La vita era una trama fragile, sospesa su un abisso, e lei rischiava di continuo di scivolarci dentro.
Il male è caldo, ti brucia alla radice e ti annienta.
"Sono senza TV, questa notte è stata un inferno"
"La notte sarà sempre un inferno per noi. Prenditi delle pasticche, oppure un uomo che sappia scopare come si deve"
Perché evitavo certe situazioni? Per non dovermi sentire così: frainteso. Un coglione.
Perché qui siamo tutte sulla stessa barca ma ognuna ha il suo buco nero e se lo deve sucare.
Di sicuro era una prostituta, una malata di mente, una balorda, una strega. Perché io lo sapevo, no? Che le donne con i capelli rossi erano streghe.
Posso dirti una cosa? Ora ti sembrerà impossibile ma io ti garantisco che tutto passa. E, se non può passare, cambia.
Era la cosa che lei voleva di più da anni: scopare con un uomo. E io con una donna, provando sentimento. Ci eravamo capitati. Però adesso eravamo vivi e io ero innamorato di lei senza sapere niente.
Qui nessuna si fa pregare. Nessuna aspetta, senza fare un cazzo, di essere salvata. Se non lo hai capito, le principesse non esistono. Siamo tutte stronze, troie e regine allo stesso modo.
Cosa potrebbe rivelarmi di te, il tuo nome? Non siamo nomi, cognomi, relazioni più o meno dettagliate redatte da psichiatri, assistenti sociali, periti. Siamo chiaroscuri. Buchi pieni di buio da cui escono, a volte, fortuiti tagli di luce.
Perché, anche se ce l'hanno in molti, quel nome designa solo te su tutta la Terra. Che sei un'autolesionista, che ti serve qualcuno per addormentarti. Ma non ti ripetersi, non capiterai una seconda volta.
L'arte è sempre un tentativo di luce, uno scarto rispetto al buio che c'è nella vita.
Intendevo fare il possibile perché capissero che leggere poteva liberarli dalla solitudine enorme di questo posto e dalle sue leggi di merda.
Quello che deve accadere accade, nonostante tutte le accortezze e gli sforzi per evitarlo.
Potevo amarla senza sapere chi era?
Con i "non" non si va avanti.
Era come se fossimo sempre sul punto di perderci, minacciati da un ricordo, da una domanda, dalle persone che eravamo state e, forse, incontrandoci, non eravamo più.
Il mondo è sterminato, come le opportunità che hai ancora.
È incredibile come i genitori s'intestardiscano a non voler vedere i figli per quello che sono. Patetica la loro volontà di non arrendersi, di pretendere che siano un prolungamento dei loro sogni anziché schegge impazzire e, sovente, fallimentari.
Era la loro forza segreta: toccare il fondo, piangere e, con la faccia bagnata di lacrime, farsi una risata.
Anziché continuare a scavare in basso, potremmo tentare un tunnel laterale e vedere dove porta.
Tu non hai nessuna colpa ma adesso capisco che anche l'innocenza può avere un peso
Chi è sopravvissuto è intoccabile: il dolore forma come un'aura.
L'indicibile non è mai il mentre, l'attimo sconvolgente. È il lento, uniforme, inesorabile dopo.
Non siamo i nostri traumi. Il risultato di quello che abbiamo commesso o subito. Il passato non coincide con il punto in cui ci troviamo adesso. Siamo altrove.
Sembrava pura ragione, mentre tu eri un fascio di nervi. E il suo lavoro era ficcarti gli aghi nel punto più abissale di quel groviglio.
Perché non è che se una cosa non la dici, non esiste. Esiste di più. Esiste così tanto che respiri con un polmone solo perché l'altro è schiacciato, la gola è ostruita, il cuore è un buco
Tutto passa. E se non passa, cambia.
La vita non chiede permesso, non si lascia programmare. Anzi, adora prenderti per il culo .
Puttana, detto da un'altra femmina, non si può sentire. Ti sei mai chiesta che insulto è? Oppure ripeti tutto a pappagallo come le bambine cretine? Fai il gioco dei maschi che ci hanno sempre inculate? Ne hai da studiare, stronzetta! Il rispetto, ragazze, il rispetto è la prima cosa. Non puoi dire "puttana" a un' altra donna. Credi che una donna si prostituirebbe se avesse un' alternativa? Ci saranno anche donne che si prostituiscono per libera scelta, però sono una minoranza. E, comunque, bisognerebbe capire fino a che punto è libera, questa scelta. Perché tu permetteresti a uno sconosciuto, brutto, vecchio, bavoso, con la panza, che magari è sporco e puzza, di entrare nel tuo corpo, se potessi evitarlo? Tu rischieresti di rimanere incinta perché uno stronzo ha voglia di usarti come userebbe il water per pisciare? No, "puttana" a un' altra donna non lo puoi dire.
Ero gravato da quel sentimento a cui non volevo dare un nome. Che non volevo provare e tuttavia provavo. Insieme alla rabbia, al rancore e alla delusione. Un sentimento che mi rendeva insicuro. Che doveva essere il fine di una vita, così dicevano, la sua parte migliore. Invece era una malattia che ti intaccava lì, alla radice, nell' identità, e la annientava.
Futuro un cazzo, c'era solo il passato. Nella vita, era tutto un passato che non potevo aggiustare, modificare, salvare.
Quel sentimento era più forte di tutto. Della dignità, del rancore, di qualsiasi idea e opinione. Mi rintronava nella testa, mi si scioglieva caldo nelle vene: ti amo.
Se anche fosse stato il nostro ultimo ballo, dovevo ballare. Se anche fosse stato il nostro ultimo istante, lo dovevo vivere. Tanto, tutto finiva. Era inevitabile, il futuro.
Il corpo sa sempre tutto prima ma la testa no, non vuole.
La peggior pena che si può infliggere a un essere umano non sono le bruciature, i tagli, il dolore. È la solitudine: nessun volto in cui riconoscerti, nessuna voce a ricordarti che sì, sei una persona anche tu.
Cos'altro puoi fare quando non riesci a pensare e sei solo sconvolto, se non avere una paura fottuta e provare a difenderti?
Nessuno vuole il male vicino perché ha paura di contaminarsi.
Non esistono quasi mai, nelle storie di cronaca, i parenti delle vittime. Il loro dolore non lo vuole nessuno. Non siamo interessanti come i carnefici, ma siamo troppo vivi per essere santificati. Siamo condannati a vivere con una voragine vicino, nello stesso identico mondo dove continuano a respirare,a pensare, a guardare la televisione, a mangiare e magari anche a ridere, a scherzare, a fare l'amore, gli assassini. Dopo cinque anni gli assassini erano fuori e noi eravamo ancora dentro, incapaci a una vita normale, a relazioni normali.
Se era stato Dio a mettermela davanti, o non esisteva, o era crudele.
E come le redimiamo, queste, sennò? Senza la storia, senza Pascoli, Manzoni, Dante? Fatte non foste a viver come brute! Avanti, a studiare!
Quella donna si porta dentro l'inferno e nessuno glielo toglierà mai. Chi sei tu per condannarla un'altra volta? È già stata giudicata, condannata, ha scontato la sua pena. Nessuno di noi contiene una persona soltanto.
Cambiare è la nostra natura. Il linguaggio è la prima possibilità di cambiamento. Perché sì: se le chiamate in un modo diverso, le cose cambiano.
Nell' abbandono sei più libero di trasgredire, rinascere oppure finire di perderti.
Alcune persone ce l'hanno quella forza: una sorta di feroce attaccamento alla vita per cui, qualunque cosa succeda, anche la più orrenda, la più irreparabile, finché sei viva devi vivere, andare. Come Ulisse.
Tra anime perse ci si riconosce e non sì temono giudizi.
Perché ognuno aveva la propria storia. E poteva pure andare a capo, scrivere capitoli nuovi, stravolgere la trama, aumentare i colpi di scena. Ma i capitoli vecchi non li potevi riscrivere. Né cancellare.
Nella sua infanzia c'era stata solo una cosa bella, una biblioteca semideserta, frequentata solo da vecchi. Ma a lei piaceva. Perché qui non aveva intorno compagne spensierate e senza un cazzo di problema. E nessuno la braccava. Era come evadere, evadere dalla sua vita.
Cosa è davvero ingiusta? La causa o la conseguenza?
Quando sei stato felice è molto difficile non esserlo più.
La lingua è viva, disobbidisce. Quello che era scorretto 50 anni fa, ora è giusto. "Essa" non si usa più per indicare persone di genere femminile perché la donna non è più considerabile in oggetto. Lo smartphone che vi piace tanto è entrato nel vocabolario. Alcune parole muoiono, altre nascono. Dipende dall'uso, dal tempo.
Ma perché ci vuole sempre un progetto? Non può essere un cazzo di "giorno per giorno" e vediamo come va? Che poi si sa già, come va: a puttane.
Pensai che se c'era qualcosa che non potevo più aggiustare in me, questo non significava che non potessi aggiustarlo negli altri.
Un carcere per minorenni è un controsenso. La stragrande maggioranza di chi finisce qui non andrebbe neanche punita. Per cosa? Per la sfiga di nascere in certi quartieri dimenticati da Cristo o in certe famiglie dove volano schiaffi e basta? Se la società ti permette di arrivare a rubare, a rapinare, a picchiare, a spacciare a 15 anni, chi ha la responsabilità di questo schifo? Dove erano la scuola, i servizi sociali, l'Italia e l'Europa prima dell' arresto? Dopo è troppo facile.
Anche il bene lo è: ostinato.
Non glielo so dire cosa sia una famiglia ma sono convinto che sia un posto dove non si prendono le mazzate, dove non c'è uno più forte che se la rifà con i più deboli. Cosa è una famiglia? Non te lo so dire. Non so un emerito cazzo. Però...la famiglia è una fune. Un caco d'acciaio che ti tiene, qualunque cosa accada. Ti impedisce di perderti e dissolverti perché tu, in quell' aggancio, sei stato amato.
Se non finisci prima di morire non puoi pretendere di rinascere.
Perché la vita è viva, e basta. Vuole andare, e del resto se ne fotte.
Avevo veramente rinunciato al futuro per il mio passato?
Ho pensato che la vita non mi aveva solo tolto, in realtà. Mi aveva anche dato. Dato un casino. Di giornate belle. Di estati. Di bagni nel torrente. Di libri che mi avevano fatto innamorare. Mi aveva dato amore, un mucchio di volte. E adesso toccava a me restituirlo.
Indipendentemente dalle botte che hai preso, dalle cose brutte che hai visto e sentito, fai problemi che ti stanno scavando dentro un buco (e io lo conosco alla perfezione quel buco) la verità è che né tu né io, né nessuno è veramente fogtuto finché è vivo.
È vero che non si poteva aggiustare, riparare. Però, e se ne rendevano conto solo ora, il passato era anche una cosa finita.
La verità è che non ti puoi sciogliere da te stessa, che non c'è modo di tornare indietro, sistemare le cose, tirare un sospiro di sollievo e, finalmente, andare avanti.
L'amore non serve a ottenere e neppure a risolvere.
Tutto il male del mondo non può nulla contro una gemma ostinata, contro la sua piccola ma tenace volontà.
Non mi sono mai nascosto perché non ti puoi nascondere da te stesso. Puoi illuderti, ma non risolvi nulla.
Lo sai quanto possono essere cattive le persone, specialmente quando sono spaventate da una cosa così brutta, che non comprendono.
Nessuno può darmi il permesso di esistere.
Normale. Che nessuno lo sa quanto sia bella questa parola, quanto rara.
L'importante era vivere, a qualsiasi costo: trovarne il coraggio.
Mentre la spogliavo e lei mi spogliava, non solo dei vestiti ma di tutto il passato e il futuro, e i nomi e le apparenze e le leggi e le convenzioni e il giusto e lo sbagliato, la mia bocca si staccò dalla sua per dirle l'unica cosa che ancora non le avevo detto, l'unica che per me contava: ti amo.
Non puoi amare qualcuno senza conoscere tutta la storia, specialmente il nero.
Cos'è il male? È un errore che fai tu? Una scelta? Oppure è una falla nel tuo sistema, una colpa che c'è in ogni essere umano? È la follia? È un più, una cellula impazzita con cui nasci? Oppure un meno? Io penso che sia un meno. Che sia come un vuoto che si genera da una crepa interiore e poi ti scava, ti scava e ti annienta.
È giusto che il.buio.dia consegnato unicamente a chi ci ama.
Non lo so chi sono, chi voglio essere. Lo deciderò un passo per volta, ascoltando cosa mi dice la vita.
È l'amore la risposta. Se ami una persona, non puoi prescindere da quello che è ed è stata. Non puoi suddividerla in parti e scegliere solo quelle che ti fanno comodo. Devi accettarla intera.
E io dovevo scrivere perché le parole servono proprio a vivere, a ricordare, a capire. A lasciare una traccia per non morire del tutto, per non fare morire chi amiamo.
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