mercoledì 29 marzo 2023

"Undici minuti" Paulo Coelho (2003)

 





LA TRAMA:

"Il mio obiettivo è comprendere l'amore".
Così scrive Maria, la protagonista, all'inizio del suo diario. Maria è una ragazza del sertão brasiliano che, dopo aver incontrato un impresario teatrale sulla spiaggia di Rio de Janeiro, si lascia sedurre dal miraggio di una vita diversa. Trasferitasi a Ginevra, sfumato rapidamente il sogno di lavorare come ballerina di samba, la ragazza, con l'ingenuo cinismo di chi non ha ancora conosciuto il vero amore, affronterà la vita come un'avventura, cercando di conoscere il mondo e l'anima delle persone attraverso la lente dei fugaci incontri che la sua attività le impone, finché un pittore non saprà aprirle porte di una nuova consapevolezza.



IL MIO GIUDIZIO:

Non siamo noi a scegliere di leggere un libro, è il libro che decide da chi e quando essere letto. Perché anche i libri hanno un'anima, ormai ne sono sicura. 

Per quanto, in passato, abbia letto e apprezzato diverse opere di Coelho ("L'alchimista", "Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta ed ho pianto", "Veronika decide di morire") non ricordo come sia entrata in possesso di "Undici minuti": so per certo di non averlo mai acquistato, quindi qualcuno deve avermelo regalato (quando le persone devono "liberarsi" dei libri per un trasloco o altro, li danno a me perché hanno la consapevolezza di consegnarli in buone mani!). Qualche tempo fa, risistemando la libreria, questo volume mi è caduto ai piedi e, se fino a quel momento non gli avevo mai dato attenzione, ho capito che era invece giunto il tempo che lo leggessi.

E, devo ammettere, ci avevo visto bene: un'opera catartica, scritta in stile esemplare da uno dei migliori autori del nostro tempo che, come sempre, sa combinare sublimamente spiritualità e carnalità. 

È proprio qui che compare una delle citazioni più famose di Coelho:"Io non sono un corpo con un'anima, sono un'anima con una parte visibile chiamata corpo"
Maria, pur essendo lontana anni luce da me, per tanti versi mi somiglia, ha le mie stesse fragilità, le mie stesse mancanze, la mia stessa solitudine e bisogno di un affetto vero, autentico, non dettato dal tornaconto.


Maria, appunto. Una ventenne brasiliana, bella, curiosa, spietatamente sincera, rivoluzionaria e ambiziosa ma, allo stesso tempo romantica, da sempre alla ricerca di quell'amore che, puntualmente, la delude: da bambina, rifiutando di prestare una penna al ragazzino che le piaceva e che da quel momento non le ha più rivolto la parola, pensa di aver perso l'occasione della sua vita e cresce con la convinzione che ogni lasciata sia persa e che le occasioni vadano colte al volo, altrimenti non si ripresentino mai più. Per questo motivo, dopo qualche altro innamoramento non andato a buon fine nell'adolescenza, decide di non innamorarsi più e di puntare soprattutto su se stessa: sa di essere attraente, giovane, piuttosto sveglia ed intelligente, quindi può arrivare dove vuole.

Durante una vacanza a Rio de Janeiro, a 22 anni, incontra un imprenditore svizzero che la convince a trasferirsi in Europa, con la promessa di fare di lei una stella del samba, facendola esibire nei locali più "in" dell' Helvetia. Arrivata a Ginevra, scopre però che ciò che le è stato promesso non corrisponde a verità: è soltanto una ballerina fra le tante, nessuna possibilità di fare carriera ed è pure sottopagata. Caparbia com'è non si dà per vinta, impara la lingua, si dà alla lettura e decide di provare a migliorare la sua posizione, puntando sull'avvenenza e proponendosi come modella.

Contattata da un ricco arabo che le offre mille franchi in cambio di una notte di sesso, si trova, in pochi minuti, a dover decidere che direzione dare alla propria vita, se seguire la sua morale, tornando in Brasile e sposando il titolare del negozio di tessuti dove aveva lavorato, da sempre innamorato di lei; o se dare priorità all'ambizione, al denaro e alla ricchezza, assecondando il suo lato più"materialista", vendendosi a uno sconosciuto. 
Sceglie la seconda opzione, raccontandosi che sia stato il destino a decidere per lei, senza rendersi conto invece che, come sempre accade, è lei che ha deciso per se stessa. La notte con l'arabo influente segna un punto di svolta nella sua esistenza perché, dal giorno successivo, inizierà a fare la prostituta presso un bar a luci rosse della città. Sarà una prostituta "sui generis", una prostituta "psicologa" perché, oltre all'atto sessuale, spesso si intrattiene a parlare e consolare i clienti: essendo empatica, comprende che chi cerca sesso a pagamento  lo fa spesso per riempire quel vuoto e quella solitudine che lei conosce bene e sa che i punti giusti che deve toccare non sono solo quelli del corpo ma, anche e soprattutto, quelli dell'anima. 

C'è una frase, in questo libro, che mi ha squarciato il cuore, da quanto l'ho sentita mia: "Oggi interpreterò la parte della prostituta, o dell'amica, o della madre comprensiva, benché nel mio animo io sia soltanto una figlia che ha bisogno di affetto".

Il titolo "Undici minuti" è proprio un riferimento alla durata di un rapporto sessuale, di un rapporto sessuale con una prostituta in questo caso, al netto dello spogliarsi e rivestirsi e di qualche asettico preliminare.

Due sono gli uomini che, in questo suo "periodo svizzero" si intrecceranno al suo percorso, segnandolo e cambiandolo per sempre.
Uno è Terence, un discografico inglese, cliente "speciale" del "Copacabana", il locale dove lei "lavora": un Christian Gray ante litteram (tengo a precisare che questo romanzo è stato scritto dieci anni prima de "Cinquanta sfumature di grigio") che la inizierà ai dolori (o piaceri?) del sadomaso, facendole scoprire una parte "perversa" di se stessa, di cui ignorava l'esistenza.
L'altro è Ralf Hart, un talentuoso pittore trentenne, incontrato sullo sfondo del Cammino di Santiago, quasi a voler sottolineare il lato "spirituale" dell'uomo che, come lei, è ammantato da un senso di solitudine ed infelicità. 

"Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano. Generalmente essi avvengono quando arriviamo a un limite, quando abbiamo bisogno di morire e rinascere spiritualmente", sostiene Coelho in un'altra delle sue citazioni più celebri. 
E l'incontro fra Maria e Ralf è un incontro purificatorio, dove ognuno dei due insegnerà qualcosa all'altro e, dall'altro, imparerà qualcosa. Lui, dal canto suo, le fa comprendere che ci sono sempre altre occasioni nella vita e ciò la porta a fare pace con la bambina che aveva negato la penna al compagno. Lui è il punto di svolta che le consente di conoscere davvero se stessa, la sua anima e la sua luce, quella luce che lui ha notato in lei sin dal loro primissimo incontro. Grazie a Ralf, capisce l'importanza del dono, del dare e non solo del ricevere. Le insegna che esiste il piacere, che lei lo merita e che si deve e si può vivere senza il dolore. Ralf, a differenza del perverso Terence, incarna l'amore sublime, aulico e, se vogliamo, anche angelicato, quindi il più puro.

Per quanto la storia sia in parte autentica e si sia ispirato a una vicenda realmente accaduta, l'autore è stato davvero bravo a mettersi nei panni di una donna dal vissuto molto complesso, a evidenziarne le fragilità ed i punti di forza, le luci e le ombre.

Diversi capitoli terminano con uno stralcio delle pagine del diario che Maria scrive sia per non perdere la connessione con se stessa e con la sua anima, sia perché, una volta rientrata in Brasile, vorrebbe pubblicare un libro sulla sua avventura, così ama definirla, e sugli "undici minuti"che muovono il mondo.

Tante sono le tematiche affrontate, con garbo e delicatezza, in questo romanzo: il senso solitudine che pervade la protagonista e quasi tutti gli altri personaggi, quasi a rimarcare il fatto che, prerogativa del nostro viaggio terrestre, sia essere soli. 
Ma anche il sincronismo divino, l'importanza di percepire le vibrazioni e l'energia che emanano gli altri. 
È un romanzo che parla della sofferenza che, volenti o nolenti, domina il mondo e che, tutto sommato, ci affascina: o soffriamo o facciamo soffrire o vediamo altri soffrire. Il dolore può diventare una droga di cui non si riesce a fare a meno perché, per quanto anacronistico possa sembrare, può portare appagamento.

È anche un libro, senza manierismi o volgarità, incentrato sul sesso, sulla ricerca del piacere e su come sia difficile, spesse volte, essendo uomini e donne anatomicamente ed emotivamente differenti, raggiungerlo contemporaneamente in un incontro fisico. Nonostante il sesso nuova il mondo e nonostante ormai sia un "tabù" sdoganato, in realtà, al di là della pornografia o della sessualità prettamente "scientifica", se ne sa alquanto poco.

Ma è, soprattutto, un libro sulla potenza dell'amore che, se vero e autentico, può annullare qualsiasi volontà e determinazione e cambiare le carte in tavola in un attimo. Sta a noi, però, dargli il permesso di farlo perché, a differenza di quanto possa pensare Maria, non è il destino a decidere per noi, siano noi stessi a farlo con le nostre scelte, consapevoli o istintive che siano.

E allora, che dire, speriamo che ciò che è autentico, si manifesti, o torni  nuovamente a manifestarsi!



IL MIO VOTO:

Paulo Coelho è un autore che sa unire il carnale allo spirituale. Un autore completo di cui, almeno una volta, andrebbe letta una sua opera. E "Undici minuti", a mio avviso, per la storia, per le emozioni e le riflessioni che suscita, merita assolutamente di essere letto.



LO SCRITTORE:



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