martedì 23 settembre 2014
"Io e te" Niccolò Ammaniti (2010)
LA TRAMA:
Barricato in cantina per trascorrere di nascosto da tutti la sua settimana bianca,
Lorenzo,un quattordicenne introverso e un pò nevrotico,si prepara a vivere il suo sogno solipsistico di felicità:
niente conflitti,niente fastidiosi compagni di scuola,niente commedie e finzioni.
Il mondo con le sue regole incomprensibili fuori dalla porta e lui stravaccato su un divano,circondato di Coca Cola,scatolette di tonno e romanzi horror.
Sarà Olivia,che piomba all'improvviso nel suo bunker con la sua ruvida e cagionevole vitalità,
a far varcare a Lorenzo la linea d'ombra,a fargli gettare la maschera di adolescente difficile e accettare il gioco caotico della vita là fuori.
IL MIO GIUDIZIO:
112 pagine scritte in caratteri grandi:un lungo racconto che ho letto in poco più di mezz'ora.
L'idea del quattordicenne barricato in cantina è buona,peccato,però,che il romanzo sia solo abbozzato e si sviluppi in maniera un pò troppo approssimativa.
Da uno scrittore come Ammaniti ci si aspetta opere di ben altro livello e questa non è minimamente paragonabile nè a "Ti prendo e ti porto via" nè a "Che la festa cominci".
Oltretutto,più andavo avanti con la lettura,più notavo molte somiglianze con "Un giorno questo dolore ti sarà utile" di Peter Cameron:
un protagonista adolescente introverso e asociale che ha scatti di rabbia se messo sotto pressione;
una madre proprietaria di una galleria d'arte;
una nonna un pò sui generis;
una fuga da un gita scolastica e la finale accettazione di sè grazie al confronto con un'altra persona....saranno tutte casualità ma a me sembrano davvero un pò troppe!
La conclusione è abbastanza scontata:
intuibile dalle prime pagine,trova conferma a metà racconto,per cui,se l'intento dell'autore era quello di dare al lettore un finale commovente e emozionante,purtroppo ha fallito nel suo intento.
Lo stile è comunque rapido e scorrevole.
La narrazione avviene in prima persona ed è inframmezzata da flash back (all'inizio del romanzo siamo nel 2010,subito dopo si fa un salto temporale indietro di 10 anni e poi ancora più a ritroso,quando Lorenzo racconta del viaggio in macchina insieme a sua madre) e da un racconto nel racconto (quello che Lorenzo inventa per sua nonna).
La figura di Lorenzo mi ha davvero colpita,forse perchè mi ritrovo in lui,
nel suo odio per le feste e nel suo atavico timore di non essere accettato dagli altri,
che viene erroneamente scambiato per narcisismo egocentrico.
Molto interessante anche il paragone con il mimetismo batesiano,di cui non sapevo assolutamente niente,nonostante i tanti documentari sulla natura visti nel corso degli anni!
Olivia,al contrario,resta un grande mistero.
Di lei dice e non dice,racconta e non racconta.
Più che un personaggio a sè stante,è una fugace apparizione il cui unico scopo è quello di "salvare" il protagonista,confrontandosi con lui,mettendolo a tu per tu con le sue paure e facendogliele superare.
Chi è Olivia?
A giudicare dalla postilla finale,probabilmente non è un personaggio di fantasia ma è esistita davvero.
O,comunque sia,si è ispirato a una persona reale,romanzandone la sua storia.
In sintesi,se davvero Ammaniti avesse strutturato meglio questo racconto,che di per sè aveva tutti i presupposti per essere un buon prodotto,ne sarebbe venuto fuori,quasi sicuramente,un gioiellino della narrativa contemporanea.
Invece ci troviamo davanti a un'opera nè bella nè brutta...un'opera neutra,che lascia indifferenti.
Peccato!
IL MIO VOTO: Senza infamia e senza lode. Gli spunti c'erano ed erano buoni ma non sono stati sviluppati al meglio. Ammaniti non convince,questa volta.
* DISCRETO *
LO SCRITTORE:
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