mercoledì 29 novembre 2017

Frasi dal libro "Donne che amano troppo" di Robin Norwood

Quando essere innamorate significa soffrire tutto il tempo,stiamo amando troppo.
Quando giustifichiamo tutti i malumori,il cattivo carattere,l'indifferenza o li consideriamo conseguenze di un passato difficile e cerchiamo di diventare la sua terapista,stiamo amando troppo.
Quando leggiamo un saggio di psicanalisi e sottolineiamo tutti i passaggi che potrebbero aiutare lui,stiamo amando troppo
Quando siamo offesi dal suo comportamento ma pensiamo che sia colpa nostra perchè non siamo abbastanza attraenti,stiamo amando troppo.
Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo e la nostra salute,stiamo amando troppo.
Quando essere innamorate significa soffrire,stiamo amando troppo.

Nella vita c'è molta sofferenza e,forse,l'unica sofferenza che si può evitare è la sofferenza di cercare di evitare la sofferenza.

Alcune donne si sono lasciate ossessionare tanto dal pensiero del partner da riuscire a malapena a sopravvivere.

Ci sono donne che,in cerca di qualcuno che voglia amarle,sembrano invece destinate inevitabilmente a trovare dei partner incapaci di affetto e,anche dopo aver capito che quella relazione non soddisfa i loro bisogni,hanno tante difficoltà a romperle.

Il desiderio d'amore,lo struggimento,lo stesso amare diventa una dedizione,una specie di droga.
In realtà,alla radice di questa ossessione non c'è l'amore ma la paura.
Chi ama in modo ossessivo è piena di paure:
paura di restare sola,paura di non essere degna di amore e considerazione,paura di essere ignorata o abbandonata.
Offriamo il nostro amore con la speranza che l'uomo della nostra ossessione ci proteggerà dalle nostre paure.
Offrire amore con la speranza di essere ricambiate diventa la costante di tutta la nostra vita.

Bisogna amarsi per amare meglio.
Invece di una donna che ama qualcun altro tanto da soffrirne,bisogna essere una donna che ama abbastanza se stessa da non voler più soffrire.

"Più cresceva il panico,più gli correvo dietro.
Sembrava che lui avesse paura di affezionarsi troppo a me e io volevo aiutarlo a superare questo timore."
Che lui non l'amasse era qualcosa che lei non poteva accettare.
Aveva già deciso che lui aveva bisogno di lei.
Questo è il modo di sentire di una donna per la quale essere innamorata significa essere in pena.

Amare troppo significa un attaccamento ossessivo a un uomo e,pur riconoscendo che sta influenzando negativamente salute e benessere,non riuscire a liberarsene.
Significa misurare l'altezza del proprio amore dalla profondità dei propri tormenti.

L'incapacità di usare certe parole quando sarebbero appropriate,spesso ci preclude la speranza di risolvere i problemi.

L'incapacità dei vostri genitori di amarvi vi ha impedito di amare voi stessi.

Venendo da una famiglia disturbata si diventa incapaci di discernere se qualcuno o qualcosa non fa per noi.
Le situazioni e le persone che altri eviterebbero naturalmente perchè pericolose,spiacevoli o nocive,non ci ispirano ripugnanza,perchè non siamo in grado di valutare realisticamente e non abbiamo riguardi per noi.
Al contrario,siamo immancabilmente attratte dai pericoli,dagli intrighi,dai drammi e dalle sfide che altre donne,cresciute in un ambiente più sano ed equilibrato,rifiuterebbero istintivamente.
Quello che ci attrae è per lo più una replica del nostro vissuto infantile.

Fattori che possono portare una donna ad amare troppo e male:
- Venire da una famiglia disturbata dove nessuno si curava dei vostri bisogni emotivi.
- Avendo ricevuto ben poco affetto,cercate di saziare questo bisogno disatteso,offrendo le vostre cure a qualcuno,specialmente a uomini che sembrano in qualche modo averne bisogno.
- Poichè non siete riuscite a cambiare i vostri genitori,trasformandoli nelle persone dolci e affettuose che desideravate,rispondete con troppa passione al tipo di uomo emotivamente non disponibile che vi è familiare e che potete cercare di nuovo di cambiare con il vostro amore.
- Col vostro terrore per l'abbandono fate qualsiasi cosa per evitare che la relazione si sciolga.
-Nulla è troppo faticoso,se potrà aiutare l'uomo che amate.
-Abituate alla mancanza d'amore nei rapporti personali siete disposte ad aspettare,sperare e continuare a sforzarvi di piacergli.
-La vostra autostima è pericolosamente bassa e siete convinta di non meritare di essere felici.
Piuttosto,credete di dovervi guadagnare questo diritto.
-Poichè nell'infanzia non vi siete mai sentite sicure,avete un bisogno disperato di controllare il vostro uomo.
-In una relazione siete più in contatto col vostro sogno di "come potrebbe essere"che con la realtà dei fatti.
-Siete dedite agli uomini e alle sofferenze emotive come una droga.
-Non trovate attraenti gli uomini gentili,equilibrati e degni di fiducia che forse si interessano a voi perchè questi bravi ragazzi vi sembrano noiosi.

Le donne con queste predisposizioni sono attratte in modo particolare dagli uomini che,per una ragione o per l'altra,non sono emotivamente disponibili.
L'alcolismo è una delle cause principali di indifferenza emotiva.

Le donne che amano troppo hanno pochi riguardi per la loro integrità personale nei rapporti amorosi,
Riversano tutte le loro energie in tentativi disperati di influenzare l'altro e costringerlo a cambiare il suo comportamento e i suoi sentimenti nei loro confronti.
Nel caso di Jill,Randy non desiderava essere aiutato a scoprire se stesso.
Se questa ricerca lo avesse interessato,si sarebbe impegnato a farlo.

Finchè pensiamo che la colpa sia nostra c'è la speranza di riuscire a cambiare abbastanza da indurre il nostro uomo a cambiare anche lui.
Assumendoci noi la colpa,conserviamo la speranza di riuscire a capire che cosa non va e correggere il nostro comportamento,quindi a controllare la situazione.

Le persone affamate fanno cattivi acquisti.

"Sapevo che,chiunque fosse quella donna che me lo ha portato via,lei era tutto quello che io non ero.
Mi sentivo come se non avessi niente da offrire.
Neppure io riuscivo a sopportare me stessa"

Jill diventava sempre più dipendente dall'uomo e dal rapporto che aveva con lui per potersi sentire bene.
Era spinta a difendere e a tenere in piedi la relazione con tanto maggiore impegno quanto meno gioie e soddisfazioni ne ricavava.
Più la relazione peggiorava,più ne sentiva il bisogno e più era difficile uscirne.

Stava cercando quello che aveva perduto in passato ma lo cercava dove non c'era la speranza di trovarlo.

In una famiglia disturbata,dove i bisogni emotivi non vengono riconosciuti ciò menoma nella bambina la capacità di aver fiducia in se stessa e nelle sue percezioni,prima nell'infanzia e poi nell'età adulta.
Una bambina che rimane affamata d'amore non se ne sente degna.

Le famiglie disturbate,dove vi è presenza di litigi e tensioni e dove i genitori sono in competizione con i figli,possono avere diversi problemi ma tutte hanno in comune un unico effetto sui figli:
sono tutti bambini in qualche modo sminuiti nella loro capacità di comprendere i sentimenti propri e altrui e di mettersi in relazione con gli altri.

Siamo attratte da chi è in una situazione di bisogno.
Ci identifichiamo col suo soffrire e cerchiamo di alleviarlo per lenire la nostra stessa sofferenza.
Che gli uomini più attraenti per noi siano quelli che sembrano bisognosi di aiuto ha un significato,se si comprende che alla radice del loro fascino c'è il nostro stesso desiderio di essere amate e soccorse.

Sarebbe bello se mettessimo tutta la nostra simpatia e comprensione in un rapporto con un uomo sano,un uomo col quale ci sarebbe qualche speranza di veder soddisfatti i nostri bisogni.
Un uomo così ci sembra noioso.
Siamo attratte dagli uomini che ci fanno rivivere il tormento che abbiamo sopportato coi nostri genitori,quando cercavamo di essere abbastanza brave,abbastanza amabili e abbastanza brillanti da riuscire a conquistare l'amore,l'attenzione e l'approvazione di chi non poteva farci quello che ci era necessario per via di suoi problemi personali.
Se i nostri genitori non riuscivano a trovarci degne del loro amore e della loro attenzione,come possiamo credere di valore come persone?
Crediamo di esserci macchiate di errori e colpe terribili e di dover soffrire molto per compensarle.
Viviamo sentendoci perennemente in colpa e col timore che le nostre mancanze vengano scoperte e ci vengano additate.
Ci diamo continuamente da fare per cercare di dimostrare di essere buone,perchè non crediamo di esserlo.
Ora ci comportiamo come se amore,attenzione e approvazione non avessero alcun valore,a meno che non si riesca a estrarle da un uomo anch'egli incapace di offrircele,per via dei suoi problemi.

Viviamo con la speranza che domani sia diverso.
Aspettare che lui cambi è effettivamente più comodo che cambiare noi stesse e il nostro modo di vivere.

Una bambina che vive in una famiglia disturbata,vive con persone dalle quali dipende ma che non la aiutano,perchè sono troppo malate per farlo.
In realtà,questa famiglia è una fonte di panico e di dolore più che un luogo dove trovare sicurezza e protezione.
Se siamo capaci di aiutare gli altri,proteggiamo noi stesse dal panico che viene dal sentirsi alla mercè di qualcun altro.

Usiamo la nostra ossessione verso gli uomini che amiamo per dimenticare il nostro dolore,il senso di vuoto,paura e rabbia.
Usiamo le nostre relazioni sentimentali come una droga,per non provare quello che sentiremmo se pensassimo a noi stesse.
Quanto più il rapporto col nostro uomo ci fa soffrire,tanto più riesce a stordirci.

Tutte le donne che amano troppo si trascinano un sovraccarico di esperienze emotive non risolte.

Mentre siamo molto acute nell'intuire i sentimenti di qualcun altro o nel capire di che cosa ha bisogno e che cosa dovrebbe fare,non ci rendiamo conto dei nostri sentimenti personali e siamo incapaci di prendere decisioni sagge su aspetti importanti della nostra vita che ci disturbano.
Spesso non sappiamo davvero chi siamo e cerchiamo di non scoprirlo immergendoci nei problemi altrui.

Purtroppo,se non possiamo amare troppo un uomo,di solito non possiamo amarlo affatto.

"Pensavo che sarei riuscita a farmi amare dandogli tutta me stessa.Gli ho dato tutto quello che avevo da dare...com'è doloroso sapere di aver fatto tutto per niente!"

"Sto parlando proprio come mia madre,la persona cui non volevo assomigliare assolutamente e questo è davvero terribile"
Molto spesso ci accorgiamo di star facendo le cose che faceva il genitore del nostro sesso,proprio quelle azioni che ci eravamo ripromessi di non fare mai.

"Mi sentivo sempre triste,ma non l'ho mai detto a nessuno.Se qualcuno mi chiedeva come stessi,rispondevo che stavo bene,assolutamente bene"

Dal punto di vista affettivo,era una morta di fame.
I suoi genitori erano stati incapaci di accogliere la sua offerta di affetto.
Così,appena cresciuta,si era rivolta altrove per offrire il dono di se stessa e del suo amore.
Ma si offriva a destinatari altrettanto riluttanti e non disponibili.

Che lei potesse farlo felice,la faceva felice ma dava più amore di quanto ne ricevesse.
Continuava a estrarre amore dal buco vuoto che c'era dentro di lei.
Dava se stessa senza chiedere nulla in cambio.

"Sembra che io sia sempre affascinata da uomini che non hanno niente da offrirmi e che non desiderano neppure quello che io ho da offrire loro".

Le donne che amano troppo in mancanza di eccitazione si sentono inutili.

Le donne che amano troppo spesso si convincono che il loro uomo non è stato mai realmente amato da nessuno in passato.
Vedono in lui un uomo che ha sofferto e subito se ne assumono il compito di compensarlo per tutto quello che gli è mancato prima di incontrarle.
Vogliono essere la fata che rompe l'incantesimo,per liberare il loro uomo da quello che,secondo loro,li imprigiona.
Prendono la sua mancanza di affettuosità,la sua collera,la sua depressione,la sua crudeltà e indifferenza,come prove evidenti che lui non è mai stato amato abbastanza.
Mettono in gara il loro amore contro i suoi difetti,le sue debolezze,persino la sua patologia.
Sono decise a salvarlo con la potenza del loro amore.
Sono sicure che,una volta convinto del nostro amore,si trasformerà nel suo vero se stesso,risvegliandosi per incarnare ciò che desiderano e abbiamo bisogno che sia.

Per una donna che ha una relazione infelice o un partner male assortito,l'atto sessuale può essere l'unico aspetto gratificante del loro rapporto e l'unico modo di sentirsi vicino a lui.

Eros:amore passione.
Agape:relazione stabile e impegnata,libera dalla passione.
Eros è ciò che,di solito,la donna che ama troppo prova per l'uomo impossibile.
In realtà,è proprio il fatto che sia impossibile a suscitare tanta passione.

"Ben presto avevo cominciato a riversare su di lui tutto il mio amore,la mia devozione e la mia energia,sperando di ricevere da lui quello di cui avevo bisogno e che gli stavo donando".

Per sentirsi normale aveva bisogno di una relazione con una persona dipendente da curare.
Era sicura che,se lo avesse amato abbastanza,sarebbe riuscita a compensare tutto quello che lui aveva sofferto.

Aveva diritto a qualcosa di più di quanto peggio riuscisse a sopportare.
Aveva diritto a qualcosa di meglio della sofferenza e della frustrazione.

"Lui per me era quello che l'alcol era per lui:una droga di cui non potevo fare a meno.
Poichè l'autosacrificio era sempre stato il mio modello di comportamento,senza qualcuno da aiutare  o qualche sofferenza da sopportare mi sentivo perduta"

Era totalmente impreparata a trovare il modo di assicurare il proprio benessere,ma molto esperta nel favorire il benessere altrui,entrava in relazioni che promettessero un'altra opportunità di risolvere tutti i guai di un'altra persona con la forza del proprio amore.

Se i nostri genitori hanno avuto con noi un atteggiamento ostile,critico,crudele,autoritario,arrogante comunque inappropriato,ci sentiremo "a posto" quando incontreremo qualcuno che manifesti,magari anche in modo elusivo o smorzato,le stesse attitudini e lo stesso comportamento.
Ci sentiremo a casa con gente che ricrea lo stesso tipo di rapporto che avevano caratterizzato la nostra infanzia,mentre,magari,ci sentiremo a disagio con persone più dolci,più gentili o comunque,semplicemente più sane.
Negli adulti proveniente da famiglie disturbate c'è la tendenza a essere affascinati da persone che hanno dei problemi.
Essere agitati,per loro,è come una droga.
Se il dramma e il caos sono sempre stati presenti nello loro vita e se,come spesso accade in questi casi,nell'età della crescita sono stati costretti a negare i loro sentimenti,per poter provare un sentimento qualsiasi hanno bisogno di eventi drammatici.
Così come occorre loro l'eccitazione dell'incertezza,del dolore,della frustrazione e dello struggimento,per sentirsi vive.

Dobbiamo imparare a occuparci di noi stesse invece che cercare di cambiare qualcun altro.

Più si usa l'alcol per non sentire dolore,più la droga agisce sul sistema nervoso facendo sentire più intensamente le sofferenze che si sta cercando di soffocare.
In ultima analisi,la pena invece di diminuire,aumenta.
Così,le donne che amano troppo,cercano di sfuggire all'angoscia e alla disperazione.
Generalmente,soffrono di una depressione profonda e inconscia che ha le proprie radici nell'infanzia infelice e le tengono a bada sviluppando la tendenza ad amare troppo.
Quando si impegnano in interazioni caotiche ma stimolanti e sconvolgenti con uomini pericolosi,sono troppo eccitate per affondare nella depressione che indugia appena sotto il livello della coscienza.
In questo modo,un uomo crudele,indifferente o comunque difficile per queste donne diventa l'equivalente dell'alcol,dando loro modo di ignorare i propri sentimenti e,come l'alcol,queste relazioni incontrollabili contribuiscono però ad aumentare il carico di sofferenza che si portano dentro.
Essere senza la relazione,il che significa essere sole con se stesse,può essere vissuto come qualcosa di peggio delle più gravi sofferenze che la relazione comporta.
Perchè essere sole con se stesse vuol dire riaccendere le grandi sofferenze del passato e mescolarle con quelle del presente.

Bisogna cercare il senso del nostro valore e del nostro benessere da altre fonti piuttosto che da un uomo incapace di incoraggiare questi sentimenti.
La chiave sta nell'imparare a vivere in modo sano,sereno e soddisfacente senza dipendere da un'altra persona per la nostra felicità.

Accettiamo passivamente il fatto che la sofferenza sia una parte naturale dell'amore e che la predisposizione a soffrire per amore dell'amore sia un'attitudine positiva anzichè negativa.

La chiave per spiegare il mistero del suo attaccamento devoto,di solito si trova nelle esperienze infantili.
Quasi tutti,da adulti,continuiamo a comportarci secondo il ruolo che avevamo adottato nella nostra famiglia di origine.
Inconsciamente troviamo sempre delle persone con cui avere lo stesso ruolo che avevamo da piccole.

Abbiamo imparato fin troppo bene a prenderci cura di chiunque ma non di noi stesse.
I nostri bisogni d'amore,attenzione,affetto e sicurezza erano ignorati.
E,avendo imparato a negare il nostro bisogno disperato di avere qualcuno che avesse cura di noi,da grandi abbiamo cercato altre occasioni per fare quello che avevamo imparato tanto bene:
preoccuparci dei desideri e delle esigenze di qualcun altro,invece di riconoscere la nostra paura,il nostro dolore e i nostri bisogni ignorati.
Così continuiamo ad aiutare e aiutare e a sperare che la nostra paura scompaia e che la nostra ricompensa sarà l'amore.

Perchè una ragazza brillante,attraente,energica e capace ha bisogno di una relazione piena di sofferenze e di stenti?
Perchè per lei e per altre donne cresciute in famiglie profondamente infelici,dove il carico emotivo era troppo pesante,il senso del giusto e dell'ingiusto,del buono e del cattivo si sono mescolati e confusi e alla fine sono diventati la stessa cosa?

Aveva bisogno delle crisi per funzionare.
Senza trambusto,stress o una situazione disperata da governare,i sentimenti infantili di sopraffazione emotiva sepolti verrebbero a galla e sarebbero troppo minacciosi.
Questa sofferenza invece le pesava ma allo stesso tempo le dava sollievo.
Il martirio divenne parte della sua personalità e,unito al complesso del redentore,faceva di lei una calamita per qualcuno che potesse prendere il posto dei suoi guai passati.

Aveva cominciato una campagna per cambiarlo con la forza della sua volontà e del suo amore.
Aveva un'estrema fiducia nella sua onnipotenza ma non sempre si può,con la forza della volontà,realizzare ciò che ardentemente si desidera.

Per lei quella danza era eccitante,spesso solitaria e non avrebbe mai voluto smettere di ballarla perchè la conosceva tanto bene:questa era proprio l'ultima cosa che potesse venirle in mente.
I passi,i movimenti,tutto le sembrava così giusto che per lei il nome di quel ballo non poteva che essere amore.

Come mai le donne che amano troppo trovano l'uomo adatto per continuare quel tipo di rapporto morboso che avevano sviluppato nella loro infanzia?
Qual è la traccia che guida queste donne a scegliere,tra tutti i partners possibili,l'uomo con cui potranno eseguire la danza  a loro ben nota fin dall'infanzia?
E come rispondono (o non rispondono) quando incontrano un uomo che ha un comportamento più sano e meno immaturo o insolente di quello che sono abituate ad accettare,e che segue una danza che non si accorda così armonicamente con la loro?

Spesso la gente sposa qualcuno che assomiglia alla madre o al padre con cui hanno lottato nel periodo della crescita.
E non scegliamo un partner che semplicemente somiglia a mamma e papà,ma quel partner che sia capace di farci provare gli stessi sentimenti e affrontare le stesse provocazioni che avevamo incontrato crescendo,con lui siamo capaci di riprodurre l'atmosfera dell'infanzia già così ben nota e di usare le stesse manovre che avevamo imparato allora.
Questo è ciò che molte di noi considerano amore.
Ci sentiamo a casa,a nostro agio,perfettamente a posto con la persona con cui possiamo fare tutte le mosse ben note e provare sentimenti che ci sono familiari.
Anche se quelle mosse non sono mai servite a niente e quei sentimenti sono spiacevoli.sono quelli che conosciamo meglio.
Se poi,oltre a questo,l'uomo offre alla donna l'occasione di trovarsi alle prese con sentimenti infantili di pena e abbandono,con la sensazione di non essere amata e desiderata e di cercare di superarli,allora per lei l'attrazione diventa praticamente irresistibile.
Infatti,più l'infanzia è stata infelice,più è forte la spinta a rivivere,da adulti,le stesse sofferenze,nel tentativo di riuscire a dominarle.
Rimettiamo in scena e torniamo a sperimentare relazioni infelici,nel tentativo di renderle più maneggevoli e di riuscire a controllarle.

Perchè lo facciamo?
Qual è esattamente il processo misterioso,l'alchimia indefinibile che esplode tra la donna che ama troppo e l'uomo che la attrae?
Quali segnali si accendono tra una donna straordinariamente disposta al sacrificio e un uomo estremamente egoista?
O tra una donna che si pone come vittima e un uomo dalla personalità violenta e aggressiva?

"Povero caro,deve aver sofferto molto!"
E cominciai a cercare di dimostrargli che le donne non erano tutte così.
Che io non ero così.
Avevo questo incredibile bisogno di dimostrargli che lui poteva essere amato.
Che non gli avrei mai fatto del male come gli avevano fatto le altre donne in passato.
Ma intanto era lui che faceva soffrire me,fisicamente ed emotivamente.

Pensavo che,se solo fossi riuscita ad amarlo abbastanza,lui sarebbe cambiato.
Grazie a Dio ho smesso di illudermi,altrimenti non ne sarei mai uscita.

Far cambiare un uomo attraverso il proprio amore era come cambiare nostra madre.
Vediamo il nostro uomo come una vittima dei suoi sentimenti malati e vogliamo amarlo tanto da riuscire a guarirlo e farlo star bene.
Come tutte le donne che amano troppo vogliamo vincere la nostra battaglia con lui e con le persone tanto importanti che per noi lui simboleggia:i nostri genitori.
Per questo ci è tanto difficile rompere certe relazioni tormentate,insoddisfacenti e distruttive per il nostro equilibrio.

Mia madre ogni giorno mi ripeteva che ero cattiva,che le davo un sacco di fastidi,che ero una buona a nulla.
Era paradossale ma ogni sua critica mi incitava a cercare di essere buona,di valere qualcosa.
Sono cresciuta sentendomi tanto sola,senza nessuno che mi proteggesse,piena di paure e senza alcun valore,pur cercando di fare il possibile per rimediare al fatto di essere un peso.

Essere infelice è un motivo sufficiente per ottenere il divorzio.

"Sono uscita da quel matrimonio col desiderio disperato di qualcuno che mi amasse,ma convinta di non valere nulla,di essere un fallimento e sicura di non avere niente da offrire a un uomo buono e gentile."

"Non siamo mai stati realmente bene insieme.
C'era sempre qualcosa che non andava e io cercavo sempre di porvi rimedio.
Con lui ero sempre tesa e stavo bene solo quando la tensione si allentava un pò.
Questi momenti di sollievo passavano per felicità.
Eppure continuavo a trovarlo attraente".

"Dopo la rottura con lui ero distrutta.
Non riuscivo a lavorare,non riuscivo a fare nulla se non star seduta a piangere.
Mi sentivo morire ma sapevo che non sarei sopravvissuta a un altro giro su quella specie di ottovolante."

Fin dall'infanzia aveva imparato a essere respinta e criticata da una persona crudele e ha sempre cercato un'altra occasione per cercare di cambiar una persona sprezzante in qualcuno che,alla fine,l'avrebbe amata.
Una volta iniziata la loro relazione,qualche suo raro e tiepido accenno al fatto che lei stesse facendo qualche progresso nell'insegnargli ad amarla,le bastava per continuare la lotta,anche a costo della sua salute.
Tanto era forte il suo bisogno di cambiare il suo uomo e,al tempo stesso,la madre che lui rappresentava.

Voleva garantirsi che il suo uomo non l'avrebbe lasciata e il fatto che lui avesse bisogno di lei sembrava dare questa garanzia.
Ma il suo problema personale lo rendeva più incline a lasciarla,non meno!

Pensavo di fargli un favore e invece ero ridotta a un rottame e anche il mio ego aveva ricevuto un duro colpo.
Sentivo che aveva ancora bisogno di me ed ero sicura che con un altro piccolo sforzo da parte mia,avremmo potuto raggiustare tutto.

Pensavo:
"E'un uomo meraviglioso che non ha ancora trovato la donna giusta perchè è troppo sensibile e sincero".
Non badavo al fatto che era ormai adulto e probabilmente doveva aver avuto ampie possibilità di trovare la donna giusta e che forse c'era qualcosa che non andava in lui.
Eppure,in pratica,mi aveva dato un elenco completo delle sue manchevolezze e non ci voleva molta intelligenza per indovinare che doveva essere anche piuttosto passivo,da come si comportava.
Ma ero troppo incantata dall'idea che potevo essere quella che gli avrebbe cambiato la vita per riuscire a cogliere nelle sue parole un avvertimento che mi mettesse in guardia.
Inoltre sembrava perseguitato dalla cattiva sorte e questo aumentava il suo fascino e mi sentivo triste per lui.

La sfida affascinante era riuscire a conquistare il suo interesse.
Aveva cominciato dimostrando tanta attrazione per me che ora,se si fosse raffreddato,mi sarebbe sembrata colpa mia.
Dopo la sua partenza mi sentivo depressa e non sapevo cosa avessi fatto di sbagliato per non essere riuscita a sistemare tutto e a renderlo felice.
Pensavo:
"Forse è colpa mia,non l'ho aiutato abbastanza".
Sentivo un'urgenza terribile di richiamarlo e chiedergli scusa per non essere stata abbastanza.

Era un uomo che non aveva nulla da offrirmi se non l'occasione di aiutarlo.

Gli uomini bisognosi di aiuto erano per lei qualcosa di attraente perchè commuovevano il suo carattere affettuoso e caritatevole.
Era molto difficile per lei ignorare un'esca tanto eccitante:
un uomo non del tutto a posto ma che poteva,sembrava,diventare qualcosa di speciale con il suo aiuto.

Si era domandata che cosa avrebbe significato per lei la loro relazione,invece di concentrarsi totalmente sull'aiuto che avrebbe potuto dare a quell'uomo.

La maggior parte delle donne si terrebbe alla larga da uomini con quegli atteggiamenti ma lei distorceva ciò che aveva davanti agli occhi,tanto era forte la sua pulsione a impegnarsi con quell'uono e con tutto quanto lui rappresentava.

Perchè,una volta iniziata,è difficile rompere queste relazioni,rinunciare al partner che ci sta trascinando nei vortici di una danza dolorosa e distruttiva?
E'una regola fondata sull'esperienza:
porre fine a una relazione che ci fa star male è tanto più difficile quanto più ci ricorda che si sta cercando si superare le vecchie paure,le rabbie,le frustrazioni e le sofferenze dell'infanzia e smettere significa rinunciare a un'occasione preziosa di aver trovato sollievo e di rimediare ai torti che ci sono stati fatti.
Se si cerca di rompere il rapporto,risorge l'antico senso di vuoto e ci spinge in fondo al pozzo dove vive ancora il terrore infantile di essere sole e dove sonnecchia una sofferenza che minaccia di risvegliarsi.
Questa specie di carica,la scintilla,l'alchimia,la pulsione a stare con l'altro e a fare in modo che il rapporto funzioni,non si ritrova in relazioni più sane e soddisfacenti,perchè non implicano la possibilità di far quadrare i vecchi conti,di prevalere su ciò che un tempo ci opprimeva.
E'questa eccitante prospettiva di raddrizzare i vecchi torti,di conquistare l'amore perduto e di ottenere l'approvazione negata,la chimica inconscia che sta dietro l'innamoramento delle donne che amano troppo.
E,per lo stesso motivo,se entrano nella nostra vita uomini più interessati al nostro benessere,alla nostra felicità e alla realizzazione di noi stesse e dei nostri desideri,di solito li ignoriamo.
Uomini di questo tipo vengano di solito ignorati o,nel migliore dei casi rilegati al ruolo di caro amico,perchè non riescono a suscitare in noi il tuffo al cuore o il nodo allo stomaco che abbiamo deciso di chiamare amore.
Questi uomini simpatici e comprensivi hanno solo il torto di non offrirci il dramma,la pena o la tensione che troviamo tanto esilaranti.
Per noi,infatti,quello che dovrebbe essere cattivo diventa buono e quello che dovrebbe essere buono diventa sospetto,strano e ci mette a disagio.

Una donna cresciuta in un ambiente sano ha delle reazioni e dei rapporti molto diversi perchè struggimento e sofferenza non le sono così familiari,non hanno tanta parte nella sua storia e quindi non le sembrano affatto confortevoli.
Se stare con un uomo la mette a disagio,la ferisce,la spaventa,la delude,la fa arrabbiare o ingelosire,troverà sgradevole questa esperienza.
Qualcosa da evitare piuttosto che da perseguire.

Quando era scomparso lei lo aveva atteso pazientemente.
Sembrava che lei avesse abbastanza amore,stabilità e resistenza per reggere qualsiasi cosa che a lui venisse in mente di fare.

Un tossicodipendente non cerca qualcuno che lo aiuti a guarire,
cerca qualcuno che gli garantisca di poter continuare tranquillamente a drogarsi.

Per quanto possiamo aver dimostrato di essere incapaci di amministrarci,ciascuno di noi ha bisogno di sentirsi padrone della propria vita.
Quando qualcuno ci aiuta,spesso proviamo del risentimento perchè il fatto stesso di aiutarci implica potere e superiorità.
Inoltre,in genere,un uomo ha bisogno di sentirsi più forte della sua partner per poter provare per lei un desiderio sessuale.

Dobbiamo considerare il pregiudizio culturale che la favola "La bella e la bestia" sembra confermare:
una donna può cambiare un uomo se lo ama abbastanza intensamente. 
Il vero significato di questa storia è l'accettazione.
L'accettazione è l'antitesi della negazione e del controllo.
E'la disponibilità a riconoscere la realtà per quello che è e a permetterle di esistere senza il bisogno di cambiarla.
Questo è il segreto di una felicità che non viene dalla pretesa di manipolare le cose e le persone che ci circondano,ma dalla capacità di sviluppare una pace interiore,anche di fronte alle provocazioni e alle difficoltà.
Nella favola la Bella non aveva alcun bisogno che la Bestia cambiasse.
L'accettazione da parte delle Bella lasciava libera la Bestia di sviluppare il meglio di se stessa.


Il meccanismo della negazione è particolarmente utile per ignorare verità che non vogliamo prendere in considerazione.
Usando il meccanismo della negazione,nessuno decide con una scelta consapevole di non adattarsi alla realtà,di mettersi i paraocchi per non vedere con chiarezza quello che gli altri fanno o dicono,e nessuno,quando è in atto il meccanismo della negazione,decide di non sentire le proprie emozioni:
tutto si limita ad accadere quando l'Ego,nella sua lotta per proteggersi dai conflitti,responsabilità e timori schiaccianti,cancella le informazioni e le intuizioni troppo dolorose e importune.

..non vuole sentire la sua vergogna,la sua paura,la sua rabbia,il senso di abbandono,panico,disperazione,pietà,risentimento,disgusto...poichè sono queste le emozioni tragiche e conflittuali che dovrebbe affrontare se si permettesse di provare qualche sentimento.
Allora preferisce non sentire niente del tutto.
Da qui nasce il bisogno di controllare persone ed eventi.
Controllando quello che succede intorno,si cerca di crearsi un senso di sicurezza.
Chiunque si trovi in una situazione di disagio,cerca di controllarla per quanto è possibile.

Con la fantasia di onnipotenza si crede di essere la causa di tutto ma anche di avere il potere di cambiare tutto,in meglio o in peggio.

Non è facile e ci mette a disagio osservare che il comportamento disinteressato,l'essere buoni e le offerte di aiuto,in realtà possono essere dei tentativi di controllare la situazione e non avere motivazioni altruistiche.
L'aiuto è il lato luminoso del controllo.
Bisogna sempre analizzare a fondo le motivazioni che stanno dietro il nostro bisogno di aiutare gli altri.

"Non volevo pensarci perchè era l'unico modo per non soffrire".
Non voleva sapere perchè non voleva provare più il vecchio terrore della sua infanzia:
che il dissenso potesse mandare in pezzi il suo mondo.

"Sono cresciuta con la convinzione che in me ci fosse qualcosa di molto brutto e avevo la certezza che tutto ciò che mi era successo nella vita fosse dipeso solo da me".

"Per tutto quel tempo non ho fatto altro che rifiutarmi di riconoscere chi era,cercando invece ci trasformarlo in quello che,secondo me,avrebbe dovuto essere".

"Era stato necessario che tutta la mia vita andasse a pezzi perchè mi decidessi a guardare dentro di me e a scoprire la profondità dell'odio che provavo per me stessa".

"Una delle cose più difficili da affrontare era il fatto che mia madre non avrebbe voluto avere la responsabilità di allevarmi,che non mi aveva mai desiderata".

"Finchè mi davo da fare per qualcun altro,non avrei mai avuto tempo di pensare a me stessa e di sentire la mia sofferenza".

Il suo sistema di allarme emotivo,che altrimenti l'avrebbe avvertita di tenersi alla larga da un uomo del genere,era inoperante perchè la sua tendenza alla negazione era troppo sviluppata e troppo forte.

Quando la relazione si sgretola la donna cade nella disperazione più profonda.
Il suo insuccesso è totale:
se non riesce a farsi amare neppure da un uomo così inadeguato,come può sperare di conquistare l'amore di un uomo migliore?
Con ciascuno dei fallimenti sentono sminuire il loro valore.

"Per me nessun posto era abbastanza lontano da casa.
All'esterno ero molto ribelle,ma dentro di me non c'era che confusione"

"Da bambina avevo escluso tutti i miei sentimenti per non soffrire e avevo bisogno di tutte le tragedie che quegli uomini mi procuravano solo per sentirmi viva.
Per me erano solo un mezzo per avere cura di me stessa.
Ero molto più abile nel curarmi di loro di quanto riesca a curarmi di me stessa"

Una donna deve sviluppare un buon rapporto con se stessa prima di poter avere una relazione sana con un uomo.
Nelle donne che amano troppo tutti gli incontri con uomini sbagliati erano solo un riflesso della rabbia,del caos e della ribellione che sono dentro di loro e i loro tentativi di controllare questi uomini sono anche dei tentativi di controllare le pulsioni interiori e i sentimenti che le trascinano.
Finchè non si impara ad aver fiducia in se stesse e a volersi bene,non si può essere in grado di amare un uomo e aver fiducia in lui,di essere amate e apprezzate.
Molte donne commettono l'errore di cercare un uomo con cui sviluppare una relazione senza aver prima sviluppato un relazione con se stesse.
Corrono da un uomo all'altro alla ricerca di ciò che manca dentro di loro.
La ricerca deve cominciare dentro di noi.
Nessuno può amarci abbastanza da renderci felici se non amiamo davvero noi stesse.
Perchè quando nel nostro vuoto andiamo cercando l'amore,possiamo trovare solo altro vuoto.
Quello che manifestiamo all'esterno è un riflesso di quello che c'è nel profondo di noi:
quello che pensiamo del nostro valore,del nostro diritto alla felicità,quello che crediamo di meritare dalla vita.
Quando cambiamo queste convinzioni,cambia anche la nostra vita.

"Imparai a smettere di compiangermi e a essere grata di quello che avevo ricevuto dalla vita".

Dovevo imparare a lasciare che fra noi tutto scorresse liberamente,invece di intromettermi continuamente per cercare di costringere le cose nel senso che volevo io.

Nelle famiglie disturbate,i bambini si sentono responsabili dei problemi della famiglia e anche della loro soluzione.
I modi in cui questi bambini cercano di salvare le loro famiglie sono fondamentalmente 3:
rendersi invisibili,diventare cattivi o essere bravi.

Rendersi invisibili significa non chiedere mai nulla,non dar mai fastidio e non avere nessuna esigenza.
Il contributo che possono dare consiste nel non esistere.

Essere cattivi significa essere ribelli,il capro espiatorio della famiglia,il problema della famiglia.
Fare di se stessi il punto focale delle sofferenze della famiglia,della rabbia,delle paure e delle frustrazioni.
In loro c'è un unico sentimento:la rabbia,che copre il dolore e la paura.

Senza il suo uomo su cui concentrare la sua attenzione i sentimenti l'avevano sopraffatta.
Anche se lui non aveva la sua forza e la sua maturità,poteva vivere senza di lei mentre lei non poteva vivere senza di lui.

Abbiamo bisogno di renderci conto che la pratica della negazione e del controllo non migliora la nostra vita.
Anzi,la negazione ci trascina in relazioni che danno spazio al nostro bisogno compulsivo di rinnovare le vecchie lotte infantili,mentre il controllo ci inchioda in questo tipo di rapporto,sempre impegnate a cambiare qualcun altro invece di noi stesse.

L'accettazione vera di un individuo così com'è,senza cercare di cambiarlo con incoraggiamenti,manipolazioni o coercizioni,è l'aspetto più profondo dell'amore e perlopiù molto difficile da realizzare.
Al fondo dei nostri sforzi di cambiare una persona c'è una motivazione fondamentalmente egoistica:
la speranza che,riuscendo a cambiarla,saremo felici.
Non c'è niente di male nel desiderio di essere felici ma porre la fonte di questa felicità fuori di noi,nelle mani di qualcun altro,significa negare le nostre capacità ed evitare la responsabilità di cambiare in meglio la nostra stessa vita.

Paradossalmente,è proprio l'accettazione che consente all'altro di cambiare,se vuole.
Se il partner di una donna è un maniaco del lavoro,per esempio,e lei si lamenta delle lunghe ore che lui passa fuori di casa,il risultato qual è?
Lui passa lo stesso tempo,e anche molto di più,lontano da lei,sentendosi giustificato non solo dal suo lavoro,ma convinto di avere il diritto di comportarsi così per sfuggire alle sue continue lamentele.
I tentativi di lei di costringerlo a starle più vicino,in realtà lo stanno spingendo ancora più lontano.
Questa donna deve convincersi che il problema del marito non è un problema suo e che non ha nè il potere,nè il dovere,nè il diritto di indurlo a cambiare.
Deve imparare a rispettare il suo diritto a essere se stesso anche se lei vorrebbe che fosse diverso.

Il compito di una donna non è quello di raddrizzare la vita del suo uomo,ma quella di arricchire la propria.

Quasi tutti abbiamo la capacità di essere felici ma spesso non rivendichiamo il diritto a questa felicità perchè crediamo che sia il comportamento di qualcun altro a impedirci di realizzarla.

Cercare di cambiare qualcun altro è frustrante e deprimente,mentre esercitare il nostro potere reale di cambiare noi stesse e la nostra vita è esilarante.
Se si smette di cercare di cambiare gli altri e si volge le nostre energie a sviluppare i propri interessi ne trarremo gioia e soddisfazione,qualunque cosa si faccia.
Se poi,alla fine,scopriamo che le nostre occupazioni sono abbastanza soddisfacenti da assicurarci una vita ricca e piena per conto nostro,non avremo più tanto bisogno della compagnia altrui.
Oppure,diventando sempre meno dipendente dai nostri uomini per la nostra felicità,forse decideremo che il nostro impegno con un partner assente non ha senso e preferiremo sbarazzarsi di una relazione che non ci soddisfa.
Nessuna di queste soluzioni è possibile finchè continueremo a provare il bisogno di cambiare gli altri per poter essere felici.
Finchè non li accettiamo così come sono,rimaniamo congelate,sospese,aspettando che gli altri cambino per cominciare a vivere.

Quando una donna che ama troppo rinuncia alla sua crociata per cambiare il proprio uomo,lui è libero di valutare le conseguenze del suo comportamento e allora,forse,deciderà di liberarsi dei suoi problemi e diventare più disponibile sia fisicamente che emotivamente.

Le donne che amano troppo sono totalmente dipendenti dalla relazione.
Sono "drogate" di un uomo,attaccate alla sofferenza,alla paura,allo struggimento.

Poichè di noi stesse pensiamo tutto il male possibile,vogliamo un uomo che ci faccia sentire migliori.
Poichè non riusciamo ad amare noi stesse,abbiamo bisogno di lui per convincerci di essere amabili.

Alla fine scopriamo che le nostre soluzioni sono diventate i nostri problemi più gravi.

Tirare avanti senza di lui per noi è peggio che sopportare tutto.

Saperlo è una cosa ma ammetterlo è un'altra.

I suoi familiari non volevano sentire niente da lei,niente cui non potessero rispondere:
"Oh che bello!"

Poichè aveva bisogno della sua approvazione per sentirsi convalidata,la sua incapacità di ottenerla aveva trascinato al livello più basso la sua autostima già tanto fragile.
Meno lui le dava,più lei aveva bisogno di ricevere qualcosa da lui.

..il sollievo che il darsi vinte può offrire.

Aveva capito che per lei era necessario tenere una considerevole distanza,sia geografica che emotiva,tra se stessa e la sua famiglia.

Se conoscere qualcosa sul nostro conto lo infastidisce o se non riesce a capire,dobbiamo vedere la cosa come un problema suo,non nostro.
Non dobbiamo stravolgere noi stesse per piacere a un uomo.
La prima cosa deve essere la nostra guarigione.
Altrimenti non ci rimarrebbe niente da offrire a nessuno.

Si sentiva attratta da uomini impossibili e in queste relazioni ci sarebbero stati molti litigi,periodi di tensione e di trepida attesa.
Più dramma,più eccitamento,più stimolazione.
Sembra spossante,non è vero?
Certo,a lungo andare lo è,ma come la cocaina o qualche altro potente stimolante,nel tempo breve queste relazioni offrono un'evasione totale,un piacere che maschera in modo molto efficace la depressione.
E'quasi impossibile sentirsi depresse quando si è intensamente eccitate,sia in positivo che in negativo,perchè l'adrenalina raggiunge livelli altissimi e ci stimola.
Ma un'esposizione troppo prolungata all'eccitamento esaurisce la capacità di reazione dell'organismo e ne consegue che la depressione diventa ancora più profonda.

Molte donne,per via della loro storia emotiva di un'infanzia costellata di continui episodi di stress o che hanno ereditato la vulnerabilità alla depressione da un genitore,sono fondamentalmente depresse ancor prima di cominciare le loro relazioni.
Queste donne possono cercare inconsciamente lo stimolo di una relazione difficile proprio per forzare le loro ghiandole a secernere adrenalina.
Per evitare i loro sentimenti,si fissano letteralmente a un uomo e lo usano come droga per evadere.

Una relazione che fa soffrire senza dare alcuna gioia è un'ossessione vera e propria e questa è una malattia che affligge molte donne che hanno avuto un'infanzia disturbata da rapporti malati.

La guarigione richiede che smettiamo di fare quello che sembra darci sollievo.
Per via dell'ansia tremenda che insorge quando si cerca di interrompere la dipendenza da uno stupefacente o da una persona,deve essere costantemente disponibile qualcuno che possa dare sostegno,rassicurazione e comprensione.
Una ragione di insuccesso della terapia nel trattamento di qualche dipendenza è la convinzione che la dipendenza sia solo un sintomo e non il disturbo principale,che deve essere preso in considerazione per primo,se si vuole che la terapia continui e progredisca.
Invece,di solito,si lascia che la paziente continui a praticare il suo comportamento ossessivo,mentre le sedute di terapia sono dedicate a scoprire le ragioni di questo comportamento.
Questo approccio è decisamente troppo lento e di solito inefficace.
Quando,per esempio,ci si trova di fronte a un alcolista,il problema fondamentale  è l'alcolismo,ed è questo che si deve sistemare...cioè il bere deve cessare prima che gli altri problemi possano essere risolti.
Andare in cerca delle ragioni che stanno sotto il vizio di bere,nella speranza che,scoprendone la causa,l'abuso di alcol cesserà,non serve a niente.
La causa del bere è il fatto che il paziente è alcolizzato.
Solo mettendo in primo piano il problema dell'alcolismo c'è qualche possibilità di arrivare alla guarigione.

Il sogno di come dovrebbe essere e i suoi sforzi per realizzare questo fine distorcono la sua percezione di come effettivamente sia il rapporto.
Ogni delusione viene ignorata e minimizzata.
Proprio quando quest'uomo la delude e la trascura,la sua dipendenza  emotiva da lui si accentua.
Perchè ormai lei è totalmente concentrata su di lui,sui suoi problemi,il suo benessere e i suoi sentimenti verso di lei sono la cosa più importante.
Ben presto diventa l'unica fonte di tutto il bene della sua vita.
Anche se stare con lui non è una gioia,non va alla ricerca di gratificazioni emotive da qualche altra parte.
È sicura che,se lo renderà felice,lui la tratterà meglio e allora sarà felice anche lei.
Ogni volta che lui è irritato,considera la cosa come un suo fallimento e si colpevolizza.
Si dice che in lui non c'è niente di cattivo,così la colpevole deve essere lei.
Lei poi comincia a sentire il bisogno di parlare di tutto questo con il suo uomo e,se lu accetta di parlare con lei,le dice che ha torto,che sta immaginando cose che non esistono.
E lei gli crede perché ha troppo bisogno di credergli.
Accetta l'idea che sta esagerando i loro problemi e si allontana sempre di più dalla realtà.
È così esaurita dall'amarezza e dalla lotta inutile che non ha più tempo né energia per nient'altro.
La sua relazione è diventata tutto il suo mondo e vede il suo umo migliore di quello che è.

Tutta la vostra fatica e tutti i vostri sforzi non possono cambiare lui ma potete cambiare voi stesse.
Usate la vostra forza per fare questo di buoo per la vostra vota.

Lui non ha bisogno di un'altra mamma e voi non avete bisogno che lui sia il vostro bambino.
Smettete di sorvegliarlo e dedicate più attenzione a voi stesse e alla vostra vita.
I suoi guai sono affar suo,non vostro.
Potete continuare a provare affetto per lui ma non a preoccuparvi per lui.

Smettere di dirigere e controllare richiede di non dire e non fare nulla.

Guardate in faccia la realtà così com'è,invece di sognare come potrebbe essere se le vostre speranze si realizzassero.

Dovete smettere di cercare di farlo cambiare e imparare a essere felici ugualmente.
Finché continuate a impegnarvi a cambiare qualcuno che non avete il potere di cambiare (e nessuno ha il potere di cambiare nessuno),non potete concentrare le vostre energie per aiutare voi stesse.
Quasi tutta la follia e la disperazione che vi invade viene direttamente dai vostri tentativi di dirigere e controllare qualcosa che non è in vostro potere.
Pensate a tutto quello che avete tentato e che non è servito a nulla.
E ricordate come vi siete sentite dopo ogni tentativo fallito.
La vostra autostima scivolava sempre più in basso e voi vi sentivate sempre più ansiose e sfiduciate.
L'unico modo per liberarvi di tutto questo è rinunciare al tentativo di controllare quello che non è in vostro potere:lui e la sua vita.
Tanto lui non cambierà mai per via delle vostre pressioni.

Siamo noi i critici più severi di noi stessi e proiettiamo su quelli che ci circondano la nostra aspettativa di essere criticate,vedendo e sentendo riprovazioni dappertutto.

Quando entrate nel triangolo "soccorritore-persecutore-vittima",giocate una specie di ping pong.
Vi mettete a ribattere la pallina quando arriva dalla vostra parte.
Per non lasciarvi invischiare nel gioco dovete imparare a lasciare andare la pallina dietro di voi.
Non lasciarsi invischiare e mantenere la propria dignità è una cosa meravigliosa.

Il ruolo del soccorritore.
Per molte donne che amano troppo sentire che si sta avendo cura di un'altra persona è qualcosa di confortante.
Per vus della loro storia caotica hanno scelto questa via come modo per sentirsi sicure e acquisire un certo grado di autoaccettazione.

Il ruolo del persecutore.
La donna è intenta a trovare una colpa e a rimettere le cose apposto.
Questa donna deve continuare a ricreare la lotta contro le forze del male che da bambina l'avevano sconfitta,con la speranza che la lotta sia meno impari adesso che è adulta.
È una donna che pretende delle scuse,un risarcimento,che vuole rifarsi.

Giocare uno di questi ruoli vi impedisce di concentrarvi su voi stesse.
Non potete sviluppare il vostro potenziale di adulte responsabili della propria vita.

Noi donne che amiamo troppo siamo quasi tutte indotte as addossare agli altri la colpa della nostra infelicità,mentre neghiamo i nostri errori.
Questo è un approccio alla vita patologico che deve essere eliminato e si può fare solo guardando a fondo dentro di noi con sincerità e senza indulgenza.
Solo considerando i vostri errori come vostri e non attri uendoli ad altri,potete fare i passi necessari per cambiare quello che deve essere cambiato.

Nella vita non ci sono errori,solo lezioni.
Dunque imparate quello che la vita vuole insegnarvi.

Non cercate incoraggiamenti nel partner o nella vostra famiglia perché loro hanno bisogno che voi restiate le stesse.
Non sabotate voi stesse appoggiandovi a loro.
Imparate ad avere più cura di voi stesse e meno cura degli altri.
Dite di no per far piacere a voi stesse,invece di dire sì per far piacere a qualcun altro.
Chiedete in modo chiaro quello che dediderate e accettate il rischio di ricevere un rifiuto.
Imparate a dare a voi stesse.
Datevi tempo e attenzione.
Abbiamo bisogno di imparare che noi stesse possiamo essere la fonte di cose buone nella nostra vira.
Fate una passeggiata nel parco.
Fermatevi a guardare un tramonto.
La cosa importante è pensare a voi stesse e a quale regalo vi piacerebbe per oggi,poi concedetevi l'esperienza sia dì dare che di ricevere.

Dovete affrontare il terribile vuoto interiore che emerge quando non siete concentrate su qualcun altro.
Abbracciate quel vuoto e rendetevi conto che non vi sentirete sempre così e che piano piano lo riempirete col calore dell'accettazione di sé.
Adesso tocca a voi occuparvi di voi stesse.

Se non valorizzate i vostri talenti sarete sempre frustrate.
I progetti e le attività che deciderete di realizzare vi terranno occupate per pptervi concentrare su di lui e su quello che sta facendo.

Meno avete bisogno di un partner e più venite apprezzate come partner.

Considerate il vostro benessere come prima cosa.
Essi vanno realizzati come prima cosa,prima di aver soddisfatto i bisogno degli altri.
Pretendete che le situazioni e le relazioni siano confortevoli per voi.
Non cercate di adattarvi a essere quelle che accettano di trovarsi a disagio.
Credete che i vostri desideri e bisogni siano molto importanti e che sia vostro compito soddisfarli.

Quando cominciate a mettere voi stesse al primo posto,dovete prepararvi a sopportare la rabbia e la disapprovazione degli altri.
Dovete ascoltare attentamente la vostra voce interiori riguardo a ciò che va per voi,è giusto per voi,e poi seguirla.
Finora siete state abituate a cogliere i suggerimenti anche velati circa i comportamenti che gli altri pretendevano da voi.
Siate sorde a questi suggerimenti sennò continueranno a mettere a tacere i vostri.
Diventare egoiste richiede che riconosciate di avere un grande valore,
che vale la pena di esprimere i vostri talenti,
che la vostra realizzazione è altrettanto importante di quella di chiunque altro,
che il vostro sè migliore è il dono più grande che potete offrire al mondo intero e specialmente a quelli che vi sono più vicini.

Diventando più sane ed equilibrate attiriamo l'attenzione di un partner più sano ed equilibrato.
Diventando meno bisognose di affetto è più facile che i nostri bisogni vengano soddisfatti.

Dare il nostro amore senza aspettarci niente in cambio è la cosa più naturale da fare.

Non avere quello che si desidera è più stimolante che averlo.

L'ossessione non è amore,è ossessione.

Tutte quelle sensazioni forti di eccitamento messe insieme sono così potenti che riescono a farsi chiamare amore.
In realtà sono tutt'altro,eppure tutte le canzoni continuano a dirci che quello è amore.
Quasi nessuno scrive canzoni che esaltino un amore appagato e sereno.
Così chiamiamo amore tutto questo e non sappiamo che fare quando ci troviamo davanti a qualcosa che non ci fa impazzire.
Cominciamo a rilassarci e abbiamo paura che non sia amore perchè non ne siamo ossessionate.

Quello che ti spaventa è l'idea di perdere tutte le tue difese,che ti proteggono dalla possibilità di essere veramente ferita.

Non è la sofferenza che ci trattiene.
Stiamo già sopportando un livello di sofferenza allarmante e senza nessuna prospettiva di sollievo,a meno che non cambiamo.
Quello che ci trattiene è la paura dell'ignoto.

1 commento:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.