LA TRAMA:
"Dedicato" raccoglie le lettere d'amore più belle, quelle più intense, travolgenti e appassionate, scritte dall'autore alla ragazza di cui è da sempre innamorato.
Ripercorre, attraverso queste lettere, gli anni di scuola che vanno dal loro primo incontro fino al giorno dell'addio, quando le loro strade si dovranno, purtroppo, separare.
IL MIO GIUDIZIO:
È con gioia che mi appresto a recensire la nuova opera di Paolo, la seconda dopo "Ovunque tu andrai".
Sono molto legata a questo libro perché l'ho visto nascere, dato che , via via che lo scriveva, mi inviava i capitoli da revisionare (e, contestualmente, lo ringrazio per avermi per questo citata nei suoi ringraziamenti finali, scusate il gioco di parole!).
Rispetto alla prima versione, per snellirla e renderla più scorrevole, ha però poi deciso di omettere alcuni passaggi.
Così, per esempio, non viene specificato che il libro si intitola "Dedicato" perché, sì, è dedicato a una persona, ma anche perché l'omonima canzone della Bertè gli ha sempre fatto pensare a lei.
Non viene spiegata, inoltre, l'origine della "matita magica" (la matita con cui scrive le lettere o disegna il volto di Cecilia), che in questa versione viene citata solo di sfuggita, mentre nella precedente aveva assai più risalto.
In ogni modo, queste piccole omissioni, non vanno in nessun modo a inficiare o alterare il pathos della storia.
Sono molto legata a questo libro perché l'ho visto nascere, dato che , via via che lo scriveva, mi inviava i capitoli da revisionare (e, contestualmente, lo ringrazio per avermi per questo citata nei suoi ringraziamenti finali, scusate il gioco di parole!).
Rispetto alla prima versione, per snellirla e renderla più scorrevole, ha però poi deciso di omettere alcuni passaggi.
Così, per esempio, non viene specificato che il libro si intitola "Dedicato" perché, sì, è dedicato a una persona, ma anche perché l'omonima canzone della Bertè gli ha sempre fatto pensare a lei.
Non viene spiegata, inoltre, l'origine della "matita magica" (la matita con cui scrive le lettere o disegna il volto di Cecilia), che in questa versione viene citata solo di sfuggita, mentre nella precedente aveva assai più risalto.
In ogni modo, queste piccole omissioni, non vanno in nessun modo a inficiare o alterare il pathos della storia.
Come accennavo poc'anzi, l'intero libro è dedicato a una donna, l'unico e solo amore (anche se, purtroppo, non corrisposto) dell'autore: Cecilia.
Il suo nome compare solo nella dedica iniziale perché, per il resto della narrazione, verrà nominata sempre con l'appellativo di "Piccola Stella", visto che per lui è talmente speciale che la paragona a una stella del cielo scesa in terra.
Il suo nome compare solo nella dedica iniziale perché, per il resto della narrazione, verrà nominata sempre con l'appellativo di "Piccola Stella", visto che per lui è talmente speciale che la paragona a una stella del cielo scesa in terra.
L'opera è composta perlopiù da una serie di lettere che Paolo le ha scritto nel corso degli anni, senza di fatto mai consegnarle.
Le lettere in realtà sono molte, molte di più, qui ha selezionato le più significative.
Un rapporto epistolare unidirezionale lungo circa due anni.
La prima è datata 4 Marzo 2005, l'ultima 4 Luglio 2007.
Le lettere in realtà sono molte, molte di più, qui ha selezionato le più significative.
Un rapporto epistolare unidirezionale lungo circa due anni.
La prima è datata 4 Marzo 2005, l'ultima 4 Luglio 2007.
All'epoca Paolo era un ragazzino di soli 17 anni che frequentava le scuole superiori.
Cecilia era, infatti, una sua compagna di classe.
Ricorda ancora la prima volta che la vide, nel piazzale antistante la scuola, mentre parlava con le sue amiche, bionda e con gli occhi azzurri, indossando una maglietta a righe bianche e rosa, sopra a un paio di jeans.
Cecilia era, infatti, una sua compagna di classe.
Ricorda ancora la prima volta che la vide, nel piazzale antistante la scuola, mentre parlava con le sue amiche, bionda e con gli occhi azzurri, indossando una maglietta a righe bianche e rosa, sopra a un paio di jeans.
Cecilia, fanciulla angelicata, figura eterea, dal carattere volubile, ora sorridente ora imbronciata, a volte fragile e insicura, altre volte più arrogante.
Certamente conscia della propria bellezza e del fascino che esercita sugli altri, sembra vivere una vita parallela a quella di Paolo e, pur condividendo con lui le ore scolastiche, pare accorgersi a stento della sua presenza.
È consapevole dello struggimento e delle palpitazioni che lui prova per lei?
Forse.
Probabilmente sì (le donne hanno intuito per queste cose!), ma fa finta di niente.
Ogni tanto si rapporta a lui ma è quasi come se non lo vedesse mai realmente, sempre persa nei suoi mille impegni, nei suoi mille pensieri.
Certamente conscia della propria bellezza e del fascino che esercita sugli altri, sembra vivere una vita parallela a quella di Paolo e, pur condividendo con lui le ore scolastiche, pare accorgersi a stento della sua presenza.
È consapevole dello struggimento e delle palpitazioni che lui prova per lei?
Forse.
Probabilmente sì (le donne hanno intuito per queste cose!), ma fa finta di niente.
Ogni tanto si rapporta a lui ma è quasi come se non lo vedesse mai realmente, sempre persa nei suoi mille impegni, nei suoi mille pensieri.
E lui, allora, le scrive.
Le scrive ciò che a voce non riuscirebbe mai a dirle perché, per chi è timido, è più facile esprimere i propri sentimenti mettendoli nero su bianco, piuttosto che guardandoti negli occhi.
Le scrive per sentirla vicina, lei che vicina lo è davvero (solo un banco di distanza!), ma sempre sfuggente come una farfalla che non ne vuol sapere di farsi acchiappare.
Le racconta la sua vita, di come trascorre le giornate con un' assenza sempre presente che toglie il fiato.
Le racconta dei libri che legge, dove immancabilmente la ritrova in ogni pagina, delle canzoni che ascolta e che lo trasportano in un mondo lontano, un mondo dove tutto è possibile e dove loro due sono insieme, felici.
Le scrive ciò che a voce non riuscirebbe mai a dirle perché, per chi è timido, è più facile esprimere i propri sentimenti mettendoli nero su bianco, piuttosto che guardandoti negli occhi.
Le scrive per sentirla vicina, lei che vicina lo è davvero (solo un banco di distanza!), ma sempre sfuggente come una farfalla che non ne vuol sapere di farsi acchiappare.
Le racconta la sua vita, di come trascorre le giornate con un' assenza sempre presente che toglie il fiato.
Le racconta dei libri che legge, dove immancabilmente la ritrova in ogni pagina, delle canzoni che ascolta e che lo trasportano in un mondo lontano, un mondo dove tutto è possibile e dove loro due sono insieme, felici.
Ogni tanto divaga su altri argomenti, scrivendo a lei ma parlando anche a se stesso, come quella volta in cui, trovandosi in ospedale per un piccolo inconveniente, ha dovuto assistere, impotente, alla crisi respiratoria di una bambina di poco più di un anno, ricoverata in pediatria insieme a lui.
Scena che gli è sempre rimasta impressa nella mente, in quanto non ha mai saputo cosa ne sia stato della piccola, se sia sopravvissuta oppure no.
Scena che gli è sempre rimasta impressa nella mente, in quanto non ha mai saputo cosa ne sia stato della piccola, se sia sopravvissuta oppure no.
Paolo, la sua "piccola stella", la vede ovunque: nel cielo, quando si affaccia alla finestra nelle sue notti insonni; fra i fili d'erba dei prati su cui va a correre; riflessa nel lago o sulle cime dei monti durante le sue solitarie passeggiate domenicali.
E, quando è scuola, non può fare a meno di guardarla.
La spia di soppiatto, la osserva, analizza in ogni dettaglio le sfumature del suo viso, le sue espressioni, i suoi movimenti, immaginando cosa può passarle nella testa in quel momento, cercando di indovinare i suoi umori, per poi mettere per iscritto tutte le sue deduzioni.
La spia di soppiatto, la osserva, analizza in ogni dettaglio le sfumature del suo viso, le sue espressioni, i suoi movimenti, immaginando cosa può passarle nella testa in quel momento, cercando di indovinare i suoi umori, per poi mettere per iscritto tutte le sue deduzioni.
Ma, queste lettere, non gliele consegnerà mai, seppur tentato di farlo, nemmeno l'ultimo giorno di scuola, il giorno degli esami di maturità, quando sa che ormai è tutto finito, che non la rivedrà più perché lei sta per spiccare il volo lontano da lui (forse sta per cominciare l'università in un'altra città, ma ciò non viene specificato).
Così, un po' per paura, un po' perché non vuole turbarla, mettendola in una posizione scomoda, le tace il suo amore, condannandosi al rimpianto eterno di ciò che avrebbe potuto essere e non è stato.
Solo tanti anni dopo, ormai trentenne ma sempre con questo sentimento indelebile nel cuore che non accenna a sbiadirsi nemmeno con il passare del tempo e con la lontananza, decide di riprendere in mano i suoi scritti di adolescente, trasformandoli in un libro.
Un libro "Dedicato" a lei, che continua ignara la sua vita.
Un libro "Dedicato" a lei, che continua ignara la sua vita.
Questo è ciò di cui ci parla questa opera:
di un amore giovanile conservato nel cuore tutta la vita, intatto ancora adesso, dopo quasi 20 anni, perché mai vissuto, mai consumato, solo immaginato.
E ciò che non ha inizio, si sa, non può finire.
"Non amo che le rose che non colsi" dice, giustamente, Guido Gozzano.
di un amore giovanile conservato nel cuore tutta la vita, intatto ancora adesso, dopo quasi 20 anni, perché mai vissuto, mai consumato, solo immaginato.
E ciò che non ha inizio, si sa, non può finire.
"Non amo che le rose che non colsi" dice, giustamente, Guido Gozzano.
Un libro poetico, che commuove ed emoziona, da cui emerge tutta la sensibilità d'animo di Paolo.
Come ho detto in apertura, sono molto legata a "Dedicato", non soltanto per averlo visto nascere e prendere forma, ma anche perché mi ritrovo tanto nelle parole di Paolo.
Lui è come me, convinto che si possa amare una sola persona e si possa amarla in eterno "malgrado tutto e fino alla fine", come sostengo sempre io.
In un'epoca votata al consumismo, dove vige la legge dell' "usa e getta", del "una botta e via", dove anche i sentimenti sono considerati alla stregua dei cellulari che "l'ho preso un mese fa ma adesso è uscito il modello nuovo e allora si cambia", quelli come noi, che hanno l'anima antica, il cuore di un'altra epoca, non sono ben visti, né ben considerati.
Ci danno degli "strani", dei "pazzi", degli "ossessivi", degli "idealisti sognatori".
Ma noi, a differenza di molti, sappiamo amare forte, sappiamo amare davvero, non solo per convenienza.
Poco importa se chi è dall'altra parte non lo comprende.
Noi avremo l'anima perennemente in fiamme ma bruceremo d'amore ed è meglio bruciare d'amore che vivere col cuore ibernato.
Grazie Paolo, per le belle emozioni!
Lui è come me, convinto che si possa amare una sola persona e si possa amarla in eterno "malgrado tutto e fino alla fine", come sostengo sempre io.
In un'epoca votata al consumismo, dove vige la legge dell' "usa e getta", del "una botta e via", dove anche i sentimenti sono considerati alla stregua dei cellulari che "l'ho preso un mese fa ma adesso è uscito il modello nuovo e allora si cambia", quelli come noi, che hanno l'anima antica, il cuore di un'altra epoca, non sono ben visti, né ben considerati.
Ci danno degli "strani", dei "pazzi", degli "ossessivi", degli "idealisti sognatori".
Ma noi, a differenza di molti, sappiamo amare forte, sappiamo amare davvero, non solo per convenienza.
Poco importa se chi è dall'altra parte non lo comprende.
Noi avremo l'anima perennemente in fiamme ma bruceremo d'amore ed è meglio bruciare d'amore che vivere col cuore ibernato.
Grazie Paolo, per le belle emozioni!
IL MIO VOTO:
La storia di un amore, non corrisposto e mai davvero sbocciato, ma vivo da oltre 20 anni nel cuore dell'autore.
Un amore che resiste al tempo e alla ragione.
Emozionante.
Consigliato!
LO SCRITTORE:
Nessun commento:
Posta un commento