LA TRAMA:
Ercole Correnti ha ventinove anni, tra qualche giorno si sposa, dopo cinque anni di fidanzamento.
In una calda domenica d'agosto, mentre sta andando a pranzo dalla mamma, sul lungolago vede una Fiat 600 bianca.
È uguale alla macchina sulla quale lui aveva fatto il primo viaggio della sua vita, vent'anni prima.
Con mamma Assunta, papà Amedeo e soprattutto lo zio Pinuccio.
Indimenticabile, quella gita, come lo zio Pinuccio.
"Nato gagà", come diceva sua sorella Assunta. Ma anche insuperabile cacciaballe, raccontava di essere mediatore d'affari per i grandi produttori di seta del comasco. Grazie ai suoi mirabolanti racconti, era in grado di affascinare qualunque femmina gli capitasse a tiro.
Ma anche un po' misteriosa, quella gita: Ercole ne riuscirà a scoprire i retroscena solo vent'anni dopo, in quell'afosa domenica di fine agosto.
IL MIO GIUDIZIO:
Ormai è risaputa la mia passione per il Vitali che reputo in assoluto forse il migliore autore italiano:ironico,divertente,acuto,esilarante,con un modo di scrivere che ti prende e ti conquista all’istante.
Ho letto tutti i suoi romanzi (escluso quelli usciti esclusivamente in edizione e-book perché,per me,un libro si definisce tale solo se scritto su carta) ed ero inaspettatamente rimasta con l’amaro in bocca dall’ultimo lavoro (”Galeotto fu il collier”) che avevo trovato decisamente sottotono rispetto agli altri.
Anche su questo ultimo romanzo avevo letto,su un gruppo di Facebook dedicato all’autore a cui sono iscritta,commenti poco entusiastici.
In realtà a me è piaciuto,ma se ripenso al Vitali di un tempo,le differenze si notano eccome.
Non so,anche tutti questi libri pubblicati uno dietro l’altro di gran carriera…sembra quasi che gli stiano col fiato sul collo e tutta questa pressione gli abbia fatto perdere la passione per la scrittura,che non abbia il tempo e la concentrazione giusta per ideare nuove storie.
Lo zio Pinuccio,per esempio,ricorda tantissimo lo zio Esilio,esilarante personaggio vitaliano,protagonista di alcuni racconti brevi comparsi anni fa su alcune riviste femminili.
Quasi come se l’autore fosse ricorso a questo personaggio del passato per colmare un momento di “vuoto mentale” (letterariamente parlando,ovviamente!).
Quello che manca in questo romanzo,in effetti,è la caratterizzazione dei personaggi.
Una delle maggiori qualità dell’autore è proprio la capacità di umanizzare i protagonisti delle sue opere,mettendone in risalto soprattutto i difetti,le fisime e le manie fin nei minimi particolari.
In “Regalo di nozze”,invece,i protagonisti sono personaggi un po’ anonimi,fumosi.
Persino i nomi sono classici:Assunta,Ercole,Amedeo,Peppino,Angelica…mentre il Vitali ci ha da sempre abituato a rapportarci con personaggi dai nomi quanto più strampalati possibile.
La storia in sé per sé,invece,è molto carina,quasi tutta incentrata sullo zio Peppino,che rivive nella mente del nipote grazie a dei flash back e con tanto di colpo di scena finale.
Sul fatto che Andrea Vitali sia un ottimo scrittore non si discute,ma onestamente “La figlia del podestà” e “Olive comprese” erano di tutt’altro livello.
A questo punto,visto che per lui la scrittura è sempre stata una passione e non un lavoro (svolgendo,in realtà,la professione di medico di base),sarebbe preferibile che scrivesse magari di meno,ma tornasse a partorire quei piccoli capolavori con cui ci ha già allietato in passato.
IL MIO VOTO: * COSI' COSI '*
LO SCRITTORE:
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