lunedì 3 febbraio 2025

"La non mamma" Susanna Tartaro (2021)

LA TRAMA:
Susanna è una donna, una figlia, una compagna, un'amante. Ha un lavoro che l'appassiona, un'allegria semplicissima, il talento di scoprire sorprese in ogni dove. Come ciascuno di noi, "non è" un'infinità di cose, e naturalmente è tante altre. Eppure nella sua vita c'è uno spartiacque: è una non mamma, appunto. Perché essere o non essere madri, che sia per scelta o per caso, per desiderio o per impossibilità, nel nostro mondo definisce le donne come persone. Questo libro racconta la libertà, che non è certo una cosa semplice. La donna che dice "io" in queste pagine è libera di gestire il proprio tempo, racchiuso in un perimetro del tutto personale. Libera di investire su se stessa, di divertirsi e immalinconirsi, di fare programmi e poi cambiarli. Libera di sentirsi sola, di osservare a fondo, di interrogarsi, di comporre. Allora sale a bordo del suo motorino e si muove per le strade di Roma, catturando epifanie, piccoli momenti luminosi. Come gli scatti fotografici che si fanno d'istinto con il cellulare, quando una cosa ci colpisce così tanto da volerla avere sempre in tasca. Ed è proprio questa libertà che in punta di penna si fa poesia, permettendo alle parole di adagiarsi lievi ma mai spensierate sulle cose. Susanna Tartaro ci mostra la bellezza e la meraviglia di accogliere la vita, scrivendo prima di tutto con gli occhi. Perché, in fondo, si può essere genitori in tanti modi, a volte basta solo guardarsi intorno. La non mamma ha un "non" davanti, che sta acceso come un faro. Ci sarà sempre qualcuno che le dice:"Tu non puoi capire".a quante cose vedono i suoi occhi liberi e leggeri, mentre attraversa Roma in motorino, coi capelli al vento e il dono raro di trasformare ogni angolo, ogni faccia, in poesia.




IL MIO GIUDIZIO:
Ho deciso di leggere questo libro, attratta dal titolo, in cui mi sono riconosciuta: anche io sono una childfree, una "non mamma" per scelta, e anche io ho dedicato un capitolo del mio secondo libro "A briglia sciolta" alla mancata maternità. Per cui credevo di ritrovare in questa opera le tematiche che avevo affrontato pure io, ovvero i motivi che mi avevano portato a questa scelta, i vantaggi del non avere figli e, soprattutto, le continue e ripetute ingerenze da parte degli altri, chi per criticare e giudicare la mia sacrosanta decisione, chi per dare consigli non richiesti, partendo dal presupposto che 'sti benedetti bambini non fossi riuscita ad averli... perché, purtroppo, nella testa dei più non è ancora entrato il concetto che una donna possa coscientemente scegliere di non partorire. 

Tutto questo, quindi, pensavo di trovare nel libro e invece, niente, nada de nada: il titolo è soltanto uno specchietto per le allodole. Nelle primissime righe, l'autrice scrive di essere una "non mamma" e quindi di poter fare ciò che vuole, dopodiché parte con una serie di pensieri, ricordi e divagazioni che con la maternità non hanno nulla a che vedere. A questo punto, credo, sarebbe stato meglio fare ciò che ho fatto io con i miei libri: un'antologia di racconti e riflessioni, ognuno col suo proprio titolo.

Al di là di ciò, i contenuti sono di una basicità disarmante, sembrano scritti da una ragazzina delle elementari...stessa critica che era stata mossa a Frank McCourt in "Le ceneri di Angela" ma lì era una cosa voluta, lì l'autore aveva voluto raccontare la sua infanzia, rivivendola con gli occhi del bambino che era stato; qui sono soltanto discorsi disconnessi, talvolta non si capisce proprio di cosa stia parlando. Potrei quasi definirla un'opera onirica incentrata sull'attenzione al dettaglio, per non volerla stroncare del tutto. 

Generalmente, quando un libro non mi convince, lo abbandono a se stesso, ma stavolta ho voluto fare un' eccezione alla regola, sia perché era piuttosto corto (poco più di 100 pagine), sia perché volevo vedere dove  volesse andare a parare e se, prima o poi, tutti questi discorsi senza capo né coda si sarebbero ricollegati in qualche modo alla sua decisione di non avere figli. Invece niente, una delusione totale. 

Per principio, non mi piace denigrare le opere altrui, scrivo anche io e so quanto lavoro, tempo e passione ci siano dietro la stesura di un libro. Preferisco sempre dire che un'opera non sia stata di mio gradimento, sottolineando che è un parere personale, non un imperativo categorico. E purtroppo "La non mamma" è uno di quei casi. 

PS: Per curiosità, ho fatto qualcosa che non faccio mai: dopo aver scritto la mia recensione, sono andata su Amazon a leggere quelle degli altri lettori e, in linea di massima, hanno espresso anche loro la propria perplessità sull'incongruenza del titolo e sulla banalità dei contenuti, privi di qualsivoglia filo conduttore.


IL MIO VOTO:
Credevo fosse un libro dedicato alle motivazioni che avevano spinto l'autrice a non fare figli e sul come vivesse il suo essere childfree in una società che ancora ci vuole madri a tutti i costi, invece mi sono trovata davanti a una serie di pensieri e riflessioni scritti in maniera basica, confusa, disconnessa e totalmente fuori dal contesto del titolo. Personalmente non mi è piaciuto. Peccato.


LA SCRITTRICE:




Nessun commento: