venerdì 11 gennaio 2019

"Il rumore dei tuoi passi" Valentina D'Urbano (2012)



LA TRAMA:
In un luogo fatto di polvere, dove ogni cosa ha un soprannome, dove il quartiere in cui sono nati e cresciuti è chiamato "La Fortezza", Beatrice e Alfredo sono per tutti "i gemelli".
I due, però, non hanno in comune il sangue, ma qualcosa di più profondo.
A legarli è un'amicizia ruvida come l'intonaco sbrecciato dei palazzi in cui abitano, nata quando erano bambini e sopravvissuta a tutto ciò che di oscuro la vita può regalare.
Un'amicizia che cresce con loro fino a diventare un amore selvaggio, graffiante come vetro spezzato, delicato e luminoso come un girasole.
Un amore nato nonostante tutto e tutti, nonostante loro stessi per primi.
Ma alle soglie dei vent'anni, la voce di Beatrice è stanca e strozzata.
E il cuore fragile di Alfredo ha perso i suoi colori.
Perché tutto sta per cambiare.



IL MIO GIUDIZIO:
Romanzo divorato in pochi giorni.
Anzi, in poche notti, visto che ho tirato l'alba senza riuscire a staccarmi dalla storia,
una storia dolorosa ma che ti si avvince all'anima.

Anche questo libro mi è stato consigliato da un'ospite dell'agriturismo dove ho lavorato la scorsa estate (la scorsa estate, in quanto a suggerimenti di buone letture, è stata davvero proficua!),
ma devo ammettere che l'autrice, di fama, la conoscevo già, tanto è vero che avevo diverse sue opere scaricate sul kindle, solo che, per un motivo o per un altro, non le avevo ancora lette.

Il modo di scrivere della D'Urbano e i temi da lei affrontati ricordano quelli di Silvia Avallone: 
storie d'amore e di amicizia ambientate in una periferia degradata.
Uno stile crudo e diretto che ti coinvolge sin dalle primissime pagine.

I protagonisti di questa vicenda sono i coetanei Beatrice e Alfredo, 
detti "i gemelli" perchè vivono in simbiosi, anche se, di fatto, gemelli non sono.
Sono solamente amici e vicini di casa.
Una casa occupata abusivamente e situata in una sorta di "ghetto" emarginato dalla società, 
in una città indefinita, dove regnano la miseria, la desolazione e la delinquenza.

Lei,figlia di genitori modesti ma uniti ed onesti, con un carattere forte e aggressivo;
lui,proveniente da una famiglia violenta e disastrata, emotivamente fragile e vulnerabile.

Il racconto comincia proprio con il funerale di Alfredo, deceduto poco più che ventenne,
e da lì si dipanano una serie di flashback che ripercorrono i 13 anni appena trascorsi,
poi un breve flashforward su ciò che accadrà nel tempo a venire. 

Beatrice e Alfredo.
Un rapporto di fratellanza, amicizia e amore.
Un amore fatto di fisicità, di passionalità, ma più che sessuale, di schiaffi, morsi, graffi e anche di ustioni marchiate a fuoco sulla pelle in segno di possesso.
Un rapporto totalizzante e alienante, al limite del patologico, in cui ci si sente, talvolta, soffocare ma di cui non si riesce a vivere senza.
Un gioco al massacro da cui si sa di non poter uscire vincitori perchè, per quanto grande e forte possa essere il sentimento, certi fantasmi del passato sono troppo potenti o, più probabilmente, non si può salvare chi non vuole essere salvato.

Una storia raccontata senza fronzoli, in modo diretto e quasi brutale.
Ogni pagina è un pugno allo stomaco ma il finale appare come un inno alla speranza e un'iniezione di ottimismo.
Perchè, fortunatamente, non tutte le iniezioni sono perniciose e ti uccidono.
Qualcuna, ogni tanto, ti riporta alla vita.
Ed è proprio quando sembra tutto finito che invece tutto ha inizio.

IL MIO VOTO:
Un libro che prende vita fra le mani, mentre lo leggi.
Tanto doloroso e crudo quanto emozionante e struggente.
Opera prima di un'autrice talentuosa e promettente.
CONSIGLIATO!

LA SCRITTRICE:



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