sabato 10 gennaio 2015

"La locanda delle occasioni perdute" Antonella Boralevi (2014)






LA TRAMA:
"Ci vuole coraggio per guardarsi la vita".
Tanto coraggio.
Lo sa bene Mirella,mentre cammina sotto la pioggia battente di Parigi,diretta nella minuscola Rue Therese.
Si ferma davanti all'insegna "Restaurant"che ha tanto cercato:
è il momento,non può più tornare indietro.
Prende un respiro profondo ed entra.
Ad accoglierla c'è il vecchio cameriere Alphonse,che con modi ruvidi tenta di cacciarla.
Ma Mirella non può andarsene,perchè è qui per un motivo preciso:
sa che,seduta a un tavolo a sfogliare il pesante menù,potrà rivivere tutti i ricordi,i desideri,i sogni che l'hanno resa la donna che è oggi.
Ma sa che torneranno a visitarla anche i rimorsi,le delusione,le pagine più nere del racconto della sua vita,quelle che avrebbe voluto cancellare.
O forse,semplicemente,riscrivere.
Come se il passato si potesse cambiare,e ogni amore perduto,ogni carezza mai data potesse trasformarsi in un nuovo inizio.
E mentre la pioggia suona la sua musica dolce,e Parigi si colora d'incanto,in un attimo immenso tutto questo diventa possibile.
Antonella Boralevi ci conduce nel fascino segreto di Rue Therese,dove si nasconde il luogo che rincorriamo da sempre,quello in cui le speranze più profonde s'incontrano e prendono vita.
E ci ricorda che la materia dei sogni può trasformarsi in realtà,perchè siamo noi gli artefici del nostro lieto fine.

IL MIO GIUDIZIO:
Della Boralevi,diversi anni fa,ho letto "Prima che il vento" che ho trovato davvero delizioso e,qualche tempo dopo, "Il lato luminoso",
il quale,al contrario,non mi ha preso per niente ed è uno dei pochissimi libri che messo da parte senza concludere,con l'intenzione,magari,di riprenderlo in mano in un secondo momento.

Di questo suo ultimo romanzo mi ha colpito,in primis,il titolo molto evocativo,poi il fatto che sia ambientato a Parigi,città che da sempre sogno di visitare,ma soprattutto la trama davvero intrigante.

Chi è che non si è mai chiesto,infatti,come sarebbe stato il proprio cammino,se avesse compiuto un'azione al posto di un'altra?
Chi non ha mai desiderato tornare indietro nel tempo per cambiare il corso della propria esistenza?

O chi non ha mai immaginato,come dico sempre io, la propria vita in "un universo parallelo",dove ogni cosa è andata esattamente come la volevamo noi?

Mirella,alla vigilia del suo 47° compleanno,si reca nel fantasmagorico ristorante di Rue Therese dove avrà la possibilità,sfogliando uno speciale menù,di far tornare indietro tutte le "occasioni perdute" della sua vita.
Scegliendone una e soltanto una,potrà far prendere alla sua esistenza una strada diversa e avrà,quindi,la possibilità di essere la donna che avrebbe sempre voluto essere ma non è stata.

Ecco così sfilare davanti a lei,e poi sedersi agli altri tavolini del ristorante,in attesa della sua scelta finale:
se stessa da piccola,
una signora che l'aveva consolata in un momento di sconforto quando era adolescente,
i suoi genitori,
una fugace avventura extraconiugale,
il figlio perduto prima di vedere la luce,
un vecchio professore universitario,
uno sconosciuto incrociato in un bar,
un'avvocatessa imbrogliona,
un noto cantante....
ma non si presenta,però,l'unica "occasione" che lei vorrebbe poter rivivere:
Guido,passione travolgente che però l'ha devastata,lasciandola con l'anima in frantumi.

E'incredibile come,soprattutto nella seconda parte,io sia stata avvinta e coinvolta appieno nella narrazione.
Vero è che,in ogni mia lettura,cerco sempre qualcosa di me....
ma mai come  in questo caso mi sono immedesimata nelle vicende e ho rivissuto nuovamente le emozioni,lo stordimento,lo struggimento e il dolore che un "amour fou",un amore folle,tanto giusto quanto tremendamente sbagliato,può causarti.

Ma forse,questo amore sbagliato che tanto fa soffrire,altro non è che la chiave di volta,la tessera del domino che butterà giù tutte le altre,facendo tabula rasa di una vita statica,
priva di slanci,piena di ipocrita,borghese mediocrità e lascerà spazio a nuovi percorsi e soprattutto a nuovi,autentici incontri.

Guido non è con gli altri alla "locanda delle occasioni perdute" per un semplice motivo:
un'assenza non può ripresentarsi...chi non c'è mai stato non può tornare!
Anche se,per un ironico gioco di parole,è stato una "presenza" importante,che non riusciamo a dimenticare.
Da anni ormai l'ho capito.
Ed è questo uno dei messaggi che l'autrice vuole mandare,raccontando questa storia.

Ma,alla fine,abbiamo davvero bisogno del ritorno di queste cosiddette "Occasioni Perdute",
per essere felici?
O forse basta smettere di rimpiangere il passato e guardare con fiducia al futuro,
lasciandosi trasportare,quando serve,dal caso ma sempre pronti a prendere le proprio decisioni in completa autonomia?

Un romanzo che,solo a prima vista,può sembrare "leggero".
In realtà cela l'invito a vivere appieno la propria vita,
avendo il coraggio delle proprie azioni,senza farsi fuorviare da quello che desiderano gli altri o da scelte di circostanza,tanto comode quanto deleterie per la nostra serenità mentale.

Ed è proprio quello che ho fatto io:
stravolgere tutto,rischiando in prima persona e uscendo dall'impasse in cui mi ero (inconsapevolmente?) infilata,tirandomi fuori da un imbuto cosmico in cui per tanto,troppo tempo ho annaspato.


IL MIO VOTO:
Originale,scorrevole,avvincente e,a suo modo,catartico.
Un inno all'ottimismo e alla fiducia nelle proprie capacità.
Consigliato!
* BUONO *

LA SCRITTRICE:




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