lunedì 22 settembre 2014

"Splendore" Margaret Mazzantini (2013)





LA TRAMA:
"Avremo mai il coraggio di essere noi stessi?"
Si chiedono i protagonisti di questo romanzo.
Due ragazzi.
Due uomini.
Due incredibili destini.
Uno eclettico e inquieto,l'altro sofferto e carnale.
Un'identità frammentata da ricomporre,come le tessere di un mosaico lanciato nel vuoto.
Un legame assoluto che s'impone,violento e creativo,insieme al sollevarsi della propria natura.
Un filo d'acciaio teso sul precipizio di un'intera esistenza.
I due protagonisti si allontanano,crescono geograficamente distanti,stabiliscono nuovi legami,ma il bisogno dell'altro resiste in quel primitivo abbandono che li riporta a se stessi.
Nel luogo dove hanno imparato l'amore.
Un luogo fragile e virile,tragico come il rifiuto,ambizioso come il desiderio.
L'iniziazione sentimentale di Guido e Costantino attraversa le stagioni della vita:l'infanzia,l'adolescenza,il ratto dell'età adulta.
Mettono a repentaglio tutto,ogni altro affetto,ogni sicurezza conquistata,la stessa incolumità personale.
E ogni fase della vita rende più struggente la nostalgia per quell'età dello splendore che i due protagonisti,guerrieri con la lancia spezzata,attraversano insieme.
La voce narrante del protagonista ha la limpidezza poetica,l'ingenua epicità dei grandi inetti della letteratura.
S'impenna funambolica,s'immerge tragica e gioiosa nelle mille insenature di questo romanzo che è insieme classico e sperimentale.
Un romanzo che cambia forma come cambia forma l'amore.
Scortica pregiudizi,ci espone alla vertigine,ci libera.
Ha la solitudine,l'audacia,la virulenza malinconica di tutti gli amori non perdonati,che inseguono l'illusione di uno splendore possibile.
Un romanzo che non somiglia a nessun romanzo,perchè una storia d'amore non somiglia a nessun'altra storia d'amore.
Ma la storia di Guido e Costantino è anche un viaggio attraverso i molti modi della letteratura,un caleidoscopio di suggestioni che attraversa l'archeologia e la contemporaneità.
Margaret Mazzantini ci affida un romanzo ipnotico,dotato di una luce che ti fucila alle spalle,che avanza con l'urgenza folle e anticonformista di un narratore che rivendica il diritto di trasformare la vergogna in bellezza.
Il diritto della letteratura,quello di risvegliarci lasciandoci nello stupore di un fragoroso sogno.
Perchè il vero scandalo sarebbe non aver cercato se stessi.
E alla fine sappiamo che ognuno di noi può essere soltanto quello che è.
E che il vero splendore è la nostra singola,sofferta,diversità.

IL MIO GIUDIZIO:
Della Mazzantini ho letto "Non ti muovere",che ho trovato un capolavoro nella sua drammaticità, e "Nessuno si salva da solo" che è,invece,sottotono e di una banalità unica.
Quindi non sapevo cosa aspettarmi da questo "Splendore",anche se,a dire il vero,la trama mi ha da subito colpita moltissimo.

Inizialmente ero indecisa se leggerlo o meno,non tanto per i molteplici commenti negativi che ho sentito sul romanzo (fortunatamente non scelgo i libri in base ai giudizi altrui!),
quanto perchè,in una recensione su IBS,era stato praticamente svelato,papale papale, buona parte del finale 
(quando è che la gente capirà che recensire un libro non significa spoilerare???!!!!).

Poi però,ogni volta che entravo in libreria,l'occhio mi cadeva su questa copertina rosa/arancione e,quando incontravo in giro una qualche persona che stava leggendo proprio questo romanzo,
non potevo fare a meno di provare un pizzico d'invidia e pensare: "Anch'io!!!!".
Così lo avevo messo nella lista dei libri da acquistare a breve termine.
E il destino mi ha voluto dare una mano:
a fine estate ho trovato una copia di "Splendore" abbandonata in spiaggia da una lettrice sbadata o poco amante dei libri (in spiaggia non si dovrebbe lasciare nemmeno un fazzoletto di carta,a maggior ragione un libro!!!!)...ovviamente e con somma gioia,l'ho presa e mi sono accinta alla lettura.

L'autrice ha,senza ombra di dubbio,un modo poetico di raccontare,nonostante in alcuni punti utilizzi un linguaggio abbastanza crudo e triviale.
Sa descrivere in maniera encomiabile le sensazioni e gli stati d'animo provati dai protagonisti,
la loro paura di scoprirsi gay ("E per un attimo sperai davvero che mi uccidesse,per non vedere il mio futuro"),l'ingiustizia di dover nascondere e negare i propri sentimenti,di mortificare la propria vera natura,fingendosi etero e vivendo  un'ipocrita parvenza di normalità,con tanto di moglie e figli,per non deludere gli altri e una società che allontana e discrimina il "diverso".

Ogni frase,ogni parola di questo intenso romanzo,è una stilettata al cuore e lascia nel lettore un senso di amarezza per questo amore ostinato che è uno splendore (termine che più e più volte viene ripetuto all'interno della narrazione) ma che è, allo stesso tempo,contrastato e impossibile.
Un amore incompiuto.

Leggendo qua è là su internet,ho notato che una delle maggiori critiche che è stata rivolta all'autrice,sia quella di aver scritto un libro pregno di pregiudizi e omofobia.
In effetti ,di primo acchito, può sembrare che la Mazzantini,ogni tanto,incappi in certi stereotipi,come,ad esempio che si possa diventate omosessuali per mancanza di affetto materno,per essere stati sessualmente insidiati da bambini.
Per non parlare,poi, della visione del mero rapporto omosessuale visto come violento e degradante...

Innanzi tutto,è difficile per una donna,e per di più eterosessuale,mettersi nei panni e nella testa di un gay ma,se non ci si limita a una lettura superficiale e approssimativa,ma si scava più in profondità, si evince benissimo che sta dalla parte di Guido e Costantino e fa il tifo per il loro amore.
Perchè non c'è differenza fra l'amore eterosessuale e quello omosessuale:
l'amore è solo amore ed universale.

Più probabilmente,quello che la Mazzantini cerca di fare,è puntare il dito su chi,invece di andare fiero della propria diversità (di qualunque tipo essa sia) o di tutelare quella degli altri,la rinnega e la sminuisce,dando la colpa ai soliti luoghi comuni.
Dei due protagonisti,infatti,è senza dubbio Costantino che mortifica la propria natura,precludendosi la possibilità di essere felice insieme all'uomo che ama e arrivando quindi a essere morto dentro,pur continuando a esistere.
"Adesso è un invertito...l'inversione è questa,questa strada all'indietro,questo dietrofront psichico.Vedo il suo nome scritto all'incontrario: onitnatsoC"

Invece,se di qualcosa si può accusare la scrittrice,è di aver dato una pessima immagine del meridione: l'omofobia e l'inciviltà,purtroppo,sono mali diffusi un pò ovunque,non certo solo in un paesino calabrese.

A prescindere da ciò, "Splendore" lo è di nome e di fatto:
un romanzo che avvince e cattura,trascinandoti dentro una storia che,se da un lato si è curiosi di sapere come andrà a finire,dall'altro si vorrebbe che non terminasse mai.

Al pari di Italia e Timoteo in "Non ti muovere",Guido e Costantino sono dei personaggi a cui è impossibile non affezionarsi e che,una volta conosciuti,porteremo per sempre nel cuore.

La prima parte della narrazione è senza dubbio più fluida,scorrevole e coinvolgente;
la seconda perde un pò di ritmo,risultando,a tratti,forzata e anche leggermente psichedelica.

Come "Non ti muovere",il romanzo termina con un viaggio che,metaforicamente,dovrebbe significare l'inizio di una nuova,diversa vita.
E' un finale un pò ambiguo,quello di "Splendore",che si presta a svariate interpretazioni,che dice e non dice,lasciando libero il lettore di immaginare la conclusione che più preferisce.
Tutto finisce dove tutto è cominciato.
Sicuramente non c'è l'happy ending del "e vissero felici e contenti"...ed è giusto che sia così.
Perchè la felicità non cade dal cielo ma bisogna guadagnarsela,pretendendo di essere se stessi,di essere accettati e rispettati così come siamo e non trascinando la propria esistenza nella menzogna per quieto vivere e per il timore del giudizio altrui.



IL MIO VOTO: E' un pugno allo stomaco ma è da leggere,assolutamente.
Soprattutto lo consiglio ai benpensanti omofobi e bigotti:vedere le cose con gli occhi di un'altra persona,magari...forse...li può portare a riflettere su quanto dolore possano portare i pregiudizi e le discriminazioni.
* ECCELLENTE! *

LA SCRITTRICE:





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