giovedì 23 ottobre 2014

"Il giovane Holden" -The Catcher in the Rye- J.D. Salinger (1951)




LA TRAMA:
Sono passati 60 anni da quando è stato scritto,ma continuiamo a vederlo,Holden Caufield,
con quell'aria scocciata,insofferente alle ipocrisie e al conformismo,
lui e la sua "infanzia schifa" e le "cose da matti che gli sono capitate sotto Natale",
dal giorno in cui lasciò l'Istituto Pencey,con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi.
La trama è tutta qui,narrata da quella voce spiccia e senza fronzoli.
Ma sono i suoi pensieri,l'umore rabbioso,ad andare in scena.
Perchè è arrabbiato Holden?
Poichè non lo si sa con precisione,ciascuno vi ha letto la propria rabbia,ha assunto il protagonista a "exemplum vitae" e ciò ne ha decretato l'immenso successo che dura tutt'ora.
Un dei libri del 900 che ha tanto ancora da dire negli anni 2000

IL MIO GIUDIZIO:
Uno dei grandi classici della letteratura per ragazzi,alla stregua di Tom Sawyer e Huckleberry Finn,con cui,però,fino ad ora,non mi ero mai cimentata.
Più o meno un anno fa,dopo aver terminato"Un giorno questo dolore ti sarà utile",mi capitò di leggere su internet alcune recensioni in cui si paragonava l'opera di Peter Cameron proprio al capolavoro di Salinger e ciò mi ha incuriosito e spinto a sperimentarlo.

La storia viene raccontata in prima persona.
Il protagonista è Holden Caufield,un diciassettenne americano di buona famiglia, che però si atteggia a uomo vissuto.
In realtà,da ogni sua singola parola,emerge l'insicurezza di un adolescente che deve ancora conoscere se stesso e trovare un posto nel mondo.
Holden ha una visione un pò pessimistica:
per lui tutto è "schifo" (tranne la sorellina minore Phoebe,che adora),niente lo attrae veramente e il suo animo è costantemente pervaso da tristezza e malinconia.
Tristezza e malinconia che cerca di contrastare con il sarcasmo e l'ironia.
Però,da buon ciclotimico quale si dimostra,basta una piccola inezia per farlo diventare la persona più felice della terra...salvo ripiombare poco dopo nell'inquietudine.
Caufield è un ragazzo della metà del secolo scorso,che vive gli stessi dubbi e le stesse incertezze di un giovane dei giorni nostri.
Da questo punto di vista,l'opera di Salinger è davvero attuale.

Ogni evento viene raccontato minuziosamente e,molto spesso,il protagonista prende spunto da un avvenimento per fare delle digressioni nel passato anch'esse molto dettagliate.
Tutto ciò,unito all'interminabile sequela di nomi di amici,parenti e conoscenti che cita continuamente,rende la narrazione alquanto dispersiva.
Il finale,invece,non mi ha particolarmente entusiasmato...anzi,mi ha lasciata un pò perplessa.

Personalmente,tutte queste analogie con "Un giorno questo dolore ti sarà utile" non le ho trovate.
Forse l'unica somiglianza è da ravvisare quando Holden,pensando al suo prossimo futuro,decide di allontanarsi da New York,fingersi sordomuto e andare a vivere da solo in una capanna in mezzo ai boschi.

Lo stile è diretto e colloquiale,caratterizzato da dei modi di dire ricorrenti,"alla Holden":
e compagnia bella,e tutto quel che segue,e tutto quanto,vattelappesca,se proprio lo volete sapere...

La lettura è scorrevole...ho terminato il libro in un paio di giorni,ma,nonostante lo abbia trovato divertente,originale e coinvolgente,per essere quel "capolavoro della letteratura" come da molti viene definito,forse mi aspettavo qualcosa in più.




IL MIO VOTO: Mi è piaciuto ma mi aspettavo di meglio.
* COSI' COSI' *

LO SCRITTORE:




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