Sapete qual è la vera fortuna? Esserci l'uno per l'altro.
Definire accuratamente l'obiettivo significa già essere a metà strada per raggiungerlo.
Io non voglio niente. Sono privo di sprone. Sono un cavallo che resta nel box, che preferisce osservare gli altri cavalli che competono, piuttosto che partire al galoppo.
Qualcosa fondamentalmente è sballato in ognuno di noi, no? Per il semplice fatto che siamo esseri umani.
Solo immersi nella natura è possibile cogliere il vero ritmo del mondo e assumerlo in sé.
La massima chiarezza interiore si raggiunge dedicandosi totalmente al prossimo.
Ci poniamo delle mete e ne diventiamo schiavi. Siamo talmente impegnati a realizzarle che non ci rendiamo conto che nel frattempo sono cambiate.
Quando ti succedono casi come questo, capisci che è meglio accettare quello che la vita ti porta, inserirsi nel suo flusso naturale, invece di importi alla realtà. Perché, comunque...tutto è possibile.
Se pensa che il cambiamento la renderà felice, vale la pena di farlo, perché le cose che ci rendono felici non sempre hanno una spiegazione e non devono per forza essere ragionevoli.
Bisogna ricordare, ricordare sempre, che alla fine la primavera arriva.
"Ci vuole molto coraggio per fare quello che hai fatto tu", le ho detto.
"Alla fine non è più coraggio, è mancanza di scelta", ha detto lei.
Forse nella vita va così: bisogna soffrire, arrivare fino in fondo, per trovare la forza di cambiare.
Questa è proprio la definizione dell'amicizia: un'oasi che ci permette di dimenticare il deserto...o una zattera le cui assi di tengono unire.
È più facile fantasticare sugli amori del passato che non cercare di amare veramente.
Il buio era pericoloso per lei: aveva paura che il buio le strisciasse dentro, riempiendola tutta.
Nel settore pubblico funziona così: il malato è un impiccio e gli accompagnatori che lo seguono sono un ostacolo.
Un medico studia per 12 anni per ricevere l'abilitazione, e per tutto quel tempo non riceve alcuna preparazione sull'atteggiamento da tenere con i pazienti. Perciò ci sono quelli che hanno una capacità istintiva di trattarli umanamente e altri che non lo sanno fare. Di conseguenza, invece che essere un principio basilare, diventa una roulette...che dottore ti capiterà stavolta e se questa notte ha dormito abbastanza.
Bisogna considerare l'uomo olisticamente, non come un insieme di sintomi.
Nimrod se la cava. Piange. Dice che ha nostalgia della madre. Come deve essere. Chi mi preoccupa è Noam. Lui è troppo tranquillo, si tiene tutto dentro. È very bad per un bambino. Ma è very bad anche per un adulto.
L'animo umano è infinitamente solo nel dolore. L'unico modo per penetrare questa solitudine privata e toccarla è un amore incondizionato.
Sei arrivato al momento giusto. Sei arrivato un attimo prima della disperazione. E per fortuna che sei arrivato tu, fra tutti. Perché nessuno è capace più di te di ricordarmi che al mondo esiste il bene.
"Hai voglia di parlare?"
"Vorrei...ma fa male"
La prima telefonata dopo che ti è successo qualcosa di molto allegro o di tremendamente triste ti viene dalla pancia, non dal cervello, e la fai alla persona che senti più vicina e amica.
Ciascuno riscrive la sua vita quando la racconta a se stesso, no?
Io ero piccolo e non capivo niente ma sentivo solamente che mi mancava l'ossigeno, soprattutto quando erano presenti entrambi i miei genitori.
L'importante era che, alla fine della giornata, ci infilassimo nello stesso letto, a parlare. Che la sua saggezza illuminasse di luce nuova tutto quello che mi era capitato nel corso della giornata. E adesso? Adesso mi infilo nel letto da solo. E nulla ha senso. Nulla.
Qualsiasi domanda avessimo posto e qualsiasi risposta avessimo dato, sarebbe stata soffiata dal vento fino a Bob Dylan.
Se una persona è in grado di ridere di sé stessa, allora ha ancora qualche speranza.
Quando ero piccolo, mio padre mi chiamava "aquilone". Ogni volta che mi immergevo nei miei pensieri, lui tirava un filo sottile e invisibile per radicarmi a terra.
Se c'è una cosa che detesto sono le cover: mi lasciano sempre un senso di nostalgia per l'originale.
"L'ego non porta alla felicità, solo alla frustrazione. Perché l'ego non è mai soddisfatto, pretende sempre di più. E io non voglio vivere così, sempre sul bordo dell' abisso."
"E allora cosa vuoi?"
"Esserci per gli altri. Dare. Ascoltare il corpo. Curare."
Tu non hai uno scopo. Tutto quello che hai raccontato di te fino a ora, mi ha convinto che procedi nella tua vita alla cieca, senza mappare i tuoi desideri e le tue possibilità.
Il mio scopo è trovare un compagno serio e quanto non porta in quella direzione è una perdita di tempo.
Sei un caso paradigmatico di modello del treno di fronte. Quando il tuo treno è fermo in stazione e il treno di fronte inizia a muoversi, ti sembra che il tuo treno si muova. In realtà però non si muove, è solo un'illusione ottica. Quello che sto cercando di dirti è che, forse, vivi la vita degli altri invece che la tua.
Quando un pessimista ha ragione non gioisce. Una minuscola gocciolina amara gli tocca la lingua. Niente di più.
Non ero felice. Non ero tranquilla con lui. Discutevamo di continuo e non per questioni di principio. Per stupidaggini. Una cosa spossante perché ogni litigio ti inietta altro veleno nel sangue. Non voglio più piangere. Ho pianto troppe volte. Troppe volte mi sono sentita sola. Troppe volte ho sentito la nostra casa una prigione. E troppe volte sono rimasta distesa accanto a lui senza riuscire a dormire. Non dovrebbe essere così. L'amore dovrebbe essere una cosa bella, no?
"Sono sballata. C'è qualcosa di essenzialmente sbagliato in me"
"Siamo tutti sballati per il semplice fatto che siamo esseri umani"
"Ma io di più. Tutte le persone con le quali mi sono rapportata mi hanno sempre fatto male. Evidentemente in me c'è qualcosa che attira il male, che vuole il male"
Non è successo niente in questi anni. Tranne te. Mi alzavo la mattina, incontravo gente, compravo la frutta e non sentivo niente, oltre la nostalgia per te.
Le parole possono ingannare, i pensieri possono sconvolgere ma il corpo...il corpo sa.
Io non potevo farla soffrire come lei ne aveva bisogno e lei, anche se forse voleva crederci, non avrebbe resistito più di qualche ora con l'amore inequivocabile che io ho da dare. Perché dopo qualche ora lei comincia a sentirsi inquieta. Cerca di nasconderlo ma io, con i miei sensi troppo acuti, colgo lo sguardo sfuggente. E questo mi svigorisce, mi porta a temere di perderla. E allora diventa più inequivocabile. La amo ancora di più. Non sono così con nessun altra donna, solo con lei. Ma lei non riesce ad accettarlo. Non a lungo. E neanche io posso, a lungo, svigorirmi. Questo è il nostro cerchio. Un cerchio che, comunque lo rigiriamo, resterà sempre chiuso, tenendoci prigionieri finché non saremo costretti a sfondarlo. Per scappare.
Se a ciascuno di noi amici venisse chiesto di raccontare la storia degli ultimi 4 anni, con tutta probabilità ne risulterebbero 4 libri totalmente differenti.
È l'amore. È stato l'amore di lei a cambiarlo. È stata lei a tranquillizzarlo. A dargli una famiglia. L'ha abbracciato talmente forte che lui non ha avuto altra scelta che smettere di agitarsi dentro quell'abbraccio.
Il tumulto della città che mi invadente riduce al silenzio il mio tumulto interiore.
Gli amici vanno e vengono, sono gli amori che restano.
Lei era la musica verso cui dirigermi, tornavo sempre nella sua direzione, ogni volta che calavano le tenebre. La speranza che sarebbe tornata da me aveva risuonato tutto quel tempo, a basso volume, ma costantemente. Ora la musica taceva. Intorno a me, l'oscurità. Era come se mi andassi riducendo di giorno in giorno. Era come se le tapparelle alle finestre delle stanze del mio cuore si fossero rotte. Impossibile alzarle. Era come se stessi bruciando dentro, ma con un fuoco freddo. Era più smog che nebbia. Era come se il letto dormisse dentro di me e non io dentro il letto. Erano peso di piombo. Catene di ferro. Fiori di plastica.
Durante quelle settimane ho dormito molto e quando non dormivo avrei voluto dormire. Erano anni che aspettavo quella caduta, che combattevo contro la forza di gravità e forse per una volta dovevo semplicemente lasciarmi andare.
Ho perso la capacità fondamentale di guardare la mia vita dall'esterno e riderci sopra.
È impossibile cancellare davvero le macchie del passato, si riesce solo ad attenuarle e i peccati sono come un virus, aspettano un tuo momento di debolezza per attaccare e pretendere il castigo.
Proprio tipico portare avanti un'intera relazione con una ragazza senza che lei nemmeno lo sappia, coltivare in cuore tuo il pensiero che un giorno, quando tu sarai disponibile, lo sarà anche lei. Senza prenderti il fastidio di controllare se la realtà ha qualcosa da aggiungere.
Ogni piccola azione: andare in bagno, versare un bicchiere d'acqua, spegnere la televisione, mi costava fatica quanto spingere un masso su per un pendio di montagna. Nonostante fossi tentato non ho chiamato i miei amici perché avevo la sensazione che da quell'abisso dovessi uscirci da solo. Cretinate. È una spiegazione boriosa che invento a posteriori. Non li ho chiamati perché non me la sentivo di farmi vedere in quelle condizioni. No, anche questa è una copertura. Non li ho chiamati perché sono una persona sola a un livello che stento a spiegare anche a me stesso. Sono una persona sola che ha molti amici. Una persona sola che ha imparato a stare al mondo come se fosse socievole, ma nei momenti dolorosi si ritrae sempre nella sua posizione di partenza.
Hai gli occhi che pensano, lo sai?
Può un uomo vedere se stesso? Vedere se stesso veramente?
Ero io a scrivere. Ero io a tirare i fili trasparenti, ero io a spostarli da un posto all'altro, a decidere che aspetto avevano, quando avrebbero parlato e quando invece si sarebbero morsi le labbra. Ho attribuito a me stesso le righe più belle, le più intelligenti, per compensare il fatto che, in realtà, durante la maggior parte dei nostri incontri, facevo tenendo nascosti i miei piccoli pensieri amari o i miei piccoli pensieri generosi. Ora tutti quei pensieri si erano liberati dalle manette dell'autocontrollo, erano evasi dalla loro prigione e ballavano
la danza della libertà nell' enorme spazio bianco del foglio.
Emanava una serenità interiore, come se ben conoscesse il nucleo della sua essenza e non avesse bisogno di conferme a riguardo.
A volte, tenersi le cose per sé da forza, non credi?
È molto più facile perdere un cliente che acquistarne uno nuovo.
Proprio nel fatto che, per tutta la conversazione, non avesse tentato in alcun modo di affascinarmi e di impressionarmi, c'era qualcosa di affascinante e di impressionante.
Ho capito che stavo sprecando tempo, e di tempo da sprecare non ne avevo.
Ha molte capacità, ma la capacità di essere felice non è fra quelle.
Scrivere un libro non è facile, ma ce l'ho fatta. Sono uscito dal mio recinto e sono andato avanti a galoppare senza che mi finisse l'ossigeno. E se l'ho fatto una volta significa che posso farlo di nuovo. Posso liberarmi dalle mie catene. Dal pessimismo paludoso. Posso cambiare. Rivelarmi. Trovate uno scopo.
Gli amici sono un'oasi nel deserto che permette di dimenticare il deserto.
Dopo quanti cambiamenti un testo perde la sua essenza originaria? Non lo so.
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