giovedì 21 febbraio 2019

Frasi dal libro "La leggenda del ragazzo che credeva nel mare" di Salvatore Basile

Le stelle marine non erano altro che astri caduti nel mare dal cielo.
Una stella caduta,per ogni felicità non afferrata.
La leggenda raccontava anche che un giorno sarebbero tornate a risplendere in alto,ma solo quando qualcuno fosse riuscito ad afferrare tra le mani una felicità perduta.
E a sentire la sua consistenza.

Era bella come una musica che ogni volta lo coglieva di sorpresa.

Era stato come se fosse spuntata all'improvviso da un sogno ricorrente,tanto da provare la sensazione di riconoscerla anche se era la prima volta che la vedeva.

Apparteneva a quel genere di persone abituate ad avere tutto senza sforzo.
A camminare sul tappeto che la vita distendeva davanti ai loro piedi per diritto di nascita.
Io invece sono abituato a faticarmele le cose.
E pure a faticarmele senza arrivare a niente.

Ti è mai capitato un momento nella tua vita in cui hai pensato:
"Cazzo,in questo momento sono proprio quello che mi piacerebbe essere?"

Che impressione avrebbe fatto agli altri una donna sola,dall'aria stanca,seduta accanto alla propria nostalgia?

Le sorrise come se avesse capito.
Aveva forse lo stesso dolore,quel dolore che le donne sentono in silenzio,che accolgono come un passeggero del loro stesso viaggio,a cui si appoggiano,spesso,come a un sostegno per andare avanti e non fermarsi nel guado della rassegnazione.
E lo stesso buonumore di facciata,quello da usare al servizio degli altri,come un lavoro,come una pena da espiare.

Perchè questa è la mia vita:una corsa continua per dimostrare qualcosa.

Il tempo che passa si trasforma in distanza.

Gli dormivano accanto,disprezzo e pena.
E gli occupavano il sonno,rendendolo fragile,esposto al vento dei ricordi.

La nostalgia si prova solo per qualcosa che hai vissuto o per qualcuno che ha fatto parte della tua vita.

Ritrovò nel profumo dei suoi capelli la felicità dei giorni passati.

Certi silenzi c'hanno dentro le parole.
Le parole che non si dicono.
E soprattutto quelle che non si vogliono dire.

Si provano tante cose che ti puoi immaginare:tristezza,dolore...
Ti fai tante di quelle domande.
Cerchi di capire se sei tu che hai sbagliato qualcosa.
Ma poi,a un certo punto,te ne fai una ragione e lo sai perchè?
Perchè l'unica cosa che ti importa è che sta bene,che sta facendo quello che vuole...o perlomeno che ci sta provando.
E speri che sia veramente così:che ha trovato la sua strada.
Poi ti attacchi ai ricordi.
Ci pensi e ci ripensi.
E ti metti a immaginare cosa fa,se casomai si decide a tornare...
Immagini.
Speri.
Perchè ti fa bene.
E capisci che a un certo punto,pure la speranza è piena di ricordi.
Forse certe speranze sono fatte proprio di ricordi.
Se i ricordi sono brutti,a speranza è una speranza amara,che ha un sapore brutto.
Ma se i ricordi sono belli,allora oure tu ti fai le fantasie più belle.
E aspetti.
Aspetti domani.
Aspetti un altro giorno.
E trovi la forza di alzarti dal letto ogni mattina.

L'amore le si era conficcato nel petto e le aveva provocato quel dolore sottile come un ago infilato sotto la pelle.
Impietoso perchè sembra farlo apposta a non essere insopportabile,a fare in modo che si possa sentire a lungo,senza sosta,senza un attimo di riposo.

Sai cos'è un attacco di panico?
E' il cervello che ti inganna,che ti fa avere paura di qualcosa che puoi risolvere senza problemi.
E'un'illusione e tu devi essere più forte della paura,lo capisci o no?

Pensava a quante opportunità aveva rinunciato,schiacciata dal peso dell'inadeguatezza che continuava a opprimerla.
Quel peso che diventava un muro invalicabile,uno schermo nero che le oscurava i sogni e le speranze,le trasformava i progetti in illusioni,come una maledizione a cui si è condannati senza aver commesso alcuna colpa.

Avrebbe voluto dirgli che nulla torna com'era prima.
Perchè il tempo trasforma le cose e le persone.
Perchè nessuna cicatrice si rimargina completamente.
Perchè il dolore ha una tinta indelebile,che puoi solo coprire con altri colori ma,quando vai a grattare la vernice,rispunta fuori come il tufo sotto le pareti delle case.

I ricordi sono spesso il tappeto su cui camminano i rimorsi e i rimpianti.

Gli sembrò che tutto fosse legato alla sua esistenza,come il sapore dolce dei sogni che viene invaso dal fiele della disillusione.

Le cose serie si dicono subito.

Si sentiva come un piccolo tratto di matita indefinito nel groviglio dei segni che imbrattavano la vita.

"Ma perchè non glielo dici che muori per lei?
Che hai da perdere?
Male che vada becchi un due di picche e ti sei tolto il pensiero."
"No,il pensiero non me lo posso togliere"

Quella è una primavera che cammina!

Io ci sto sempre quando tu sogni.
Tu non mi vedi perchè è meglio se me ne sto nascosto perchè non si può stare dentro ai sogni degli altri.E'vietato.
Se mi scoprono mi mandano via e io invece ci voglio stare.
Se sogni tu è come se sognassi anche io,amore mio.
Qualunque cosa sogni.

A forza di stare da sola arriva il momento che quando ti addormenti hai paura di svegliarti il giorno dopo.
A un certo punto è come se sparire diventasse una speranza.

Lo seguì con lo sguardo mentre avrebbe voluto farlo con ogni parte del suo essere.

Ti sei mai innamorato?
Perchè se non hai mai provato l'amore non puoi provare l'odio.
Sono le due facce della stessa medaglia.

Si guardarono e si presero negli occhi per non lasciarsi più.

...domandandosi dove potesse essere,di quale sostanza fosse fatta la sua vita e cosa gli riservasse quell'uomo per l'indomani.

Si guardò intorno e provò la sensazione amara di non aver mai avuto un posto in cui ritornare.

Sono proprio le cose che ti fanno paura le più belle da affrontare.

La paura si prova per qualcosa che può farti male.
L'odio invece si prova per qualcosa che male te ne ha già fatto,che ti ha ucciso dentro e che può farlo di nuovo.

Si domandò se quel contatto delle mani sulle sue spalle potesse ricucire lo squarcio del tempo assente e annullare le distanze.
Se potesse esistere un luogo dove la vita si rischiara ogni giorno,come il cielo in quel momento.
Dove ogni sofferenza si annulla sotto il peso lieve del perdono.
Dove ogni verità si mostra,semplice e rivelata,senza che possa ferire o scavare baratri di risentimento.
Dove anche il suo dolore,il suo senso di colpa e la sua pena potessero placarsi,sotto un velo di oblio.

Non hai ancora cominciato a vivere e già ti arrendi?
Non ce lo hai questo diritto.
Te lo dice uno che si è arreso e sa cosa significa farlo.
Sei troppo giovane-
Avrai pure sofferto ma non lo sai ancora,cosa è la vita.

Io non mi muovo.
Resta così.
Restiamo così,amore mio:i tuoi occhi nei miei e la tua mano sulla mia spalla che mi arriva dritto al cuore.
Lascia la tua mano sulla mia spalla.
Lasciala lì finchè non mi spuntano le ali.
Tienimi.
Tienimi negli occhi.

Si domandò dove fossero finiti i suoi sogni e quante volte avesse provato a uccidere i suoi ricordi dentro le notti che erano state le stesse sue notti.
E quante volte anche lui avesse visto rivivere quei ricordi,come fantasmi che non vanno mai via.
E in quale posto avesse cercato di seppellire il dolore.
Dove avesse trovato la forza.
Tutto era stato spazzato via per fare posto al nulla.

Le fiamme ci sono ma stanno sotto al ghiaccio.

Non riesco a capire cosa sento.
Sono paralizzata e lascio che la vita accada,indipendentemente da cosa voglio o penso.

Aveva deciso di lasciar fare al destino perchè riteneva il suo compito terminato.

Il silenzio esiste solo se tu non ci sei.

Lo so che non è bello,anzi è bruttarello:un poco grasso e suda.
E'pure timidissimo tanto che quando parla chiude gli occhi che sembra che voglia sparire.
E tu mi chiedi se mi piace?
E allora ti chiedo..io come faccio a non a amarlo,a uno così?

E'lui che si deve muovere per primo.
Addà à l'omm!
Se mi vuole veramente,deve tirare fuori le palle e me lo deve dire.

La tranquillità era un peso dolce da trasportare e la sentiva per la prima volta dopo tanto tempo.
Solo il pensiero di lei riusciva a incrinarla,quella tranquillità.
Il ricordo di lei che ogni volta si trasformava in un languore strano che diventava fame e desiderio,per poi serrargli lo stomaco nella morsa della rassegnazione a non poterla avere.

La cosa oiù importante è che non ti sei arreso.
E hai trovato un'altra soluzione.
Forse non lo sai ma anche quello è coraggio.

A volte uno cerca una cosa e poi si accorge che voleva altro.

Perchè c'è sempre un momento,per ogni vita, in cui anche il dolore più profondo scioglie il suo nodo e finalmente accetta di trasformarsi in nostalgia.

La pesca è la cosa che più assomiglia alla speranza.
E a volte alla delusione.

Gli attimi in cui tutto sembra stare al posto giusto e il mondo intorno è sospeso all'interno di una bellezza assoluta.

Bastò un solo sguardo,uno solo.
Nello stesso istante in cui la vidi capii che le appartenevo da sempre e che lei apparteneva a me.

Era il tramonto e quel tramonto sembrava non dovesse mai finire.

Mi leggeva dentro.
Mi ha sempre letto nei pensieri ancora prima che li pensassi.

La prima volta che ha detto il mio nome è stato come un battesimo.
Ho capito il significato del mio nome dal suono della sua voce e ho imparato chi ero davvero grazie a lei.
Era il lievito che mi faceva crescere.

Sentivamo che dovevamo passare tutta la vita insieme per sopravvivere.
Come faccio a spiegarti...era la mia aria.
E l'aria non la vedi,la respiri.
La respiri e ti fa vivere.
E appena ti manca ti senti soffocare.
E sono anni che mi sento così.
Soffoco.
Soffoco e respiro tutta l'aria che non è lei e quindi non mi serve.

Cancellare.
Cancellare.
Hai visto che succede a forza di cancellare?

Io l'ho visto e ho capito che lo stavo cercando da sempre.
A volte mi sembra di averlo riconosciuto.
Sì,proprio così.
Riconosciuto.

L'amore non è mai un fatto volontario.
Non c'è mai un motivo o una ragione.
L'amore ti prende senza che te ne accorgi e pure se non vuoi.
E'fatto così,ti sorprende e non puoi farci niente.
I motivi e le ragioni servono solo per farlo finire,l'amore.

L'amore è essere felici,altrimenti è un'altra cosa.

Ce la faremo perchè ci amiamo tanto che è impossibile non farcela e poi non essere felici.

Le sue urla silenziose che richiedevano di appartenere a qualcuno o a qualcosa.
Le delusioni continue.
I rifiuti.
Le promesse non mantenute.
Come se tutto non fosse altro che l'espiazione  di un dolore che era nato insieme a lui.

Io mi sono stancato di chiedere.

Almeno adesso so da dove vengo.
Mi manca solo di capire dove devo andare.

Si era riufiutato di capire.
Si era ostinato a ignorare i segni che,giorno dopo giorno,gli si presentavano davanti agli occhi,per sfuggire la realtà.

Io sono solo una donna che ha fatto errori su errori.
Ho gettato via la mia vita,come l'hai gettata tu.
E alla fine mi sono ritrovata sola con rimpianti e rimorsi,proprio come te.
E a cosa serve vivere così?

"Ti fa paura ora?"
"No,non mi fa paura"
"E perchè ora non ti fa paura?"
"Perchè ci sei tu"

Lo sai che mi sembra di conoscerti da sempre?
Non so come spiegarmi ma la prima volta che ti ho visto è stato come se ti avessi riconosciuto.

Nessun commento: