LA TRAMA:
Anno 1372.
Galeno ha vissuto la sua vita all'insegna dell'egoismo e delle sue passioni, su tutte la ricerca di reperti antichi.
Tale comportamento lo ha allontanato da ogni affetto, facendolo precipitare in una grande solitudine.
Ormai avanti con l'età e dalla salute sempre più cagionevole, si troverà, grazie ad un incontro apparentemente fortuito, a compiere un'ultima impresa: cercare il famigerato oro del re barbaro.
Il viaggio si trasformerà in un percorso esistenziale che lo porterà alla ricerca di sua figlia, che vive in un'isola lontana, e di cui ha perso i contatti da molti anni.
Affronterà un lungo percorso in cui conoscerà nuovi amici, una lunga prigionia ed una verità molto difficile da accettare.
Tornato a casa, troverà ad attenderlo una realtà inaspettata, con cui dovrà fare i conti.
Riuscirà a squarciare l'opaco velo che ha ottenebrato i suoi sentimenti per tutta la vita o sarà troppo tardi per rimediare?
IL MIO GIUDIZIO:
Ci sono tanti libri, diciamo "famosi", che vorrei leggere e che, da mesi, attendono pazienti nella mia libreria o sul Kindle ma che, da quando ho iniziato a occuparmi di autori emergenti, per mancanza di tempo, ho dovuto momentaneamente accantonare.
Però, quando mi trovo fra le mani un piccolo capolavoro come "Maledictvs Homo", opera prima di Francesco Giannetti, mi dico; "che aspettino pure, questi best seller!"
Infatti, non solo ho appena avuto la fortuna di scovare una perla nascosta della letteratura italiana,
ma ho anche la possibilità e l'onore di promuoverla e far sì che più gente possibile possa conoscerla,leggerla e apprezzarla come merita.
In primis, ringrazio quindi Francesco per i complimenti che ha rivolto al mio blog e per la fiducia accordatami.
Veniamo al romanzo in sè.
Leggendo la sinossi, di primo acchito, mi è venuto in mente "Il nome della rosa".
Il perchè non me lo so spiegare nemmeno io, forse mi sono fatta fuorviare dall'immagine dell'uomo incappucciato in copertina o dal fatto che la storia sia ambientata nel medioevo e che abbia a che fare con una ricerca (anche se qui, a differenza dell'opera di Eco, la Chiesa ha un ruolo puramente marginale).
Certo è che Galeno, il protagonista, me lo sono da subito raffigurato con il volto di Sean Connery, anche se la descrizione che l'autore ne fa è quella di un uomo tutt'altro che atletico e affascinante, anzi!
In realtà, andando avanti con la lettura, mi sono presto resa conto che più che a "Il nome della rosa", "Maledictvs Homo" è una sorta di "Shantaram" medioevale, pieno di avventura ma anche di insegnamenti.
Sin dalle prime pagine si viene catapultati in un'epoca a noi lontana, dimenticata ma anche un pò magica, quella dei primi del 1300 (fra l'aprile del 1372 e l'ottobre del 1373, per l'esattezza).
Per me, che sono abituata a cimentarmi solitamente con la narrativa moderna e contemporanea, questa atmosfera così antica mi ha da subito catturato e incantato.
Il Maledictvs Homo del titolo è proprio Galeno.
L'espressione deriva da una frase latina, tratta dalla Bibbia, dal libro di Geremia che, tradotta, significa, all'incirca:
"Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, che pone nella carne il suo sostegno e il cui cuore si allontana dal Signore".
Egli, infatti, è un uomo di circa 55 anni (età avanzata per quei tempi, quasi rasente alla vecchiaia) che ha speso l'intera esistenza cercando reperti archeologici e tesori nascosti.
L'obiettivo principale della sua ricerca è sempre stato il famoso quanto misterioso "oro del re barbaro", il cui ritrovamento gli avrebbe arrecato, oltre che un'immensa ricchezza economica,
anche la gloria nei secoli a venire.
Per inseguire questa sua chimera, Galeno ha volutamente pagato un prezzo molto alto:
ha barattato la libertà e i suoi sogni con l'amore e la stima di sua moglie e di sua figlia che, a un certo punto, stanche di avere a che fare con un uomo inconcludente, egoista e mai presente, se ne sono andate e lo hanno abbandonato al suo destino.
La ricerca di reperti e tesori, diventa quindi, in questo contesto, una metafora di chi si ostina a cercare ossessivamente qualcosa che magari nemmeno esiste e, per farlo, finisce col non apprezzare ciò che veramente gli è stato donato e che è, vivo e presente, davanti ai suoi occhi.
Di chi, invece di vivere il "qui e ora" è costantemente ancorato a un passato ormai andato o proiettato in un fumoso futuro che non si sa nemmeno se e quando si materializzerà.
Con il fisico ormai logorato dal tempo ma soprattutto dagli sforzi fisici, dal troppo bere e da una vita dissidente, Galeno comprende di essere ormai prossimo alla morte e di aver sacrificato inutilmente la sua esistenza ed i suoi affetti più cari per un sogno illusorio.
Prima che le forze lo abbandonino del tutto, grazie anche all'incontro con un personaggio misterioso e a una sorte che sembrerà concedergli una seconda e ultima possibilità per riscattarsi e per mettere in ordine la sua vita, si troverà ad affrontare la sua ultima avventura che lo porterà, fra le altre cose, alla ricerca di Melusina, la sua perduta figlia che non vede da quasi 20 anni e che adesso abita aldilà del mare.
In un avvincente racconto fatto tutto in prima persona, Galeno ci porterà con sè in questa sua affascinante quanto ardua impresa che, da un immaginario paesino situato più o meno al centro Italia denominato Castroleronis, ci condurrà fin su un'isola chiamata Crepida, dove si sta combattendo un'efferata guerra fra crepidesi e ispanici.
Insieme a lui, conosceremo un corollario di personaggi che saranno i suoi compagni in queste difficili gesta e che faranno breccia, da subito, nei nostri cuori:
il giovane ed enigmatico Serrano, che repentinamente entrerà nella vita di Galeno,che sembra conoscere cose di lui che egli non ha mai raccontato a nessuno e che, tanto repentinamente, sparirà, ma non prima di aver portato a termine la sua missione.
Agata, la fattucchiera del paese, da sempre innamorata di Galeno e da sempre in attesa che lui, con lei, si decida a fare sul serio.
Fiammetta, col suo carattere scorbutico e diretto, che con Agata ha un rapporto molto speciale (e poi scopriremo quale!).
Padre Enrico, fratello di Agata, un tempo malvivente poi convertitosi e diventato uomo di fede.
Il laborioso frate Paolo,l'altruista pastore Fausto e l'amico Fredotto, che svelerà a Galeno un importante segreto.
La dolce e sfortunata Bianca.
E poi, ancora, i contrabbandieri che accompagneranno Galeno nella sua traversata verso l'isola di Crepida:
il giovane Sabino, lesto di mano e con un occhio verde e uno azzurro;
il Paino, burbero ma onesto e puro di cuore e Stinchi che, con le sue battute sempre fuori luogo stempera un pò la tensione nei momenti in cui la situazione sembra farsi davvero critica.
Ed infine, il personaggio più importante di tutti, colui che tira le fila di tutta la storia ma che comparirà solo nei sogni di Galeno, per incoraggiarlo e dargli qualche dritta.
Scritto con stile semplice e scorrevole, a tratti drammatico ma spesso ironico ed ilare,
assai curato nei dettagli, pecca solamente di qualche refuso grammaticale (gli/le) di cui comunque l'autore è a conoscenza e che dovrebbe essere rivisto e corretto nelle prossime (ri)edizioni del libro.
Un romanzo appassionante e coinvolgente, ricco di imprevisti e colpi di scena dove ogni pagina è un'avventura, un tuffo al cuore ma che, al contempo, offre diverse chiavi di lettura e ottimi spunti di riflessione.
Un racconto di valori e altruismo che ci fa comprendere come, molto spesso, siano proprio le persone meno ben viste ( i poveracci o i malviventi ) quelle più oneste e disposte a tenderti una mano, proprio perchè sanno cosa significhi la sofferenza, avendola provata sulla propria pelle.
Una storia che ci porta a essere meno presuntuosi e più umili, ad avere rispetto per gli altri;
ad apprezzare il "qui e ora", a gioire di quello che si ha nel momento in cui lo si ha e che ci fa comprendere che il tempo che abbiamo a disposizione non è infinito,
che ogni giorno che passa è per noi un giorno in meno, per cui dobbiamo saperlo ottimizzare e usare al meglio, facendo le scelte giuste.
Perchè scegliere in un modo piuttosto che in un altro non è un fatto di poco conto ma qualcosa che segnerà in maniera definitiva il nostro percorso.
Tutto ciò può sembrare macabro ma è essenziale essere a conoscenza di questa ineluttabilità,
al fine di non avere rimpianti e di fare tutto ciò che vogliamo fare,
senza rimandare inutilmente alle calende greche o facendoci fuorviare da convinzioni sbagliate che non portano a nulla.
Le vere ricchezze della vita, quelle su cui investire veramente, infatti, non sono i beni materiali ma gli affetti, i sentimenti.
E la migliore eredità che possiamo lasciare non sono gli averi ma un ricordo che generi un sorriso sul volto di chi ci pensa.
IL MIO VOTO:
Romanzo avvincente e avventuroso ma ricco di spunti di ottimi spunti di riflessione.
ASSOLUTAMENTE CONSIGLIATO!
DA LEGGERE!
LO SCRITTORE:
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