mercoledì 15 gennaio 2020

Frasi dal libro "Col vento amico" di Claudio D'Amico

"Ma non preferiresti una donna a me?"
"Ho scelto te,un motivo c'è".
Ha scelto me,con tutti gli annessi e connessi del caso.
E continua a scegliere me anche quando la società si mostra ancora troppo omofoba,gretta e ottusa per comprendere.

Essere superiori, talvolta, è una scelta da persone intelligenti.
Ma soprattutto da persone che non hanno più voglia di farsi il fegato amaro.
Certa gente la asfalteresti volentieri,ma a conti fatti,a sorpassarla con noncuranza c'è più soddisfazione.

Sono sempre stata donna, dentro di me.
Nell'animo, nella mente,nei gesti.
Nel modo di parlare,pensare e di stare al mondo.
Avrei voluto esserlo anche fuori, nell'aspetto.
E ho attraversato tempeste inenarrabili,nel tentativo di soddisfare come potevo questa parte così importante di me.
Cucinavo con i pochi ingredienti che avevo.
I jeans femminili, l'intimo di pizzo,i trucchi, l'utilizzo compulsivo del rasoio con cui martoriato il mio volto con l'intenzione di fare sparire la barba,le sedute infinite dall'estetista con lo scopo di eliminare ogni traccia di pelo superfluo.
Una tortura costante, imprigionato in un corpo che non sentivo mio.

C'è chi ha affrontato percorsi di sofferenze indicibili per guardarsi allo specchio e vedere finalmente le fattezze di una donna,di una femmina.
A me questo coraggio è mancato e mancherà.
Non possiederò mai quei capelli lunghi,ordinati e setosi che fingevo di avere da bambino, quando chiedevo a mia madre di legarmi lo strofinaccio da cucina attorno al capo per simulare un'acconciatura femminile.
Tuttavia,per dirla alla Frida Kahlo,vivo sforzandomi di essere "quanto più somigliante a me stessa mi è stato concesso di essere".
Certo, è stato e sarà sfiancante, doloroso,ci saranno ancora quei giorni amari in cui le forze mancheranno e mi sentirò incompleto,ma l'ho accettato.
Ho accettato di essere autentico a modo mio, nella misura in cui posso,un po'imperfetto e un po'sgangherato.
Ho accettato questa mia vita da donna in un involucro inconsueto con cui tento pazientemente di convivere.

Sposandomi non mi pare di fare del male a nessuno o di ledere i diritti altrui.
Non arrechiamo danno alle loro vite,per cui li invito pacatamente ed educatamente a investire tutte queste energie in maniera diversa e soprattutto concreta.

Cosa significa che siamo "arcobaleno",di grazia?
La mia famiglia sarà generata dall'unione tra due cristiani che si amano,mica da un acquazzone estivo.
Nelle mie vene scorre volgare sangue rosso.
Non indaco, né arancione.
Trovo che i termini utilizzati dalla stessa comunità gay siano sovente più discriminanti di qualunque legge e discorso politico.

L'ho cambiata io la vita che non ce la faceva a cambiare me, parafrasando Patty Pravo.

Il nostro Santo Padre ha scelto di predicare un Dio d'amore,non un Dio che ripudia i propri figli.
Smettiamola di utilizzare  la parola di Cristo come un'arma contro i nostri fratelli.
Essa sia invece un abbraccio,un moto fraterno, perché vedete,la religione non può e non deve ingabbiarci:deve renderci liberi.

Oggi ha trionfato l'amore. E la libertà.

Forse,col vento amico, è davvero tutto possibile.


Tutto il resto è noia,o al massimo malignità di gente repressa che sa solo puntare il dito.














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