domenica 16 aprile 2023

"Spare" Prince Harry (2023)




LA TRAMA:
E'stata una delle più strazianti immagini del Ventesimo secolo: due ragazzini, due principi, che seguono il feretro della madre sotto gli occhi addolorati e inorriditi del mondo intero. Mentre si celebrava il funerale di Diana, principessa del Galles, miliardi di persone si chiedevano quali pensieri affollassero la mente dei principi, quali emozioni passassero per i loro cuori, e come si sarebbero dipanate le loro vite da quel momento in poi. Finalmente Harry racconta la sua storia.




IL MIO GIUDIZIO:
Premetto che non mi sono mai interessata più di tanto alle vicende della famiglia reale, ma seguo con divertimento il profilo Tiktok "Amarcord Produzioni" quindi, durante la lettura, tutti i personaggi me li sono immaginati con la voce con cui li imita Gerardo Bosso; soprattutto con Carlo, non potevo fare a meno di pensare al suo tormentone:"Ué, maronna mi'", con dietro il collaboratore Robbè che, voce fuori campo, gli urla:"Carlè, sì nu sarchiapone, eh eh!".

Scherzi a parte, quando ho deciso di cimentarmi con questo libro, e l'ho fatto più per curiosità che per altro, visto il clamore che aveva suscitato, mi aspettavo di leggere del trash di basso livello, pieno di pettegolezzi, con scheletri nell'armadio tirati fuori e messi sulla pubblica piazza per amore del gossip. In realtà, sin dalle primissime pagine, mi sono dovuta ricredere: è un'opera densa di dolore (talvolta, non mi vergogno a dirlo, mi sono pure commossa) e credo che per Harry sia stato forse non facile ma sicuramente catartico scriverla, perché gli ha dato modo di esternare tutto ciò che, da troppo tempo, si teneva dentro. E lo ha fatto con una sincerità, e a tratti con una spietatezza, disarmanti: si è messo totalmente a nudo davanti al lettore, si è mostrato esattamente per quello che è, nel bene e nel male.


A onor del vero, a parte quell'orribile scivolone del travestimento da generale nazista con tanto di svastica sul braccio di qualche anno fa, l'ho sempre preferito a William: lo reputo più vero, sincero, spontaneo, simpatico e sensibile di lui che, al contrario, mi dà l'idea di un damerino ingessato sottomesso alle regole del Palazzo e al suo titolo nobiliare. 
Harry è assai più simile a Diana di quanto lo sia suo fratello.

"Spare", in italiano, è stato tradotto come "il minore" ma, letteralmente, significa "scorta".
E questo è ciò che Harry non solo si è sempre sentito ma è proprio stato: il piano "B",una ruota di scorta. Ne ha sempre avuto la consapevolezza, nessuno glielo ha mai nascosto: è venuto al mondo come "pezzo di ricambio" nel caso in cui William, l'erede, avesse avuto bisogno di una trasfusione di sangue, del midollo osseo, di un pezzo di organo o, nella peggiore delle ipotesi, fosse venuto a mancare prematuramente. Il Regno Unito non poteva rischiare di trovarsi senza qualcuno che indossasse la corona! 
L'Erede e la Riserva. Willy ed Harry sono sempre stati soprannominati così. Harry, pur con una punta di rammarico e di rassegnazione, non se ne cruccia più di tanto. È molto pragmatico in tal senso: sa che non può fare niente per modificare una situazione ineluttabile da secoli e la accetta così com'è.
Ma, in un certo qual modo, con il suo carattere ribelle e refrattario all'etichetta (eredità di sua madre) è proprio l'anello debole che spezza la catena, prendendo le distanze dalla monarchia e mostrando ciò che davvero si cela dietro la sua nobile facciata.

Con questo libro, totalmente autobiografico, Harry vuole spiegare alla sua famiglia ma anche al mondo intero sia i motivi che lo hanno portato a compiere questa difficile scelta, smentendo il fatto che sia stato plagiato da sua moglie Meghan come sostiene la stampa, sia il perché delle sue intemperanze giovanili.

Comincia la narrazione, partendo dal momento che ha significato la chiave di volta della sua esistenza, ovvero la morte di sua mamma, il 31 Agosto 1997. 
Racconta della freddezza con cui Carlo lo ha informato del decesso, del fatto che sia stato lasciato in balia di se stesso, ragazzino di neanche 13 anni, a gestire il dolore; di come abbia dovuto percorrere tanti km a piedi, con lo strazio nel cuore, tutto impettito dietro la bara durante il funerale e, soprattutto, del fatto che non abbia potuto versare una lacrima per non andare contro l' "ethop" (il protocollo reale). L'unico momento in cui è riuscito a piangere, mentre Diana viene tumulata e lui scopre che fra le mani le hanno messo un'immagine dei figli che le avrebbero sorriso per sempre nel buio della tomba, ha dovuto però prima accertarsi che non ci fossero fotografi o telecamere a riprenderlo.
Per tanti anni a seguire, Harry non riuscirà ad accettare il fatto che la madre se ne sia andata ma si convincerà che si sia solamente nascosta per sfuggire all'assedio dei paparazzi e che, un giorno, uscirà nuovamente allo scoperto. 
Tante emozioni contrastanti si fanno spazio dentro di lui: da una parte vorrebbe dimenticarla per non soffrire più ma dall'altra pensa che la sofferenza sia l'unico mezzo per tenere vivo il suo ricordo. Però, questa sofferenza interiore, è talmente grande che si trova a praticare sport violenti come il rugby affinché il dolore fisico superi quello emotivo.

La storia prosegue raccontando di una vita vissuta in una gabbia dorata, seguendo alla lettera le "istruzioni" del "Palazzo", senza avere una sua indipendenza né potere decisionale su niente, senza potersi fidare di nessuno, sempre con le guardie del corpo alle calcagna e costantemente braccato da giornalisti e fotografi che, per le sue sregolatezze, per i suoi colpi di testa e per le sue leggerezze, lo hanno soprannominato "Harry il terribile".
Gli anni della scuola (che non ama particolarmente), il suo amore per l'Africa, l'ingresso nell'Esercito, dove impara a pilotare gli Apache, il periodo trascorso a combattere nella guerra in Afghanistan (la parte che mi è piaciuta di meno) dove ha visto uccidere e, a sua volta, ha ucciso. 
A queste scene cruente si alternano quelle di vita familiare, con i pranzi domenicali nella tenuta di campagna dove il principe Filippo si cimenta con la cottura della carne alla brace, mentre la regina Elisabetta prepara il condimento dell'insalata , oppure i fugaci ricordi di quando era bambino e faceva le gare di rutti insieme a sua mamma e a suo fratello.

Ci parla anche dei suoi amori e di come sia stato difficile per lui trovare una ragazza che volesse restare al suo fianco, a causa sia della pressione della Casa Reale che della stampa; fino all'incontro, devastante, deflagrante, un vero colpo di fulmine, con Meghan Markle, quella che è poi diventata sua moglie e madre dei suoi figli; l'amore della sua vita, la sua ancora, la sua salvezza. Loro due, tanto diversi ma così perfetti insieme.
Meghan, libera, spontanea, anticonformista, sicura di sé, da subito, attira l'antipatia dei media che le scatenano contro una campagna di odio che non si era mai vista prima, arrivando ad insultarla sia per le sue origini africane che per i suoi atteggiamenti definiti presuntuosi e poco regali, e causando in lei un profondo stato depressivo.


Harry si racconta con uno stile semplice e colloquiale, privo di fronzoli e assai ironico ed autoironico. Appare come un ragazzo prima, e uomo poi, in tutto e per tutto simile a sua madre: sensibile, generoso, empatico, altruista, interessato al sociale e alle cause umanitarie.
Ma, soprattutto, appare come una persona alla mano, umile, di basso profilo: fa la spesa al discount, si veste con abiti dei grandi magazzini, pulisce casa da solo, mettendo i panni ad asciugare sul termosifone e mangia in piedi davanti alla TV, mentre guarda "Friends".
Non si vergogna a dire di aver affrontato un percorso di psicoterapia  a causa di uno stress post traumatico da guerra ma che ha origini già dalla morte della madre, aggravato dalla continua pressione a cui è sottoposto e che gli causa insonnia, ansia ed attacchi di panico.
Ammette di aver fatto uso smodato di alcool e di sostanze stupefacenti e, talvolta, di aver agito con leggerezza e superficialità, senza usare la testa, come nel famoso episodio del travestimento da nazista (in quel caso, comunque, aveva chiesto consiglio a William e Kate e nessuno dei due lo aveva invitato a desistere dal farlo...tirate voi le vostre conclusioni!).


In "Spare", Harry non fa sconti a se stesso ma nemmeno agli altri. Ogni tanto, come se nient'anfuss, tira una bordata a qualcuno della sua famiglia. Eccezion fatta per Diana, di cui dice solo che gli interessava che fosse stata felice, indipendentemente dall'uomo che avesse avuto accanto, ne ha per tutti.
Di Filippo, tranne quel breve accenno al fatto che abbrustolisse le salsicce durante una reunion familiare, non parla proprio...giusto per fare capire che il buon principe consorte valesse come il due di picche.
Per Elisabetta spende belle parole, del resto, oltre a essere la regina e il suo "datore di lavoro" era anche sua nonna e aveva con lei, nel rispetto del protocollo, un rapporto di affetto e complicità. La descrive come una signora arguta ed ironica, sensibile nonostante le apparenze e che sarebbe volentieri andata incontro alle sue richieste se non fosse stato per i suoi infingardi collaboratori che Harry soprannomina l'Ape, la Mosca e la Vespa.
Camilla viene definita una donna piuttosto maligna, sicuramente arrivista e assai pettegola.
Kate una viziata, spocchiosa, superficiale, capricciosa e petulante.
Di Carlo dice che è un uomo freddo e distaccato, che secondo lui non è mai stato pronto per fare il genitore in quanto non ha pazienza, né voglia, né tempo. Un uomo fragile, a causa del bullismo che ha subito da giovane in collegio e della rigidità con cui è stato cresciuto, e assai immaturo (tanto è vero che gira ancora per casa con l'orsetto di peluche), che preferisce fingere di non vedere piuttosto che affrontare di petto le situazioni. Harry capisce che suo padre ha bisogno di un sostegno al suo fianco, di qualcuno a cui appoggiarsi e su cui fare affidamento ed per questo che, un po' a denti stretti, acconsente al fatto che sposi Camilla.
Infine, il rapporto più complesso di tutti, quello con suo fratello Willy, un ragazzo sicuramente infelice, frustrato, che avrebbe voluto una vita diversa da quella che gli è toccata in sorte ma che, a differenza di Harry, accetta a capo chino, senza ribellarsi. E tutto ciò lo porta ad avere rancore e gelosia nei confronti del fratello minore, a entrare in competizione con lui e a cercare di sottometterlo, forte della sua posizione di "erede".
E poi c'è Meghan, la sua fata turchina che, nonostante l'odio dei mass media, Harry vede un po' come una moderna Mary Poppins: praticamente perfetta sotto ogni aspetto.


Di fatto, lui ama la sua famiglia, benchè ne veda i limiti ed i difetti ma, più passa il tempo, più si rende conto delle ostilità intrinseche che vi sono e, soprattutto, è amareggiato dal fatto che, nonostante la stampa stia cercando di distruggere lui e sua moglie in ogni modo (soprattutto Meghan che ad un certo punto ha un vero e proprio crollo nervoso con tanto di pensieri suicidi), la sua famiglia non prenda posizione, ma resti in silenzio, avallando così le tesi che i giornalisti hanno espresso su lui e Meg.
Harry ci tiene a precisare che avrebbe voluto continuare a servire la sua patria ma, alla sua richiesta di poter trasferire la residenza all'estero per poter salvaguardare la salute fisica e mentale sua e di sua moglie, è stato praticamente obbligato a rinunciare al titolo nobiliare e che, in seguito, ex abrupto, gli sono stati tagliati i viveri e tolta la security, lasciandolo in balia degli eventi e mettendo a serio rischio la sua incolumità.


Certo, questa è la sua versione dei fatti. Per essere obiettivi bisognerebbe ascoltare anche l'altra campana. Da ciò che si legge in queste pagine, il quadro che ne esce è sconcertante ma, se è arrivato a metterci la faccia e il nome, sapendo il risalto che questo libro avrebbe avuto, c'è da pensare che tutto ciò che dica sia vero.


Chissà cosa sarebbe accaduto se Diana fosse stata ancora viva e cosa avrebbe detto di tutta questa situazione.
In realtà, però, anche lei, a modo suo, si è pronunciata a riguardo: qualche tempo fa, consigliato da amici fidati, Harry ha consultato una medium che si è messa in contatto con l'anima della principessa del Galles e, dopo avergli dato prove incontrovertibili (ha citato un aneddoto di cui la maga non poteva essere a conoscenza), gli ha detto che Diana è orgogliosa di lui, che sta vivendo la vita che lei non ha potuto vivere ed è esattamente la vita che desiderava per lui.

Vivi felice e libero, Harry, che te lo meriti! 
Tanto, essendo il sesto in linea di successione, re non lo saresti mai diventato, quindi chi te lo faceva fare di stare dietro a tutti i vincoli, i limiti e le beghe della famiglia reale!

PS: il libro è dedicato a Meghan, ai suoi figli e a Diana. Nei ringraziamenti ha citato i suoi zii materni ma neanche un minimo accenno, nemmeno piccino picciò, né a suo padre, né a suo fratello. Willy e Carletto, ciapate su e portate a cà! 😂





IL MIO VOTO:
Un'autobiografia vera, sincera, a tratti spietata, dove il principe Harry si mette totalmente a nudo e dove, senza vergogna, mostra i suoi limiti, le sue fragilità e, soprattutto, il suo dolore. Si ride, si piange e ci si emoziona, conoscendo un pò più da vicino i reali della monarchia inglese. Consigliato!



LO SCRITTORE:




 

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