giovedì 20 dicembre 2012
"Galeotto fu il collier" Andrea Vitali (2012)
LA TRAMA:
Lidio Cerevelli è figlio unico di madre vedova.
Un bravo ragazzo,finchè alla festa organizzata dal Circolo della Vela non arriva Helga:bella,dinisibita e abbastanza ubriaca.
Lirica,la severe madre di Lidio,abile e ricca imprenditrice dell’edilizia,ha vedute molto diverse.
Suo figlio deve trovare una moglie “made in Italy”,una ragazza come si deve.
Magari la nipote del professor Eugeo Cerretti,Eufemia,un ottimo partirto con un piccolo difetto:
è brutta da far venire il mal di pancia solo a guardarla.
Ma forse Lidio ha trovato il modo per uscire dalla trappola e realizzare tutti i suoi sogni:
durante un sopralluogo per un lavoro di ristrutturazione,in un muro maestro,scova un gruzzolo di monete d’oro,
nascosto chissà da chi e chissà quando.
Intorno a questo quintetto e al tesoro di Lidio,un travolgente coro di comprimari.
A cominciare dalle due donne più belle del paese:Olghina,giovane sposa del potente professor Cerretti,
che fa innamorare Avano Degiurati,direttore della Banca del Mandamento;e Anita,la moglie del muratore Campesi,
di cui si incapriccia Beppe Canizza il focoso segretario della locale sezione di Partito.
E poi l’Os de Mort,di professione “assistente contrario”,cuochi e contrabbandieri,l’astuto prevosto e l’azzimato avvocato...
Immancabili,a vigilare e indagare,i carabinieri guidati dal maresciallo Maccadò
IL MIO GIUDIZIO:
Causa trasloco e menate varie,ci ho messo un po’ a portare a termine la lettura di questo libro,
ma devo ammettere che,per la prima volta, il Vitali non mi ha entusiasmato più di tanto e l’ho trovato un po’ sottotono.
La storia non prende,è troppo dispersiva,piena di personaggi e vicende che si intrecciano tra di loro in modo sconclusionato,
rendendo difficile seguire il filo conduttore della narrazione.
Anche il finale,sinceramente,non è niente di che.
Fra i vari protagonisti,come sempre con i nomi più strampalati che ci possano essere,compaiono 2 vecchie conoscenze degli estimatori dello scrittore: il siciliano maresciallo Maccadò (qui fresco padre del suo secondogenito) e il suo fedele brigadiere,il sardo Mannu.
E’ solo grazie alla loro presenza che il romanzo acquista un po’ di tono.
Ma l’umorismo ironico ed esilarante a cui il Vitali ci ha abituato nelle sue precedenti opere,
su tutte “Olive comprese” e “La figlia del podestà”,qui è quasi del tutto assente.
Probabilmente l’autore è un po’ sotto pressione in quest’ultimo periodo...sta sfornando un romanzo via l’altro (che gli editori abbiano capito di avere fra le mani una gallina dalle uova d’oro e lo abbiano trasformato in una macchina da guerra?) e,per quanto abbia una innata abilità alla scrittura,è ovvio che a lungo andare la qualità delle sue opere ne risenta.
IL MIO VOTO: * SCARSO * ...purtroppo!
LO SCRITTORE:
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