Ecco…sono arrivata a un punto morto.
Come sempre mi tocca constatare che ho fatto l’ennesimo errore di valutazione.
Dovrei esserci abituata ormai.
Sono mesi che incasso colpi in piena faccia dovuti sostanzialmente alla mia incapacità di valutare correttamente la realtà dei fatti,di soppesare le mie forze.
Quando penso di essere riuscita in qualche modo a tenere le redini della situazione,ecco che il mostro agonizzante dà un bel paio di codate di ritorno.
Et voilà,servita,bastonata come si conviene,mica penserai di farla franca piccina,mica si scherza con l’amore!
Aprire gli occhi è la cosa + difficile.
Quando apro gli occhi la mattina mi ricordo subito di come stanno le cose.
Non sapevo cosa volesse dire sentire questo dolore fisso in mezzo al torace,come uno stiletto piantato al centro del costato.
Immobile.
Dicono,male al cuore.
E non è tanto x dire.
Uno non ci crede finchè non lo prova.
Proprio di questo si tratta.
Duole il muscolo cardiaco.
Si soffre di un dolore fisico.
Persino il lenzuolo è di troppo.
Pesa sul petto,devo scoprirmi,il senso di oppressione è terribile,
poi appena mi scopro ho freddo.
Ho sempre freddo al mattino.
E anche la sera quando mi addormento.
E’ come se venisse da dentro.
Come se l’inverno mi fosse sceso nelle ossa e non se ne volesse + andare.
Giro la faccia verso la finestra della mia camera da letto,
il sole filtra forte dalle persiane.
Oggi è un’altra bella giornata e io non ho voglia di affrontarla.
Il risveglio,non so se riesco a spiegarmi,
è la parte peggiore di ogni faticoso giorno in cui rosicchio un millimetro di distanza in + rispetto al dolore.
La luce rinnova l’orribile epifania.
Si squarcia di nuovo il velo.
Tutte le mattine,tornando al mondo,dico subito:ah è successo.
Credi che il mondo sia una festa?
Che sia un giardino o che altro?
Non vedi che i tuoi occhi sono stati derubati,
che il tuo viso non è + lo stesso,
che qualcuno ti ha aperto dentro una ferita che ti ha cambiato x sempre?
Non ti accorgi,sciocchina, che non sarai mai + quella di prima?
Che eri intatta e ora hai avuto anche tu il tuo danno.
E il sapore delle cose,tutte,è come un po’ insipido,
il colore del mondo un po’ + sbiadito,
la luce appena meno vivida.
Tutto è uguale,ogni cosa al suo posto,eppure niente è + lo stesso.
Da qui in poi ogni piccolo fatto che ti accadrà produrrà,lontanissima,l’eco di una nostalgia sanguinosa e indolente.
Non sei + la stessa
Sei tu,ma non sei + quella.
Conosci il dolore,ora.
Eppure i tuoi occhi sono ancora belli,
eppure il mondo lotta e si muove e sobbalza e ondeggia in avanti.
Sei solo seduta in faccia alla solitudine,abbi fede.
E’ solo vita...
E ora vado a casa e seppellisco in giardino lo scatolone dei ricordi.
Non lo voglio buttare.
Lo voglio mettere da parte,sapere che c’è...e scordarmene.
Pain is inevitable,suffering is optional...
Il dolore non si può evitare...ma la sofferenza sì...
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