giovedì 20 dicembre 2012
"L'ultima canzone" -The last song- Nicholas Sparks (2009)
LA TRAMA:
Veronica Miller,che tutti chiamano Ronnie,ha 17 anni e vive a New York,frequenta i club più trendy della città ed è convinta di essere una ragazza indipendente.
Fino a quando si ritrova a passare l'estate a Wilmington,nel North Carolina,con il padre Steve,ex insegnante di pianoforte e concertista,che ha abbandonato la famiglia ormai da tempo.
E' questa la ragione x cui Ronnie lo detesta,al punto da non voler più avere niente a che fare con lui.
Sono passati 3 anni dall'ultima volta che gli ha rivolto la parola e non avrebbe alcuna intenzione di ricominciare proprio adesso.
Ma a organizzare la sua vita non è lei,non ancora.
Sua madre ha preso una decisione irrevocabile:spedirla insieme al fratellino Jonah tra le braccia di quel padre quasi sconosciuto,che si è autoesiliato in uno sperduto paesino della costa orientale.
Dove il massimo divertimento è pescare e fare surf.
A Ronnie sembra di essere finita in un incubo e ormai è convinta che quella sarà la peggiore estate della sua vita.
Eppure...
Eppure,Steve è sempre il padre che le ha insegnato ad amare la musica e che ha scritto x lei le canzoni + belle.
Eppure,conoscere Will,l'ultima persona da cui credeva di poter essere attratta,significa vedere il mondo con occhi nuovi.
Con lui Ronnie vive esperienze che a New York non aveva mai nemmeno immaginato,come sorvegliare x tutta la notte un nido di tartarughe marine e contemplare in silenzio il calare del sole sulla linea dell'orizzonte.
Così,quasi senza rendersene conto,si ritrova perdutamente innamorata,x la prima volta nella sua vita.
Una manciata di giorni,e quella breve estate diventa la più struggente delle stagioni.
Indimenticabile come il primo amore.
"L'ultima canzone" racconta,come solo Nichoals Sparks riesce a fare,tutti i modi in cui l'amore ci ferisce.E poi ci guarisce.
IL MIO GIUDIZIO:
Anche questo libro,come gli altri di Sparks,l’ho comprato andando sulla fiducia,conscia del fatto che lo scrittore non mi avrebbe deluso.
Infatti anche questa volta,come solo lui sa fare,è riuscito a rendere intensa e struggente la semplice storia di un’adolescente che trascorre un’estate al mare con il padre e il fratellino.
Inizialmente,visto l’evolversi della storia, ho creduto (anche se mi sembrava strano a dire il vero) che questa volta,a differenza delle altre,l’autore non avrebbe inserito nessun elemento particolarmente tragico...e invece mi sbagliavo:
più o meno a metà narrazione si scopre che il padre di Ronnie è malato terminale di cancro, ma non ha voluto dire niente ai figli x non rovinare l’ultima estate che avrebbero trascorso insieme.
Ormai sono pienamente convinta che x Nicholas,inserire nei suoi romanzi eventi tragici,sia un modo x esorcizzare le innumerevoli disgrazie che ha dovuto subire nella sua vita reale.
In questo caso,raccontando l’agonia e poi la morte del padre della protagonista x un tumore allo stomaco,ha voluto rivivere l’esperienza drammatica della scomparsa della sorella minore,mancata in giovane età x un tumore al cervello.
In effetti è stata dura anche x me leggere certe passaggi,quando descrive Steve a letto,emaciato,come rimpicciolito,con il fiato corto e il colorito giallastro,xchè mi ha riportato alla mente i momenti subito prima della morte di mio nonno,ma nessuno come Nicholas,sa inserire in un evento tragico un fondo di speranza e l’inizio di qualcosa di nuovo.
Tanto è vero che,nonostante la scomparsa del padre,la vita sorriderà ancora a Ronnie e il romanzo termina positivamente (al contrario di altre opere di Sparks,vedi “Le parole che non ti ho detto” o “Ogni giorno della mia vita” che hanno un finale drammatico).
Molte cose mi sono piaciute e mi hanno colpito di questo nuovo romanzo:
la trasformazione psicologica di Ronnie che,di pagina in pagina,da ragazzina capricciosa e viziata,diventa una giovane donna che da sola si fa carico della malattia del padre e gli sta vicino fino all’ultimo respiro,x poi iniziare a prendersi cura del fratellino e aiutarlo a superare il trauma della morte del genitore;
l’amore,solo platonico ma ugualmente intenso,fra lei e Will che regge ai dissapori,alle incomprensioni e alla distanza;
ma anche la luce che all’improvviso,durante il funerale di Steve,entra dalla vetrata che lui stesso ha costruito e va ad illuminare il pianoforte,come a dimostrare la sua presenza all’interno della chiesa,così come aveva promesso al figlio :
”Tutte le volte che la luce brilla attraverso la vetrata che abbiamo costruito o attraverso qualsiasi altra finestra,ricorda che io sono lì con te,d’accordo?Quello sarò io.Sarò la luce nella vetrata”.
In particolare però mi ha colpito la scena,subito prima che venga alla luce la malattia del padre, in cui Ronnie,Will,Steve e Jonah assistono dalla spiaggia alla schiusura delle uova di tartaruga e all’ingresso delle tartarughine appena nate nell’oceano….anche io desidererei tantissimo poter prendere parte a un evento del genere,sarebbe un’esperienza troppo emozionante.
Ammetto che ho impiegato un po’ di tempo (e non è da me) x terminare la lettura di questo libro:
l’ho iniziato a fine Dicembre durante il mio viaggio in treno x Milano (motivo x cui mi è così caro),
poi,nonostante la trama mi coinvolgesse,mi sono arenata ai primi capitoli,x terminarlo,complice l’influenza che mi ha tenuto a letto quest’ultima settimana,nel giro di un paio di giorni.
E adesso non resta che aspettare l’uscita del film tratto dal romanzo, che a quanto pare verrà girato a breve…spero solo che gli renda merito!
IL MIO VOTO: * MOLTO BUONO *
LO SCRITTORE:
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