giovedì 20 dicembre 2012
"La mamma del sole" Andrea Vitali (2010)
LA TRAMA:
La motonave Nibbio, vecchia gloria della Navigazione Lariana, sta effettuando il suo ultimo viaggio.
A Bellano sbarca un'anziana donna:sta cercando il vecchio parroco, don Carlo Gheratti.
Attraversa a fatica il paese arso dalla canicola estiva, prima di scomparire nel nulla.
Quando arriva la notizia che manca una delle ospiti del Pio Ospizio San Generoso di Gravedona,
sulle due rive del lago i carabinieri iniziano a indagare.
Un secondo enigma segna l'estate del 1933.
Dietro pressante richiesta del Partito e della Prefettura, i carabinieri devono raccogliere informazioni su una "celebre" concittadina, Velia Berilli, madre di quattordici figli, tra legittimi e illegittimi.
Perché mai Velia Berilli è diventata così importante?
Due misteri, insomma, cui si aggiunge un altro problema:in caserma si è rotto il vetro del bagno, e aggiustarlo non sarà semplice.
Ancora una volta, le pagine di Vitali si animano di una piccola folla di protagonisti e comprimari:dall'equipaggio della Nibbio alle autorità locali, e poi don Gheratti, il sacrestano Bigé e la perpetua Scudiscia.
Non possono mancare i carabinieri della locale stazione, vere star dei suoi romanzi: il maresciallo maggiore Ernesto Maccadò, l'appuntato Misfatti, il brigadiere Mannu e il carabiniere Milagra, che segue giorno dopo giorno, con indomita passione, i gloriosi trasvolatori della Seconda Crociera Atlantica.
IL MIO GIUDIZIO:
Con i suoi dialoghi serrati,la sua ironia,i suoi capitoli brevi e concisi (c’è un capitolo che è lungo solamente 2 frasi!),
il Vitali ha pubblicato un nuovo piccolo capolavoro,mettendo di nuovo in scena la commedia umana sul lago di Como ai tempi del fascismo.
Protagonisti ancora una volta gli ormai celebri maresciallo Maccadò (calabrese),il brigadiere “mangia pecore” Mannu (sardo) alle prese con le lettere ,tante volte pensate ma mai scritte da inviare ai parenti isolani,
l’appuntato Misfatti (siciliano) sempre in lotta con il suo intestino irregolare (e con gli instabili vetri della finestra del bagno della caserma) e la perpetua Scudiscia,dalla battuta pronta e tagliente.
Fanno da contorno alla storia tutta una serie di personaggi minori che,come d’abitudine,hanno i soprannomi + strampalati (La Gnagnolina,la Speciosa,Quale Stagione) o i nomi di battesimo + assurdi (basti citare alcuni dei figli di Velia Berilli:Felicetta,Lacrimella,Procopio,Premiato,Olmetto,Gervasio ,Protasio e Stevenin).
Il Vitali ha la rara capacità di giocare con le parole e di divertire il lettore con le descrizioni fisiche dei protagonisti:
“Becchi Adelaide era il trionfo degli angoli acuti:naso,spalle,le ali del bacino che spingevano verso l’alto un grembiale nero neanche tanto netto.Stringeva in mano una borsa,pure quella nera,da cui spuntavano il culo di un lunghino di pane e le foglie di 2 gambe di sellero”
o con i loro modi di fare e di essere:
“Là dove il naso dell’appuntato non riusciva ad arrivare,arrivava quello della signora,la quale spesso se ne usciva a dire che se fosse nata con la coda davanti avrebbe fatto pure lei il carabiniere.Senza figli e senza altri interessi se non quello di farsi i cazzi altrui,i 2 avevano istituito in casa una sorta di sezione staccata della caserma”,
tanto che pare proprio di vederseli davanti come in un film.
Il linguaggio dei dialoghi è colloquiale,come si addice a gente di paese,talvolta condito di frasi un po’ colorite,
ma che non risultano mai essere volgari o da modi di dire in stretto dialetto lombardo:
“Allora aveva capito e gh’era vegnù el magòn”,
queste ultime utilizzate soprattutto in riferimento alla perpetua e al sagrestano,
personaggi di semplice estrazione sociale,non acculturati e quindi + propensi ad esprimersi e pensare in dialetto piuttosto che in italiano corretto.
A tutto ciò si devono aggiungere alcune espressioni dell’autore che non possono non strappare un sorriso al lettore :
“A mezzogiorno spaccato era uscito mormorando un -buon appetito - che era suonato come un vaffanculo al mondo...”
La trama è semplice e avvincente,basata soprattutto sulla vita dei carabinieri e delle piccole e grandi grane che si trovano a dover affrontare ogni giorno:dalla misteriosa scomparsa di una vecchia dell’ospizio del paese vicino,al vetro di una finestra della caserma da sostituire (possibilmente spendendo il meno possibile),alle indagini da svolgere su una concittadina di facili costumi.
Ovviamente,come in tutti i piccoli paesi che si rispettino,alla fine,indagando di qua,indagando di là, si scoprono alcuni scheletri nell’armadio e salta fuori ad esempio che l’irreprensibile e morigerato Cavaliere del Regno,sempre impeccabile in ogni occasione e che si spolvera perfino le scarpe prima di salire in macchina,non disdegna però,ogni tanto, di farsi qualche salto fra le chiappe della sopracitata compaesana disinibita!
E chi è la “mamma del sole” che dà il titolo al romanzo e spesso citata dal brigadiere Mannu nel corso della narrazione?
Quello lo si scoprirà soltanto nell’ultima pagina!
IL MIO VOTO: * MOLTO BUONO *
LO SCRITTORE:
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