LA TRAMA:
Il presidente Toda espose per la prima volta le tre guide nel Dicembre 1957.
Arrivò a formulare queste guide dopo una lunga riflessione, mentre lottava contro gravi problemi di salute.
Stava cercando di chiarire quale fosse la fede alla quale i membri avrebbero dovuto aspirare affinchè ognuno di loro, senza eccezioni, ottenesse la felicità.
Diversi anni dopo, nel 2003, alle tre guide formulate dal maestro ne vennero aggiunte due dal suo discepolo Daisaku Ikeda.
Le cinque guide eterne della Soka Gakkai sono principi immutabili per approfondire la nostra fede.
Ci indicano la direzione per il conseguimento della buddità e per la realizzazione di Kosen Rufu.
IL MIO GIUDIZIO:
In questo breve saggio, il Sensei (maestro) Daisaku Ikeda, presidente in carica della Soka Gakkai (società per la creazione di valore), prendendo spunto da scritti e discorsi di Nichiren Daishonin (il Budda Originale dell'Ultimo Giorno della Legge), enuncia le cinque guide a cui, chi pratica la filosofia buddista, dovrebbe attenersi per ottenere la felicità e per portare avanti correttamente il voto di Kosen Rufu (la pace nel mondo e il benessere di tutti gli esseri viventi).
Ovvero:
1) Fede per una famiglia armoniosa
2) Fede per diventare felici
3) Fede per superare le avversità
4) Fede per godere di salute e longevità
5) Fede per la felicità assoluta
Nel dettaglio, le prime tre guide sono state formulate da Josei Toda (2°presidente della Soka Gakkai), mentre le ultime due sono state aggiunte successivamente da Ikeda.
Nel complesso, ciò che Sensei tiene a sottolineare è che, se vogliamo ottenere la buddità (una felicità interiore perpetua e indistruttibile nonostante qualsiasi intemperia),
dobbiamo agire sempre secondo la strategia del Sutra del Loto,
ovvero recitando il mantra Nam Myoho Renge Kyo e nutrendo una fede totale nella Legge Mistica (la legge di causa ed effetto che regola l'intero Universo).
Questa strategia forgia, infatti, uno spirito indomito, alimenta una speranza senza limiti,
conduce alla pace interiore, dona la forza di avanzare risolutamente e consente di trasformare in meglio il destino, modificando il karma negativo che ci portiamo dietro dalle esistenze precedenti.
Ribadisce,poi, il concetto di sacralità della vita:
la vita è un'entità della Legge Mistica e vita e morte sono funzioni inerenti a questa legge universale.
Per cui, già il semplice fatto di essere vivi dovrebbe essere per noi fonte di estrema gioia e ci invita,perciò, a prenderci cura del nostro corpo e della nostra anima.
Spiega anche come, avendo fede, il nostro spirito possa mantenersi sempre giovane e combattivo, nonostante l'inevitabile avanzare dell'età anagrafica.
Sottolinea come ognuno di noi debba essere l'artefice del proprio destino e della propria felicità, senza aspettarsela dagli altri.
Ci invita ad affrontare col coraggio di un leone le varie avversità, siano esse di natura fisica, emotiva, psicologica o causate dall'ambiente esterno.
Perchè è solo lottando con il vento contrario, senza piangersi addosso ma sfruttando la forza della fede, che potremo realizzare la nostra missione,
manifestare la buddità e uscirne sicuramente vincitori,trasformando il veleno in medicina,
così come "un pizzico di sale esalta il sapore dei dolci".
Anche le piante, di fatto, per crescere rigogliose, hanno bisogno della pioggia:
il solo sole le farebbe inaridire e seccare.
Ci chiede,inoltre, di vivere in armonia sia con noi stessi che con le persone più prossime (la famiglia, gli amici, i conoscenti, i colleghi di lavoro),
in quanto è proprio a partire da questi piccoli microcosmi che possiamo dare il via all'obiettivo di pace mondiale.
In sintesi, quello che Ikeda vuol fare comprendere con questo manuale è che l'Universo ci ha creato per essere felici e il buddismo è vittoria:
praticandolo con fiducia, perseveranza e cuore sincero, giungeremo trionfanti a questa felicità.
IL MIO VOTO:
Pur essendo un saggio di semplice comprensione, ne consiglio la lettura a chi già abbia un'infarinatura del buddismo di Nichiren, in quanto i termini usati sono a volte un pò specifici e, se non si conosce l'argomento, si rischia di non coglierne appieno il significato.
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