venerdì 27 febbraio 2015
"La storia di Tonia" Cinzia Tani (2014)
LA TRAMA:
Bassano del Grappa,1880.
Da molto lontano,giunge la voce che nella Nuova Irlanda,un'isola oltreoceano,è possibile comprare lotti di terreno e ottenere favolosi guadagni.
La giovane Tonia,figlia di contadini,interrompe gli studi e abbandona il sogno di un amore per seguire la famiglia in questa avventura,che la porterà presto in Australia.
Lì trova un impiego a casa Colidge,dove conosce i figli dell'eterea padrona di casa:
Lester,aitante e gentile, e Janet,una ventenne petulante e gelosa della nuova arrivata,che incanta tutti con le delizie della cucina italiana.
Tra Tonia e Lester nasce un sentimento forte,ma è un amore impossibile,che entrambi cercano di soffocare perchè è troppa la distanza che li separa.
Tonia è destinata al suo compagno di giochi d'infanzia,innamorato di lei al punto di essere lui a trascinarla fino in Australia per coronare il suo sogno.
La vita sembra scorrere serenamente,rallegrata dall'arrivo di 2 bambini,fino al giorno in cui Lester,passando da New Italy,visita l'emporio in cui Tonia vende i suoi dolciumi.
La passione esplode tra i 2,che si immergono in una burrascosa relazione clandestina,dalla quale nasceranno 2 stupendi gemelli...
Tra Sydney e le Blue Mountains,tra un ristorante d'alto livello e un rettilario che ospita serpenti velenosi,mentre il rombo dei totalitarismi giunge dall'Europa e gli aborigeni lottano per i loro diritti,
le vicende di Tonia e Lester,dei loro figli,delle loro cadute e della loro capacità di rialzarsi,animano le pagine di questo romanzo,dando vita a un'avventura trascinante.
Sullo sfondo di un'Australia dai colori mozzafiato,attraverso gli orrori della guerra e le speranze in un mondo nuovo,Cinzia Tani intreccia con passione e maestria i destini di uomini e donne che amano e sbagliano,sempre con straordinaria intensità:
ciascuno costruendo il proprio cammino passo dopo passo,con sorprendenti colpi di scena,fino al rocambolesco finale sotto le luci dell'Expo 1930.
IL MIO GIUDIZIO:
Di Cinzia Tani,in passato,ho letto diversi libri di stampo giornalistico che vertevano su casi di cronaca nera e che ho trovato interessanti e ben sviluppati.
Per questo motivo,venuta a conoscenza del suo ultimo romanzo,
non ho esitato ad acquistarlo.
Devo dire,però,nella maniera più assoluta,che la Tani la preferisco nelle vesti di giornalista piuttosto che in quelli di scrittrice di romanzi.
La storia,ambientata in un'Australia di fine 800/inizi 900,è senza dubbio avvincente,ricca di personaggi,intrecci ed intrighi ma tutto scorre troppo velocemente e in modo caotico:
i protagonisti non sono ben definiti e,nel giro di una pagina,si fanno salti temporali di diversi anni.
Sembra quasi che l'autrice avesse voglia di "portare a casa" l'opera il più velocemente possibile e,per questo motivo,l'abbia scritta in modo così sbrigativo.
Inoltre l'ho trovata un pò troppo "feulleitton amoroso":
un "Beautiful" d'antan,che farebbe la gioia di tutte le "telenovela dipendenti" d'Italia...
e non c'è da escludere che, a breve,da questo romanzo non venga tratta una fiction televisiva.
Forse è un problema mio,ma,
arrivata alle soglie dei 40 anni,
un libro,per me, deve essere qualcosa di più di una semplice "narrazione di eventi",
per quanto coinvolgenti ed appassionanti essi siano:
deve lasciarmi delle emozioni,
deve darmi degli spunti di riflessione,
deve arricchirmi interiormente.
Proprio per questo motivo "La storia di Tonia" non mi ha convinta:
perché non mi ha trasmesso niente.
L'unico punto su cui rendo merito alla Tani,
è di aver parlato della difficile integrazione fra i nativi australiani e i coloniali stranieri (inglesi soprattutto).
Un pò com'era successo per gli Indiani d'America,
gli aborigeni furono depradati delle loro terre e della loro dignità;
ridotti a vivere nel degrado e nella povertà in misere "riserve" nell' "outback" (zone interne e semi desertiche del continente australiano) e soprattutto furono costretti a rinunciare alla loro discendenza.
Questo obbrobrioso evento è noto col nome di "stolen generation":
molti dei figli dei nativi,soprattutto i meticci (bambini concepiti in seguito a stupri effettuati dai bianchi ai danni delle donne aborigene) furono strappati alle loro famiglie d'origine per essere rinchiusi in una sorta di collegi/lager dove,
secondo i coloni,avrebbero ricevuto una cultura e un'educazione "europea".
In realtà l'unico scopo era quello di annullare i loro ricordi di "selvaggi" e farne dei cittadini di serie "B" da trattare come servi,se non proprio come schiavi.
Però,esclusi questi passaggi nozionistici,il romanzo in sé resta un melodramma melenso che non lascia niente,se non la voglia di finirlo il prima possibile.
IL MIO VOTO:
Un feulleitton melenso,banale e approssimativo e a tratti anche un pò ridicolo.
La Tani ha un'ottima capacità narrativa ma sicuramente in "La storia di Tonia " non ha dato il meglio di sè.
Non sembra nemmeno la stessa penna che,anni fa, ha scritto i coinvolgenti "Nero di Londra" e "Assassine".
* COSI' COSI' *
LA SCRITTRICE:
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