A volte penso che sarebbe meglio essere un cerino,una cosetta che brucia in fretta,in questo mondo di accendini senza ricarica. (Ortensia)
Detesto i ritardatari.
Detesto quelli che si approfittano del mio tempo,come se fosse meno prezioso del loro. (Anemone)
Ortensia si ricorda tutto,tutte le cose brutte.
Dico:è un archivio di schifezze,lei. (Anemone)
Non ho autocontrollo.
In compenso possiedo molta autostima,un bene prezioso,perchè il mondo intorno tenta continuamente d'abbacchiarti. (Anemone)
Il fatto è che la Zerbinaccia vive internata dentro se stessa,sta sempre lì a scavare,pare una talpa. (Anemone)
Io bastavo a me stessa.
Avevo bisogno solo di un nido dove rintanarmi per coltivare la mia abbagliante interiorità. (Ortensia)
Manola,io soffoco per la mia stessa intensità.
In questo mondo dove la gente ha dentro di sè solo il perimetro d'un fazzoletto di batista,io sono un Polifemo. (Ortensia)
Tu,figlia mia,sei un'alivola,voli con le tue ali.
Non hai bisogno di nessuno,farai grandi cose! (Ortensia)
Orty su questa terra non sa fare niente,nemmeno vivere. (Anemone)
Sapesse quante volte,Manola,mi sono apparecchiata un bel suicidio.
Chiudevo gli occhi e provavo a immaginare il volto dei miei genitori,quando m'avrebbero trovata impiccata alle tubature bollenti.
L'unico pensiero che mi tratteneva dal mettere in atto il mio grandioso progetto era che,da morta,non avrei potuto godermi la loro disperazione.
E poi mi pareva fosse troppo comodo,per la mia famiglia,liberarsi di me in un colpo solo.
Non se lo meritavano,questo regalo (Ortensia)
Manola,io detesto il Natale.
Quando s'avvicina il Natale mi viene un magone terribile.
Bisogna essere tutti belli,tutti affettuosi,tutti felici!
E poi,di che si parla? Di che si parla?
Di ricordi naturalmente!
Di aneddotica familiare,sennò che Natale sarebbe...
E tutti lì a rovistare,eccitati,con gli occhi rossi dal bere,nella cesta dei pannucci sporchi,dei ricordini sopiti,quelli che latitano,ma che con un altro buon bicchiere di moscato saltano fuori e graffiano.
Hai voglia,se lo graffiano,il mio povero cuore. (Ortensia)
Manola,i bambini sono una banda di pazzi.
Se lei adesso si mettesse a volare davanti a un bambino,quello non ci troverebbe niente di strano.
Per loro è tutto normale.
Ma non va mica bene.
Vanno tenuti a guinzaglio,i marmocchi,perchè se gli dai troppa corda sono capaci di mandarti dritto al creatore (Anemone)
Io,Manola,vorrei sconfiggere il tempo lineare,entrare in questa fotografia,acchiappare Ortensia,tirarla su e portarla via.
Ma non potrò più difenderla,quella bambina lì.
Ciò che è fatto è fatto.
I traumi sono schizzi di inchiostro indelebile che abbuiano la vita. (Ortensia)
Comunque,un bel giorno capii che il mondo non mi amava,e io smisi di amare il mondo. (Ortensia)
Il fatto è che io ho una grande predisposizione all'empatia.
Riesco,mio malgrado,ad assorbire lo stato emozionale di chiunque.
Chiunque sia a pezzi,naturalmente!
Vorrei essere meno sensibile,Manola,e non vedere quello che gli altri non vedono.
Ma perchè,dentro di me,ogni cosa acquista dimensioni spropositate?(Ortensia)
Ma,anche se nessuno mi tenda una mano,io vado avanti nella mia missione. (Ortensia)
Una volta c'era più ignoranza,ma anche più clemenza.
Oggi siamo più colti,abbiamo la posta elettronica,possiamo inviare telematicamente dall'altra parte del pianeta le nostre parole senza neppure aver finito di pensarle.
Ma non sappiamo chi è quel viso che ogni mattina s'affaccia,accanto al nostro,sul davanzale confinante. (Ortensia)
La vecchiaia non riguarda più nessuno,Manola.
Eppure,dietro ognuno di noi c'è un vecchio in attesa seduto su una seggiolina.
Un giorno saremo destinati a prendere il suo posto.
Nessun chirurgo plastico potrà rimpannucciarci l'anima. (Ortensia)
Certo,m'accorgo che più s'allarga il percorso fobico,più si ritira lo spazio vitale.
Io vivo in gabbia, (Ortensia)
Esistono scuole di autostima.
A piano terra. (Ortensia)
La scuola è un belvedere di notte,dal quale t'affacci a guardare la vita in lontananza con tutte le sue lucine.
Ti tengono lì,appesa nel buio,e nessuno ti insegna come fare poi,una volta sbarcata in quel presepio di cacca. (Anemone)
Non mi tranquillizza affatto saperli,sbarazzini,in giro per il suolo terrestre,tutti quei pezzettoni di carne mascula alla minacciosa ricerca d'asilo.
Li hai mai visti?
Gli uomini,dico.
Li hai mai guardati attentamente,quando ti sorpassano in macchina con quelle facce bufagne?
Avanzano con il pene.
Pensano con il pene.
Tutto ciò che gli capita a tiro diventa inesorabilmente una prolunga peniena.
Ma dove vanno?
Manola,le chiedo,dove corre l'orda assatanata degli uomini fallici?
E le mani?
Le mani gli scappano sempre lì sotto:parlano,lavorano,producono e intanto si rovistano,passano la vita a soppesare quella bassa robona.
Ma cosa c'è lì sotto di così abonorme?
La paura,cara Manola,ecco cosa c'è. (Ortensia)
Se uno gode dentro un bell'anfratto di carnina calda,poi non ha più voglia di menarsela con le baggianate esistenziali,ti entra in circolo tanto sangue nuovo,spurghi tossine.
Il sesso è una sorta di peeling,un bagno turco dell'anima. (Anemone)
E'naturale,se vivi come una qualunquista non ti succede,non vai mai incontro a crolli fisici,psicologici totali. (Ortensia)
Io mi elevo a latrina dei miei istinti più bassi. (Ortensia)
Solo le imperfezioni ci caratterizzano.
Io sono sempre stata intensamente caratterizzata. (Ortensia)
Più si ha e meno si ha. (Ortensia)
Le illusioni sono vane creature,subdole cortigiane del nostro immaginario,che ci disalveolano da noi stessi,condannandoci al nulla. (Ortensia)
Ogni passaggi evolutivo prevede uno stadio intermedio di incertezza e angoscia.(Ortensia)
E'utile guardare gli altri.
Mi sto accorgendo che il mio sguardo linceo era troppo versato allo scandaglio delle frattaglie e,per eccesso di zelo nei miei confronti,finiva col sacrificarsi,rinunciando a una più ampia visuale.
In questo periodo,gli ho concesso una vacanza,e l'ho lasciato libero di svolazzare in giro.
Attraverso questa ritrovata levità oculare,sto imparando un mucchio di cose:la clemenza,per esempio,e una certa morbidezza. (Ortensia)
Credo che ognuno,per quanto misero,si senta unico. (Ortensia)
Forse sto perdendo un pò della mia affinatissima sensibilità.
Se questo implica uno sconto sul dolore,abbia pazienza,Manola,non riesco a crucciarmene. (Ortensia)
Io ho metodo e costanza anche nel piacere:
so corteggiarlo,aspettarlo,centellinarlo,assecondarlo,fino a farlo penetrare in ogni cellula del mio organismo.
Oggi c'è la corsa sfrenata al godimento acchiappaticcio.
Si cercano sempre nuovi stratagemmi,ma,in verità,nessuno sa più come deliziarsi.
I buongustai sono rimasti pochi.
Si va troppo in fretta,la fruizione dei piacere è rapida,compulsiva e,in definitiva,triste.
Se il dolore necessita di un suo tempo,il piacere ne richiede almeno il doppio. (Ortensia)
...per esempio,quel ragazzino carino,con gli occhioni da cerbiatto,e la barbetta rada da capra,che ha fatto a pezzi i genitori con il machete delle Piccole Marmotte e li ha cotti con i fagioli nella sala hobby della villetta,dove la domenica infornavano le pizze e giocavano a domino tutti insieme,divertendosi un mucchio.
Ecco,mi domando se nel karma di quei genitori fosse già scritto che,prima o poi,avrebbero fatto la fine dell'osso di prosciutto e della cotica.
E quel bambino di soli 3 anni,che ha abbattuto la mamma a randellate perchè non voleva dargli la sorpresina prima di pranzo e gliela aveva nascosta nel pensile più alto,quell'infida.
Manola,le chiedo:
è giusto far desiderare ai propri figli le cose in maniera spasmodica,durante il tempo interminabile di un piatto di semolino,o non sarebbe meglio mollargli subito in culla le chiavi di casa,quelle del fuoristrada,il cellulare,il mitra?
Allora,forse,si potrebbe pensare che quella coppia di giovani sposi che ha scaraventato la dolce neonata nella pastella,per poi friggerla come un fiore di zucca,con un'alice in bocca,agiva a scopo preventivo,per evitare il peggio. (Anemone)
Per sbaragliare le trepidazione,guarderai i documentari degli animali con i cuccioli,e ne invidierai la calma.
La natura non ti sembrerà più equanime,per via di quel cervello tremebondo che ti è stato,a dispetto,azzeccato nel capo.(Anemone)
Tesoro,non sei in grado di badare nemmeno a una fettina impanata nella padella,come pensi di cavartela con un bambino nella culla? (Anemone)
La mia vita mi sembra un tapis roulant,ingolfato di roba che continua a passarmi davanti,senza che io riesca ad acciuffare alcunchè. (Anemone)
Chi è consenziente,il fato lo conduce.
Chi non lo è,lo trascina.
A te ti trascina,c'è poco da fare.
Bisogna che ti dai una svegliata.
Non devi sperare nel miracolo,devi compierlo. (Ortensia)
Chi l'ha detto che invecchiando si migliora?
Mica siamo vino,noi.
E comunque anche il vino va in aceto.
Non è affatto vero che i vecchi sono tutti buoni.
Con molte probabilità,se da giovane eri un bastardo,evolverai in un bastardo vecchio che disprezza la gioventù. (Ortensia)
Manola,ho scoperto che per crescere serve essere inclementi,con se stessi,certo,ma anche un pò con gli altri. (Ortensia)
Non capisco proprio che bisogno ci sia di metter su famiglia.
La famiglia non è una necessità interiore dell'uomo.
Al massimo è una necessità degli psicanalisti,che senza famiglie da demolire andrebbero per funghi.
Eppure,nonostante i cazzottoni,tutti finiamo per cascare in quel merdoso sentimento di appartenenza che ci circuisce e ci fa venire il groppo alla gola,appena riconosciamo una puzza famigliare fin dall'infanzia. (Ortensia)
Ho cominciato a rimpiangere di avergli dato molte altre cose,che non si era premurato di restituirmi.
Il mio cuore,per esempio. (Ortensia)
Lo hai mai visto un pesce che ti guarda negli occhi?
Io mi sento esattamente così: un pesce che gira su se stesso,inseguendo il bagliore della propria ombra. (Anemone)
Io non voglio più essere elaborata:non sono una crema pasticcera.
In realtà,io sono incazzata da svariati anni con l'energumeno e,se lei me lo consente,vorrei finalmente togliermi la soddisfazione di dargli un calcio nei testicoli. (Ortensia)
E' come la storia di quello stupratore incallito che era stato violentato dal padre,dalla madre,dagli zii,dai nonni,dai bisnonni,che tutti,a loro volta,erano stati brutalizzati dai padri,dalle madri,dagli zii,dai nonni,dai bisnonni.
Che tutti erano stati brutalizzati dai trisavoli infoiati.
Che tutti erano stati brutalizzati dagli antenati.
Che tutti erano stati brutalizzati dagli ominidi del Pleistocene.
Che tutti erano stati brutalizzati dalle scimmie.
Allora,di chi è la responsabilità?
Di quel primo branco di scimmie?
Ma è arcinoto che le scimmie si sodomizzano senza pietà,e senza cerimonie.
E allora?
Si tratta soltanto di tradizioni familiari che si tramandano?
No,basta con il placebo del passato,e che ognuno risponda di se stesso nel presente! (Ortensia)
Per ricostruirsi bisogna prima disintegrarsi.
E io,da questo punto di vista,sono già un pezzo avanti.
Voglio dire,mi sento già abbastanza disintegrata. (Anemone)
Mi fanno impressioni gli addii.
Quando il nulla,un grigio scorcio di città,anonimi binari di ferro,s'inghiottono la famigliarità di un volto,il profumo di una persona cara. (Ortensia)
Ogni volta che si cresce si perde qualcosa. (Ortensia)
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