mercoledì 13 marzo 2019

"Quando intrecciavamo fiori" Astrid Mazzola (2014)





LA TRAMA:
Dopo gli attentati che hanno sconvolto la vita della sua cittadina, Irene è fuggità, da tutto e da tutti.
Sola nella sua casa tra le montagne, ultimo regalo dell'amatissimo nonno, si sente alla fine di un lungo viaggio, forse anche all'inizio di un altro, dalla meta ancora sconosciuta.
E'il momento di scrivere, di rivivere sulle pagine del suo diario la storia della sua adolescenza e delle persone che l'hanno segnata.
I suoi amici.
Dalla strana Linda, con le sue teorie sulla rivoluzione pacifica a Ruben, il rockettaro privo di senso pratico.
E poi i genitori, con i quali il rapporto non è mai stato facile.
Ma c'è anche un altro incontro da raccontare, uno di quelli che ti sconvolgono la vita.
Mentre l'autunno ammanta i boschi con i suoi colori che sanno di perdita ma anche di rinascita,
Irene capisce che è giunto il momento di affrontare il dolore che si porta dentro e di aprirsi di nuovo alla speranza e alla fiducia.
Un originale romanzo di formazione.
La storia semplice e profonda di una ragazza che impara la gioia di rifiorire.

IL MIO GIUDIZIO:
Ambientato fra la città di Trento e le montagne limitrofe,
questo originale romanzo di formazione racconta la storia di Irene (che è anche la voce narrante della vicenda), un'adolescente dall'indole profonda, riservata e introspettiva, che ama le letture impegnate, la riflessione, e si nutre di significati che agli altri non interessano.
Una ragazza (in cui, ammetto, mi sono riconosciuta tantissimo) dalla sensibilità accentuata e di elevata empatia verso i dolori e gli stati d'animo altrui, che somatizza come se fossero suoi.
Una outsider che non parla la lingua dei suoi coetanei nè che da loro si sente compresa, portandola a vivere la sua giovinezza con disagio invece che con spensieratezza.

A dare una svolta alla sua vita sarà il fortuito incontro con Linda, ragazza idealista, rivoluzionaria, altruista e sensibile come lei, che vuole cambiare il mondo e renderlo migliore.
E'infatti fermamente convinta che il mondo si possa cambiare a partire dai piccoli atti e il suo motto è "voglio provarci".

Da qui l'idea di creare un gruppo di giovani il cui scopo e ideale sia quello di rendere il mondo un posto più bello, più pacifico, più vivibile, dove ognuno possa essere se stesso e realizzare i propri sogni, grazie a una rivoluzione senza armi.

Ma è Irene (il cui nome significa, per l'appunto, "pace") la prima a non riuscire a essere in pace con se stessa, a causa di un grosso senso di colpa che le appesantisce il cuore.

In un alternarsi di flashback narrativi fra passato e presente (anche se talvolta è difficile capire dove termini l'uno e cominci l'altro), un'Irene ormai ventenne, che si è ritirata a vivere in solitudine in un'isolata casetta in mezzo ai boschi, scrive la storia della sua travagliata adolescenza.
Questo racconto vuole essere un ponte fra ciò che è stato e ciò che potrà essere.
Una sorta di salvacondotto verso il futuro, che le permetterà di fare pace con i fantasmi del suo passato, di accettarsi pienamente per ciò che è, di aprirsi a nuovi incontri e a una vita finalmente consona alle sue esigenze e alla sua indole.
"Dopo aver scritto tanto intensamente mi manca quel momento di immersione in apnea nelle mie profondità, ma quello che ho scritto non mi appartiene già più.Mi sento pronta ad andare al di là,verso un'altra vita,o un altro pezzo di vita,che mi incuriosisce e mi riempie di esaltazione."

Un romanzo introspettivo che è, allo stesso tempo, un inno alla speranza e alla positività.

Un invito a focalizzarsi più sulle cose belle che accadono intorno a noi che sulle brutte.

La dimostrazione che si può essere felici e soddisfatti anche non omologandosi alla massa, ma facendo degli assoli fuori dal coro e soprattutto confidando in se stessi.
Perchè è solo dentro se stessi che si può trovare la forza necessaria per avanzare vittoriosi.

In questo libro ho ritrovato quel messaggio di pace, di speranza, di umanità e determinazione che chi,
come me, segue e pratica la filosofia buddista di Nichiren Daishonin, porta avanti con convinzione e passione:
ognuno di noi è un fiore speciale nel grande giardino dell'Universo e ognuno può (e deve!) sbocciare e poi intrecciarsi agli altri in una magnifica e variegata ma omogenea composizione floreale.
Dobbiamo semplicemente credere nelle possibilità del sole.



IL MIO VOTO:
Un romanzo di formazione originale e introspettivo che invita a scavare nella parte più profonda di se stessi, per quanto oscura possa essere.
Perchè i pesci più belli e variopinti non si trovano in superficie ma negli abissi dell'oceano.
CONSIGLIATO!
Ne approfitto anche per ringraziare pubblicamente Dolly (madre dell'autrice e, come me, amante dei libri e della lettura) che, parlandomi di sua figlia (che, fra l'altro le somiglia come una goccia d'acqua!),
mi ha dato la possibilità di conoscere e apprezzare questa giovane e promettente scrittrice.

LA SCRITTRICE:





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