lunedì 10 gennaio 2022

La settimana dell'autore: Andrea Serafini



 


 Nome
Andrea Serafini


Data di nascita
05 Luglio 1977

Città di nascita
Firenze

Città di residenza
Sieci, una frazione del comune di Pontassieve (Firenze)

Come è nata la tua passione per la scrittura?
Probabilmente è una dote che avevo sin da piccolo. Ricordo che già alle elementari, una volta, creai, per quanto possibile, una sorta di trama di un giallo, influenzato sia dai libri che avevo letto, sia da film o serie tv anni Ottanta. Un talento che poi ho tenuto a lungo nel cassetto.

Un autore che è un po' il tuo mentore, il tuo maestro?
Non credo di avere una sorta di mentore o di maestro. Ci sono più autori che "risiedono" dentro di me e che "sento" nella loro influenza. Da Nietzsche a Orwell, passando per Platone, Heidegger, Machiavelli, Dostoevskij e Kafka. Non c'è nessun autore che io, nella mia ignoranza, abbia fatto proprio, ma piuttosto "voci" che in qualche modo influenzano ispirazioni ed idee.

Primo libro letto
Credo sia stato "Le due verità" di Agatha Christie, se non ricordo male. Ricordo che lo leggevo con passione nella sala d'attesa dello studio medico del mio paese, attendendo di entrare con mia mamma. Avrò avuto otto anni. Non di più. In seguito "bruciai" tutti i libri che avevo in casa di Agatha Christie. Avevo quel tipo di fame, all'epoca.

Scrittore preferito
Non esiste attualmente uno scrittore preferito. Mi domando se non si quello che sto trattando adesso. Sto leggendo  Michel Hollebecque, e ne voglio avere per molto.


Libro preferito
Stesso discorso. Ricordo che a lungo amai "Germinale" di Emile Zola (libro che ho finito in meno di una giornata). Negli ultimi tempi ho adorato "1984" di George Orwell perchè lo trovo terribilmente attuale. Ma non ho un libro prediletto.

Un film tratto da un libro che ti è piaciuto più del libro
Sono un cinefilo purtroppo molto scarso. Lo ammetto. Non mi viene al momento in mente alcuna buona risposta.


Cosa consigli a chi vorrebbe avvicinarsi alla scrittura?

Non credo di poter dare grandi consigli. In ogni caso, consiglierei di scrivere, cercando di dare una forma logica al pensiero. Da questo passaggio possono svilupparsi in modo nitido le trame delle storie. E poi consiglierei di curare il periodo, scrivendo in modo chiaro. Gli altri devono capire quello che noi esponiamo. Altrimenti rischiamo di non trasmettere niente. Questo è un punto fondamentale. E, infine, di curare l'italiano, intendo proprio l'ortografia, nel modo più maniacale possibile.

Cosa significa per te leggere?
Oggi, per me, leggere significa accrescersi, continuando a pensare. La lettura aiuta la capacità di analisi.


Cosa significa per te scrivere?
Scrivere il mio romanzo ha significato, per certi versi, chiudere una certa parte della mia esistenza, fare i conti con il passato, archiviare una parte di me. In qualche modo è stato anche terapeutico, un viaggio introspettivo, anche se scrivere a volte può far male (a tal proposito, mi ricordo sempre la frase di Kierkgaard sul fatto che vive meglio un porcaro di un poeta). Un domami mi piacerebbe, invece, guardare fuori da me, al mondo che viviamo.

Chi ti ha fatto scoprire il piacere della lettura?
Banalmente, nessuno. Fu l'istino che mi portò, a quattro anni, a sistendere in terra la Gazzetta dello Sport che mio babbo portava quotidianamente a casa di ritorno dal lavoro. Amavo alla follia il calcio e sapevo che, in quelle pagine, c'era il calcio. Dovevo arraffarle prima che i miei fratelli se ne impadronissero. In questo modo iniziai a leggere. Nessuno me lo aveva insegnato, o almeno non ricordo che ci sia stato qualcuno. Arrivai in prima elementare, insomma, che ero tra i pochi a saper leggere bene.

Da bambino sognavo di diventare...
Ahhh, mille cose! Sarebbe lunga...il calciatore in primis. Poi l'eroe. E via, via... tutte le cose che non sono stato.

Cosa bevi durante le tue sessioni di scrittura
Non è necessario bere. Come non è necessario essere astemi. Diciamo che, a volte, mi allungo un bicchiere di vino, altre volte una birra. Per sentirsi in gioco con un minimo di ebbrezza, ma senza mai esagerare. Non siamo più poeti adolescenziali, e l'alcool rischia di farti smarrire la lucidità. Lucidità che è fondamentale per rimettere assieme i periodo e dare un senso logico a quello che si sta facendo.

Un personaggio letterario che ti porti nel cuore
Onestamente, non ho un personaggio letterario che mi porto particolarmente nel cuore rispetto ad altri.


Quanti libri leggi all'anno?
Alcuni anni mi è capitato di leggere dozzine di opere, fra romanzi, sappi, almanacchi e libri di storia; certi anni invece ho arrancato, senza talora riuscire neanche a finire quello che avevo iniziato. Mi rimane molto difficile fare una media.

Cartaceo o digitale?
Cartaceo. Trovo complicato leggere un libro in digitale. In formato digitale leggo meglio gli articoli.

Dove preferisci leggere?
Generalmente, la sera nella mia camera. A letto, prima di spegnere la luce.

Da cosa nascono i tuoi romanzi?
Come accennato, il mio primo e unico romanzo è nato da un'esigenza interiore particolare, che adesso sono in grado di razionalizzare: dovevo fare ordine in un disordine esistenziale che mi aveva travolto. Perdere i genitori (il passato) e le prospettive (il futuro) in pochissimi anni se non mesi, è stata una botta, il cui assorbimento è passato anche per la scrittura di una storia.

Scrivi a penna o sul computer?

Computer tutta la vita. A penna non ci capirei mai nulla e perderei i fogli. Certo che se esistessero ancora le macchine da scrivere, forse direi la macchina da scrivere, a costo di perdere i fogli, per il grandissimo fascino che esse esercitano su di me.

Hai qualche gesto scaramantico legato alla scrittura?
Direi nessuno.

Preferisci leggere/scrivere in silenzio o con un sottofondo musicale?
In silenzio. Leggere e scrivere sono attività che non necessitano di sottofondi, a mio avviso. Semmai, quello che amo fare è fare un intermezzo musicale (mischiando qualunque genere, a sensazione), forse per assaporare meglio quello che ho letto e quello che ho scritto.


Il libro che non avresti mai voluto leggere
Tutti i libri trasmettono qualcosa di importante, anche i più tragici che, anzi, spesso sono quelli che possono cambiarti la vita o almeno la dimensione del pensiero. Non avrei voluto imbattermi in "1984" di Orwell, per come ti atterrisce e per il quadro di società che delinea. Ma "1984" vale la pena di essere letto e riletto. Certo, a meno che non stiamo parlando del capitolo dei "libri pessimi", quelli che malediciamo di aver comprato. Ma per fortuna, di quelli, non ne ricordo uno. O meglio: sicuramente a volte ho fatto anche io qualche acquisto sbagliato in libreria. Ma i libri sbagliati, in generale, finiscono nel dimenticatoio dopo poche pagine. E dunque non esiste un libro che non avrei mai voluto leggere, perchè evito di leggerlo.

Cosa c'è di te nei protagonisti dei tuoi romanzi?

Come ho detto, nel mio primo e unico romanzo, c'è onestamente tutto di me. Con estremo realismo. Anche se lo sviluppo della storia, è opera, in toto, della mia fantasia.

Qual è il personaggio dei romanzi a cui sei più affezionato?
Avendo scritto solo una storia non sono in grado di rispondere in maniera seria. Diciamo che sicuramente, il personaggio di Stefano, nel mio romanzo, è quello sopra cui ho lavorato in  modo profondo per tanto tempo. E' sicuramente una parte di me. Per lui ho dato, penna alla mano, il peggio e il meglio di me.


Scrivere è la tua principale attività o ti occupi anche di qualcos'altro?
Scrivere è solo un hobby meraviglioso che, con questa opera, finalmente ha trovato in me un degno riconoscimento. Ma non è la mia attività principale. Faccio l’operatore helpdesk videoterminalista, inquadramento impiegato amministrativo, all’interno dell’Azienda Sanitaria.



Titolo:
"La parte oscura dell'estate"  edizioni Le Scatole Parlanti, 2021

Sinossi:
"La parte più scura dell'estate" rappresenta per Stefano da tutti ritenuto un bravo ragazzo, una sorta di andata e ritorno dall'inferno. 
La storia si svolge tutta in ventiquattro ore, dall'alba al tramonto di un normale 13 Luglio 2013 da un'insopportabile cappa di calore. 
Come ogni lunedì, Stefano, disoccupato da un anno, si alza molto presto per recarsi al Centro per l'Impiego. Un tentativo che si rivela inutile come quelli delle settimane e dei mesi precedenti. Già psicologicamente provato dalla recente morte dei genitori, dal tramonto degli ideali politici in cui aveva investito gran parte della sua vita e della sua carriera, sulla strada del ritorno a casa scopre anche la definitiva fine dei suoi sogni d'amore.
E' l'atto finale della crisi, quello che innesca l'ultima catena di azioni e reazioni che lo trascina così nella parte più oscura dell'estate.


La mia recensione:

http://saporedilibri.blogspot.com/2022/01/la-parte-oscura-dellestate-andrea.html

La mia videorecensione:
https://youtu.be/U7SSdEWgmGM



Nessun commento: