E come ogni anno è stato tempo di bilanci
(perchè io,i bilanci,non li faccio al 31 dicembre ma al 22 Febbraio).
Penso che se facessero una classifica di chi,nella vita,
non è riuscito a concludere un cazzo che sia uno,
concorrerei per le primissime posizioni.
Ma,a questo giro,i miei pensieri non erano tanto diretti a ciò che,in 38 anni di esistenza,
ho o non ho conquistato.
Già da un pò di tempo, ho un chiodo fisso nella mente: i miei rapporti interpersonali.
Tante delusioni ho preso nel corso degli anni,soprattutto nell'ambito dell'amicizia:
vuoi per errori di valutazione (nonostante tutto ,tendo sempre a fidarmi troppo e a vedere le persone migliori di quanto,in realtà,siano),
vuoi perchè il tempo ti cambia e,all'improvviso,ti trovi accanto qualcuno talmente diverso da te che nemmeno ti sembra più di conoscerlo,
vuoi perchè c'è in giro tanta di quella gente psicolabile e alienata e,chissà com'è,
mi ci imbatto sempre io....
Insomma,come mi disse anche un "addetto del mestiere",
io sarei ben predisposta per i rapporti interpersonali,però,
com'è come non è,ho sempre preso delle belle cantonate.
Arrivata a questa età,onestamente,non voglio più avere a che fare con degli "involucri",
disponibili solo per delle conoscenze superficiali e soprattutto "di comodo",
del tipo "siamo amici quando mi va,se mi va e come mi va".
Voglio concedermi solo alle "anime affini",ovvero a chi,
per carattere,modo di essere e di pensare,rispecchi quello che sono io.
"Se mai qualcuno capirà,sarà soltanto un altro come me",
cantava l'immenso Rino Gaetano.
E io sono alla ricerca di questi altri come me che possano capirmi.
Ma alla fine...quanti "di questi altri" ci sono,nelle mie prossime vicinanze?
Se escludo quelle "amicizie" per cui ci si vede ogni tanto per prendere un caffè e scambiare 2 chiacchiere,alla fine ne resta solo una:
un amico dall'anima fragile e complessa come la mia,
con cui posso davvero mettermi a nudo e parlare di tutto,
con la consapevolezza non solo di non essere giudicata,ma anche di essere capita.
Un amico che è,per me,come un fratello.
Non so quale peccato io debba scontare da una mia vita precedente,
ma sembra quasi che qualcuno,lassù,
si sia divertito a mettere le mie "anime affini" in tutta Italia,
isole comprese,tranne che in Toscana.
Certo,l'importante (soprattutto grazie all'avvento dei social network) è di essere riusciti a "trovarci"...
e nel 2015,con tutti i mezzi che abbiamo,
non dovrebbe nemmeno essere difficile riuscire a restare in contatto o prendere un treno per incontrarsi di persona.
Però.
C'è sempre un però.
Qualche mese fa ho conosciuto una persona con cui,anche e nonostante la distanza,
il feeling è reciproco e ricambiato:
ci sentiamo quasi ogni giorno via chat o via telefono e ci confrontiamo su tutto.
Ridiamo,scherziamo ma,all'occorrenza,ci diamo anche sostegno reciproco,
quando una delle 2 ha bisogno di sfogarsi,
di una parola di conforto o di un punto di vista diverso dal proprio.
L'amicizia quando è così,anche se non sempre ci troviamo d'accordo su ogni cosa,
è bella,vera e disinteressata,
nonostante a dividerci ci sono centinaia di km.
Però,c'è un altro caso in cui,
nonostante avverta (e ne abbia anche le prove tangibili) un'affinità pazzesca di pensiero,modo di essere ed esperienze di vita,
sento come una sorta di "blocco".
E se blocco c'è, non viene certo da me,che sono sempre stata disposta a mettermi in gioco e a "lanciare il cuore oltre l'ostacolo".
Per come la intendo io,l'amicizia è uno scambio alla pari,un dare e avere al 50%.
Sapere che qualsiasi cosa ci passi per la testa,
ci sia la certezza di potersi chiamare,sentire,parlare,confrontarsi.
Quante volte mi capita di leggere un passaggio di un libro,vedere una scena di un film,o di fare un riflessione su un qualsivoglia argomento e mi verrebbe la voglia di chiamare questa determinata persona per dirle:
"Sai ho visto questo,ho letto quest'altro,mi è venuto in mente quest'altro ancora e ho pensato questo....tu,invece,cosa ne dici? Qual è la tua opinione a riguardo?"
Oppure:
"Come ti è andata la giornata? E'successo un qualcosa che ti ha stranito o colpito particolarmente e di cui ti va di parlare con me?"
Siamo anime simili, che a volte fanno fatica a restare a galla,
nel mare di una società in cui si sentono aliene....
e allora cosa ci sarebbe di più bello che darsi un sostegno reciproco?
E invece resto ferma con i miei desideri e non faccio niente.
Autolimito quella che sarebbe la mia spontaneità di chiamare o mandare un messaggio,
perchè non so,dall'altro lato,come la cosa verrebbe recepita.
Perchè,appunto,sento una sorta di blocco,anche se non capisco se sia voluto o meno.
Nonostante possa sembrare fredda e distaccata,con le persone a cui tengo,sono estremamente affettuosa e piena di slanci.
Non so...a volte temo anche che il mio comportamento così genuino venga frainteso,equivocato.
Oppure (ed è il mio terrore più grande,da sempre) ho paura di risultare poco interessante,noiosa,pesante...qualcuno con cui non si gradisca interagire.
Tante volte ho avuto questa sensazione nella vita...e se davvero fosse così anche in questo caso,davvero ci rimarrei male.
Non fosse altro per la stima e il trasporto che nutro verso la persona in questione.
Sono io la prima,tante volte, a farmi mille scrupoli perchè ho sempre paura di disturbare e di essere invadente.
Infatti,con chi sono più in amicizia,chiarisco subito la cosa,
invitandoli a contattarmi in qualsiasi momento lo desiderino perchè sono sempre ben lieta di sentirli.
Al massimo,se proprio in quel momento dovessi essere impegnata,sarebbe mia premura farmi viva il prima possibile.
Ma non posso essere sempre io a fare il primo passo,a essere quella che cerca e che si fa sentire.
Dovrebbe essere un "do ut des" no un "do ut do".
E se passano i giorni,le settimane,senza che,dall'altra parte,ci sia la voglia di interagire con me,di farmi una telefonata,di mandarmi un messaggio etc.,
mi viene,a malincuore,da pensare che tutto questo interesse nei miei confronti non esista.
E questa tanto decantata amicizia sia solo una bella effimera parola e nient'altro.
E allora,sempre a malincuore,tanto a malincuore,non mi resta che mollare il colpo.
Anni fa,in un film,ho sentito questa frase che mi è restata impressa nella mente e che ho fatto mia,perché la trovo vera e significativa:
"E' COSI' DIFFICILE CAPIRE LA PROPRIA ANIMA CHE SAREBBE UN VERO DELITTO PERDERE CHI LA SA APPREZZARE".
Io,e lo dico senza falsa modestia,per quanto selettiva e diffidente sia,
so apprezzare le (poche) anime che lo meritano e per loro sono pronta a esserci al 100%.
Ma non posso sempre camminare verso chi non fa,allo stesso tempo,dei passi verso di me.
Perchè se non li fa,evidentemente,non gradisce e non apprezza nemmeno i miei.
Questo è.
E non mi si parli di eccesso di timidezza o paura di disturbare perchè,e lo vedo con il mio amico fraterno e anche in altri casi,quando si parla Amicizia,la parola "disturbo" non esiste.
Se qualche dimostrazione dovrà esserci,a questo punto,non verrà più da parte mia.
Io i semi li ho gettati e se non attecchiscono,evidentemente, è perché il terreno non "recepisce" o non vuole recepire.
Mi tengo stretta le persone che mi vogliono bene e a cui anche io voglio bene ma,come succede per gli amori incorrisposti,anche per le mancate amicizie,mi resterà sempre il rimpianto del "poteva essere e non è stato".
E sarà anche il caso che faccia dare una controllata al mio intuito, perchè,ultimamente mi pare stia dando parecchio di balta!!!!
(perchè io,i bilanci,non li faccio al 31 dicembre ma al 22 Febbraio).
Penso che se facessero una classifica di chi,nella vita,
non è riuscito a concludere un cazzo che sia uno,
concorrerei per le primissime posizioni.
Ma,a questo giro,i miei pensieri non erano tanto diretti a ciò che,in 38 anni di esistenza,
ho o non ho conquistato.
Già da un pò di tempo, ho un chiodo fisso nella mente: i miei rapporti interpersonali.
Tante delusioni ho preso nel corso degli anni,soprattutto nell'ambito dell'amicizia:
vuoi per errori di valutazione (nonostante tutto ,tendo sempre a fidarmi troppo e a vedere le persone migliori di quanto,in realtà,siano),
vuoi perchè il tempo ti cambia e,all'improvviso,ti trovi accanto qualcuno talmente diverso da te che nemmeno ti sembra più di conoscerlo,
vuoi perchè c'è in giro tanta di quella gente psicolabile e alienata e,chissà com'è,
mi ci imbatto sempre io....
Insomma,come mi disse anche un "addetto del mestiere",
io sarei ben predisposta per i rapporti interpersonali,però,
com'è come non è,ho sempre preso delle belle cantonate.
Arrivata a questa età,onestamente,non voglio più avere a che fare con degli "involucri",
disponibili solo per delle conoscenze superficiali e soprattutto "di comodo",
del tipo "siamo amici quando mi va,se mi va e come mi va".
Voglio concedermi solo alle "anime affini",ovvero a chi,
per carattere,modo di essere e di pensare,rispecchi quello che sono io.
"Se mai qualcuno capirà,sarà soltanto un altro come me",
cantava l'immenso Rino Gaetano.
E io sono alla ricerca di questi altri come me che possano capirmi.
Ma alla fine...quanti "di questi altri" ci sono,nelle mie prossime vicinanze?
Se escludo quelle "amicizie" per cui ci si vede ogni tanto per prendere un caffè e scambiare 2 chiacchiere,alla fine ne resta solo una:
un amico dall'anima fragile e complessa come la mia,
con cui posso davvero mettermi a nudo e parlare di tutto,
con la consapevolezza non solo di non essere giudicata,ma anche di essere capita.
Un amico che è,per me,come un fratello.
Non so quale peccato io debba scontare da una mia vita precedente,
ma sembra quasi che qualcuno,lassù,
si sia divertito a mettere le mie "anime affini" in tutta Italia,
isole comprese,tranne che in Toscana.
Certo,l'importante (soprattutto grazie all'avvento dei social network) è di essere riusciti a "trovarci"...
e nel 2015,con tutti i mezzi che abbiamo,
non dovrebbe nemmeno essere difficile riuscire a restare in contatto o prendere un treno per incontrarsi di persona.
Però.
C'è sempre un però.
Qualche mese fa ho conosciuto una persona con cui,anche e nonostante la distanza,
il feeling è reciproco e ricambiato:
ci sentiamo quasi ogni giorno via chat o via telefono e ci confrontiamo su tutto.
Ridiamo,scherziamo ma,all'occorrenza,ci diamo anche sostegno reciproco,
quando una delle 2 ha bisogno di sfogarsi,
di una parola di conforto o di un punto di vista diverso dal proprio.
L'amicizia quando è così,anche se non sempre ci troviamo d'accordo su ogni cosa,
è bella,vera e disinteressata,
nonostante a dividerci ci sono centinaia di km.
Però,c'è un altro caso in cui,
nonostante avverta (e ne abbia anche le prove tangibili) un'affinità pazzesca di pensiero,modo di essere ed esperienze di vita,
sento come una sorta di "blocco".
E se blocco c'è, non viene certo da me,che sono sempre stata disposta a mettermi in gioco e a "lanciare il cuore oltre l'ostacolo".
Per come la intendo io,l'amicizia è uno scambio alla pari,un dare e avere al 50%.
Sapere che qualsiasi cosa ci passi per la testa,
ci sia la certezza di potersi chiamare,sentire,parlare,confrontarsi.
Quante volte mi capita di leggere un passaggio di un libro,vedere una scena di un film,o di fare un riflessione su un qualsivoglia argomento e mi verrebbe la voglia di chiamare questa determinata persona per dirle:
"Sai ho visto questo,ho letto quest'altro,mi è venuto in mente quest'altro ancora e ho pensato questo....tu,invece,cosa ne dici? Qual è la tua opinione a riguardo?"
Oppure:
"Come ti è andata la giornata? E'successo un qualcosa che ti ha stranito o colpito particolarmente e di cui ti va di parlare con me?"
Siamo anime simili, che a volte fanno fatica a restare a galla,
nel mare di una società in cui si sentono aliene....
e allora cosa ci sarebbe di più bello che darsi un sostegno reciproco?
E invece resto ferma con i miei desideri e non faccio niente.
Autolimito quella che sarebbe la mia spontaneità di chiamare o mandare un messaggio,
perchè non so,dall'altro lato,come la cosa verrebbe recepita.
Perchè,appunto,sento una sorta di blocco,anche se non capisco se sia voluto o meno.
Nonostante possa sembrare fredda e distaccata,con le persone a cui tengo,sono estremamente affettuosa e piena di slanci.
Non so...a volte temo anche che il mio comportamento così genuino venga frainteso,equivocato.
Oppure (ed è il mio terrore più grande,da sempre) ho paura di risultare poco interessante,noiosa,pesante...qualcuno con cui non si gradisca interagire.
Tante volte ho avuto questa sensazione nella vita...e se davvero fosse così anche in questo caso,davvero ci rimarrei male.
Non fosse altro per la stima e il trasporto che nutro verso la persona in questione.
Sono io la prima,tante volte, a farmi mille scrupoli perchè ho sempre paura di disturbare e di essere invadente.
Infatti,con chi sono più in amicizia,chiarisco subito la cosa,
invitandoli a contattarmi in qualsiasi momento lo desiderino perchè sono sempre ben lieta di sentirli.
Al massimo,se proprio in quel momento dovessi essere impegnata,sarebbe mia premura farmi viva il prima possibile.
Ma non posso essere sempre io a fare il primo passo,a essere quella che cerca e che si fa sentire.
Dovrebbe essere un "do ut des" no un "do ut do".
E se passano i giorni,le settimane,senza che,dall'altra parte,ci sia la voglia di interagire con me,di farmi una telefonata,di mandarmi un messaggio etc.,
mi viene,a malincuore,da pensare che tutto questo interesse nei miei confronti non esista.
E questa tanto decantata amicizia sia solo una bella effimera parola e nient'altro.
E allora,sempre a malincuore,tanto a malincuore,non mi resta che mollare il colpo.
Anni fa,in un film,ho sentito questa frase che mi è restata impressa nella mente e che ho fatto mia,perché la trovo vera e significativa:
"E' COSI' DIFFICILE CAPIRE LA PROPRIA ANIMA CHE SAREBBE UN VERO DELITTO PERDERE CHI LA SA APPREZZARE".
Io,e lo dico senza falsa modestia,per quanto selettiva e diffidente sia,
so apprezzare le (poche) anime che lo meritano e per loro sono pronta a esserci al 100%.
Ma non posso sempre camminare verso chi non fa,allo stesso tempo,dei passi verso di me.
Perchè se non li fa,evidentemente,non gradisce e non apprezza nemmeno i miei.
Questo è.
E non mi si parli di eccesso di timidezza o paura di disturbare perchè,e lo vedo con il mio amico fraterno e anche in altri casi,quando si parla Amicizia,la parola "disturbo" non esiste.
Se qualche dimostrazione dovrà esserci,a questo punto,non verrà più da parte mia.
Io i semi li ho gettati e se non attecchiscono,evidentemente, è perché il terreno non "recepisce" o non vuole recepire.
Mi tengo stretta le persone che mi vogliono bene e a cui anche io voglio bene ma,come succede per gli amori incorrisposti,anche per le mancate amicizie,mi resterà sempre il rimpianto del "poteva essere e non è stato".
E sarà anche il caso che faccia dare una controllata al mio intuito, perchè,ultimamente mi pare stia dando parecchio di balta!!!!
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