sabato 7 marzo 2015

Seduta sulla riva del fiume,aspettando di veder passare il cadavere.E poi, 5 anni dopo.....






Sono trascorsi giusto 5 anni proprio in questi giorni.
Era il 5 marzo 2010,ho riletto il messaggio adesso.
Nonostante tutto,non ho avuto la forza di cancellarlo.
5 anni da quando ho provato una delle più grandi disillusioni e delusioni della mia vita.
5 anni da quel giorno in cui ho pianto ininterrottamente e a singhiozzi per ore.
Ho pianto così tanto da credere che non avrei più smesso e che ci sarei morta,
in mezzo a quelle lacrime.

Ancora ce l'ho davanti,come se fosse oggi, il momento in cui,tornando dal lavoro,
ricevetti la telefonata di un amico che,pensando di indorarmi la pillola,mi anticipò il tutto.
E ricordo la corsa sfrenata,con il cuore a pezzi e il cervello che mi scoppiava in testa,
per arrivare a casa il prima possibile e vedere con i miei occhi quelle parole,
messe nero su bianco,
che mi confermavano che mi ero innamorata di un Don Giovanni da 4 soldi,
che stavo buttando via la mia vita dietro a uno squallido donnaiolo morto di fica.
E anche peggio,come avrei scoperto in seguito.
Ma quella parola per definire il peggio non riesco neanche a scriverla,tanto mi fa schifo e mi repelle.

E,se fino a quel momento mi struggevo e mi distruggevo, per riuscire a conquistare il suo cuore,
illudendomi davvero che,come diceva lui ,"io gli piacessi ma avesse difficoltà ad innamorarsi" e che,con il tempo avrebbe ricambiato i miei sentimenti 
(una battaglia contro i mulini a vento,col senno di poi me ne rendo conto);
da quel 5 marzo il mio unico scopo fu quello di sputtanarlo,
metterlo con le spalle al muro,
fargli capire che "essere umano di genere maschile" (non riesco proprio a definirlo "uomo") piccolo ed inetto fosse e come,in realtà,mentre lui pensava di fare fessa me,ero stata io a fare fesso lui.

Ed iniziò un periodo dove mi sono fatta tanto di quel male da non poterlo raccontare:
rabbia in corpo e fiele in bocca erano all'ordine del giorno.
Senso di inutilità e di umiliazione costanti.
Un gioco al massacro,dove,da un lato avevo il terrore di aprire la posta e trovare quei messaggi rivolti ad un'altra che mi dilaniavano l'anima,
ma dall'altro lato non vedevo l'ora di leggerli quei messaggi,
perchè la parte più idiota di me si voleva illudere che fossero rivolti proprio alla sottoscritta.
Però poi riacquistavo il ben dell'intelletto e realizzavo che i suoi pensieri erano altrove,erano per tutte tranne che per me.
E giù di nuovo lacrime,rabbia e fiele in bocca.

Come si è stupidi,come si è fragili e vulnerabili quando si è innamorati!

"Odi et amo".
Quello era il sentimento che provavo ininterrottamente in quei momenti.

Lo avrei voluto uccidere con le mie mani per ciò che mi stava facendo,
sputargli in faccia e urlargli contro tutto il dolore che avevo dentro.
Ma tanto sapevo che,se me lo fossi trovato davanti,
avrei solo voluto stringerlo a me e dirgli che lo amavo.

E quando la resa dei conti c'è stata,è andata proprio così.
Nonostante qualcuno avesse previsto il contrario,non ho sclerato,
non ho dato di matto,
nè ho attentato alla sua incolumità (anche se c'era la voglia e l'intenzione).

La pena e lo schifo mi hanno bloccato le mani,di certo non la lingua,
ma sono comunque riuscita a mantenere un certo aplomb,
a dispetto dello squallore della situazione,
sono riuscita a uscirne a testa alta e "da signora".
Ma quanto la rimpiango quella cinquina che non gli ho dato!!!!

Ricordo che,nel momento di maggiore sconforto,
appena realizzato che persona ripugnante fosse,
quando non sapevo a che santo votarmi nè dove sbattere la testa per la disperazione,
un amico al corrente della mia storia,
mi disse di non angustiarmi inutilmente e che la cosa migliore da fare fosse sedersi sulla riva del fiume ad aspettare di vedere passare il cadavere.

Sono trascorsi,appunto,esattamente 5 anni da quel giorno.
La vita è andata avanti e le nostre strade si sono,ovviamente,separate.
Non ci siamo più nè sentiti,nè visti di persona, ma io,
per forza di cose,ho avuto modo di rivederlo "a distanza" e ho sentito ancora parlare di lui. 

So che,un paio d'anni dopo il nostro ultimo incontro,
ha perso suo padre e l'anno successivo un amico (diciamo pure il suo pigmalione) a cui teneva moltissimo.
In entrambi i casi,nonostante tutto,stupida come sempre,sono stata male per lui e
la voglia di contattarlo per fargli sentire in qualche modo la mia vicinanza era molta,
ma mi sono trattenuta.
Sapevo che,tanto, non avrebbe nè gradito,nè compreso,nè apprezzato e non mi andava di rendermi ancora più ridicola di quanto già lo fossi stata.

Proprio in questi giorni,però,sono venuta a conoscenza del fatto che abbia avuto seri problemi di salute.
Benchè l'intervista fosse buttata sullo scherzo e sullo scampato pericolo,
mi sono resa conto che ha rischiato parecchio e che,nonostante ora stia meglio,
ha passato un periodo difficile e doloroso,sia sul piano fisico che psicologico.

"Eccolo il cadavere che stava per passare" mi sono detta 
"Tutti gli accidenti che gli ho tirato,gli sono arrivati,con 5 anni di ritardo ma gli sono arrivati..
l'abbia a scontare anche lui un pò del male che mi ha fatto".


Ma,pensandoci a mente fredda...che ho risolto?
Un cazzo.
La vendetta,anche quando sembra andare a buon termine,non serve a un cazzo.

Certo,quando,in questi anni,mi è capitato vederlo fotografato o ripreso,
durante una delle sue serate,tutto allegro,sorridente e in compagnia,
il pensiero del 
"t'avessi davanti e tu prendessi fuoco e io avessi dell'acqua a disposizione,ci annaffierei le piante",
 l'ho avuto,eccome se l'ho avuto.

Ma non riuscirei mai e poi mai a godere di una sua possibile, reale,disgrazia.
Non dopo quello che c'è stato fra di noi.
Non dopo quello che ho provato per lui.
Non dopo quello che lui ha significato per me.

Non c'è niente da fare,per quanto mi sforzi e ambisca a diventare un cattivo barracuda,
resterò sempre un innocuo pesciolino rosso.

Sapere che ha avuto dei problemi non ha certo annullato il dolore che ho provato per lui,
a suo tempo.
Quel dolore ormai c'è stato,
me lo porto inciso nell'anima e l'anima me l'ha cambiata...
è così e devo accettarlo.
Se sono quella che sono oggi è anche merito (o colpa) sua e niente potrà mai alleviarlo,quel dolore.

Se almeno mi fosse servito di lezione per il futuro...
Macchè.

"Non tutti sono come te,così di cuore,generosi,pieni di slanci e affettuosi verso le persone a cui vogliono bene" mi regarduì un -addetto del mestiere- 
"quindi impara ad accettare il fatto che,non è perchè tu tieni a qualcuno,questo debba a sua volta ricambiare il sentimento.
E soprattutto stai attenta,col tuo vedere sempre il buono in tutti,di non prendere delle enormi fregature...in parole povere,stai attenta a non dare perle ai porci!"

Eccola là.
Se ne sono fatte di collane di perle,i porci,mi sa!
E in ogni campo:da quello amoroso,a quello lavorativo,a quello delle amicizie.
Una vagonata di perle sparse alla cazzo,a gente che poi nemmeno meritava,alla fin fine.

Sono passati 5 anni da quel 5 Marzo 2010.
All'epoca ero poco più che trentenne,
adesso sono prossima ai 40 eppure continuo imperterrita a ripetere gli stessi errori,
a portare in palmo di mano chi si meriterebbe di essere portato in palmo di qualche altra cosa.

Sempre a fidarmi del mio istinto e il mio istinto del cazzo ogni volta mi lascia delusa,demotivata e con la sensazione di non contare nulla.

E'vero che il cuore te lo spezzano una volta sola,poi,tutte le delusioni che potranno venire dopo,
sono graffi...
Ma possibile che non riesca a concludere un successo che sia uno?
What a mess! 

Dalle mie parti si dice:
"Abboccano,i pesci,abboccano!"
E il pesciolino ingenuo e beota,sempre abbocca.

Perchè non sono nata Cyborg?
Quanti cazzi che mi sarei evitata.












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