lunedì 11 dicembre 2017
"La principessa che aveva fame d'amore" Maria Chiara Gritti (2017)
LA TRAMA:
Belle,buone,brave e obbedienti:
quante donne hanno imparato fin dall'infanzia che questo è l'unico modo per essere amate?
Come succede ad Arabella,la protagonista di questa favola:
pur essendo capace,intraprendente e piena di talento,è pronta a sacrificare la sua allegria,la sua curiosità e i suoi stessi bisogni per compiacere i genitori e sentirsi apprezzata.
Ma c'è qualcosa che grida dentro di lei,un grumo di insoddisfazione che le lacera lo stomaco e la rende irrequieta e vorace:è la sua fame d'amore.
Si convince che solo un uomo potrà placarla e va dritta nella Città degli Incontri.
Ma come può una ragazza poco nutrita d'affetto riconoscere il sapore del vero amore?
E'sin troppo facile accontentarsi di un riempitivo qualunque,
Per fortuna c'è qualcuno pronto a darle una bella svegliata e guidarla a trovare la giusta ricetta.
In questa favola,la psicoterapeuta Maria Chiara Gritti affronta con ironia e delicatezza la "love addiction":quella strana cecità del cuore che porta a scambiare ogni rospo per un principe,a cui dare tutto in cambio di niente.
Troppe principesse ne soffrono e si aggrappano a rapporti squilibrati nei quali perdono autostima,fiducia e sorriso.
Basta!
Non dobbiamo più accontentarci delle briciole,insegna la favola di Arabella:
l'unico modo di nutrire il vero amore è imparare a nutrire noi stesse.
E dovrà essere il principe a mostrarsi degno di noi.
IL MIO GIUDIZIO:
Ho scoperto questo libro perchè mi è apparso su fb,fra le pagine sponsorizzate.
Incuriosita dal titolo ho dato una scorsa alla trama e ho deciso di prenderlo e leggerlo immediatamente perchè,senza ombra di dubbio,Arabella c'est moi!
Le tematiche sono le stesse di "Donne che amano troppo" ma scritte sotto forma di favola e,
tramite l'uso di metafore, l'amore diventa pane e l'assenza di esso,il Vuoto,che urla dal fondo dello stomaco.
Arabella è una principessa cresciuta da 2 genitori un pò distratti,egoisti e poco adatti al loro ruolo che non nutrono abbastanza la loro figlia,senza accorgersi di quanto essa di magra e di quanto avrebbe bisogno di "pane".
La piccina fa di tutto per non disturbarli e si rifugia in un mondo di fantasia,
dove immagina un principe che venga a salvarla per nutrirla di tutto il pane di cui ha bisogno.
Una volta cresciuta,decide di mettersi in viaggio per cercare questo principe ma,
accecata dalla fame estenuante,non è capace di distinguere il "pane" buono da quello velenoso e incappa così in uomini meschini,avidi e ossessivi che la fanno sprofondare ancora di più nella disperazione,convincendola che è colpa sua se nessuno è disposto a offrirle il "pane dell'amore" che da sempre va cercando.
Sarà l'incontro con una donna dolcissima,chiamata "aggiustabussole",ma di fatto una psicologa,che riuscirà a farle far pace con se stessa e soprattutto con la bambina illusa e delusa che,dal profondo del suo cuore,reclama quell'affetto e quelle attenzioni che non ha mai avuto.
Arabella saprà nutrirla a sufficienza e finalmente sarà in grado,grazie alla ritrovata dignità,accettazione e fiducia in se stessa,di riprendere in mano la propria vita e farne un successo.
Una storia semplice ma avvincente e ben scritta,a tratti davvero commovente.
Ho letto il capitolo in cui Arabella adulta incontra la se stessa bambina mentre ero in attesa nello studio del mio medico e ho dovuto far fatica a trattenere le lacrime.
Una favola terapeutica sulle dipendenze affettive che hanno radici nell'infanzia e creano un'insaziabile fame d'amore e un vuoto dentro che corrode il fisico e l'anima,
portandoci a ingozzarci di cibo per riempire un'assenza che,senza la ragione della nostra vita,non si colma mai.
Personalmente ho trovato un pò troppo utopistico il finale riavvicinamento coi genitori,
l'ammissione delle loro colpe e l'incontro fortuito con l'Amore con la A maiuscola,
che c'è sempre stato ma che Arabella,accecata dal falso mito del Principe Perfetto,
non aveva mai notato.
Però...è una favola e,nelle favole,l'happy ending è d'uopo.
Nella vita reale è un tantino più complicato,almeno per me,che pure mi applico però....
IL MIO VOTO:
Una simpatica favola sulle dipendenze affettive che aiuta,in modo semplice e diretto,a comprenderle e affrontarle.
Consigliato a tutte quelle donne affamate d'amore che,pur di non restare totalmente digiune,si accontentano,come i passerotti,di mangiare solo le briciole.
LA SCRITTRICE:
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