LA TRAMA:
"La parte più scura dell'estate" rappresenta per Stefano da tutti ritenuto un bravo ragazzo, una sorta di andata e ritorno dall'inferno.
La storia si svolge tutta in ventiquattro ore, dall'alba al tramonto di un normale 13 Luglio 2013 da un'insopportabile cappa di calore.
Come ogni lunedì, Stefano, disoccupato da un anno, si alza molto presto per recarsi al Centro per l'Impiego. Un tentativo che si rivela inutile come quelli delle settimane e dei mesi precedenti. Già psicologicamente provato dalla recente morte dei genitori, dal tramonto degli ideali politici in cui aveva investito gran parte della sua vita e della sua carriera, sulla strada del ritorno a casa scopre anche la definitiva fine dei suoi sogni d'amore.
E' l'atto finale della crisi, quello che innesca l'ultima catena di azioni e reazioni che lo trascina così nella parte più oscura dell'estate.
IL MIO GIUDIZIO:
"La parte oscura dell'estate" è l'opera prima del fiorentino autore esordiente Andrea Serafini.
Leggendo la trama ero rimasta abbastanza basita dalle similitudini riscontrate con l'opera di un altro scrittore della città del Giglio, Nicola Ronchi, ovvero "La strada della follia" però poi, leggendo il libro ho notato che, se per certi versi le due storie sembrano somigliarsi, per altri sono ben diverse.
Il racconto di Andrea, che conosco per interposta persona, essendo collega della mia cara amica Stefania, è ambientato a Firenze e si svolge tutto nell'arco di una calda e afosa giornata estiva:
Lunedì 13 Luglio 2015, per l'esattezza.
Stefano, trentaseienne disoccupato da ormai oltre un anno, dalla zona in cui risiede, il quartiere di Varlungo, si reca a piedi fino al centro storico per consultare le offerte di lavoro presso l'Ufficio dell'Impiego. Se il viaggio di andata lo spende ammirando le bellezze senza tempo della sua città,
che descrive con dovizia di particolari, "Come deve essere dolce Firenze agli occhi di un turista", ammette egli stesso; quello di ritorno, dopo aver realizzato che anche per quel giorno non ci sono offerte lavorative idonee al suo curriculum, diventa una sorta di viaggio interiore dentro se stesso.
Ripercorrendo a ritroso la sua esistenza, passa al setaccio tutti i fallimenti e le delusioni che ha dovuto subire: l'estromissione dal partito politico in cui aveva militato per diverso tempo e proprio nel momento in cui stava per spiccare il volo ed entrare nel Parlamento della Repubblica Italiana; la perdita del lavoro, la morte improvvisa dei genitori a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro e, infine, una cocente delusione amorosa.
Tutte queste mortificazioni, queste amarezze, questi insuccessi che lo fiaccano, gli avvelenano l'anima e lo fanno sentire come un automa, lo portano, come si usa dire dalle mie parti "a dare di barta", a perdere la lucidità e il raziocinio.
Ed è lì, in quei momenti di "mental breakdown" che si gioca il suo futuro e, forse, anche il suo stesso destino. Stefano deve decidere se dare retta all'impeto, all'istinto, alla follia o se seguire la logica e la razionalità ("La notte della logica", come quell'inquietante e onirico racconto che aveva scritto e subito accantonato quando aveva poco più di 20 anni).
Da quello che Stefania mi ha raccontato, c'è molto di autobiografico in questo libro, c'è molto di Andrea nel vissuto di Stefano: a parte la città natale, si somigliano nella passione per il giornalismo e per il podismo ma anche per l'impegno politico; entrambi hanno un lato "esteta" piuttosto accentuato che li porta ad amare il bello e le belle donne e pure Andrea, così come Stefano, ha perso i genitori in giovane età.
Stefano, su cui verte l'intero romanzo, ci viene presentato come un bravo ragazzo, educato, idealista e molto legato alla sua città. È simpatico, sensibile, socievole, altruista ma timido e a tratti fragile, visto che soffre di attacchi di panico che cerca di risolvere da solo, nel silenzio della propria camera, senza il supporto di uno psicoterapeuta.
È anche un po' vile, non riesce ad affrontare di petto le situazioni, a prendere delle decisioni in prima persona con il risultato che si lascia vivere per forza di inerzia: "Reagì come reagiva di fronte a ogni evento che lo spiazzava: voltando le spalle e prendendo tempo per riflettere",
perdendo così delle grandi occasioni, come quella di diventare giornalista, sogno che ha sempre avuto ma che, non avendo mai provato a dargli forma, è rimasto tale.
Così come mai si è impegnato più di tanto nella sua carriera universitaria , dimostrandosi sempre uno studente svogliato e mediocre, ed è stata proprio questa sua in inconcludenza ad avergli causato i primi, ripetuti, attacchi di ansia.
C'è un pensiero, quasi ossessivo, su cui si focalizza il protagonista in quel lunedì di mezza estate:
la fatica della normalità.
Quanto sia estenuante ottenere ciò che, da Costituzione, dovrebbe spettare di diritto a ogni cittadino:
un lavoro dignitoso per arrivare dignitosamente alla vecchiaia.
In Italia, paese conservatore, se nasci modesto muori modesto, visto che da noi vanno avanti solo i raccomandati, i ricchi e i trafficoni.
"Primum vivere deinde philosophari", si ripete spesso nei suoi ruminamenti mentali: prima pensare a vivere, al proprio sostentamento, e poi a filosofeggiare.
Ma la rabbia e voglia di riscatto per un futuro migliore, si scontrano giornalmente con l'invano sfogliare di annunci che non gli si confanno e che lo fanno, ormai da oltre un anno, costantemente giungere a un nulla di fatto che mina la sua identità e la sua, già traballante, autostima.
Un'opera interessante, a metà fra il romanzo di formazione e il thriller, che avvince ma che offre, allo stesso tempo, importanti spunti di riflessione e stimola la ricerca introspettiva.
Personalmente, ho trovato assai originale l'idea del racconto matrioska, ovvero l'inserimento di un brano a sé stante ("La notte della logica", scritto da Stefano da ragazzo) all'interno del romanzo, che serve ad enfatizzare il lato oscuro del nostro protagonista.
IL MIO VOTO:
So che Andrea ha lavorato molto su questa sua prima opera, dal 2015 fino al 2021, anno in cui il libro è stato pubblicato.
Questa dedizione, questa attenzione al dettaglio, sono convinta, daranno i suoi frutti.
Per quanto mi riguarda, "La parte oscura dell'estate" mi ha soddisfatta e mi sento assolutamente di consigliarne la lettura.
LO SCRITTORE:
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