LA TRAMA:
Umbria, fine anni '30.
Franco Della Rocca, investigatore privato scalcinato ma dotato di ottimo intuito, viene chiamato ad indagare sulla strana morte di un anziano conte, nel paese in cui è nato.
A chiedere il suo intervento è il brigadiere Lucio Costante, suo amico d'infanzia, il quale ha dei sospetti sulla naturalità del trapasso.
In effetti, sin da subito l'omicidio sembra essere la vera causa della dipartita del nobile locale.
Immersi nella realtà di un piccolo paese di provincia, la scure di un bigotto ed opprimente Fascismo, i due cercheranno di scoprire le reali cause della morte, ma dovranno fare i conti con un caso che si complicherà sempre più, sino a diventare una vera e propria caccia all'uomo.
Le sorprese, sia nel corso dell'indagine, che nell'identificazione dei colpevoli e dei loro moventi, si susseguiranno vertiginosamente.
IL MIO GIUDIZIO:
Dopo averci condotto nel 1300 insieme a Galeno, adesso Francesco Giannetti ci porta nell'Umbria di fine anni '30, quando cominciavano a prendere piede gli ideali fascisti, e ci fa fare la conoscenza dell'investigatore privato Franco Della Rocca, baldo trentacinquenne che si atteggia a grande uomo ma in realtà è uno squattrinato, che se ha qualche lira in tasca, invece di pagarci la pigione, preferisce spenderla in alcool, nel gioco d'azzardo e in belle donne, anche se, nel suo lavoro, si mostra scaltro, intuitivo e attento, oltre che ottimo osservatore.
Proprio a lui toccherà tessere le fila su chi, quando, come e perché ha assassinato il conte Augusto Fieramosca.
Il pomeriggio del 3 Novembre 1938, viene infatti contattato da quello che era stato uno dei suoi più cari amici di gioventù, Lucio Costante, adesso brigadiere di caserma (e per questo soprannominato Brig dal protagonista), affinché si rechi il più presto possibile a Santo Spirito, paesino nei pressi di Perugia, per aiutarlo a fare luce sull'improvvisa quanto sospetta morte di un anziano nobile del luogo, residente a Villa Sante.
Franco torna, così, nei suoi luoghi natii, dove in un giorno di 35 anni prima era stato deposto, figlio di chissà chi, sulla porta del convento e da allora cresciuto dalle cure amorevoli di suor Brunemma e suor Claretta.
Luoghi da cui, una volta adulto, era fuggito per cercare fortuna (poca!) in città.
Luoghi da cui, una volta adulto, era fuggito per cercare fortuna (poca!) in città.
Appurato che l'arcigno conte non è piombato a terra colto da malore, bensì a causa di un bicchiere di whisky avvelenato, Franco e il suo fidato quanto timoroso braccio destro "Brig" se la devono vedere con i principali sospettati:
il personale di servizio di Villa Sante, ovvero il maggiordomo, la cameriera e lo stalliere tuttofare;
i due nipoti del conte, suoi unici eredi: l'algida ma maliziosa contessa Speranza, dedita alla pittura e alla vita mondana e il suo giovane fratello, il losco Lodovico;
ed infine il Marchese Orazio Del Valentino, sempre alle prese con il suo porcaro Pipino, un tempo grande amico del Conte e adesso solamente suo confinante, per colpa di una serie di episodi nefasti che hanno portato alla rottura dell'amicizia (anche se, di fatto,hanno continuato a volersi bene, seppur a distanza).
il personale di servizio di Villa Sante, ovvero il maggiordomo, la cameriera e lo stalliere tuttofare;
i due nipoti del conte, suoi unici eredi: l'algida ma maliziosa contessa Speranza, dedita alla pittura e alla vita mondana e il suo giovane fratello, il losco Lodovico;
ed infine il Marchese Orazio Del Valentino, sempre alle prese con il suo porcaro Pipino, un tempo grande amico del Conte e adesso solamente suo confinante, per colpa di una serie di episodi nefasti che hanno portato alla rottura dell'amicizia (anche se, di fatto,hanno continuato a volersi bene, seppur a distanza).
A complicare la situazione, che già semplice non è, ci si mette anche la leggenda del brigante Bessa il quale, pare, avesse nascosto un ingente tesoro proprio in una delle grotte facenti parte del territorio dei Fieramosca.
Tesoro che fa gola allo stesso Orazio, che lo cerca con ostinazione (sarà mica un discendente del buon Galeno, questo Orazio??!!).
Ma, soprattutto, non sarà mica proprio a causa di questo fantomatico tesoro che qualcuno ha pensato bene di eliminare dai giochi il conte, facendogli assaggiare del whisky edulcorato allo stramonio?
Tesoro che fa gola allo stesso Orazio, che lo cerca con ostinazione (sarà mica un discendente del buon Galeno, questo Orazio??!!).
Ma, soprattutto, non sarà mica proprio a causa di questo fantomatico tesoro che qualcuno ha pensato bene di eliminare dai giochi il conte, facendogli assaggiare del whisky edulcorato allo stramonio?
A Franco il compito di risolvere l'ingarbugliata matassa.
Un avvincente giallo alla Agatha Christie, ambientato in un'epoca in cui non c'erano ancora tutte le tecnologie investigative che ci sono adesso (le impronte digitali erano appena state scoperte) e bisognava scovare i colpevoli affidandosi soprattutto all'intuito, all'ingegno e prestando attenzione a ogni singolo dettaglio.
Un racconto intrigante e, allo stesso tempo, divertente.
Francesco ha la capacità di farti affezionare ai suoi personaggi tanto che, appena si arriva alla conclusione, già se ne sente la mancanza.
Però, se tanto mi dà tanto, credo che le avventure di Franco Della Rocca non siano finite qui e che, a breve, lo ritroveremo alle prese con altri casi da risolvere.
IL MIO VOTO:
Un giallo avvincente ed originale.
Il primo di una lunga serie,mi auguro.
Perché qualcisa mi dice che Franco Della Rocca è un personaggio che ci darà grandi soddisfazioni.
Consigliato!
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