giovedì 20 dicembre 2012
"Un posto nel mondo" Fabio Volo (2006)
LA TRAMA:
Michele ha un amico, Federico.
Uno di quegli amici con i quali dividi tutto: l'appartamento, la piazza e la birra, ma anche i sogni e le frustrazioni, le gioie e i dolori, e qualche volta le donne.
Un giorno Federico decide di mollare tutto e partire.
Stanco della vita monotona di provincia, se ne va alla ricerca dell'altra metà di sè.
Michele invece resta.
Quando torna, dopo cinque anni, Federico è cambiato.
Ora è sereno, innamorato di una donna (Sophie) e della vita.
Sembra una storia a lieto fine, ma non è così.
Federico all'improvviso riparte, stavolta per un viaggio molto più lungo.
Ritornerà ( a sorpresa) nascosto dietro gli occhi di una bambina, Angelica.
Le vicende di Michele, Federico, Francesca e Sophie sono quelle di un gruppo di giovani alla ricerca del loro posto nel mondo.
IL MIO GIUDIZIO:
Ogni volta che leggo un libro di Fabio Volo mi dico che quello che ho appena letto è il migliore fra quelli che ha scritto e ogni volta,
leggendo il successivo mi devo ricredere.
Mai come questa volta emerge tutta la sua introspezione,il suo entrare nella mente umana e scandagliarla in ogni minimo dettaglio.
Così come in “E’ una vita che ti aspetto” il fulcro del racconto è la crisi esistenziale che il protagonista (Michele) si trova a vivere intorno ai 30 anni.
Crisi che è in lui latente già da tempo ma di cui si rende conto in maniera drammatica e devastante solo nel momento in cui perde la vita in un incidente il suo migliore amico Federico.
In seguito a questo lutto,x ovviare il dolore che non gli dà tregua,Michele decide di abbandonare la sua quotidianità,
e di fare ciò che Federico aveva già fatto a sua volta 5 anni prima e cioè partire x un lungo viaggio alla ricerca di se stesso.
Si reca così a Capo Verde e fa la conoscenza di Sophie,la ragazza di cui Federico era innamorato.
Sarà grazie a lei,alla bambina che lei nel frattempo ha avuto da Federico e alla vita a stretto contatto con la natura che Michele riuscirà finalmente a ritrovare la serenità che lo accompagnerà poi anche nel suo ritorno in Italia e farà di lui un uomo nuovo pronto a iniziare un nuovo percorso,guardando il mondo con occhi diversi.
E’ incredibile la sensibilità e l’impatto emotivo con cui Volo riesce a descrivere i vari eventi della vita del protagonista:
si passa dalla leggerezza e l’ironia con cui racconta gli aneddoti e i ricordi che Michele e Federico hanno condiviso,
fino ad arrivare allo strazio e alla disperazione senza fine di Michele nel momento in cui Federico perde la vita,
alla sensazione di dolcezza,liberazione e ritrovata serenità che Michele prova a Capo Verde durante l’incontro con la “mulher del abraço”,
una sorta si sciamana che riesce finalmente a farlo piangere e a liberarlo del dolore che porta dentro di sé e che non è mai riuscito ad esternare.
E’incredibile soprattutto xò come Volo riesca a descrive le sensazioni e gli stati d’animo che Francesca,fidanzata di Michele e poi madre di sua figlia Alice,sente dopo la nascita della bambina.
Mi chiedo come un uomo possa entrare così bene nella testa di una donna,
come possa intuire in maniera così precisa i suoi pensieri ed i suoi sentimenti,
tanto che x un momento mi è venuto il dubbio che il libro non sia stato scritto da lui bensì da una mano femminile.
Se così non fosse tanto di cappello all’autore... xchè è risaputo che gli uomini dell’animo femminile ne capiscano poco o niente!
A differenza degli altri romanzi,viene inserito questa volta anche un elemento soprannaturale:
l’apparizione del fantasma di Federico in casa di Michele,che si congratula con lui x come è riuscito a impostare la sua nuova vita.
Apparizione vissuta dal protagonista come un qualcosa di naturale,
come se fosse normale che da un momento all’altro,il fantasma del suo migliore amico si materializzi sul divano di casa sua e gli parli come se si fossero incontrati soltanto il giorno prima.
Così come è accaduto con gli altri libri di Volo,anche in questo volume vengono trattati tanti argomenti che sono spunto di riflessione:
dal senso che ognuno dà alla propria vita,
all’importanza di vivere la propria esistenza come meglio si crede,
dalla necessità di imparare ad amare se stessi prima di amare gli altri (molto significativa x me è stata la frase:chi non si ama si dà a chiunque)
x evitare l’amore si trasformi in una sorta di stampella invece che in un sentimento vero,
al piacere di trovare la bellezza della vita nelle piccole cose di ogni giorno.
L’unico dubbio che mi sorge adesso è questo:
se Fabio Volo è così sensibile come dimostra nei libri che scrive...xchè allora tutte le volte che ho provato a contattarlo personalmente tramite messaggio privato su facebook (fra l’altro x complimentarmi con lui) non si è mai degnato di rispondermi nemmeno con un misero grazie?
Questa nobiltà d’animo ce l’ha solamente sulla carta?!?
IL MIO VOTO: * BUONO *
LO SCRITTORE:
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