Claudio D'Amico
Data di nascita
16 Settembre 1989
Città di nascita
Sapri (Salerno)
Città di residenza
Lauria (Potenza)
Come è nata la tua passione per la scrittura?
La scrittura l'ho sempre praticata, ovunque.
Anche a scuola scrivevo delle recite, con protagonisti i professori del mio liceo, per cui mi divertivo ad inventare i ruoli.
Di recente, però, è nato tutto con il blog, nel 2016, e con i miei post in stile "poema epico" su Facebook, social che utilizzo un po' come diario quotidiano.
Anche a scuola scrivevo delle recite, con protagonisti i professori del mio liceo, per cui mi divertivo ad inventare i ruoli.
Di recente, però, è nato tutto con il blog, nel 2016, e con i miei post in stile "poema epico" su Facebook, social che utilizzo un po' come diario quotidiano.
Un autore che è un po' il tuo mentore,il tuo maestro?
Vorrei citarne tre: Stefano Benni, Selvaggia Lucarelli e Giorgio Faletti. Per me loro restano i modelli di bella scrittura, combinata ad un'ironia raffinata, specie nei primi due. Possiedono l'arte del far ridere fino alle lacrime solo con la parola scritta.
Primo libro letto
Il libro "Cuore" di Edmondo De Amicis
Scrittore preferito
I tre di cui sopra.
Libro preferito
Se dicessi tutti i libri di Benni e della Lucarelli, sarei ripetitivo. Quindi, l'Iliade!
Un film tratto da un libro che ti è piaciuto più del libro
Risposta scontata: Troy.
Cosa consigli a chi vorrebbe avvicinarsi alla scrittura?
Consiglio di far leggere ciò che si scrive a persone di un certo livello, che stimiamo, di cui ci fidiamo e "cattive". I nostri amici stretti e i familiari non saranno mai così "cattivi" come invece occorre, ci diranno sempre che siamo bravi, o comunque non sarà mai la verità cristallina.
La scrittura, a mio avviso, richiede talento. E credo vi siano velleità che vanno fermate sul nascere se il talento non c'è.
Riterrei più cattivo raccontare bugie. Ovviamente, come per ogni talento, ci si può e ci si deve lavorare, studiare.
Ci sono tutta una serie di regole che vanno rispettate, di strumenti e accorgimenti, che però fanno la differenza lì dove c'è già un'attitudine evidente.
La scrittura, a mio avviso, richiede talento. E credo vi siano velleità che vanno fermate sul nascere se il talento non c'è.
Riterrei più cattivo raccontare bugie. Ovviamente, come per ogni talento, ci si può e ci si deve lavorare, studiare.
Ci sono tutta una serie di regole che vanno rispettate, di strumenti e accorgimenti, che però fanno la differenza lì dove c'è già un'attitudine evidente.
Cosa significa per te leggere
Durante la mia adolescenza bucolica, in campagna, leggere fu la sopravvivenza.
Giocavo in giardino e leggevo: tra gli undici e i diciassette anni divorai tutto quello che reperivo nella libreria di casa mia.
Oggi, invece, leggere significa rimettermi a posto col mondo.
Dopo una giornata di lavoro o anche una giornata di totale cazzeggio, è una sorta di catarsi, che siano dieci pagine di libro o dieci pagine di articoli di giornale sull'edizione digitale del Fatto Quotidiano.
Giocavo in giardino e leggevo: tra gli undici e i diciassette anni divorai tutto quello che reperivo nella libreria di casa mia.
Oggi, invece, leggere significa rimettermi a posto col mondo.
Dopo una giornata di lavoro o anche una giornata di totale cazzeggio, è una sorta di catarsi, che siano dieci pagine di libro o dieci pagine di articoli di giornale sull'edizione digitale del Fatto Quotidiano.
Cosa significa per te scrivere
Tradurre in forma scritta i miei due "registri", che sono gli stessi sia nella vita di tutti i giorni che nella scrittura: quello comico e quello profondo.
Mi diletto molto a scrivere pezzi divertenti, ma in realtà quando c'è da fare un pippone sentimentale, mi diletto altrettanto.
In sostanza, scrivere per me significa ridere di ciò che mi è accaduto.
Sdrammatizzare. Ridimensionare. Alleggerire tutto col sorriso, anche se poi nei miei libri si percepisce sempre quanto sia stato doloroso.
Mi diletto molto a scrivere pezzi divertenti, ma in realtà quando c'è da fare un pippone sentimentale, mi diletto altrettanto.
In sostanza, scrivere per me significa ridere di ciò che mi è accaduto.
Sdrammatizzare. Ridimensionare. Alleggerire tutto col sorriso, anche se poi nei miei libri si percepisce sempre quanto sia stato doloroso.
Chi ti ha fatto scoprire il piacere della lettura?
Come dicevo, è stata una scelta "forzata": non amavo molto giocare con gli altri ragazzini, per cui fu la soluzione più utile e bella per trascorrere le mie giornate estive quando non andavo al mare.
Da bambino sognavo di diventare...
Un medico di base.
Cosa bevi durante le tue sessioni di scrittura?
Mi dimentico di bere.
Un personaggio letterario che ti porti nel cuore
E' una famiglia: Ettore, Andromaca e Astianatte.
Quanti libri leggi all'anno?
Da qualche anno, per via del lavoro, sono un pessimo lettore.
In linea di massima tre. Però leggo i quotidiani tutti i giorni!
In linea di massima tre. Però leggo i quotidiani tutti i giorni!
Cartaceo o digitale?
Libri cartacei. Quotidiani digitali.
Dove preferisci leggere?
Alla scrivania, con tanto di leggio.
Da cosa nascono i tuoi romanzi?
Dal desiderio di elaborare alcune esperienze faticose e complicate che mi erano capitate negli ultimi anni. E, banalmente, da un fuoco sacro che mi arde dentro per la scrittura.
Scrivi a penna o sul computer ?
A penna.
Vincenzo Cerami diceva che scrivere è "falegnameria".
Chiunque scriva, rilegge, aggiusta, toglie, leva, mette: è un lavoro quasi artigianale, che a me riesce meglio a penna. Non so dirti il perchè.
Vincenzo Cerami diceva che scrivere è "falegnameria".
Chiunque scriva, rilegge, aggiusta, toglie, leva, mette: è un lavoro quasi artigianale, che a me riesce meglio a penna. Non so dirti il perchè.
Hai qualche gesto scaramantico legato alla scrittura?
Gesto scaramantico proprio no, però mi isolo dal mondo.
Scrivere è una scelta "romantica", richiede disciplina. Sai che per otto/nove ore al giorno ti dedicherai solo alla tua creatura.
Scrivere è una scelta "romantica", richiede disciplina. Sai che per otto/nove ore al giorno ti dedicherai solo alla tua creatura.
Preferisci leggere/scrivere in silenzio o con un sottofondo musicale?
Scrivo con un sottofondo musicale, ma rileggo in silenzio.
Scrivere, a mio avviso, è anche un fatto di orecchio, di musicalità: quando mi rileggo devo sentire un ritmo, una musica nelle mie parole.
Scrivere, a mio avviso, è anche un fatto di orecchio, di musicalità: quando mi rileggo devo sentire un ritmo, una musica nelle mie parole.
Il libro che non avresti mai voluto leggere
Non c'è perchè non l'ho letto. Ho interrotto subito moltissimi libri.
Cosa c'è di te nei protagonisti dei tuoi romanzi?
Nei miei romanzi non c'è la storia della mia vita, ma del mio approccio emotivo alla vita.
Di conseguenza molti dei personaggi di "Sarò la tua tregua" e "Col vento amico" hanno la mia personalità, la mia lettura delle cose, i miei difetti, il mio sguardo sul mondo.
Di conseguenza molti dei personaggi di "Sarò la tua tregua" e "Col vento amico" hanno la mia personalità, la mia lettura delle cose, i miei difetti, il mio sguardo sul mondo.
Qual è il personaggio dei romanzi a cui sei più affezionato?
Per forza di cose è Francesco. Inutile negare che come me è un ragazzo sui trenta, col mio identico senso del dramma: drammatizza la vita, per poi ribaltare tutto e vedere il lato ironico delle cose.
La vita di Francesco, però, va in un'altra direzione, e a lui accadranno cose che a me, purtroppo o per fortuna, non sono mai accadute.
La vita di Francesco, però, va in un'altra direzione, e a lui accadranno cose che a me, purtroppo o per fortuna, non sono mai accadute.
Scrivere è la tua principale attività o ti occupi anche di qualcos'altro?
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