre i bambini dormono.
A Londra,a Berlino,a Roma...
Ho il sospetto che le madri li anestetizzino di proposito,li droghino,perchè un bambino addormentato fa ancora più pena e "aiuta gli affari".
Non è solo la crudeltà a deprimermi,ma l'idea che quei bambini passino la loro vita dormendo.
Pensare che c'è un bambino (e ce ne sono centinaia così!) che per anni,forse per tutta l'infanzia,vive a Londra,o in un luogo magnifico come Firenze,senza vedere la città,sentendo solo,nel sonno,i passi della gente,il rumore delle macchine,il battito del cuore della metropoli,e che,svegliandosi,si ritrova nella misera topaia in cui vive.."
Quando mi imbatto in una donna così per strada,le do sempre qualcosa,e nel farlo fischietto anche una bella canzone,allegra,con tutte le mie forze...
Sai di cosa sto parlando?
Di quelle donne sedute per strada o nelle stazioni della metropolitana che hanno sempre un neonato o un bambino sulle ginocchia.
Già da un pò ho notato che quasi sempre i bambini dormono.
A Londra,a Berlino,a Roma...
Ho il sospetto che le madri li anestetizzino di proposito,li droghino,perchè un bambino addormentato fa ancora più pena e "aiuta gli affari".
Non è solo la crudeltà a deprimermi,ma l'idea che quei bambini passino la loro vita dormendo.
Pensare che c'è un bambino (e ce ne sono centinaia così!) che per anni,forse per tutta l'infanzia,vive a Londra,o in un luogo magnifico come Firenze,senza vedere la città,sentendo solo,nel sonno,i passi della gente,il rumore delle macchine,il battito del cuore della metropoli,e che,svegliandosi,si ritrova nella misera topaia in cui vive.."
Quando mi imbatto in una donna così per strada,le do sempre qualcosa,e nel farlo fischietto anche una bella canzone,allegra,con tutte le mie forze...
A cuccia,cuore,a
cuccia!
Ho
troppo rispetto per i libri e non avrò mai la sfrontatezza di scriverne uno.
Non
ridiamo più.
C’è un
silenzio prolungato,quasi terrificante.
Vorremmo
staccarci ma non ne siamo capaci,e negli occhi di entrambi si aprono altri schermi
in profondità.
Penso a
come un attimo simile ricordi il momento della tragedia,dopo la quale niente
sarà più come prima.
Ebbene,quello
stesso “io” desidera con tutte le sue forze essere,anche solo per un momento,lo
sfavillio di un’anima sotto la fuliggine dell’indifferenza e dell’estraneità
degli altri,lanciare un grido chiaro senza parole,”a corpo aperto”.
I miei
occhi nei tuoi e il peso del tuo corpo contro il mio.
Un’anima
estranea che svolazza libera dentro la mia e io non mi rinchiudo in me stesso,non
la sputo fuori come un nocciolo conficcato in gola.
Al
contrario,la inspiro ancor di più e lei si aggrappa al mio corpo dall’interno.
Sono un
po’ ubriaco di pensieri, ti dispiace?
Chi
sei?
Non
so,vorrei essere chiunque il tuo sguardo vede in me.
Sei una
donna che deve essere svelata.
Noi 2
siamo gente che vive di parole.
…pur
sapendo fin dall’inizio che sarebbe finita così e che avrebbe dovuto continuare
a viver e con quella perdita…
Forse
mi sono tuffato troppo in fretta.
Ho alle
spalle una lunga e triste storia di
tuffi prematuri:nel lavoro,nella vita,in famiglia…
Forse
distruggo le prove della tua esistenza ,ma dentro di me esisti in un modo che
mi atterrisce.
Un
polverone intorno e un silenzio tremendo.
Mi
riscuoto da tutto ciò che ero fino a un minuto prima e mi guardo in giro con
cautela.
Comincio
a gelare per il freddo che mi avvolge dentro e fuori,un freddo che solo i
buffoni e gli stupidi conoscono.
Quelli
hanno continuato a parlare,a intrattenersi nella conversazione,come tutti sanno
fare molto bene,ma tu non eri già più lì.
E la
cosa incredibile è che ho visto come fuggivi senza muoverti dal tuo posto.
Ho
anche visto dove sparivi.
Qualcosa
nei tuoi occhi si è aperto e chiuso,una porta segreta ha sbattuto e d’un tratto
solo il tuo corpo era presente.
Tenevi
la testa un po’ china e ti stringevi nelle braccia,come se stessi cullando te
stessa bambina.
Sulla
fronte ti si sono disegnate delle rughe distupore,come quelle di una bambina
intenta ad ascoltare una storia lunga,complicata e triste.
Sì,il
tuo viso si è staccato da se stesso e ha cominciato a librarsi nell’aria.
Per un
po’ forse continuerò a urlare il tuo nome,nel cuore.
Ma alla
fine la ferita si cicatrizzerà,
Magari
andrò di nuovo da qualche parte fuori città,in un posto dove non c’è gente,per
gridare con tutte le forze:”Myriam,Myriam,Myriam,Myriam!”
E’ una
legge non scritta:
chi
vuole starmi vicino deve assumersi la responsabilità della mia anima.
Perché
qualunque idiota può capire come sia facile uccidermi.
Uno
sguardo ben mirato basterebbe.
Non sto
scherzando.
Sono
convinto che da qualche parte,dentro di me,c’è un punto vulnerabile che
chiunque,anche uno sconosciuto,può vedere e colpire.
Eliminarmi
con una parola.
Voglio
tutto con te,perché solo con te posso volere tutto.
Perché
forse,solo attraverso questo prodigo tutto ci verrà svelata,a poco a
poco,l’essenza particolare che può crearsi fra te e me,ma mai tra altre due
persone.
Dopo
aver fatto l’amore,dormiremo abbracciati.
La tua
schiena contro il mio ventre.
E io
stringerò le dita dei piedi intorno alle tue caviglie,come delle
mollette,perché tu non possa volar via la notte.
Saremo
come un’immagine su un libro di scienze:un frutto tagliato a metà,tu la buccia
e il il torsolo.
Non
smetto si stupirmi per come quest’arida vita abbia improvvisamente deciso di
mostrarmi il suo seno prosperoso.
Domanda:perché
non c’è in me una briciola di nobilità o di delicatezza a insegnarmi che non si
deve dire tutto?
Ho
paura a dirti quanto sia capace di inaridire.
Sono
Yair l’inariditore.
Muoio dalla voglia che avvenga un miracolo e che tu mi
compaia davanti per caso,in strada…
Ma io sono una tigre che impazzisce nell’impossibilità
di divorarti.
Sono un “gemello nero”.
Hai bisogno di spiegazioni? Sono un bambino che
nell’utero ha ucciso il suo gemello.
So che questa idea non ti diverte,ma mi accompagna da
sempre,sin dalla prima infanzia.
Mi vedo come un relitto umano,rimasto
irrimediabilmente ferito e contuso nella lotta sostenuta contro il gemello nell’utero.
Chi era costui? Non so.
Perché avrei dovuto ucciderlo? Non so nemmeno questo.
Anche l’idea è rimasta allo stadio embrionale.
Era un esserino piccolo e luminoso.
Lo vedo circondato da un alone giallo o dorato.
Un essere uterino celestiale e raggiante.
Emanava una luce calma,costante,non discontinua.
E io l’ho ucciso.
E adesso,mentre lo scrivo,la cosa m’intristisce.
Conosci
il rito di scomunica che si nasconde dietro le parole:
"Un giorno proverai cosa significa avere dei figli come te"?
Sí,lo conosci.
Come dici tu?
Certi sguardi,certe espressioni,certi silenzi,ti riducono in polvere e cenere.
Ci vuole davvero poco a rovinare un essere umano per sempre...
Mi sembra che tu lo conosca quanto me...Myriam,cerca solo di essere diversa da quello che si racconta di te...
"Un giorno proverai cosa significa avere dei figli come te"?
Sí,lo conosci.
Come dici tu?
Certi sguardi,certe espressioni,certi silenzi,ti riducono in polvere e cenere.
Ci vuole davvero poco a rovinare un essere umano per sempre...
Mi sembra che tu lo conosca quanto me...Myriam,cerca solo di essere diversa da quello che si racconta di te...
Non ti racconterò dei miei genitori.
Ho avuto un padre e una madre,ma il bambino che ero
non aveva genitori.
Hai indovinato:sono nato orfano.
Ho pensato per la millesima volta a quanto sia bello
esserci trovati in questo gigantesco mucchio di piselli,e che fortuna abbiamo a
essere entrambi nati nello stesso paese e a parlare la stessa lingua.
Ieri,mentre scrivevo,ho pensato a quanto sono strane
le lettere.
Quando tu ricevi una mia lettera io sono già altrove.
Quando io ne leggo una tua,mi trovo di fatto in un tuo
momento passato.
Sono con te in un tempo in cui ormai non sei più.
Il risultato è che ognuno di noi vive momenti da cui
l’altro è già uscito.
Cosa ne pensi?
Forse è questa l’origine della tristezza che quasi
ogni tua lettera suscita in me,indipendentemente dal suo contenuto.
La vita scorre.
Perché
non obbligano la gente a ottenere una licenza per l’uso di determinate
parole,così come è richiesto il porto d’armi?
Una
volta,quando uno stronzo nostro vicino,mi diede una sberla in mezzo alla
strada,perché l’avevo disturbato durante le ore di riposo pomeridiano,mio padre
si affrettò a rientrare dal balcone,facendo finta di non avere visto.
Ma
io lui,l’avevo visto.
All’erta! Tutti i
reparti,allarme generale!
Fuga di felicità!
Cercherò di individuare subito
il guasto!
No,invece,no!Niente allarme
generale!
Voglio che questa felicità
fluisca e voglio farmi trasportare da lei.
Non ho paura di nulla,sono
disposto a gridare con tutte le mie forze che lo voglio,è possibile,io e te ci
verremo incontro e ci troveremo a metà strada.
E’ una cosa meravigliosa che
può anche succedere.
Lo so,sono talmente
aggrovigliato che ora,forse,non è più possibile districarmi.
Posso solo sederti accanto e
piangere con te,mentre ci domandiamo per l’ennesima volta:perché è così?
Perché non riusciamo a
produrre dentro di noi la materia prima di cui abbiamo bisogno maggiormente?
Anche se parleremo per 30
anni,mi sentirò sempre come se avessimo appena cominciato.
La cosa più difficile è che
non ho nessuno con cui condividere quello che provo.
Questo voglio ora.
Vedere l’oscurità che c’è
nell’altro.
Perché accontentarsi,Myriam?
Perché non chiedere,per una
volta,di poter piangere con le lacrime di un altro?
Me ne sto là fuori,appoggiato
al davanzale della vita.
Uno sconosciuto ha visto in me
qualcosa che lo ha tanto colpito da spingerlo ad affidarmi la sua anima…
Grazie a Myriam vivo qualcosa
che lei sola è riuscita a risvegliare in me e che altrimenti sarebbe morto.
Chi può resistere alla
tentazione di sbirciare nell’inferno di un altro?
Da tempo ho notato che,appena
ho un momento libero,tu fai subito capolino nella mente.
Tutto è importante,come fai a
non capire che tutto quello che racconti è importante e prezioso per me?
Tutti i tuoi particolari…
A volte,lo si vede nei
film,qualcuno fa un passo falso.
Prende una strada piuttosto
che un’altra,apre la porta alla persona sbagliata,e viene risucchiato in un
incubo.
Non sai di quante allusioni a
te sia pieno il mondo.
E io ricordo ancora la
sensazione fisica di angoscia che mi riempiva,strisciando,per poi fossilizzarsi
nel punto in cui,una volta,c’era la gioia di vivere.
L’angoscia che tutto quello
che di buono c’è in me non sarà mai dato a nessuno,e nessuno lo vorrà mai.
Ma cosa c’è di buono in me?
Quest’uomo vuole solo dormire.
Fino a che l’incubo sarà
finito,e poi dimenticare.
Anche solo immaginare il tuo
modo di parlare mi calma.
E mi rende felice.
Mi scorre nel corpo come una
medicina,facendoti gorgogliare dentro di me.
Non smettere.
Non smettere di essere.
Sono eterno,come il nulla.
Dopotutto,in certi momenti,il
mio respiro si era mescolato al suo.
Mi chiedo se per caso i
muscoli dorsali della mia anima non si stiano atrofizzando e se tu non stia
diventando troppo pesante per la mia illusione.
Chiedimi di affrontare senza
riserve i miei sentimenti verso questa tua ferita aperta che mi risucchia al
suo interno,richiudendosi sopra di me.
Chiedimi di provare il dolore
di un altro,di sentire dove fa male,in quale punto del corpo.
E se ritengo davvero possibile
provare il dolore di un altro,o se per me è solo una menzogna qualsiasi,una
frase vuota.
Già dalla tua reazione alla
mia prima lettera ho capito che mi avresti condotto molto lontano,oltre il mio
orizzonte e nonostante questo ti ho seguito.
Cosa augurarti?
A dire il vero,dovrei
augurarti te stessa,perché tu sei il regalo più prezioso,più raro a cui possa
pensare.
Se solo ci fosse qualche altra
soluzione,qualche altro modo di vivere nel mondo.
Ecco,anche questo ho imparato
da te:vivo soprattutto in quello che non ho.
Non credo che tu sia la
persona in grado di guarirmi dalle ferite interiori;
ma forse,in questa fase della
mia vita,non ho tanto bisogno di un medico,quanto di una persona che ha una
ferita simile alla mia.
Forse non sei in grado di
credere che esista al mondo un luogo in cui tu possa essere te stesso,e
sentirti amato.
Perché,se è così,non crederai
mai che qualcuno possa amarti.
Mi aggiro con una sensazione
permanente di confusione.
Un errore che
ingigantisce…quanto andrà avanti?
Non si può guarire solo con le
parole.
Ammalarsi sì,quello
probabilmente non è molto difficile.
Non ho un posto nella tua
vita.
Avrei già dovuto rassegnarmi.
E se anche tu lo volessi,non
oseresti trovarmi un posto libero nella tua realtà.
Come fai a destreggiarti fra tutte quelle porte che si
aprono e si chiudono?
E qual è il luogo in cui vivi
veramente una vita completa?
Come sei entrato nella mia
vita?
Com’è possibile che fossi così
indifesa?
E non sei nemmeno entrato da
una finestra,o da un lucernario.
Sei riuscito a trovare una
fessura attraverso la quale mi hai trafitto il cuore.
Non sentiamo il bisogno di
aggiornarci sull’intensità dei nostri sentimenti.
Non dobbiamo estirpare il
bulbo dal fiore a ogni minuto per misurare la lunghezza della radice.
Non mi era stato nemico e ora
lo è.
Un nemico disperato e
miserabile che merita persino compassione,ma anche un nemico che ricorre a
un’arma impropria.
Quella disperazione per tutte
le possibilità mai esistite.
Un altro giorno.
Non ci sei.
Non smetto di guardare il
cielo.
Come sei riuscito a
trasformare il mondo intero in un’enorme morsa che,a poco a poco,si stringe
intorno a me?
Basta!Basta!Basta! (Anche se
mentre lo dico,vorrei urlarti:”Parla!”)
Cambiamento di visione.
Guarda:sei un orologiaio losco
e intrigante.
Stai seduto nel tuo sgabuzzino
soffocante e pieno di ticchettii.
Sei tu.
Un uomo in cui arde un istinto
fortissimo e perverso.
Fai girare incessantemente gli
ingranaggi di alcuni orologi e li carichi in modo che squillino uno dopo l’altro,in
base a un piano segreto che hai messo a punto:notte e giorno,estate e
inverno,per tutto il tempo…
E’ possibile ravvisare in te
qualcosa di questo orologiaio,vero?
La forza di volontà,l’arroganza
con cui carichi i tuoi continui innamoramenti,così da essere sempre immerso in
una musica (femminile?)che risuonerà e farà udire i suoi rintocchi intorno a
te.
Echeggerà per te.
Perché non ci sia nemmeno un
momento di quiete,di silenzio,in cui potrai percepire,Dio non voglia,il tempo
che scorre.
Questo è successo?
Sono stata solo un accessorio
in un culto privato?
Forse cambi donna a ogni stagione,e questa è stata “l’estate
di Myriam”,a cui seguirà l’inverno di chissà chi.
Forse misuri il tempo in donne,e io ero soltanto una
lancetta che segna il trascorrere di un’altra ora.
Esci dalla mia vita.
C’è qui una donna che striscia per terra dopo una
tragedia.
Non sa nemmeno quale sia questa tragedia.
In certi momenti le sembra che tutto ciò che la
circonda venga cancellato.
Poi capisce che nulla è cambiato,solo lei non è più
quella di prima.
Io sono solo felice quando qualcuno,”carpisce in me
una scintilla”.
Prendano pure.
Sono in così pochi a farlo.
In ogni caso bisognerebbe chiarire una volta per tutte
perché un brutto momento può andare avanti per mesi,mentre un momento di grazia
dura sempre e solo un momento.
Scrivere mi fa bene,lo sento.
Anche quando scrivo cose tristi,qualcosa in me si
tranquillizza,sento di avere uno scopo.
Perché ti scrivo?
Non sono affatto sicura di saperlo.
Forse perché oggi le nuvole sono più fosche del
solito.
Forse perché,per la prima volta da quando sei
sparito,mi sento capace di rivolgermi a te e parlarti.
E forse perché mi sembra che,a poco a poco,mi sto
avvicinando al punto in cui potrò separarmi da te,o perlomeno dall’attesa
dolorosa della tua ricomparsa,senza rinunciare ai sentimenti e alle sensazioni
che suscitavi in me.
Speravo di essere più equilibrata nei tuoi
confronti,ma quando mi rivolgo a te,e tu non ci sei,risuona ancora in me quella
voce,il senso di offesa,la nostalgia di un’occasione perduta.
E non sono ancora capace,purtroppo,di cancellare
quello che provo per te.
Mi ha fatto piacere e mi ha fatto anche molto male.
Non avevo mai conosciuto in vita mia,un piacere e un
dolore simili,così fusi insieme.
Prometto che non ti scriverò più né cercherò di
mettermi in contatto con te.
Non ti importunerò mai più.
A malincuore chiuderò la porta che ti ho aperto con
tanta gioia.
Chi è quest’uomo?
Temo non mi permetterai mai più di scoprirlo.
Quando ti ho incontrato laggiù mi sono sentita subito
riempire da te.
Il mio corpo e la mia anima ti hanno parlato
direttamente,oltre le tue parole,che non sempre amavo.
Perché laggiù tu mi ecciti veramente,mi stimoli,mi
infiammi e mi fai male.
E quando mi hai permesso di stare laggiù con te,mi
sono sentita viva come non mi era mai successo con nessuno.
Forse ci sarà anche l’arcobaleno alla fine,un regalo
speciale per me.
Come sarò quando questo inverno sarà passato?
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