Adesso, a distanza di oltre 30 anni, ho deciso di rileggerlo. Non so, era proprio come se il libro mi chiamasse dallo scaffale in cui lo avevo riposto o come se, vista la moria di veri uomini che c'è in giro, avessi bisogno di ritrovarne uno che, per me, è sempre stato "l'Uomo per eccellenza".
È stato strano, effettivamente, rileggerlo con gli occhi e le esperienze di donna adulta.
Una cosa che mi ha fatto sorridere e a cui non avevo prestato attenzione a suo tempo è che i personaggi, per quanto vengano descritti come decrepiti e malaticci, sono in realtà piuttosto giovani, il più anziano non ha oltre i 45 anni.
L'opera è ambientata in Inghilterra, nelle brughiere dello Yorkshire, ad inizio 1800; nel 1801 per l'esattezza.
La narrazione comincia quando il signor Lockwood prende in affitto una dimora isolata e solitaria denominata Trushcross Grange. Il giorno dopo il suo insediamento in loco, pensando di fare cosa gradita, si reca in visita dal suo padrone di casa, il signor Heathcliff, che abita dall'altro lato della collina, a qualche km di distanza, in un luogo soprannominato Cime Tempestose.
Arrivato, si trova davanti un gruppo di persone alquanto strane e per niente accoglienti: un uomo sui 40 anni, scuro di sembianze e di carattere, aspro e scontroso; un'adolescente dai riccioli biondi, silenziosa, superba e altera; un giovane, dall'aspetto trasandato e le movenze animalesche e un anziano tuttofare dai modi infidi e maligni.
Nonostante la fredda accoglienza che gli riservano, Lockwood è obbligato a trascorrere lì la notte a causa di una improvvisa tempesta di neve.
Nella stanza in cui gli viene concesso di dormire, trova dei libri in cui compaiono più e più volte i nomi manoscritti di Catherine e Heathcliff.
Durante la notte, svegliato di soprassalto da dei rami che sbattono contro il vetro, gli pare di scorgere, fuori dalla finestra, il fantasma di una donna che lo supplica di farlo entrare. Spaventatosi, inizia a urlare e le sue grida fanno accorrere Heathcliff che, sentito il suo racconto, viene colto da una sorta di crisi nervosa e aprendo la finestra, intima al fantasma di entrare e smetterla di tormentarlo.
Appena giunta l'alba, Lockwood, sconvolto, torna alla Grange e qui chiede alla governante, la signora Nelly (che un tempo aveva prestato servizio alle Cime Tempestose) di fornirgli qualche ragguaglio in più su quell'inquietante famiglia.
Inizia, quindi, un racconto che ci riporta indietro di oltre 30 anni, al giorno in cui il signor Earnshow, proprietario di Cime Tempestose, rientra da un viaggio di lavoro portandosi dietro un ragazzino sporco, selvatico e totalmente analfabeta, probabilmente uno zingarello, che aveva trovato a vagare per le strade di Liverpool. Il bimbo, a cui viene dato il nome di Heathcliff, diventa a tutti gli effetti un membro della famiglia e subito si lega, in un rapporto destinato col tempo a diventare sempre più stretto e morboso, a Catherine, la figlia più piccola di Earnshow, praticamente sua coetanea; mentre viene visceralmente odiato dal figlio maggiore, Hindley. Questo odio è così forte che il padre è costretto ad allontanare il giovane, mandandolo a studiare altrove.
Alla morte del signor Earnshow, Hindley fa ritorno a casa e allontana Heathcliff, mandandolo a vivere nelle stalle e riservandogli le mansioni più umili e degradanti, ma ciò non riesce comunque a spezzare il sentimento che lo lega a Catherine.
Essa, diventata ormai signorina, viene corteggiata da Edgar, rampollo della vicina dimora Trushcross Grange, un ragazzino delicato, raffinato e di salute cagionevole.
Un giorno, Catherine, senza rendersi conto che Heathcliff la sta ascoltando, si confida con Nelly, dicendole che ha intenzione di sposare Edgar, che le consentirà di fare una vita ricca e agiata, cosa che con Heathcliff, così rozzo e povero, non potrebbe mai fare. Heathcliff, nell'udire queste parole, addolorato, scappa, prima di sentire l'ultima parte del discorso dove Catherine ammette che, nonostante tutto, lei non ama che lui (la famosa citazione:"Di qualunque cosa siano fatte le nostre anime, la mia e la sua sono simili").
Heathcliff, quindi, scompare e si ripresenta dopo 3 anni, ricco e facoltoso (come abbia potuto arricchirsi non è dato saperlo), trovando Catherine però ormai sposata con Edgar.
Da qui prendono il via una serie di situazioni, intrecci e intrighi che ovviamente non vi racconto per non togliervi il gusto della lettura.
Nonostante i protagonisti della storia siano molteplici e nonostante su ognuno di loro ci sarebbe molto da dire (mai visto un romanzo con così tanta gente lagnosa, petulante e capricciosa!), è su Heathcliff che voglio soffermarmi.
Lui è il personaggio dei personaggi, il protagonista dei protagonisti.
Avendo letto, come dicevo prima, il libro per la prima volta quando avevo 13 anni, mi ero illusa che esistessero veramente uomini così: virili, caparbi, appassionati e innamorati. La realtà, poi, mi ha tristemente smentito, però.
Ebbene sì, lo ammetto, ho una cotta letteraria per Heathcliff, benchè egli sia un po' il simbolo dell'antieroe, il prototipo della negatività e della cattiveria. Un uomo privo di scrupoli, senza pietà, votato al rancore e alla vendetta, vittima di se stesso e della sua follia.
Effettivamente, rileggendo il romanzo, soprattutto in certi punti, ha avuto degli atteggiamenti che hanno infastidito anche me, però voglio spendere qualche parola in suo favore: Heathcliff non è di animo perverso, è semplicemente lo specchio di ciò che gli è stato fatto. Per lui non vale il detto "porgi l'altra guancia", a lui si addice di più la frase "ad ogni azione corrisponde una reazione": denigra perché è stato denigrato, umilia perché è stato umiliato, odia perché è stato odiato, combatte il bene perché gli è stato tolto.
Poi c'è da tener conto anche di un altro fatto: la storia ci viene raccontata dal punto di vista di Nelly, altro personaggio assai ambiguo e ambivalente...lei è molto legata a Hindley e, da sempre, nutre un'avversione istintiva per Heathcliff. Quindi, ciò che di Heathcliff ci viene detto, non è la sua vera essenza ma come lei lo vede e lo percepisce.
Certo, Heathcliff non è solare e carismatico come Mr Darcy di "Orgoglio e pregiudizio", è schivo, ombroso, scostante, diabolico talvolta, ma, nel profondo, ha un'anima buona e lo dimostra il fatto che, quando Hindley tenta di ammazzarlo lui, dopo avergli tolto l'arma di mano, pur trovandosi nelle condizioni di poterlo uccidere, non lo fa: si limita a ferirlo, preoccupandosi però che poi venga curato.
Heathcliff, anche se stenta a esternarlo, ha tanto amore dentro di sé e lo ha per un'unica persona: Catherine, la sua ragione di vita, la sola che gli abbia dedicato affetto e attenzioni.
Il fortissimo sentimento che nutre per lei lo porta a un rancore perpetuo e totalizzante e a un desiderio di vendetta e rivalsa verso chi gli ha tolto questo bene, nella fattispecie Hindley ed Edgar...e, di riflesso, verso tutta la loro dinastia.
Però basta vedere come cambi il suo temperamento ma anche il suo aspetto fisico al solo sentire nominare Catherine per comprendere quanto di bello ci sia in lui.
In fondo, la morale del romanzo è proprio questa: l'amore è comunque più forte di qualsiasi odio e il bene, alla fine, trionfa sempre.
"Cime Tempestose" si configura come uno dei grandi classici della letteratura e, senza ombra di dubbio, come il miglior romanzo dell'800, assai più avvincente dei vari "Orgoglio e pregiudizio" e "Ragione e sentimento" (che, a mio avviso, sono dei feuilletton un pò noiosi).
Opera prima e unica di Emily Bronte (con un solo libro che ha scritto è diventata un'autrice di fama mondiale!), parzialmente autobiografica, in quanto vi sono riferimenti alla sua vita reale sia nell'ambientazione che nella caratterizzazione di alcuni personaggi, "Cime Tempestose" è una storia che ci porta indietro nel tempo, lontani dal caos della frenetica vita moderna; in un'epoca in cui non esistevano computer né smartphone; dove, per comunicare, non si usavano i social ma le lettere scritte a mano e consegnate al lattaio perché le facesse giungere a destinazione e dove, per spostarsi, non si utilizzavano le auto ma le carrozze trainate dai cavalli.
Un'opera originale e potentissima, avvincente e senza "punti morti".
Con, e scusatemi se mi ripeto, uno dei personaggi più affascinanti e intriganti che il mondo narrativo abbia mai potuto partorire.
Da leggere, assolutamente
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